Come le rane ... Chi vuole confinare l’uomo al mondo fisico agisce tramite il ‘ribaltamento’ di realtà spirituali.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e di Altrainformazione)
Le
rivelazioni di Edward Snowden stanno finalmente arrivando – in onde
concentriche sempre più larghe – a lambire anche i vertici del potere,
acquisendo quell’ampia diffusione mediatica che fa sperare che questa
volta – con tutta la buona volontà - non riusciranno a negare,
minimizzare, insabbiare il tutto.
Condividevo,
in un mio precedente articolo su questo argomento, le preoccupazioni di
Snowden che temeva che il suo sacrificio potesse essere vano.
Per far
sì che ciò non avvenisse, era necessario che rivelazioni sempre più
destabilizzanti fossero pubblicate, in un ampio progetto di risveglio
della pubblica opinione tramite alcuni organi di stampa selezionati.
Quello che sta accadendo.
E ora che
le dimensioni dello scandalo sono divenute globali – come oggi anche la
stampa più allineata e coperta è costretta a titolare – si può iniziare
ad accarezzare la speranza che questa volta non sarà come le altre, che
i popoli non accetteranno di fare la fine delle rane in pentola.
Ve la ricordate la storia, vero?
Così è per noi.
Le
notizie drammatiche, le strette economiche, le difficoltà di vita ci
coinvolgono - goccia a goccia – protestiamo, ci agitiamo ma alla fine ci
abituiamo, come la rana… Ci
ridiamo su, ci diciamo che "tanto si sa che è così e che non ci si può
far niente", facciamo spallucce e intanto…l’acqua inizia a bollire. Se
trent’anni fa ci avessero descritto il mondo in cui stiamo vivendo,
avremmo risposto che non è possibile, che mai avremmo permesso un mondo
simile.
O no?
E invece siamo qui a chiederci come uscire dalla pentola prima che sia troppo tardi.
Ora, prima di tutto è necessaria la consapevolezza di esserci – nella pentola.
È fondamentale
comprendere cosa significhino certi eventi del nostro mondo e in che
direzione vadano – o possano andare - da un punto di vista non solo
politico o storico. Non
possiamo limitarci all’analisi del presente; dobbiamo sforzarci di
intuire gli effetti di certi avvenimenti, le loro conseguenze sul
futuro, sul nostro futuro.
E qui ci può aiutare solo
una riflessione più profonda di quanto accade in superficie, una
riflessione che parta da una visione spirituale del mondo come base
interpretativa degli accadimenti esteriori. Una
tale visione oltre ad essere necessaria per comprendere gli enigmi
della nostra vita personale è indispensabile per intuire il senso degli
avvenimenti del mondo.
È ora di prendere coscienza di questo fatto.
Ma posso andare anche oltre.
Se analizzo da un punto
di vista spirituale il senso della rete spionistica globale mi accorgo
prima di tutto che essa ha dimensioni inimmaginabili. Vengono spiate 24 ore su 24 – e registrate – miliardi di comunicazioni, scritte, in voce e in video. Esse non vengono distrutte ma rimangono – virtualmente – presenti nei server delle agenzie di spionaggio.
A cosa fa pensare tutto questo?
Tutte le dottrine occulte parlano di una zona che circonda la terra dal nome sanscrito Akasha, il
cui significato è “etere”. In questa zona si conserva traccia
spirituale di tutte le azioni, i pensieri, gli eventi che si riferiscono
alle esistenze umane sulla terra.
Ecco che allora nasce una sorta di Akasha rovesciata,
una specie di memoria cosmica asservita al potere terrestre invece che
alla conoscenza spirituale, cui possono accedere non esseri che si sono
conquistati la visione spirituale, bensì i controllori delle élite.
Un contrappeso elettronico, sub-sensibile, alla memoria eterica, sovrasensibile.
Un contrappeso elettronico, sub-sensibile, alla memoria eterica, sovrasensibile.
Chi vuole confinare l’uomo al mondo fisico agisce tramite il ‘ribaltamento’ di realtà spirituali.
Stesso discorso possiamo
fare, ad esempio, per quello che sta avvenendo nella tecnologia più
avanzata, dove l’interazione con la macchina è sempre meno ‘fisica’.
Anche in questo caso la comunicazione sovra-sensibile – la trasmissione interiore dei pensieri - che dovremmo sviluppare, viene ‘rovesciata’ - nel Global Village - in una comunicazione sub-sensibile.
Quanto alla comunicazione
tra le persone cui oggi assistiamo, essa viene sempre più depredata del
coinvolgimento dell’intero essere umano. Lo vediamo giornalmente nel
modo in cui gli smartphone e i social network stanno
sostituendo l’incontro di anime di esseri umani reali. Lo vediamo nella
trasformazione del linguaggio che cessa di essere vivente ma diviene
meccanico.
Anche la parola - emanazione del Logos, dunque - è ‘ribaltata’, asservita alla sua funzione meccanica.
Negli scambi di text message o di post sui social network ci si avvede immediatamente che è facilissimo non comprendersi, entrare in polemica, insultarsi.
Anche qui abbiamo il ‘rovesciamento’ di quella che dovrebbe essere l’obiettivo dell’umanità futura; spregiudicatezza e fiducia alla base di un sano sviluppo sociale[4].
Stesso discorso lo
possiamo fare per l’istruzione, ormai privata di ogni elemento
umanistico e diretta solo alla creazione di un uomo ripieno di sole
nozioni e finalizzato all’esecuzione di un compito esteriore specifico.
Una sorta di robot in carne ed ossa il cui interagire con l’altro può
avvenire solo all’interno dei rigidi canoni in cui è stato programmato;
competenze, efficienza, motivazione, obiettivi.
Non dovremmo faticare ad
accorgerci, dunque, attraverso questi esempi che dietro le quinte del
nostro attuale forma di civiltà esiste una intenzione precisa di
‘rovesciare’ ogni spinta evolutiva trasformandola nel suo contrario.
Avviene allora che
l’impulso verso il sapere nozionistico separato dall’azione si trasformi
in intellettualismo e tolga forza all’agire, rendendo l’uomo sempre più
impotente. E l’uomo impotente e incapace di reagire è esattamente coma la rana…
Questa è l’azione ahrimanica che stiamo osservando intorno a noi e di cui dobbiamo prendere atto.
Ma forse qualche speranza c'è ancora.
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