mercoledì 14 settembre 2011

"Le leggi"


I Dieci Comandamenti: questa espressione fa riferimento ai dieci principi religiosi ed etici dell'Alleanza tra Dio e il popolo di Israele stipulata sul monte Sinai, come riporta Esodo 20,2-17 e come confermato nel Deuteronomio 5,6-18 (<<io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi difronte a me.

Non ti farai idolo, né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. (...) Non pronunzierai invano il nome del Signora (...). Ricordati del giorno di sabato per santificarlo (...) onora tuo padre e tua madre (...). Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non pronunziare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo (...) né alcuna cosa che appartenga al prossimo.>>)

I primi tre comandamenti affermano i principi religiosi di un monoteismo centrato sulla figura di Yhaweh; il quarto raccomanda di santificare il settimo giorno, Sabbath; il quinto raccomanda il rispetto nei confronti dei genitori; gli altri cinque sono dei veri e propri imperativi relativi al comportamento sociale e morale.


Nello stabilire il monoteismo e nel vietare gli idoli, i Comandamenti erano unici nel panorama del politeismo predominante, che prevedeva l'adorazione di molte divinità rappresentate dalle loro statue; nelle loro istruzioni etico e sociali, i Comandamenti differivano dai codici di leggi di altre nazioni che (come quella di Hammurabi a Babilonia) si limitavano a essere elenchi di crimini con le relative punizioni.

Mosè scrisse i comandamenti (letteralmente "Proverbi" in ebraico) su due tavole di pietra  che ricevette sul monte Sinai: gli unici oggetti conservati nell'Arca dell'Alleanza.

Il Deuteronomio (H Davarin, "Proverbi"): è il quinto libro dei cosi detti cinque libri di Mosè della Bibbia, il cui versetto di apertura recita: <<Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele oltre il Giordano, nel deserto>>. Il libro passa in rassegna gli eventi dell'Esodo e ripete i comandamenti che gli Israeliti dovevano osservare.

Zecharia Sitchin, ha dimostrato che, se la datazione dell'Esodo segue rigidamente le date della Bibbia, questo ebbe inizio nel 1433 a.C., che la "figlia del faraone" che adottò Mosè era la principessa Hatshepsut, che non aveva avuto figli e che apparteneva a una dinastia in cui molti nomi reali includevano il suffisso "Mss" (ad esempio Ra-Mses).





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