"Lo chiamano il nuovo che avanza"
Per finanziare i promessi sgravi fiscali per le pensioni più basse, gli incapienti e le partite IVA, il governo Renzi potrebbe chiedere un nuovo contributo di solidarietà agli assegni previdenziali più alti.
Non è un buon periodo per parlare di riforma delle pensioni. Il segno negativo sulla crescita del Pil di questo primo trimestre è un dato poco incoraggiante nel cammino della ristrutturazione del welfare in Italia. Questa è poi l’ultima settimana di campagna elettorale per le europee, il cui voto è in programma il 25 maggio. L’appuntamento con le modifiche è dunque rimandato alla seconda parte dell’anno o, più verosimilmente, al 2015. E non è detto che le novità estratte dal cilindro delle pensioni siano tutte positive. All’orizzonte si intravedono strette e nuove tassazioni.A suo dire per finanziare interventi agevolativi sulle pensioni più basse (e su incapienti e partite IVA), nella scia di quanto già fatto per i lavoratori dipendenti e assimilati con reddito da 8.000 a 26.000 euro, occorre prevedere “misure di solidarietà interne al sistema previdenziale”.
Un esempio? “Chiedendo un contributo a pensioni di importo estremamente elevato e acquisite sulla base di rivalutazioni del monte contributivo del tutto disancorate rispetto ad altri regimi pensionistici”. Si tratta di uno scenario che, appena paventato, era stato respinto dallo stesso presidente del Consiglio. Non sono poi state negate le possibili sforbiciate anche su pensioni di reversibilità e doppi assegni. Solo dopo le urne di domenica le nubi sulla questione inizieranno a diradarsi.
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