La querela contro la Rete
"...La querela serve al potere. La querela è un'arma da ricchi. Usata per intimidire. Per tappare la bocca. Per togliere i mezzi economici all'avversario.
Spesso con la ricerca del pelo nell'uovo, come ad esempio un mancato virgolettato in una frase. La querela può essere penale o civile. Se va bene si infanga l'avversario e si porta a casa un piccolo tesoretto...
La querela per diffamazione va depenalizzata. E se si richiede un indennizzo economico, chi fa la querela dovrebbe depositare in anticipo l'intera somma richiesta su un conto a disposizione del Tribunale. Se perde la causa, il deposito servirà a risarcire il querelato. Troppo comodo infangare, spaventare e cavarsela con le sole spese processuali.
Di solito si querela la verità, mai la menzogna. Di solito chi querela sono i politici e i rappresentanti delle cosiddette istituzioni, mai i cittadini. Di solito la querela viene usata in mancanza di altre argomentazioni per finire sui giornali di regime e fare la figura dell'innocente...
La maggior parte dei blogger (ndr e delle associazioni di controinformazione) non ha soldi... mentre un potente può usare, talvolta anche a carico dello Stato, avvocati di grido. L'intera Rete è a rischio querela, tutta la verità che è presente in Rete è un attacco al Regime. Non si può querelare la Rete, ma la si può limitare, porre restrizioni idiote...".
Il link postato QUI, sembrerebbe non pertinente a quanto scritto sopra, ma non è così, si tratta sempre di informazione che per fatti umani emotivi, viene omessa; ad una attenta lettura, si evince a quanto sia indifeso il singolo individuo difronte alle organizzazioni consolidate della salute dove non è possibile alcuna obiezione.
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