DI ANTONIO MICLAVEZ
Ho trovato un simpatico curriculum vitae di Mario Monti.
Dalla presenza nei vertici delle più grandi associazioni “benefattrici” mondiali (Bilderberg, Trilateral Commission, Aspen Institute Italia, Goldman Sachs), al ruolo di rilievo come “European Commissioner” nella famigerata “Santer Commission” che fu sciolta per “fraud, mismanagement and nepotism” in cui dal 1995 al 1999 Monti fu responsabile di “Internal Market, Financial Services and Taxation”, ovvero dei flussi finanziari di cui Monti è indubbiamente esperto.
Le indagini non portarono alla condanna di nessuno, e d’altra parte le indagini iniziali cercavano fatti e non colpevoli “did not seek ‘proof’ in the judicial sense of the word”, ma centinaia di miliardi erano spariti e la conclusione fu: “the Committee found that the problems were common knowledge in their services, even up to the highest official levels”, ovvero che i fatti erano noti ai più alti livelli.
Le indagini avrebbero potuto proseguire ma vennero bloccate (ovvero insabbiate) dal virtuoso successore Romano Prodi (“and the succeeding Prodi Commission actually assisted in covering up”), e il fattaccio si chiuse lì.
Lascio ogni ulteriore commento ai lettori, ma lo stile di gestione dei “Financial services e taxation” applicati da Monti all’Italia dopo il golpe concertato con Napolitano temo stia ripetendo il cliché della Santer, ovvero che tanti soldini stiano sparendo dalle tasche degli italiani per finire nelle tasche dei soliti ignoti. Un’azione virtuosa di consolidamento delle finanze, ma non certo delle finanze degli italiani.
Ma Monti è della Bocconi, e sa certamente quello che fa, per cui facciamo bene a fidarci di lui: e il curriculum ci conforta ulteriormente.
Qui il curriculum (in inglese)
Antonio Miclavez
novembre 2012
Fonte
Ho trovato un simpatico curriculum vitae di Mario Monti.
Dalla presenza nei vertici delle più grandi associazioni “benefattrici” mondiali (Bilderberg, Trilateral Commission, Aspen Institute Italia, Goldman Sachs), al ruolo di rilievo come “European Commissioner” nella famigerata “Santer Commission” che fu sciolta per “fraud, mismanagement and nepotism” in cui dal 1995 al 1999 Monti fu responsabile di “Internal Market, Financial Services and Taxation”, ovvero dei flussi finanziari di cui Monti è indubbiamente esperto.
Le indagini non portarono alla condanna di nessuno, e d’altra parte le indagini iniziali cercavano fatti e non colpevoli “did not seek ‘proof’ in the judicial sense of the word”, ma centinaia di miliardi erano spariti e la conclusione fu: “the Committee found that the problems were common knowledge in their services, even up to the highest official levels”, ovvero che i fatti erano noti ai più alti livelli.
Le indagini avrebbero potuto proseguire ma vennero bloccate (ovvero insabbiate) dal virtuoso successore Romano Prodi (“and the succeeding Prodi Commission actually assisted in covering up”), e il fattaccio si chiuse lì.
Lascio ogni ulteriore commento ai lettori, ma lo stile di gestione dei “Financial services e taxation” applicati da Monti all’Italia dopo il golpe concertato con Napolitano temo stia ripetendo il cliché della Santer, ovvero che tanti soldini stiano sparendo dalle tasche degli italiani per finire nelle tasche dei soliti ignoti. Un’azione virtuosa di consolidamento delle finanze, ma non certo delle finanze degli italiani.
Ma Monti è della Bocconi, e sa certamente quello che fa, per cui facciamo bene a fidarci di lui: e il curriculum ci conforta ulteriormente.
Qui il curriculum (in inglese)
Antonio Miclavez
novembre 2012
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