Elettrosmog e Campi EM
Accertati i
devastanti effetti dell’esposizione EMF sull’essere umano. La loro
influenza, sulla Pineale e sulla melatonina, ancora negata dalla scienza
ufficiale.
L’ecologia
è di moda e le forze politiche si mettono in gioco per dire la loro,
eleggendola, in alcuni casi, a cavallo di battaglia per accaparrarsi
voti, facendo leva sulle paure della gente, paure dell’inquinamento, o
dello smaltimento dei rifiuti tossici, ad esempio. Rifiuti, un
sottoprodotto della produzione che invade il mondo e a farne le spese
sono tutte le classi sociali. Nessun imprenditore o banchiere costruirà
la sua villa vicino ad una discarica, né permetterà, con i suoi appoggi
politici, che ciò mai avvenga, al contrario di quello che accade in
molti comuni della penisola dove, in cambio di vantaggi di dubbia
consistenza, si accetta di convivere con la spazzatura delle grandi
città. È però altresì vero che non è l’inquinamento che si vede quello
più pericoloso. Ne esistono forme estremamente subdole, pur sempre
sottoprodotti della civiltà industriale e consumistica.
Che il numero di malati di cancro aumenti giornalmente non è un mistero e qualcuno, o qualcosa, deve essere responsabile di questo oggettivo dato di fatto. Gli interessi politici, industriali, di mercato e della gente comune percorrono in questa ricerca di chiarimenti, strade diverse. Un esempio per tutti. Si dice che l’inquinamento da campi elettromagnetici (EMF) sia un problema di una certa gravità, ma le notizie che ci vengono propinate in proposito sono le più confuse possibile. Insospettisce che alcune case costruttrici di telefoni cellulari – sulla cui nocività il dibattito è aperto – consiglino di non farne uso per più di un quarto d’ora al giorno. Supponendo che al produttore non interessi la nostra bolletta telefonica, quanto piuttosto la nostra salute, non si capisce l’invito ad un uso non prolungato del cellulare se tale apparecchio non è nocivo. Ci si consenta di dubitare che l’industria delle telefonia mobile abbia a cuore il nostro bene fisico, quanto la nostra capacità d’acquisto, ridotta a zero se siamo crepati di tumore. Cosa c’è dietro tutto ciò?
Una ricerca di letteratura ci ha consentito di verificare qualcosa
sull’inquinamento da onde elettromagnetiche ed affini. Partiti
decisamente scettici, pensando si trattasse di una montatura dei media,
ci siamo dovuti ricredere. La ricerca, via internet, ha riempito due
megabyte di memoria nel nostro computer solo con i titoli di articoli
scientifici pubblicati negli ultimi anni riguardo gli effetti di campi
elettromagnetici su sistemi biologici (piante, animali superiori e
inferiori e uomo). I risultati smentiscono recisamente che non ci siano
ancora dati sufficienti per sapere se i campi elettromagnetici facciano
bene o male o comunque interagiscano con noi. Gli effetti sono pressoché
infiniti, reali e devastanti.
Tralasciamo per brevità gli innumerevoli esperimenti che vengono effettuati sugli animali e sulle piante e parliamo subito della razza umana.
Le esposizioni a campi elettromagnetici producono stati di percezione alterata, insorgenza di tumori, disturbi della visione e della percezione in generale, gravi problemi alla pelle, fenomeni di insonnia o di letargia, incapacità di orientamento, visione di esperienze irreali paragonabili alla somministrazione di farmaci droganti, incidenze di aborto su donne incinte, analgesia (incapacità di sentire lo stimolo del dolore) in alcune parti del corpo, e il missing time, cioè perdite di memoria.
La componente magnetica della radiazione sembra essere quella più
pericolosa. Quella elettrica è più percepibile e quindi evitabile:
prendere la scossa infatti non piace a nessuno. Il campo magnetico
invece è più subdolo. Non si vede, soprattutto se è di minor intensità,
ma agisce direttamente su una ghiandola del nostro cervello, la Pineale
(epifisi).
Per capire meglio i sistemi biologici evoluti, la fisiologia ci viene incontro con il banale esempio della rana. Questo anfibio ha un cervello semitrasparente alla luce solare, ciò gli consente di far giungere i fotoni, la luce del Sole, alla ghiandola pineale che, essendo sensibile alla radiazione elettromagnetica, regola il ciclo circadiano dell’animale. In parole povere, la rana sa quando deve dormire e quando svegliarsi perché sente la lunghezza del giorno dalla conta dei fotoni svolta dalla sua pineale. Negli uomini questo effetto non c’è e lo stimolo viene dato alla pineale dal nervo ottico. Ad occhi aperti la luce passa, mentre ad occhi chiusi o nel buio, l’uomo pensa che deve dormire e si rilassa. Ciò che conta nell’uomo è che la pineale, tramite lo stimolo visivo, regola l’emissione di serotonina che, grazie all’enzima serotonina deacetilasi, si trasforma in melatonina.
La melatonina – ormone naturale di basso costo, fino a qualche tempo fa
invendibile in Italia – da un lato fa parte del cocktail antitumore di
Di Bella e serve per regolare il ciclo circadiano nell’uomo, dall’altro
produce, se in dosi errate, una serie di malfunzionamenti di tutto il
cervello umano. Dalla melatonina infatti dipendono reazioni chimiche che
conducono all’alterazione di una vasta gamma di ormoni naturali in
grado poi di alterare il chimismo dell’intero corpo umano. I risultati
sono disastrosi quanto ancora incomprensibili.
La melatonina ha la stessa struttura dell’acido lisergico o della N,N dimetiltriptammina e di una serie di alcaloidi dell’indolo ed oppiacei di varia natura. Il mescal dei Mescaleros o il fungo pejote produrrebbero gli stessi effetti di molecole di quel tipo. La concentrazione di melatonina dunque influirebbe non solo sullo stato di salute generale, ma produrrebbe stati di percezione alterata o allargata. Oggi è noto che irraggiando con campi magnetici la ghiandola pineale questa si mette in movimento e si alterano i contenuti di melatonina con le conseguenze appena viste.
Non si tratta di sole ipotesi. Floriano Papi e altri ricercatori dell’Università di Pisa, ad esempio, su “Bioelectromagnetics” del 1995, pagina 295, mettono in evidenza come alcuni esseri umani sottoposti ad un campo magnetico oscillante abbiano perso la sensazione dolorosa in alcune parti del corpo, tra cui i denti.
Lo stesso gruppo di ricerca ha dimostrato, in accordo con altri scienziati, che campi magnetici producono nei piccioni effetti di disorientamento simili a quelli ottenuti con la somministrazione di oppiacei (F. Papi ed altri, J. Exp. Biol., 166, 169, 1992). Alterazioni emozionali vengono altresì prodotte con campi magnetici (Anim. Behav., 52, 33, 1996). La NASA ovviamente sta studiando gli effetti della melatonina in alcuni volontari, come risulta da un articolo pubblicato su “Mini Mitter Newsletter” 1, 1998. Alcune aziende produttrici di microchips vorrebbero farci credere di studiare il rapporto tra melatonina e campi magnetici innestandoci questi aggeggi nell’ipofisi, passando attraverso la narice destra del nostro setto nasale. La tecnica, che fa uso di nuove metodologie, si chiama biotelemetria e sarà oggetto di un nostro futuro articolo.
Non sarebbe dunque il campo magnetico vero e proprio a produrre effetti
strani, ma l’alterazione di contenuto di melatonina che questo
produrrebbe. Perché allora scienziati benpensanti ne sostengono la non
pericolosità e affermano che gli esperimenti non sono probatori in
quanto non ripetibili? Dal canto nostro, come ricercatori chimici, ci
siamo accorti che la ripetibilità degli esperimenti e quindi degli
effetti sarebbe principalmente imputabile ad un parametro, non ancora
preso in considerazione, costituito dalla frequenza del campo magnetico
pulsato utilizzato. Non sarebbe la potenza del campo magnetico – che al
massimo stabilisce la quantità dell’effetto – ma la frequenza del campo
impiegato a stabilire che tipo di effetto può produrre sul nostro
cervello.
Evidentemente, dunque, non solo alcune conseguenze di campi EM sarebbero devastanti e negative, ma se ne potrebbero verificare persino di positive, legate a guarigioni da particolari patologie. La melatonina, infatti, sembra in grado di essere prodotta dal corpo umano anche in particolari stati di concentrazione nervosa, sotto controllo di diete particolari e di forti emozioni. È forse la melatonina la principale responsabile delle guarigioni miracolose? “Non ringraziare me…è la tua fede che ti ha guarito…” dice Gesù più di una volta nel Nuovo Testamento.
Osservando delle formiche che, in fila indiana, ad un certo punto della loro marcia, si sono sensibilmente staccate dal muro che seguivano con tanta dovizia per poi, dopo aver fatto pochi centimetri, riavvicinarvisi nuovamente, ho notato che in realtà si allontanavano da un cavo dell’alta tensione agganciato al muro e una rapida misurazione con un apposito apparecchietto mi ha dimostrato che le formiche accusavano la presenza di un piccolo campo magnetico inferiore a 0,01mTesla. Altre prove svolte nelle vicinanze mi hanno confermato questa interessante osservazione, che pare non sia stata riportata da alcuna pubblicazione scientifica.
Questo mi ha dato la certezza del perché le formiche c’erano prima della comparsa dell’uomo sulla Terra e, se continua così, perché ci saranno anche quando l’uomo sarà scomparso.
Relazione tra Cellulari e Tumori Confermata da una Nuova Ricerca
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Che il numero di malati di cancro aumenti giornalmente non è un mistero e qualcuno, o qualcosa, deve essere responsabile di questo oggettivo dato di fatto. Gli interessi politici, industriali, di mercato e della gente comune percorrono in questa ricerca di chiarimenti, strade diverse. Un esempio per tutti. Si dice che l’inquinamento da campi elettromagnetici (EMF) sia un problema di una certa gravità, ma le notizie che ci vengono propinate in proposito sono le più confuse possibile. Insospettisce che alcune case costruttrici di telefoni cellulari – sulla cui nocività il dibattito è aperto – consiglino di non farne uso per più di un quarto d’ora al giorno. Supponendo che al produttore non interessi la nostra bolletta telefonica, quanto piuttosto la nostra salute, non si capisce l’invito ad un uso non prolungato del cellulare se tale apparecchio non è nocivo. Ci si consenta di dubitare che l’industria delle telefonia mobile abbia a cuore il nostro bene fisico, quanto la nostra capacità d’acquisto, ridotta a zero se siamo crepati di tumore. Cosa c’è dietro tutto ciò?
FRA I DISTURBI, INSONNIA E LETARGIA
Tralasciamo per brevità gli innumerevoli esperimenti che vengono effettuati sugli animali e sulle piante e parliamo subito della razza umana.
Le esposizioni a campi elettromagnetici producono stati di percezione alterata, insorgenza di tumori, disturbi della visione e della percezione in generale, gravi problemi alla pelle, fenomeni di insonnia o di letargia, incapacità di orientamento, visione di esperienze irreali paragonabili alla somministrazione di farmaci droganti, incidenze di aborto su donne incinte, analgesia (incapacità di sentire lo stimolo del dolore) in alcune parti del corpo, e il missing time, cioè perdite di memoria.
LA PINEALE E LA RANA
Per capire meglio i sistemi biologici evoluti, la fisiologia ci viene incontro con il banale esempio della rana. Questo anfibio ha un cervello semitrasparente alla luce solare, ciò gli consente di far giungere i fotoni, la luce del Sole, alla ghiandola pineale che, essendo sensibile alla radiazione elettromagnetica, regola il ciclo circadiano dell’animale. In parole povere, la rana sa quando deve dormire e quando svegliarsi perché sente la lunghezza del giorno dalla conta dei fotoni svolta dalla sua pineale. Negli uomini questo effetto non c’è e lo stimolo viene dato alla pineale dal nervo ottico. Ad occhi aperti la luce passa, mentre ad occhi chiusi o nel buio, l’uomo pensa che deve dormire e si rilassa. Ciò che conta nell’uomo è che la pineale, tramite lo stimolo visivo, regola l’emissione di serotonina che, grazie all’enzima serotonina deacetilasi, si trasforma in melatonina.
MELATONINA E PERCEZIONE ALTERATA
La melatonina ha la stessa struttura dell’acido lisergico o della N,N dimetiltriptammina e di una serie di alcaloidi dell’indolo ed oppiacei di varia natura. Il mescal dei Mescaleros o il fungo pejote produrrebbero gli stessi effetti di molecole di quel tipo. La concentrazione di melatonina dunque influirebbe non solo sullo stato di salute generale, ma produrrebbe stati di percezione alterata o allargata. Oggi è noto che irraggiando con campi magnetici la ghiandola pineale questa si mette in movimento e si alterano i contenuti di melatonina con le conseguenze appena viste.
Non si tratta di sole ipotesi. Floriano Papi e altri ricercatori dell’Università di Pisa, ad esempio, su “Bioelectromagnetics” del 1995, pagina 295, mettono in evidenza come alcuni esseri umani sottoposti ad un campo magnetico oscillante abbiano perso la sensazione dolorosa in alcune parti del corpo, tra cui i denti.
Lo stesso gruppo di ricerca ha dimostrato, in accordo con altri scienziati, che campi magnetici producono nei piccioni effetti di disorientamento simili a quelli ottenuti con la somministrazione di oppiacei (F. Papi ed altri, J. Exp. Biol., 166, 169, 1992). Alterazioni emozionali vengono altresì prodotte con campi magnetici (Anim. Behav., 52, 33, 1996). La NASA ovviamente sta studiando gli effetti della melatonina in alcuni volontari, come risulta da un articolo pubblicato su “Mini Mitter Newsletter” 1, 1998. Alcune aziende produttrici di microchips vorrebbero farci credere di studiare il rapporto tra melatonina e campi magnetici innestandoci questi aggeggi nell’ipofisi, passando attraverso la narice destra del nostro setto nasale. La tecnica, che fa uso di nuove metodologie, si chiama biotelemetria e sarà oggetto di un nostro futuro articolo.
FREQUENZE E FORMICHE
Evidentemente, dunque, non solo alcune conseguenze di campi EM sarebbero devastanti e negative, ma se ne potrebbero verificare persino di positive, legate a guarigioni da particolari patologie. La melatonina, infatti, sembra in grado di essere prodotta dal corpo umano anche in particolari stati di concentrazione nervosa, sotto controllo di diete particolari e di forti emozioni. È forse la melatonina la principale responsabile delle guarigioni miracolose? “Non ringraziare me…è la tua fede che ti ha guarito…” dice Gesù più di una volta nel Nuovo Testamento.
Osservando delle formiche che, in fila indiana, ad un certo punto della loro marcia, si sono sensibilmente staccate dal muro che seguivano con tanta dovizia per poi, dopo aver fatto pochi centimetri, riavvicinarvisi nuovamente, ho notato che in realtà si allontanavano da un cavo dell’alta tensione agganciato al muro e una rapida misurazione con un apposito apparecchietto mi ha dimostrato che le formiche accusavano la presenza di un piccolo campo magnetico inferiore a 0,01mTesla. Altre prove svolte nelle vicinanze mi hanno confermato questa interessante osservazione, che pare non sia stata riportata da alcuna pubblicazione scientifica.
Questo mi ha dato la certezza del perché le formiche c’erano prima della comparsa dell’uomo sulla Terra e, se continua così, perché ci saranno anche quando l’uomo sarà scomparso.
Forno a microonde: 10 motivi per utilizzarlo il meno possibile.
Influenza delle antenne ripetitrici nei cimiteri
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