domenica 30 settembre 2012

L'adozione del segno della croce


L'adozione del segno della croce quale emblema di Nibiru in Babilonia, Assiria e altrove, non era un'innovazione che ci deve sorprendere. Il segno era stato usato in precedenza - da Sumeri e Accadi. <Nibiru - che 'Attraversamento'  sia il suo nome!> recitava l'epica della Creazione. E stando al simbolo, la croce era stata utilizzata nei glifi sumeri per raffigurare Nibiru, ma poi aveva sempre significato il suo Ritorno alla visibilità. 

L' Enuma Elish, l'epica della Creazione, affermava chiaramente che, dopo la Battaglia Celeste con Tiamat, l'Invasore compii una grande orbita intorno al Sole, facendo ritorno al teatro della battaglia. Poiché Tiamat orbitava intorno al Sole in un orbita eclittica (come fanno altri membri del sistema solare) è in quel luogo nei cieli che l'Invasore faceva ritorno; è in quel punto che, orbita dopo orbita, attraversava  il piano dell'eclittica.

Un modo semplice per illustrarlo sarebbe mostrare la traiettoria orbitale della ben nota cometa di Halley, che emula su scala decisamente ridotta l'orbita stessa di Nibiru: quando si avvicina al sole, da sud, passando sotto l'eclittica, la sua orbita inclinata la porta vicino ad Urano.  

Forma poi un arco sopra l'eclittica e gira intorno al sole, incontrando Saturno, Giove e Marte; si rituffa poi e attraversa l'eclittica nei pressi del luogo dove avvenne la battaglia celeste di Nibiru e Timat - l'Attraversamento  (segnato con una "X") - e scompare per ritornare come prescrive il suo Destino orbitale.


Quel punto, nei cieli e nel tempo è l'Attraversamento  - è allora, affermava  l'Enuma Elish, che il pianeta degli Anunnaki diventava il Pianeta della Croce:  

Pianeta NIBIRU:
Il crocevia del Cielo e della Terra egli occuperà (...)
Pianeta NIBIRU:
Egli tiene la posizione centrale (...)
Pianeta NIBIRU:
E' lui che senza mai stancarsi 
Continua a passare in mezzo a Tiamat; 
Pianeta "che attraversa" sia il suo nome!

I testi sumeri che narrano degli eventi puù importanti nella saga dell'umanità forniscono informazioni precise relative al pianeta degli Anunnaki - che si verificarono approssimativamente ogni 3600 anni - e sempre in concomitanza di congiunzioni cruciali nella storia della Terra e dell'umanità.

Fu in questo periodo che il pianeta venne chiamato Nibiru e la sua raffigurazione glifica - persino agli albori di Sumer - era la Croce. Quella narrazione aveva inizio con il Diluvio. Diversi testi che raccontano di questa catastrofe la mettono in relazione con la comparsa del dio celeste, Nibiru, nell'era del Leone ( nel 10.900 a.C. circa), che misurava le "Acque del profondo". 

Altri testi, invece, descrivevano la comparsa di Nibiru ai tempi del Diluvio come una stella radiante e lo raffiguravano di conseguenza.

Quando il sapiente griderà "Alluvione!" 
E' il dio Nibiru (...) 
Il Signore la cui corona brillante è carica di terrore; 
Ogni giorno, egli arde entro il Leone.

Il pianeta fece ritorno, fu di nuovo visibile e diventò di ancora "Nibiru" quando , a metà dell'VIII millennio a.C. all'umanità vennero date pastorizia e agricoltura; Raffigurazione (su sigilli cilindrici) che illustravano l'inizio dell'agricoltura usavano il segno della croce per mostrare Nibiru visibile nei cieli della Terra.

In un altra occasione, sicuramente più memorabile per i Sumeri, il pianeta era ancora visibile quando, Nel 4.000 a.C., nell'Era del Toro, Anu e Antu giunsero sulla terra nel corso di una visita di stato. La città che, nei millenni successivi, sarebbe stata conosciuta come Uruk fu eretta in loro onore; In loro venne eretto uno Ziggurat, dai gradoni dal quale con l'avanzare della notte era possibile osservare la comparsa dei pianeti all'orizzonte.

Quando i sacerdoti astronomi scorsero Nibiru, levarono un grido: <E' sorta l'immagine del Creatore!> e tutti i presenti eruppero in inni di lode per il <Pianeta del Signore Anu>.


La comparsa di Nibiru all'inizio dell'Era del Toro significava che all'inizio della levata eliaca (ossia quando inizia l'alba ma l'orizzonte è ancora sufficientemente scuro da consentire di osservare le stelle), la costellazione era quella del Toro. Ma Nibiru che si muoveva rapidamente nella sua orbita intorno al sole,
compiva un arco nei cieli ridiscendeva e tagliava eclittica nel punto dell'Attraversamento. 

 

Lì era possibile osservare il passaggio sullo sfondo della costellazione del Leone. Diverse raffigurazioni su sigilli cilindrici e tavolette astronomiche, usavano il simbolo della croce per indicare l'arrivo di Nibiru, quando la terra si trovava nell'era del Toro e il suo attraversamento veniva osservato nella costellazione del Leone.

Il cambio del simbolo del disco alato al segno della croce non era dunque un innovazione: era un ritorno al modo in cui era stato raffigurato in precedenza il Signore Celeste - ma solo quando nella sua grande orbita attraversava l'eclittica diventava "Nibiru". Come nel passato la rinnovata esposizione del segno della croce significava il riapparire, il ritornare alla vista, il RITORNO. 

Da Il Giorno degli Dei di Zacharia Sitchin p.182-183-184-185-186

giovedì 27 settembre 2012

Tempeste Solari: La Minaccia al Pianeta Terra


Ciò che scatena un CME sono 1000 Km al secondo, che lo fa arrivando alla Terra quel tanto più in fretta di quello che riusciamo per il momento a capire. Comprendere la quantità di energia e capire i buchi coronali transienti dovrebbe migliorare l'abilità dei ricercatori, predicendo l'arrivo sulla Terra.

Senza dubbio gli scienziati dicono che un giorno di preavviso potrebbe essere veramente utile, ma la sfida è andare decisamente oltre, raggiungendo almeno una settimana di preavviso. Per raggiungere questo obiettivo c'è bisogno di altro, una cosa che potrebbe sembrare improbabile con la visione, allora ascoltare il Sole è l'altra possibile strada, nel video intorno al minuto 41:00 è ben descritta la possibilità di questa nuova tecnica.

In quest'epoca di tecnologia repentina questo avvertimento è diventato ancora più critico potrebbe accadere al nostro mondo queste tempeste solari si verificano ogni 50/100 anni in media, ma solo nell'ultimo mezzo secolo che si è sviluppata questa struttura interconnessa. E' in questo momento che sta emmergendo un bisogno immediato dato dalla nostra società tecnologica, per cui dobbiamo studiare l'impatto solare sulla Terra.

Le grandi tempeste solari si sono già verificate, e certamente si verificheranno ancora. La differenza è che abbiamo costruito una grande infrastruttura vulnerabile che riguarda tutta la società, i satelliti monitorano tutte le comunicazioni la navigazione, le banche, l'esercito, e tutto ciò che riguarda l'energia sulla Terra. L'elettronica a bordo dei satelliti può essere distrutta dalle tempeste solari.

Ci sono delle stazioni di monitoraggio in artico a 350 Km dal circolo polare artico dove stanno facendo dei progetti ambiziosi, in questo posto si sta testando qualcosa che dovrebbe proteggere i nostri satelliti. La Norvegia del nord è adatta a questo progetto, dove il campo magnetico scende verticalmente. Questo è molto importante quando si effettuano esperimenti con i radar, per la mappatura di migliaia di chilometri lungo i campi magnetici.

Non essendo in grado di prevedere quando arriva una tempesta solare, hanno inventato dei riscaldatori (nota bene lo si vede al minuto 52:30), possono simulare tempeste solari con il riscaldatore per scaldare l'atmosfera ad alta quota facendola espandere, in modo da poter vedere gli effetti dell'espansione e quindi l'effetto che questa ha sui satelliti, tutto per prevenire la loro distruzione.


Dicono che questo esperimento non è mai stato tentato prima, quando si scalda l'atmosfera si scalda un gas e ci si aspetta che si espanda, quindi quando il gas si espande l'atmosfera si solleva e allora ci si aspetterebbe alla quota di cui vola un satellite. Ogni volta che riscaldiamo l'atmosfera si registra un aumento di densità, questo tipo di misurazione viene fatto con estrema precisione.

martedì 25 settembre 2012

Il Pianeta X è davvero già dentro al nostro Sistema Solare?

"se c'è qualcosa là fuori, potrebbe trattarsi di un grande corpo in un'orbita approssimativamente circolare"

"questo corpo è molto simile a ciò che le persone sono interessate a cercare, praticamente, grossomodo, abbiamo trovato alcune di queste nane brune che sono relativamente vicine alla Terra"

"Tyche potrebbe avere fino ad un centinaio di lune"

"Questo corpo potrebbe essere in parte il responsabile della "doccia" di asteroidi e comete che giungono su Giove e talvolta sulla Terra, causando estinzioni di massa."

COME DIMENTICARE DICHIARAZIONI DI TALE IMPORTANZA?!? 

Specie se a rilasciarle sono degli illustri astrofisici..nonchè la principale ricercatrice del progetto NEOWISE della NASA!


Se qualcuno mi chiedesse:

Ma il Pianeta X esiste veramente? 

Potrebbe davvero causare enormi disastri?

Personalmente non saprei cosa rispondere.


Il problema è che molti affermano che si tratti di una pura leggenda, altri di un'enorme bufala, ma ci sono anche coloro che riescono a riaccendere gli interessi sull'esistenza reale di questo pianeta misterioso o stella nana bruna...come appunto fecero gli astrofisici John Matese e Daniel Whitmire.


Nel novembre 2010, la rivista scientifica Icarus ha pubblicato un documento degli astrofisici J. J. Matese e Daniel Whitmire, in cui hanno proposto l'esistenza di una compagna binaria al nostro Sole, più grande di Giove, nei pressi della "Nube di Oort", un lontano deposito di piccoli corpi ghiacciati ai margini del nostro Sistema Solare.

"Tyche potrebbe avere fino ad un centinaio di lune, alcune abbastanza grandi da essere corpi come Plutone, Eris, MakeMake o Sedna.
Questo corpo potrebbe essere in parte il responsabile della "doccia" di asteroidi e comete che giungono su Giove e talvolta sulla Terra, causando estinzioni di massa."
 


Qui di seguito un video che può far riflettere:





E' quindi ipotizzabile che Tyche (Pianeta X) esista realmente.
La NASA avrebbe dovuto rilasciare i dati della scoperta ad Aprile del 2012...questo non è mai avvenuto!

Eppure un "timido" rilascio di notizie da parte della NASA c'è stato...era "l'ormai lontano" 29 settembre 2011.
Alla conferenza del NEOWISE della NASA, Amy Mainzer (NEOWISE Principal Investigator, JPL, NASA) dovette rispondere ad una "scomoda" domanda, fatta da un giornalista, riguardante proprio il Pianeta X e vale davvero la pena seguirla ed ascoltarla dal video per rendersi conto del suo disagio nel dover rispondere al giornalista.


Qui di seguito una piccola parte:

"La ricerca dei dati rilasciataci da WISE è ancora in corso e...noi non crediamo che ci possa essere qualcosa da ritenersi pericoloso fuori dal sistema solare. Pensiamo che questo sia solo...solo un tipo di...se c'è qualcosa là fuori, potrebbe trattarsi di un grande corpo in un'orbita approssimativamente circolare."

"A dire il vero, prosegue Amy Mainzer, noi siamo stati abilitati per confermare la scoperta di un centinaio di nuovi oggetti, i quali sono stelle molto fredde denominate nane brune e quindi questo corpo è molto simile a ciò che le persone sono interessate a cercare, praticamente, grossomodo, abbiamo trovato alcune di queste nane brune che sono relativamente vicine alla Terra, ma nessuna di queste è in avvicinamento a tal punto da arrivare fino al nostro sistema solare... Bene, conclude, credo che questo sia un buon inizio."

In una delle telefonate, un giornalista chiede se WISE ha individuato il Pianeta X o qualche altro corpo celeste massiccio, potenzialmente nascosto all'interno del sistema solare.

(GUARDA IL VIDEO, la domanda con risposta comincia a 4:10)



Ma allora perché tanta titubanza nel rilasciare la verità? Cosa si cela dietro questo furbo metodo nel rilasciare notizie che si disperdono senza garantire una vera risposta?
Già da diverso tempo si parla della possibile esistenza di un pianeta più grande di Giove orbitante all’interno della Nube di Oort. Le osservazioni di WISE dovrebbero dare una risposta definitiva.

Soltanto il tempo, di cui noi tutti siamo prigionieri, potrà darci una vera risposta.

 Scritto da Dan Keying

Fonte:  

lunedì 24 settembre 2012

"PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI"

 

 LA REALTÀ ITALIANA 

  

 LA REALTÀ DELLA LEGA

  

  LA REALTÀ DI GRILLO


ULTIMO ATTO DEL NOSTRO FUTURO


domenica 23 settembre 2012

Una domestica porta delle stelle

Costruire uno Stargate..fatto in casa? 

Provate l’esperimento dell’ingegner Ferlini

Nel suo libro intitolato “La barriera magnetica”, Ferlini narra come, nel corso di ricerche, si sia casualmente accorto di uno strano fenomeno visivo generato da due magneti permanenti che interagivano. Disponendo due calamite a forma di cavallo, in modo che i poli opposti si attirino, se si avvicinano molto lentamente, si addiviene ad un punto critico d’attrazione. Qualche istante prima la forza d’attrazione è piccola ma con un ulteriore piccolo movimento di avvicinamento la forza attrattiva cresce in modo molto forte. Quando ciò accade, Ferlini notò che nella zona centrale di collegamento tra le due calamite, la visione dello spazio perdeva di trasparenza e si deformava leggermente come se ci fosse una lente. A suo dire anche altre persone, con un po’ d’esercizio, riuscirono a notare tale anomalia. 

A questo punto egli provò a disporre quattro potenti magneti permanenti in acciaio, in una disposizione a croce. Con opportuno sistema di leve era in grado far avvicinare micrometricamente le calamite. Arrivati nella zona critica le calamite incominciarono a vibrare violentemente, avvicinando ulteriormente di pochissimo, si cominciò a formare una nebbiolina azzurra e nell’aria si sparse un odore di ozono.

 
Una misteriosa nebbia!!


Ripetendo tale esperimento in grande con potenti magneti del peso di svariati quintali, il fenomeno si ripeté. Questa volta, a causa di un incidente, lo stesso Ferlini venne avvolto della nebbia e sparì dalla vista, egli sostiene, sia nel libro che in un’intervista a Rai 3, di aver visto un altro posto. L’esperimento nel frattempo prosegue e gli assistenti osservarono la nebbia espandersi notevolmente e cambiare colore passando per tutta la gamma dell’arcobaleno. Finalmente egli ricomparve alla vista degli assistenti esterrefatti.

Curiosamente la maschera antigas che aveva con se, sparì e non fu più possibile trovarla. Del racconto esiste anche una registrazione sonora, in una intervista fatta a Rai 3 con il compianto Pietro Cimatti.  Il portale dimensionale di Ferlini o come lo definì lui stesso “barriera magnetica” è un vero e proprio sistema di phase shifting che permette di collegare la dimensione che per convenzione definiamo “fisica” con altre dimensioni del multiverso olografico.

Ferlini la definì barriera magnetica perchè fondamentalmente è questo ciò che è…un muro magnetico che vibra a una specifica frequenza e che costituisce uno squarcio dimensionale.  La costruzione del portale alla Ferlini è molto semplice concettualmente e non richiede di circuiti pilota ne elettronica…si basa solamente su quattro magneti permanenti posizionati trà loro sui quattro punti cardinali. In questa rappresentazione potete vedere il setup del portale.
i magneti sono fissati su dei supporti a slitta mossi da una vite senza fine in modo che sia possibile regolarne finemente la distanza reciproca. Nell’esperimento Ferlini usò magneti molto grandi di acciaio che pesavano diversi quintali ciascuno…in teoria la dimensione dei magneti dipende dalla dimensione dell’area che si vuole influenzare e quindi per aree più piccole basta usare magneti più piccoli e pratici. Questo significa che in teoria non servono grosse potenze per creare un portale in una zona piccola e lo deduciamo dallo stesso racconto di Ferlini sulla sperimentazione che fece con questi magneti ad U.

Giovanni Battista Ferlini iniziò la sua avventura studiando le piramidi di Giza. Inizialmente non era interessato allo studio dei portali e nemmeno ne sospettava la fattibilità pratica. In questa sede non tratteremo tutti gli studi antecedenti di Ferlini che poco hanno a che vedere con il portale ma ci concentreremo sulla sperimentazione. Ad ogni modo durante i suoi esperimenti con le riproduzioni delle piramidi si accorse che l’energia di tipo magnetico emessa dalle piramidi aveva una forte influenza su diverse variabili come ad esempio la schermatura dai raggi cosmici. Oggi dopo numerose sperimentazioni sappiamo bene come agisce l’effetto di forma delle piramidi sull’etere e la loro azione magnetica che è solo una risultante del campo torsionale emesso dalla punta della piramide stessa. A quel tempo però gli esperimenti con le piramidi fecero riflettere molto Ferlini il quale si accorse che la forma e la disposizione dei materiali usati creavano interazioni più o meno forti con svariati effetti.

La geniale idea che ebbe Ferlini fù quella di simulare il campo energetico della piramide usando dei magneti permanenti, in fondo dalle sue sperimentazioni era evidente che c’era un collegamento diretto trà l’energia delle piramidi e il magnetismo. Con i suoi collaboratori smontò un motore elettrico e ne estrasse quattro magneti permanenti ad “U” che stavano nello statore, li dispose su quattro angoli e mentre regolava le reciproche distanze mantenendo i poli alternati notò che c’era una distanza critica in cui si manifestava una forza di attrazione molto brusca e se regolava la distanza in modo che tale forza fosse “sul confine” trà debole e forte si formava una barriera offuscata al centro che impediva di vedere il tavolo sottostante. Capì quindi che la sua teoria era giusta e che l’esperimento doveva essere riprodotto su una scala maggiore. Ordinò quindi quattro magneti ad U molto grossi fatti di acciaio dolce successivamente magnetizzato, ognuno pesava diversi quintali e furono trasportati con un camion.

Lì dispose su delle slitte, regolabili con viti senza fine, sul pavimento del laboratorio e iniziò la sperimentazione con i suoi colleghi. Avvicinando i quattro magneti arrivò a una distanza critica, un confine molto sottile e preciso in cui la forza di attrazione reciproca diventava improvvisamente da debole a molto intensa. La vite senza fine era molto precisa e ci volevano molti giri per spostare i magneti..in questo modo potè regolare la distanza critica finemente studiando quale posizione dava i migliori risultati. Raggiunta la posizione ottimale delle forti vibrazioni scossero tutto il laboratorio e i magneti iniziarono a vibrare molto probabilmente per l’intensa attrazione.

Una nebbiolina grigiastra\azzurrognola iniziò a formarsi nella zona circoscritta dai poli dei magneti e Ferlini dedusse che poteva essere ozono perciò si dotarono di maschere antigas per evitare le esalazioni velenose, la nebbiolina diventava di colore sempre più intensa e verso il verde a mano a mano che si raggiungeva la posizione critica. Mentre i suoi assistenti stavano più a distanza Ferlini si avvicinò al portale appoggiandosi su uno dei magneti per scrutare più da vicino la barriera magnetica, siccome la maschera gli limitava la vista e i movimenti decise di togliersela e la appoggiò su uno dei magneti. Avvicinandosi alla barriera si ritrovò catapultato di fronte alle piramidi di giza ma non quelle odierne…bensì nell’epoca in cui le piramidi erano intere con la punta di quarzo rivestita in metallo, ossia prima del grande cataclisma che sconvolse la terra 12.000 anni fa. 

Ad un certo punto si sentì chiamare da lontano e si ritrovò nel laboratorio con la macchina spenta, si avvicinò ai suoi assistenti allarmati i quali asserivano che il dott. Ferlini l’avevano visto scomparire trà i magneti per diverso tempo per poi rivederlo in piedi davanti a loro non appena disattivarono il portale allontanando i magneti trà loro. Consultandosi con i colleghi scoprì che decisero di interrompere l’esperimento quando si accorsero che c’era stata una brusca variazione di flusso tra due dei quattro magneti, riguardo la sua assenza non gli diedero peso inizialmente perchè pensarono che si era solo allontanato momentaneamente, non potendo spiegare perchè all’improvviso non lo vedevano più con loro pensarono che forse non si erano accorti dei suoi spostamenti nel laboratorio.

Ferlini raccontò quello che vide durante il “viaggio” attraverso la barriera magnetica e scoprirono che la maschera antigas di Ferlini era scomparsa e non riuscivano più a trovarla nonostante nessuno era uscito dal laboratorio e le maschere fossero state indossate tutte tranne quella di Ferlini che appoggiò su uno dei magneti. Scoprirono successivamente che la variazione di flusso tra i due magneti era situata nella posizione vicina a quella dove Ferlini appoggiò la maschera sul magnete stesso. Ipotizzarono giustamente che nel momento in cui Ferlini si sporse nella barriera dovette far cadere la maschera nella barriera finendo chissà dove. Sulla maschera c’erano riportate le iniziali con l’indirizzo di Ferlini…mesi dopo la maschera arrivò per posta a Ferlini e il mittente era in egitto precisamente al Cairo! La maschera era stata teleportata in egitto e chi la trovò pensò gentilmente di rispedirgliela! Altra nota importante sull’esperimento è che l’ozonometro posto vicino al portale non rivelò tracce di ozono e che anche quando ci si avvicinava alla nebbiolina si poteva respirare bene non come quando ci si trova in un gas.  E ora le considerazione teoriche.

Considerazioni teoriche

Il portale di Ferlini può sembrare molto diverso da altri sistemi di phase shifting che usano l’interazione rotante trà campi magnetici ed elettrici ad alto voltaggio o quelli basati su campi elettromagnetici rotanti con frequenze specifiche…in realtà pur usando un metodo un pò diverso sfrutta per forza di cose gli stessi principi. Per aprire un portale o realizzare il phase shifting si deve isolare una zona di spazio e si và a modificare la frequenza di vibrazione dell’etere di quella zona stessa…siccome siamo in un ologramma è normale che tutto dipende dalla frequenza della portante olografica scelta, cambiamo portante e cambiamo dimensione. 

Nei sistemi tipo “philadelphia experiment” si usano delle bobine pulsate trà loro in sequenza a formare un campo rotante ed alimentate a specifiche frequenze di risonanza dimensionale, in altri sistemi invece si usa l’interazione trà un campo magnetico rotante e un campo elettrico che vibra a una certa frequenza. In entrambi i casi avremo un campo di etere rotante che vibra una frequenza specifica. Già qui è possibile notare l’analogia dei suddetti metodi con quello di Ferlini, infatti un campo magnetico non è altro che un flusso di etere ricircolante in una zona di spazio (flusso che si chiude su di sé) e il trucco usato da Ferlini è stato quello di far interagire diversi magneti in modo che il loro flusso si concatenasse creando un flusso rotatorio…infatti Ferlini lo definiva “campo unificato”. Ecco perché i poli devono essere alternati ed ecco anche perché c’è una distanza critica precisa…perché geometricamente quando le calamite sono alla distanza precisa creano un flusso tondo rotatorio che si rafforza.

Immaginate le linee di flusso che escono da ogni polo che vanno a fluire nel polo opposto e così via unificandosi….in tale situazione si avrà una campo rotante unificato o per meglio dire un flusso di etere rotante proprio come illustrato in questa figura:


Un giroscopio spaziale

Ora una volta creato il campo rotante bisogna impostare una frequenza di risonanza che ci ricolleghi a una specifica dimensione o punto spazio-temporale dell’ologramma multiverso. Nel caso di Ferlini tale vibrazione può essere stata indotta sia dalle vibrazioni meccaniche dei magneti per semplice attrazione che dalle vibrazioni indotte da lui stesso quando ci si appoggiò. Sicuramente non era un sistema preciso perchè soggetto a molte vibrazioni spurie, ogni vibrazione meccanica sui magneti produceva una increspatura sul campo della zona critica. C’è però un indizio molto interessante, Ferlini non vagò a caso ma fù portato proprio dove a lui desiderava andare sia consciamente che inconsciamente…ossia nel tempo delle piramidi su cui era basata tutta la sua ricerca scientifica.

Questo indica che una volta aperto il varco la mente stessa è libera di scegliere dove e in che tempo spostarsi, nelle proiezioni extracorporee solo il corpo astrale (corpo olografico come quello fisico ma che vibra su una portante più alta) è libero di andare dove vuole ma nel phase shifting tutto il corpo compreso quello “fisico” si innalza di vibrazione rendendolo facile da spostare dove si vuole. La maschera invece fù sempre portata in Egitto ma non nello stesso tempo…evidentemente la variazione di flusso indotta dal suo passare attraverso la zona critica ha spostato la variabile tempo facendola arrivare nei tempi moderni.

Chiaramente si dovrà fare molta sperimentazione in tal senso per poter stabilire meglio come agiscono le variabili nel phase shifting. Altro elemento importante è la famosa “nebbiolina”. Quando si interagisce con l’etere spostandone la frequenza o addensandolo in una zona di spazio esso diventa visibile sotto forma luminescente che a prima vista è come una nebbiolina il sui colore dipende dalla densità raggiunta. Questo lo si osserva anche nelle sperimentazioni con sistemi antigravitazionali tipo le repulsine di Schauberger, il SEG di Searl e altri…quello che ci interessa è che è ben visibile anche nei casi phase shfting. 

Nel celebre Philadelphia Experiment la nave veniva avvolta da una nebbiolina azzurrognola che virava verso il verde prima di scomparire…anche nel triangolo delle bermuda le navi prima di sparire o sortire certi effetti particolari entrano in una nebbiolina grigiastra a volte verdastra…sono entrambi casi di phase shifting e combaciano ovviamente con l’esperimento di Ferlini.

Un’altra considerazione che voglio fare è che per realizzare la zona critica dovrebbero in teoria bastare anche solo tre magneti ad U disposti a 120° l’uno dall’altro e inoltre non penso sia necessario usare per forza magneti ma invece gli elettromagneti che sono più pratici ed economici. Ferlini preferì i magneti perché voleva usare una fonte magnetica “pura” ma gli elettromagneti potrebbero svolgere lo stesso lavoro perché quello che conta è solo il campo magnetico generato e la disposizione geometrica.


tratto dal libro:
La Barriera Magnetica

sabato 22 settembre 2012

Le Piramidi in Europa, a Visoko in Bosnia

Le Piramidi in Europa, a Visoko in Bosnia 

Le strutture scoperte a Visoko risultano essere realizzate con capacità architettoniche ed ingegneristiche molto avanzate, probabilmente provenienti da periodi storici differenti

I valori delle civiltà del passato erano differenti da quelli della civiltà odierna ed alcuni aspetti della vita sociale erano considerati sacri ed accessibili solo a chi avesse determinati requisiti. L'architettura, la medicina, la legge e l'arte erano in stretta relazione e spesso coesistevano in un unico anelito dell'uomo verso il Divino.

Quello che stiamo vedendo emergere dalla "Valle delle Piramidi Bosniache", non distante da Sarajevo, sembra portarci indietro tra le braccia di una simile civiltà. Le strutture scoperte a Visoko risultano essere realizzate con capacità architettoniche ed ingegneristiche molto avanzate, probabilmente provenienti da periodi storici differenti. La struttura nominata "Piramide del Sole" è costituita da grosse formazioni artificiali, blocchi di un conglomerato di pietre, sabbia ed altri minerali tenuti assieme da argilla come legante (tecnica simile a quella dei romani), così da creare un "cemento" di straordinaria durezza.

La "Piramide della Luna", invece, presenta un insolito alternarsi di terrazzamenti piastrellati, alcuni in perfetto stato di conservazione. Recenti analisi dovrebbero confermare un età del monumento collocabile a circa 12.000 anni fa. Una delle caratteristiche più tipiche di un complesso piramidale è quella di un sistema di Tunnel sotterranei che di solito consentono l'accesso alle piramidi.  

A Visoko troviamo i tunnel Ravne, un complesso di tunnel-labirinto di grande interesse archeologico, la cui datazione, ancora superficiale, li collocherebbero tra i 3.000 ed i 32.000 anni fa. Nessun minerale di pregio nella zona giustificherebbe l'esistenza dei tunnel Ravne come tunnel minerari, inoltre, questi tunnel apparivano riempiti con terra e sabbia per bloccarne l'accesso, stesso procedimento utilizzato per molti siti sacri del passato: quando la loro funzione terminava ne venivano sigillati gli accessi. Abbiamo intervistato Nenad M. Djurdjevic, che ci ha raccontato cosa è cambiato in questi anni di scavi.

Come è nata la sua collaborazione con la Fondazione, qual'è il ruolo che lei ricopre?
 
Sono venuto in contatto con la Fondazione del Parco Archeologico "La Piramide del Sole Bosniaca" per caso, grazie alla mia pluriennale esperienza nel campo della Geotecnica. Consideri che la Valle delle Piramidi è molto vasta e ci sono diversi siti di interesse, sia medievali, che dell'età del bronzo fino al neolitico. Possiamo distinguere con certezza le diverse epoche di costruzione grazie ai differenti materiali e tecniche utilizzati. 

Ad ovest della Piramide del sole, per esempio, è stata recentemente scoperta una possibile necropoli e nelle zone boschive circostanti delle Pietre Ciclopiche, chiamate Stècac. Possono essere di svariate forme, le più bizzarre a forma di pentagono. Secondo la visione canonica sarebbero di origine medievale, ma non ci sono prove per questo, nessuna annotazione di commissione dei lavori come usualmente avveniva nel medioevo o altro.
Due Esempi di Stècac con simbolismo solare



Stele con motivo piramidale e sfera nella zona

 

In che modo intendete continuare la vostra ricerca multi-disciplinare? Quali altre istituzioni e studiosi pensate di coinvolgere per il futuro? 

Prima di tutto mi permetta di ringraziarvi per il vostro interesse e l'occasione di questa intervista. Partendo dalla premessa che il progetto di ricerca scientifica sulle piramidi bosniache è di natura no-profit, la partecipazione di Istituzioni e studiosi specializzati al progetto avviene soprattutto con criteri di libera scelta. La prima fase di autenticazione, verifica, nonché validazione scientifica delle strutture nella valle di Visoko fu fatta da esperti egiziani provenienti dall'Università del Cairo e della Società Archeologica d'Alessandria fra il 2006 e 2008. Negli ultimi due anni abbiamo riscontrato anche una notevole presenza di archeologi di nazionalità italiana. 

In particolare vorrei citare la dott.ssa Sara Acconci, che attualmente è l'archeologa responsabile del progetto, e il dott. Riccardo Brett, proveniente dall'Università Ca' Foscari di Venezia. È logico presumere che in futuro un coinvolgimento di altre istituzioni dipenderà molto dalle scoperte che si faranno nei prossimi tempi.

In che modo continueranno gli scavi e su quali siti vi concentrerete per il prossimo anno?

Il sito delle piramidi bosniache si estende su un'area di oltre 40 km.  Quest'anno gli scavi si sono concentrati soprattutto in alcune zone della Piramide del Sole, della "Piramide della Luna" e nel labirinto di tunnel sotterranei Ravne. Il prossimo anno, in linea generale, si manterrà questo schema ed esiste una buona probabilità di aprire finalmente uno dei molti varchi conosciuti per entrare nella Piramide del Sole. 

Il mio contributo al progetto consiste in indagini non distruttive sul campo e nella ricerca di potenziali siti e manufatti nella zona delle piramidi che abbiano un significativo valore archeologico. Per esempio, l'estate scorsa, ho potuto scoprire insieme ai miei collaboratori blocchi di pietra di misure straordinarie nonché una necropoli nelle zone boschive a ovest della "Piramide del Sole". Il fatto importante è che tutti siti sinora scoperti convergono verso la Piramide del Sole che domina l'orizzonte dell'intera area intorno a Visoko.

Avete trovato conferma della scansione satellitare della "Piramide del Sole"? Siete riusciti a trovare delle entrate e dei nuovi cunicoli liberi dai detriti nei tunnel Ravne? 

I tunnel Ravne sono un vero e proprio labirinto; come le ho già detto in parte sono stati sigillati completamente, ma abbiamo anche trovato dei tunnel sgombri da materiale di riporto, con paretidi pietre a secco che ne supportano la struttura.
 


Alcuni tunnel sono sgombri ma allagati e sono state trovate stanze circolari che si diramano a volte anche in otto tunnel separati, nonché ambienti formati da pietre megalitiche incrociate in spazi vuoti triangolari. Nell'immagine qui sotto si può vedere un esempio di pietra con iscrizioni in quello che sembra possa essere un linguaggio proto-runico.



Una delle cose più strane è sicuramente l'effetto che questi tunnel hanno sulle persone al loro interno. Non c'è bisogno di respiratori artificiali ed in generale si è pervasi da una sensazione di benessere e rilassatezza. 

Abbiamo voluto misurare la presenza di Ioni negativi nei tunnel rispetto a quelli all'esterno, ed è stato sorprendente: 43.000 Ioni negativi per centimetro cubo, dalle 50 alle 100 volte superiore rispetto all'esterno. Il microclima inoltre è ideale, 16 gradi, con variazioni minime di temperatura ed umidità. Negli ultimi cinque anni sono state scoperte numerose entrate a possibili siti sotterranei nella zona delle piramidi. 

Purtroppo con le risorse umane, materiali e finanziarie a disposizione della Fondazione, non si è potuto scavare dovunque, concentrandosi sul complesso di tunnel sotterranei di Ravne e località limitrofe. Le scansioni satellitari effettuate recentemente con tecnologie all'avanguardia, oltre ad aver confermato l'esistenza di un imponente complesso sotterraneo fatto di tunnel e stanze nella Piramide del Sole, hanno evidenziato la presenza di altre potenziali ingressi, già riscontrati con altre tecnologie come il geo-radar. 

In che modo pensate si possa sviluppare la ricerca sulle piramidi in generale dal punto di vista della fisica contemporanea

Quello che è emerso da rilievi fatti da diversi esperti provenienti dal campo della fisica è che le piramidi come strutture non sono soltanto costruzioni con uno scopo architettonico ma, oltre a modificare il campo magnetico intorno a loro, emettono anche delle frequenze ultrasoniche di natura sinora sconosciuta. 

Per esempio, è stato rilevata una forte anomalia nei campi magnetici intorno alla Piramide del Sole e della Luna, mentre le colline di origine naturale nelle vicinanze delle piramidi non mostrano alcuna deformazione del campo magnetico. 

Per la precisione nelle piramidi il campo magnetico si dispone in senso verticale, mentre per le colline naturali è disposto in orizzontale. Questo significa che le piramidi agiscono come centrali che convogliano l'energia verso l'alto. Inoltre, biologi dell'Università di Sarajevo hanno rilevato che nelle aree sulla Piramide del Sole e in quelle circostanti, la temperatura media del suolo è di pochi gradi più alta che in altre zone della Bosnia. 

Infatti, soltanto a Visoko è possibile trovare piante medicinali tipiche dell'area Mediterranea, non presenti altrove in Bosnia. In ogni caso, soltanto studi futuri potranno chiarire il mistero. La mia ricerca è soprattutto concentrata sugli aspetti della cosmologia vedica: a tale proposito vorrei precisare che in Bosnia è possibile trovare una forte presenza di simbologia sacra che ha radici nella cosmologia vedica. 

In che modo pensate si possa sviluppare la ricerca sulle piramidi in generale dal punto di vista della fisica contemporanea, e che cosa significa tecnologia "Tesla" quando vi riferite alle Piramidi da voi scoperte?

Quello che è emerso da rilievi fatti da diversi esperti provenienti dal campo della fisica è che le piramidi come strutture non sono soltanto costruzioni con uno scopo architettonico, ma, oltre a modificare il campo magnetico intorno a se, emettono anche delle frequenze ultrasoniche di natura sinora sconosciuta. 

Per esempio, esperimenti ripetuti hanno rilevato una forte anomalia nei campi magnetici intorno alla Piramide del Sole, della Luna, nonché al tumulo di Vratnica, mentre colline di origine naturale nelle vicinanze delle piramidi non mostrano alcuna deformazione del campo magnetico. Cio'è nelle piramidi il campo magnetico si dispone in senso verticale, mentre in colline naturali è disposto in orizzontale. Questo significa che le piramidi agiscono come centrali che convoglianno l'energia verso l'alto. 
 
Infine, l'utrasuono di 28 kHz a forma di raggio scoperto da fisici dell'Università di Zagabria in un'area circolare del diametro di 4,50 metri sulla cima della Piramide del Sole, la cui origine è sconosciuta, ha presentato un'anomalia di particolare interesse. Cioè, è stato constatato che questo raggio ha un'attività continua e un'intensità crescente verso l'alto. 

Questo fatto straordinario contraddice la legge dello shadowing, cio'è il tipo di attenuazione di un segnale con la distanza. Inoltre, questo significa anche che i nostri sistemi tradizionali basati sulla propagazione delle onde hertziane non è in grado di spiegare tale fenomeno. Il fenomeno a cui ci troviamo davanti può essere correllato alla teoria delle onde chiamate non-hertziane di Nikola Tesla.

 

Avete trovato nuovi reperti nella Valle delle Piramidi oltre alla Piramide votiva?

 

Oltre alla piramide votiva, un simbolo in relazione al mito primordiale della creazione molto presente nelle culture neolitiche dell'Antica Europa, nella valle di Visoko sono stati ritrovati, in passato e in tempi recenti, migliaia di reperti sempre riconducibile a questo mito. 

Tale simbologia sacra è anche ricollegabile al mito egiziano della creazione, che parla di un monte primordiale che emerge dalle acque cosmiche, conosciuto con il nome "benben" (o Monte Meru nella cosmologia vedica). 

L'estate scorsa abbiamo scoperto anche dei manufatti riconducibili al culto della fertilità della Dea Madre, pietre a forma di pagnotta ("Brotlaib"), una statuetta della Dea della Fertilità, pietre ciclopiche riportanti la simbologia della Dea Serpente e pietre a forma di uovo. 

Purtroppo, la maggior parte dei reperti archeologici scoperti in passato in Bosnia, per mancanza di risorse finanziarie e spazi espositivi, sono stipati in casse depositate nei sotterranei dei musei.

Avete qualche idea di come l'intera Valle poteva apparire nell'antichità? 
 
Al momento è difficile dire come la valle potesse apparire nell'antichità. Le testimonianze orali nonché le leggende locali suggeriscono come, in tempi molto remoti, tutta la valle e le strutture già esistenti fossero sommerse dall'acqua. Vorrei anche sottolineare, basandomi sui diversi dati acquisiti durante le mie ricerche, come l'elemento dell'acqua sia la chiave di questo mistero. 

Lo posso dire perché da recenti indagini è emerso che tutte le piramidi bosniache sono connesse con flussi sotterranei d'acqua. L'acqua potrebbe potrebbe aiutarci a comprendere meglio la cultura e la civiltà che costruirono la valle delle piramidi bosniache.

Da un punto di vista storico ed antropologico, cosa cambia nella nostra visione del mondo grazie alla vostra scoperta? 

Sinora la scienza moderna ci ha insegnato erroneamente che le piramidi sono attribuibili esclusivamente a scenari locali come l'Egitto e il Messico e che queste strutture sono soprattutto tombe di faraoni o re. Inoltre, dopo più di duecento anni, non sono state ancora date risposte esaurienti sull'età e sui metodi di costruzione, in particolare per le grandi piramidi di Giza. 

Quello che è emerso invece con la scoperta delle prime piramidi europee, le piramidi bosniache, nonchè da ricerche effettuate in questo campo negli ultimi sei anni, è che le piramidi sono un fenomeno globale. Oltre alle piramidi bosniache, oggi conosciamo l'esistenza di centinaia di piramidi in Cina ma anche in Indonesia e Thailandia e ci sono migliaia di piramidi in quasi tutti paesi del Sud America (Messico, Guatemala, Perù). 

Infine, esistono costruzioni piramidali anche in Italia, simili a quelle delle Isole Canarie e delle Isole Mauritius. La scoperta delle piramidi bosniache, oltre a ricordarci le origini della cultura europea nate sul suolo delle civiltà danubiane che erano basate sul matriarcato, sul culto della Dea Madre e la pace, richiede una notevole revisione dei libri di storia che finora abbiamo conosciuto.

Esempio di statuetta votiva ritrovata a Visoko

Vale la pena di rammentare che dopo oltre cent'anni di ricerche e scavi nel campo dell'archeologia sul suolo dell'Antica Europa non sono state trovate armi o altre prove che quella civiltà praticasse la guerra. 

Differentemente dagli scienziati moderni, per quei popoli tutta la natura aveva un carattere sacro. Ritengo che la maggior difficoltà riscontrata da parte di scienziati moderni nell'analisi dei manufatti e nella concezione architettonica delle piramidi bosniache deriva proprio dalla differente concezione e visione del mondo e del cosmo. 

La civiltà che costruì le piramidi di Visoko e tutte le strutture annesse possedeva un livello superiore di coscienza. Siccome la conoscenza è strutturata nella coscienza (maggiore è il livello di coscienza, maggiore è il grado di conoscenza) questo ci fa presumere che questa civiltà fosse molto avanzata per produrre monumenti così grandiosi. 

D'altronde il basso livello di coscienza dell'uomo moderno si può notare dal rapporto che ha con la natura e l'ambiente che lo circondano. Dai manufatti sinora ritrovati si può dedurre che questa civiltà si ispirò molto alla conoscenza vedica del mondo e del cosmo. 

Inoltre, le prime datazioni al carbonio 14 delle piramidi (come ad esempio la "Piramide della Luna" datata a circa 10.000 a.C.), sposta indietro in modo significativo la nascita delle prime civiltà. In altre parole, questo fatto spazza via il vecchio paradigma conosciuto con il nome "ex-oriente-lux", cioè il presupposto che la nascita delle prime civiltà ebbe inizio in Oriente.

Due esempi di pavimentazioni che compongono la Piramide della Luna


 

Avete proseguito gli studi linguistici sui reperti trovati nei tunnel Ravne? 

Nella valle di Visoko sono state rinvenute diverse iscrizioni simili alla scrittura proto-runica  riconducibili alla sacra scrittura della Civiltà del Danubio. Queste iscrizioni sono presenti oltre che sui monoliti nei tunnel di Ravne, anche su manufatti in pietra rinvenuti nelle vicinanze delle piramidi, nonché moltissimi manufatti appartenenti alla cultura neolitica conosciuta con il nome Butmir (6000 - 3000 a.C.). 

Questa scrittura sacra fu definita dalla nota archeologa di origini lituane Marija Gimbutas "Le Sonate dell'Avvenire". Recenti studi hanno suggerito l'uso di questa sacra scrittura e simbologia soprattutto in contesto religioso cerimoniale. La scrittura sacra di Visoko è associabile al culto dell'acqua, al culto della Dea Madre, al culto della Fertilità, a riti di tipo funerario e, in particolare, al mito primordiale della Dea Serpente. 

Quale aiuto avete ricevuto e di cosa avreste maggiormente bisogno per continuare il vostro lavoro?

Siccome la Fondazione del Parco Archeologico della "Piramide del Sole Bosniaca" è una fondazione no-profit, le donazioni e il supporto al progetto pervenivano soprattutto da privati e volontari. Per questo, il miglior supporto deriva da una buona pubblicità, in modo da allargare la consapevolezza del pubblico italiano ed internazionale sulla scoperta eccezionale fatta in Bosnia. 

Pensate che possa essere auspicabile uno studio delle possibili Piramidi Italiane e che questo possa contribuire a creare un comune interesse europeo per la ricerca? 

Vista le presenza di costruzioni piramidali a livello planetario, come in Italia (in particolare mi riferisco alle piramidi siciliane situate, non a caso, intorno al vulcano Etna, che sono identiche alla piramidi delle Isole Canarie e quelle delle Isole Mauritius), saremo più che lieti di contribuire nel comune interesse per la ricerca in questo campo. Ho avuto occasione di effettuare delle ricerche preliminari anche sulle strutture di Montevecchia le quali, a mio avviso, mostrano caratteristiche inconfutabili di piramidi a gradoni.

Fonte:https://www.scienzaeconoscenza.it/


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