DNA Progetto Alieno
Un messaggio alieno è codificato nel nostro DNA? È questa la rivoluzionaria
conclusione dello studio di due scienziati kazaki. L’analisi della struttura
del DNA mostra sorprendenti analogie con un linguaggio complesso di tipo
artificiale. È quello il luogo dove possiamo cercare l’origine aliena della
razza umana?
La risposta se siamo soli nell’universo potrebbe essere proprio sotto il nostro naso, o, più letteralmente, all’interno di ogni cellula del nostro corpo. I nostri geni potrebbero nascondere il “timbro del produttore” intelligente al loro interno, codificatovi eoni fa altrove in qualche luogo del cosmo. Tale “griffe” sarebbe un timbro indelebile di una maestra civiltà aliena che ci ha preceduto di milioni o miliardi di anni.
Il suo lascito finale si sarebbe diffuso nella Via Lattea “a
immagine e somiglianza” biologica. È quello che hanno ipotizzato lo
scorso mese di marzo due scienziati kazaki, il matematico Vladimir I.
shCherbak dell’Università Nazionale del Kazakistan al-Farabi, e Maxim A.
Makukov dell’Istituto Astrofisico Fesenkov. I due studiosi ipotizzano
che un segnale intelligente potrebbe essere incorporato nel nostro
codice genetico attraverso un messaggio matematico e semantico che non è
coerente con l’evoluzione darwiniana.
Lo chiamano “SETI biologico” e,
sostengono, abbia maggiore longevità e possibilità di essere rilevato
rispetto a qualsiasi altra forma di segnale extraterrestre. In un
articolo scientifico pubblicato sulla rivista Icarus dal titolo “The
Wow! Signal of the terrestrial genetic code”, affermano: «Una volta
fissato, il codice potrebbe rimanere invariato su scala temporale
cosmologica, essendo la più durevole struttura conosciuta. Costituisce
quindi una memoria eccezionalmente affidabile per una firma
intelligente. Una volta che il genoma è opportunamente riscritto, il
nuovo codice con la firma inseritavi rimarrà congelato nella cellula e
nella sua progenie e potrebbe quindi essere spedito attraverso lo spazio
e il tempo».
Per superare il test di progettazione, questa firma deve
possedere modelli nel codice genetico statisticamente molto
significativi e funzioni intelligenti che non sono coerenti con
qualsiasi altro processo naturale conosciuto. I due scienziati, nella
loro analisi dettagliata, sostengono che il genoma umano mostri proprio
un approfondita precisione e ordine nella mappatura dei nucleotidi del
DNA e negli aminoacidi. «Accordi semplici del codice – hanno scritto i
due – rivelano un insieme di impronte aritmetiche e ideografiche tipiche
del linguaggio simbolico», con l’uso della notazione decimale,
trasformazioni logiche e l’uso del simbolo astratto dello Zero.
«Accurate e sistematiche, queste impronte appaiono come un risultato di
assoluta precisione» hanno scritto.
Questa interpretazione li porta a una sola conclusione: che il codice genetico «sembra sia stato inventato al di fuori del sistema solare diversi miliardi di anni fa», una dichiarazione che offre credito all’idea della panspermia, l’ipotesi che la Terra sia stata inseminata di vita interstellare. Una sorta di conquista della galassia basata sull’eternità di un’impronta genetica aliena studiata e impiantata ovunque da super-esseri.
Questa interpretazione li porta a una sola conclusione: che il codice genetico «sembra sia stato inventato al di fuori del sistema solare diversi miliardi di anni fa», una dichiarazione che offre credito all’idea della panspermia, l’ipotesi che la Terra sia stata inseminata di vita interstellare. Una sorta di conquista della galassia basata sull’eternità di un’impronta genetica aliena studiata e impiantata ovunque da super-esseri.
Tuttavia,
ci sono altre possibilità alla possibilità di un Disegno Intelligente
nel nostro genoma. Che l’Universo sia una sorta di Matrice, simile ad un
programma informatico (idea che ha fatto la fortuna della triologia
cinematografica di Matrix). L’idea che qualche programmatore ha generato
il codice genetico della vita nell’“universo modello” è coerente con i
suggerimenti degli autori.
Lo studio
dei due scienziati kazaki si inserisce nella lotta tra i sostenitori
dell’evoluzionismo darwiniano e quelli di una corrente alternativa di
pensiero chiamata “Teoria del Disegno Intelligente”. Un insieme di
scienziati che sostengono l’inadeguatezza delle attuali teorie
scientifiche relative alla nascita e all’evoluzione della vita. Più
specificamente questi affermano che l’evoluzione delle specie enunciata
da Darwin presenta troppi punti oscuri e che le specie viventi hanno
avuto troppo poco tempo per poter evolvere nelle forme diversificate che
vediamo oggi.
Dunque la risposta a queste inadeguatezze è stata la
nascita del Movimento del Disegno Intelligente, i cui membri sostengono
che una forma di intelligenza ha agito in un preciso momento della
storia universale per provocare i “salti evolutivi” che Darwin e la sua
teoria non sono stati in grado di spiegare. Non si tratta però della
ridefinizione scientifica del Creazionismo biblico, né il Disegno
Intelligente si esaurisce alle specie viventi. Questo infatti estende il
progetto creativo del Disegno Intelligente all’intero universo (o
multiverso). Per quanto incredibile, sono scienziati ad affermarlo,
dunque le loro affermazioni vanno prese seriamente, anche in
considerazione del fatto che tale Disegno Intelligente sembra sposarsi
perfettamente con quanto affermano tutte le grandi tradizioni spirituali
e le loro Dottrine di Sapienza.
Un’intelligenza creatrice
Uno dei
sostenitori di questa visione è lo spagnolo Antonio Martinez (foto in
ultima pagina), dottore in medicina e oftalmologia, membro
dell’associazione internazionale Medici e Chirurghi per l’Integrità
Scientifica il quale, in un’intervista rilasciata al giornalista David
Zurdo, ha affermato: «La teoria del Disegno Intelligente si limita ad
offrire un altro paradigma alla biologia, un altro modello, che si basa
sulla prova che nello sviluppo delle specie viventi è intervenuta
un’intelligenza non necessariamente ascrivibile ad alcun libro sacro.
Semplicemente constata che la vita non si può spiegare con il fattore
“caso”, con il trascorrere del tempo o con l’intervento di mutazioni. In
base a ciò, la biologia deve cambiare modello, accettando che la
complessità delle informazioni immagazzinate nel DNA, all’interno del
nucleo di una cellula, non può essere attribuita solo a questi fattori.
Dunque il Disegno Intelligente propone un nuovo sistema di intendere la
biologia, non darwinista, che implica la necessità di questa
intelligenza nel disegno della vita. Darwin parlava di “selezione
naturale” attraverso un meccanismo per cui il più forte sopravvive.
Il
Neodarwinismo parla delle mutazioni alla base del meccanismo di
selezione naturale. Ma oggi, con la conoscenza del materiale genetico,
con la conoscenza del fatto che le leggi dell’esistenza risiedono nel
carico genetico di ciascuna specie, ci troviamo di fronte a una grande
domanda: come è stato possibile che una specie si sia evoluta in
un’altra più complessa? Le mutazioni avanzate dai neodarwinisti non sono
in grado di spiegarlo in quanto una minima mutazione del patrimonio
genetico o non produce nulla oppure produce infermità e morte.
Le
mutazioni positive sono una chimera teorica e non una realtà
sperimentale. Non si conosce nessun meccanismo biologico che produca un
incremento delle informazioni nel DNA in una specie per migliorarla».
Dunque Martinez disconosce, come i suoi colleghi aderenti al nuovo
paradigma, il darwinismo e i suoi meccanismi, sebbene l’Intelligenza da
questi chiamati in causa non sia quella dei libri sacri. Dunque, anche
il Disegno Intelligente, stando alle parole di Martinez, sebbene ascriva
a un’intelligenza la genesi della Vita, non specifica di quale
intelligenza si tratti, lasciando un alone irrisolto sulla sua natura,
chiarendo solo che la teoria non parla di Dio, o almeno non del Dio dei
libri sacri.
Il DNA e la geometria del Cosmo
Se andiamo
a osservare la struttura stessa del DNA, ci rendiamo conto di come
questa sia profondamente legata alle forme universali e macrocosmiche, a
conferma di un Disegno Intelligente non solo teorizzato, ma reale,
fatto di matematica e geometria all’interno della natura.
Il DNA di cui
stiamo parlando è infatti una doppia spirale, un binario scalare che è
la matrice della Vita e che sembra possedere una coscienza insita nella
sua struttura, un mediatore-matrice tra un mondo fatto di spirito e uno
fatto di materia. È il DNA il messaggio nascosto nell’episodio biblico
della visione di Giacobbe e della Scala Divina, su cui salivano e
scendevano angeli di Genesi 28:12 «Una scala poggiava sulla terra,
mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e
scendevano per la scala».
Questa
scala è proprio il DNA, con i pioli rappresentati dalle molecole
nucleotidi, e gli angeli che salgono e scendono che, a mio parere, sono
proprio i poteri mediatori (o messaggeri) tra il mondo della pura
energia a quello della forma. Poteri che si esprimono attraverso le
caratteristiche del suono e della luce; in breve attraverso le
frequenze. È la scienza ad averlo confermato. Il biofisico e biologo
molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno studiato le qualità
vibrazionali del DNA, dunque le sue frequenze, verificando che questo
reagisce alle onde elettromagnetiche e a quelle luminose. Impiegando le
giuste frequenze, il DNA è in grado di autoripararsi.
All’interno di
quest’esperimento, Garjajev e il suo team hanno affermato di aver anche
scoperto che il DNA può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a
produrre dei microtunnel spazio-temporali, equivalenti ai cosiddetti
“ponti Einstein-Rosen” del macrocosmo. Ponti di connessione tra due
livelli “multiversali” di esistenza, la cui funzione è del tutto analoga
all’operato degli angeli (i messaggeri) nel sogno di Giacobbe.
Questa
relazione tra il DNA e la teoria del Disegno Intelligente è molto più di
una chimera. Non solo i saggi compilatori della Bibbia ma anche gli
antichi Greci conoscevano la struttura del DNA ben due millenni prima
che Francis Crick e James Watson la scoprissero, e l’avevano eletta a
emblema di medicina, simbolizzandola nel Caduceo di Hermes,
caratterizzato da due serpenti arrotolati intorno a un bastone. Anche il
Caduceo era simbolo sia di guarigione che del messaggero celeste.
Dunque le antiche conoscenze e la più moderna scienza confermano le
qualità multidimensionali del DNA e aggiungono ulteriore validità alla
nuova teoria scientifica del Disegno Intelligente, che nel tempo non
potrà non tenerne conto.
Abbiamo
detto, infatti, che il DNA è una doppia scala a chiocciola. Questa scala
necessita di dieci pioli per effettuare un giro completo, esattamente
come avviene per l’Albero della Vita della Cabala, che conta dieci
Sephirot. Lo studioso Stephen Skinner, nel suo saggio Geometria Sacra,
ha dimostrato come il progetto geometrico del DNA si apprezzi meglio se
visto dall’alto.
«Se osserviamo il DNA dalla verticale – afferma Skinner
– la sua struttura ricorda molto la forma della lettera greca Phi (F),
cioè la proporzione aurea equivalente a 1,6180, e geometricamente
consiste in una serie di pentagoni doppi che formano la vista assiale
composita della doppia ellisse del DNA, la cui rotazione completa
contiene dieci molecole di fosfato e zucchero.
Il Phi è parte integrante
della costruzione del pentagono e il patrono geometrico più importante
della citata vista assiale del DNA, che rivela tre grandi doppi
pentagrammi. Ogni pentagono crea un’intersezione con altri due, in modo
tale che queste intersezioni presentano la proporzione aurea iscritta
nella struttura assiale di questa molecola».
Dunque, se il DNA è
relazionato attraverso la sua struttura geometrica di base, all’intera
creazione ne consegue che l’Uomo è fondato su tale Progetto Geometrico
Intelligente. Non è quindi un caso se questi sia inseribile in un
pentagono, visto che è il solido alla base del progetto del DNA. Non
deve meravigliare, dunque, se nel corso della sua storia le civiltà
hanno voluto imitare l’atto creativo divino, erigendo templi e piramidi
secondo le stesse proporzioni. Questi non sono altro che simulacri della
relazione vibrazionale e per derivazione geometrica esistente tra Dio,
quale energia creante, e l’Uomo, quale unico essere su questo piano che
non solo contiene in sé tale potenza (solo se ne è consapevole), ma che è
anche in grado di renderla manifesta.
Un Universo Cosciente
Il fisico
americano Andrei Linde, come molti suoi colleghi, afferma che
l’Universo, o meglio, il Multiverso, possiede un’impronta uniforme e
sembra essere disegnato affinché non sia l’Uomo a doversi adattare ad
esso, ma il contrario.
Questo Universo sarebbe strutturato per adattarsi
all’Uomo. È ciò che è conosciuto come “Principio Antropico”, divulgato
per la prima volta dal fisico Brandon Carter dell’Università di
Cambridge nel 1973. Carter affermò che una serie casuale di leggi
avrebbe lasciato l’universo morto e oscuro e che le leggi della fisica
stesse, per come le conosciamo, sono “tarate” per far emergere la vita
e, dunque, l’Uomo. Un’innumerevole serie di fattori concomitanti avrebbe
quindi fatto sì di permettere la vita, un numero talmente alto che è
contro ogni legge statistica e ogni calcolo delle probabilità, secondo
questi fisici contemporanei.
«La Vita non sembra essere una componente
accidentale dell’Universo – ha detto Linde – ma pare esserne il suo fine
ultimo. Se solo uno di questi innumerevoli fattori fosse stato solo di
poco diverso da quello che è, oggi non esisteremmo». Linde ha anche
speculato che la coscienza potrebbe essere una componente fondamentale
dell’Universo, proprio come lo spazio e il tempo, e questo sarebbe
dimostrato dalla relazione rilevata in laboratorio tra l’osservatore e
le particelle osservate: le due componenti si influenzano
vicendevolmente.
Ciò dimostra che tutto forma un sistema unico dove la
coscienza ha la sua parte. In breve, la Creazione esiste in quanto
esiste qualcuno che la osserva. Non è forse questa la ragione insita
nella creazione dell’Uomo, narrata da tutte le Grandi Tradizioni
Spirituali di ogni epoca e luogo, semplicemente spogliata dei suoi
elementi allegorici e simbolici? Non è stato sempre detto in antico che
Tutto è Uno? «Senza qualcuno che osservi l’Universo – ha affermato Linde
– l’Universo non esisterebbe».
Anche il Fisico James Gardner si è
espresso in termini simili con la sua teoria dell’Universo
Autocosciente, affermando che la vita e l’intelligenza sono i primari
fenomeni cosmologici e che tutti gli altri fenomeni, vale a dire ciò che
la fisica definisce “costanti fondamentali” per l’Universo, sarebbero
in realtà solo secondarie. Gardner ha speculato che alla base di questa
creazione, nei primi momenti di vita di questo e di altri universi, vi
sia stata una “forma di vita intelligente altamente evoluta” che lo ha
provvisto di un “codice cosmico” (un insieme di leggi fisiche e
costanti) finalizzato alla vita, in grado, una volta giunta al massimo
stadio di evoluzione (consapevolezza) di ripetere il ciclo.
Chi può mai
essere questa forma di vita altamente evoluta alla base della creazione?
Alieni? O un Super-Essere primordiale? Non si può, in effetti,
escludere una forma di Coscienza Universale. L’Uomo, quale essere al
massimo stadio di evoluzione, si comporterebbe come il DNA, avendo come
compito quello di essere l’organo riproduttivo della creazione stessa,
in grado di spargere il seme della creazione e le sue costanti
geometriche in lui insite, e questo sembra essere proprio quello che
ipotizzano i sue studiosi kazaki Vladimir I. shCherbak e Maxim A.
Makukov.
A questo punto, siamo giunti a definire quello che è lo scopo
ultimo del grande Disegno Intelligente, che riunifica Scienza e Spirito,
vale a dire la Coscienza/Consapevolezza.
La
Creazione, frutto di un’intelligenza che è Coscienza genererebbe nuova
Coscienza in forma embrionale: l’Uomo. Questi possiede i semi di questa
coscienza ma li esprimerebbe solo al suo massimo grado evolutivo.
Insomma, tutto nel creato sembra basarsi su un progetto preciso, e la
teoria del Disegno Intelligente, nata in seno a un gruppo di scienziati
che non accettano le teorie evolutive tradizionali, sebbene non parli di
una divinità, a questa si lega indissolubilmente, per quanto
involontariamente, essendo le sue acquisizioni del tutto sovrapponibili e
corrispondenti al Sapere che da lontane epoche, civiltà e uomini
sapienti, ci arriva: Tutto è Uno, quell’Uno è Dio e quel Dio è in noi.
Articolo di Adriano Forgione
Attraverso: segnidalcielo.it
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