Se credi alle scie chimiche sei malato di mente
I motivi dietro alle loro scelte sono spesso di carattere economico, alle volte però c’è ben altro dietro, come nel caso del morgellons etichettato come parassitosi allucinatoria o nel caso trattato nell’articolo, cioè le scie chimiche.
Le scie chimiche e la geo.ingegneria in generale sono sempre più all’occhio della popolazione e ad oggi circa il 30% delle persone è consapevole, un numero considerevole che va tenuto a bada in qualche modo.
Ecco quindi che subentra uno strumento di debunking subdolo, che mira a influenzare il 70% della popolazione che ancora dorme, spingendola ad emarginare quel 30% sveglio, etichettandolo come malato di mente.
Ed è così che ora l’apprensione per ciò che ci stanno facendo sulle nostre teste si trasforma in un disturbo ossessivo compulsivo (OCD), curabile con una terapia cognitivo comportamentale (lavaggio del cervello) e farmaci (veleni per la mente).
Questa mossa ha anche ripercussioni sulle persone che stanno aprendo gli occhi da poco (un numero sempre in crescita anno dopo anno), instillando in loro la paura di essere definiti malati e addirittura spinti dalle famiglie ad essere curati, allontanandole dalla verità.
La notizia non è ancora ufficiale, ci è giunta tramite persone che hanno un lavoro vicino all’ambiente della psichiatria, e stando a tali fonti nei prossimi 2 anni “l’ossessione delle scie chimiche” comparirà in tutti i testi universitari e nelle enciclopedie psichiatriche.
Chiediamoci quali saranno le conseguenze di una tale mossa in larga scala, i provvedimenti che verranno adottati su internet, nelle scuole e nella vita di tutti i giorni.
I social network bandiranno le scie chimiche e la geoingegneria per evitare che i “malati” si ossessionino a vicenda?
Gli insegnanti saranno costretti a insegnare ad i loro alunni che credere alla geoingegneria è frutto di problemi comportamentali?
Quanto bisognerà aspettare prima di vedere un reality in cui a persone che hanno aperto gli occhi viene fatto il lavaggio del cervello?
Non ci resta che diffondere il più possibile tale notizia, quantomeno per attutire il danno che provocherà una volta divenuta di normale routine.
Fomte
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