Sarkozy e la Hathor Pentalpha, superloggia del terrorismo
La lapidazione pubblica di un politico di rango non ha mai
un’unica paternità: di solito sono tante le nubi che, a un certo punto, si
trasformano in tempesta. E per un ex presidente della Francia, cioè di una
delle cinque potenze atomiche con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza
dell’Onu, il solo fatto di essere trattenuto in stato di fermo in una stazione
di polizia, alla stregua di un criminale comune, costituisce l’atto d’inizio –
il più eclatante – di una vera e propria demolizione a reti unificate. I
giornali parlano di vendetta a distanza da parte degli ex fedelissimi di
Gheddafi: prima di essere assassinato “su ordine dei servizi francesi”, il
raiss di Tripoli avrebbe finanziato sottobanco, in modo cospicuo, la campagna
elettorale di Sarkozy per le presidenziali del 2007 (in cambio di cosa?).
Gli
italiani ricordano ancora l’irridente impudenza con cui l’allora capo
dell’Eliseo, insieme ad Angela Merkel, seppellì in mondovisione il moribondo
Berlusconi, incalzato da mille inchieste e travolto dallo scandalo delle
“olgettine”. Un sinistro preludio, per l’Italia, all’austerity di lì a poco
imposta con il diktat della Bce firmato Draghi e Trichet, corroborato dal
crollo delle azioni Mediaset e dall’esplosione pilotata dallo spread. «Gli
italiani sono dei bambinoni deficienti, non si sono nemmeno accorti che siamo
stati noi a inviargli il “fratello” Mario Monti, il nostro uomo», con
l’incarico di sabotare l’economia del Belpaese, precipitandolo nel
baratro della crisi: legge Fornero, pareggio di bilancio
in Costituzione.
Lo dicono, nell’appendice del bestseller “Massoni” (edito da
Chiarelettere a fine 2014), quattro pesi massimi della supermassoneria
internazionale, protetti dall’anonimato ma «pronti a manifestarsi, nel caso qualcuno ne contestasse le affermazioni». Non ce
n’è stato bisogno: Monti, Napolitano e gli altri si sono ben guardati dal
chiedere all’autore del saggio, Gioele Magaldi, di rendere pubblica l’identità
di quei quattro “vecchi saggi” del massimo potere
in vena di rivelazioni. Accanto a un mediorientale e a un asiatico, a parlare
sono uno statunitense (che ricorda da vicino lo stratega Zbigniew Brzezinski,
da poco scomparso) e un francese, il cui identikit di eminenza grigia potrebbe
benissimo corrispondere a quello di Jacques Attali, già plenipotenziario di
Mitterrand e poi “padrino” e king-maker di Emmanuel Macron.
La tesi del libro,
assolutamente dirompente, è stata oscurata dai media
mainstream: da decenni, il mondo sarebbe nelle mani di 36 Ur-Lodges,
potentissime superlogge massoniche sovranazionali. Dopo l’iniziale dominio
delle organizzazioni di ispirazione progressista, dall’era Roosevelt fino ai
Kennedy, il potere sarebbe passato all’ala
neo-conservatrice (Kissinger, Rockefeller, Rothschild) dopo il duplice omicidio
di Bob Kennedy e del “fratello” Martin Luther King.
A seguire: una guerra segreta senza risparmio di colpi – da un lato il
Cile del massone Pinochet e la Grecia dei colonnelli, ma anche i ripetuti
tentativi di golpe in Italia con la complicità della P2 di Gelli, e dall’altro
la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo scattata non a caso il 25 aprile (del
‘74). Poi, lo sciagurato patto “United Freemansons for Globalization” per
spartirsi la torta mondiale sdoganando il neoliberismo. Con in più una scheggia
impazzita: la Ur-Lodge “Hathor Pentalpha”, nella quale – secondo Magaldi –
figura anche il nome di Sarkozy, accanto a quelli del turco Erdogan,
protagonista degli odierni orrori in Medio Oriente, e del britannico Tony
Blair, l’indimenticato inventore delle inesistenti “armi di distruzone di
massa” di Saddam Hussein, ovvero “la madre di tutte le fake news”.
Saddam e la
guerra in Iraq, cioè Bush junior, dopo la prima Guerra del
Golfo scatenata da Bush senior. Il Rubicone è stato varcato con l’opaco,
devastante maxi-attentato dell’11 Settembre (e la conseguente invasione
dell’Afghanistan, seguita dalle guerre in Iraq e in Libia, dalla “primavera
araba”, dall’atroce conflitto in Siria).
Terrorismo “false flag”, sotto falsa bandiera – da Al-Qaeda
all’Isis – secondo un copione basato sulla più accurata disinformazione,
fotografato alla perfezione dall’immagine di Colin Powell che, alle Nazioni
Unite, agita una prova falsa come la celebre “fialetta di antrace” per
raccontare che il regime di Baghdad sarebbe stato pronto a sterminare
l’umanità. Non fu solo una drammatica sterzata politica
imposta dai “neocon” Usa, sostiene Magaldi: la strategia della
tensione internazionale, che produce guerre in Medio Oriente e leggi speciali
negli Usa
e in Europa per rispondere agli attentati
“islamici”, corrisponde alla sanguinosa strategia della “Hathor Pentalpha”, la
«loggia del sangue e della vendetta» creata da Bush (padre) dopo la bruciante
sconfitta alle primarie repubblicane inflittagli nel 1980 da Ronald Reagan.
In
questo modo, Magaldi spiega anche i due attentati simmetrici che seguirono, nel
1981: qualcuno sparò a Reagan il 30 marzo, e – per rappresaglia – i sostenitori
occulti di Reagan armarono la mano di Ali Agca, che il 13 maggio sparò a Papa
Wojtyla, eletto al soglio pontificio con il determinante appoggio di
Brzezinski, allora vicino a Bush. Due minacciosi avvertimenti, con firme
opposte ma identico stile: né a Washington né a Roma si sparò per uccidere.
Fantapolitica? Ne ha tutta l’aria: a patto di rassegnarsi all’idea che
sia proprio la geopolitica a esser diventata “fanta”, rendendo possibile
l’impensabile. «Dispongo di 6.000 pagine di documenti che comprovano quanto
affermato nel mio libro», ribadisce Magaldi, a scanso di equivoci. Il problema?
Nessuno, finora, gliene ha chiesto conto: meglio la congiura del silenzio, di
fronte a pagine così sconcertanti e imbarazzanti. Le grandi scelte strategiche
del pianeta – sottolinea l’autore – sono state messe a punto negli ultimi 30-40
anni da superlogge storicamente neo-aristocratiche come la “Three Eyes” e la “Compass Star-Rose”,
insieme alla “Edmund Burke”, alla “Leviathan”, alla “White Eagle”. Sono loro a
dominare ministeri, banche, università, istituzioni internazionali finanziarie
“paramassoniche” come il Fmi e la Bce. Obiettivo: sdradicare Keynes dalla politica
economica dell’Occidente: via il welfare e i diritti del lavoro, guerra alla
sinistra sindacale, demonizzazione del debito pubblico, privatizzazione
universale, fine dello Stato sociale come garante del benessere diffuso.
Svuotare la democrazia, per restituire il potere
all’oligarchia – finanza, industria, multinazionali –
secondo un modello neo-feudale: solo un’élite “illuminata” ha il diritto di
governare il popolo. E la tenebrosa “Hathor Pentalpha”?
«Semplicemente, la “Hathor” ha ritenuto che tutto questo non
bastasse. Non era sufficiente il lavoro della Trilaterale, del Bilderberg, del
Council on Foreign Relations: il nuovo ordine antidemocratico (come già in
Italia durante gli anni di piombo, ma stavolta su scala mondiale) andava
imposto con il terrorismo, a partire proprio dall’11 Settembre». Specchietto
per le allodole, il saudita Osama Bin Laden reclutato dalla Cia in Afghanistan
negli anni ‘70, in funzione anti-sovietica. «Bin Laden fu iniziato alla “Three
Eyes”: me lo confidò proprio l’uomo che lo affilò, Brzezinski». Lo stesso
Brzezinski, aggiunge Magaldi, rimase deluso dalla scelta di Bin Laden di
passare poi alla “Hathor Pentalpha”, la superloggia dei Bush. Simboli
eloquenti: Hathor è uno dei nomi della dea egizia Iside, cara ai massoni, e il
suo nome in inglese è, appunto, Isis.
«Anche l’uomo che si fa chiamare Abu Bakr
Al-Baghdadi, stranamente rilasciato nel 2009 dal campo di prigionia iracheno
nel quale era detenuto, è stato affiliato alla “Hathor Pentalpha”».
Al-Baghdadi, il presunto capo del sedicente Isis: organizzazione terroristica
che, quando ha perso terreno in Siria sotto il colpi dell’offensiva militare
russa, ha cominciato a colpire l’Europa. Charlie Hebdo e Bataclan,
Bruxelles, la strage di Nizza. «Tutti attentati spaventosamente stragistici,
“firmati” con una simbologia nacosta e nient’affatto islamica, ma saldamente
ancorata alle date-simbolo del martirio dei Templari nel 1300».
Chi ha premuto sul tasto del neo-terrorismo interno – è la sua tesi – l’ha fatto per intimidire quegli elementi che, in seno all’oligarchia, si erano mostrati titubanti di fronte alla “linea dura”, quella delle stragi nelle piazze europee. Un allarme ripetuto più volte, nel 2017: «E’ in corso un’escalation, prepariamoci al peggio: in Europa potrebbe verificarsi un maxi-attentato come quello dell’11 Settembre».
Previsione fortunatamente inesatta: «E’ vero», ammette Carpeoro, «le stragi sono cessate». Ma questo – spiega – dipende dal fatto che, “lassù”, si sono rimessi d’accordo su come agire, a cominciare proprio dalla Francia.
Ieri, all’Eliseo c’era Hollande, un politico da intimidire
(come socialista ma anche come supermassone “di sinistra”, esponente della
Ur-Lodge progressista “Fraternité Verte”), a capo di un establihment incalzato
dal “populismo” di Marine Le Pen. Poi invece le elezioni hanno incoronato
Macron, «che a differenza di Hollande – sostiene Carpeoro – è espressione
diretta di quei circoli, responsabili della “sovragestione”», fino a ieri anche
terroristica, all’occorrenza. E’ lo stesso Macron che, a giorni alterni, fa
l’amicone dell’Italia, promettendo a Gentiloni – in cambio di cospicue cessioni
di italianità – di difendere il Belpaese dai “cattivi” tedeschi. E’ cronaca:
soldati italiani spediti in Niger a far la guardia all’uranio per conto dei
francesi, voci sul ridisegno delle acque territoriali a favore dei pescatori
francesi, vistosa ascesa del management transalpino nel cuore del “made in
Italy”.
Con Gentiloni e Macron, sostiene Federico Dezzani,
l’Italia si auto-declassa al rango di neo-colonia francese, nell’illusione di
trovare riparo dal rigore imposto dall’ordoliberismo teutonico. Sta davvero
succedendo qualcosa di strano, “lassù”, se un big come Sarkozy finisce sotto
interrogatorio in un commissariato di Nanterre? Significa che la famigerata
superloggia “Hathor Pentalpha” è in discesa libera, nei piani alti della
“sovragestione”? Inutile sperare in spiegazioni esaurienti: il mainstream si
limiterà alle fonti giudiziarie sul caso Libiagate, mentre il pubblico assiste
alla strana caduta di un ex superpotente come Sarkozy, in una Francia senza più
attentati né stragi, dove l’oligarca Jacques Attali ha battezzato il nuovo regno
di Macron, l’ex ragazzo prodigio della Banca Rothschild.
Fonte> http://www.libreidee.org/
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