Sei
poesie su temi della mitologia greca
Il PERDUTO AMORE
Avviluppato, Ulisse, al tronco della nave saldo,
sordo ai richiami, contro il plumbeo cielo il vólto vòlto,
gli occhi neri di brace serrati ostinati, la voce e il canto
e le preghiere finalmente udì, echi distinti tra fragori
roboanti d’ onde torbide e fangose. Parlò la sirena,
lenta all’acque sillabò e al cielo e alle lontane terre:
“Parthenope, io fui, prima di sprofondare.
a te il mio cuore offersi, non lo dimenticare!”
E il capo reclinò, e il mare su di sé richiuse
e allora il capitano i lacci sciolse e attonito ristette
e sbalordì, fisso lo sguardo vacuo al tumulo
marino, sigillo eterno del perduto amore.
PREGHIERA ALLE MOIRAI
Tu Cloto e Lachesi ed Atropo,
inflessibili Moirai sovrane di destini,
pure pietose foste. Vi commosse
il canto di Orfeo che lamentava
su Euridice, e Pelope giovane, ucciso
da Tantalo suo padre. Disperate
piangeste la morte di Adone, strenue
lottaste per restituire a Persefone
la figlia dall’Ade rapita. O tu
che lo stame della vita intessi,
tu che la giusta sorte assegni, tu
che l’ordito disfi, abbiate di me pietà,
implacabili il filo recidete!
IL RISVEGLIO DI AMORE
Ora che il corvino drappo
più il cielo non vela, ora
che al risveglio il giorno
strappa e più segreti non cela,
ora, Amore, ancóra t’indugerei
fra le mie braccia.
Stelle sarebbero gli occhi
accecati della tua Psiche,
e l’occultato volto brillerebbe
agli squarci mattutini della dea Aurora.
HYPNOS
Figlio della notte, della morte gemello,
tu che dimori nel paese dei Cimmeri
e cupo e silenzioso nell’antro te ne stai,
apporta anche a me il riposo. Lascia
che dimentichi il dolore, nel tuo nero velo
avvolgimi e tua sposa conducimi
nel regno delle ombre tetre
dov’è pace e silenzio e requie eterna.
LETE
Infernale scorri fiume tra gli Elisi
Campi, abbeverando alle mortali
anime, dimenticanza tu concedi.
Disseta anche me, o Lete, regalami
l’acqua dell’oblio sorgiva.
È in tuo potere
che si dimentichi il passato.
È TEMPO
Ostile, Imeneo i suoi favori non concesse:
Euridice Ade ti prese il giorno delle nozze.
Allora, l’impervio sentiero discendesti
e t’inoltrasti là donde uomo non torna.
Con melodie ammaliasti Persefone sovrana,
d’un balzo fosti dagli Inferi al chiarore.
Incredulo, poi, venisti meno al patto,
e ti voltasti: la sposa tua per sempre
ritornò tra le vaghe anime mortali.
Ora è tempo, Orfeo, che tu la cetra appenda,
il canto tuo Euridice più non desta.
Ora è tempo che tu il lamento smetta
e alle Menadi t’accetti fiero pasto.
FURIA D’AMORE
Fedra ha furia d’amore. Colpevole
in passione, di Teseo sposa
lui non ama: brama ed agogna
Ippolito suo figlio, e ad ogni sospiro
accresce furia ed amore. Spietato
il suo destino, crudele il fato!
Sola nel pianto, ossessa, in disperata
ricerca vana di felicità, dapprima
solitudine, poi, ritrova morte.
Avviluppato, Ulisse, al tronco della nave saldo,
sordo ai richiami, contro il plumbeo cielo il vólto vòlto,
gli occhi neri di brace serrati ostinati, la voce e il canto
e le preghiere finalmente udì, echi distinti tra fragori
roboanti d’ onde torbide e fangose. Parlò la sirena,
lenta all’acque sillabò e al cielo e alle lontane terre:
“Parthenope, io fui, prima di sprofondare.
a te il mio cuore offersi, non lo dimenticare!”
E il capo reclinò, e il mare su di sé richiuse
e allora il capitano i lacci sciolse e attonito ristette
e sbalordì, fisso lo sguardo vacuo al tumulo
marino, sigillo eterno del perduto amore.
PREGHIERA ALLE MOIRAI
Tu Cloto e Lachesi ed Atropo,
inflessibili Moirai sovrane di destini,
pure pietose foste. Vi commosse
il canto di Orfeo che lamentava
su Euridice, e Pelope giovane, ucciso
da Tantalo suo padre. Disperate
piangeste la morte di Adone, strenue
lottaste per restituire a Persefone
la figlia dall’Ade rapita. O tu
che lo stame della vita intessi,
tu che la giusta sorte assegni, tu
che l’ordito disfi, abbiate di me pietà,
implacabili il filo recidete!
IL RISVEGLIO DI AMORE
Ora che il corvino drappo
più il cielo non vela, ora
che al risveglio il giorno
strappa e più segreti non cela,
ora, Amore, ancóra t’indugerei
fra le mie braccia.
Stelle sarebbero gli occhi
accecati della tua Psiche,
e l’occultato volto brillerebbe
agli squarci mattutini della dea Aurora.
HYPNOS
Figlio della notte, della morte gemello,
tu che dimori nel paese dei Cimmeri
e cupo e silenzioso nell’antro te ne stai,
apporta anche a me il riposo. Lascia
che dimentichi il dolore, nel tuo nero velo
avvolgimi e tua sposa conducimi
nel regno delle ombre tetre
dov’è pace e silenzio e requie eterna.
LETE
Infernale scorri fiume tra gli Elisi
Campi, abbeverando alle mortali
anime, dimenticanza tu concedi.
Disseta anche me, o Lete, regalami
l’acqua dell’oblio sorgiva.
È in tuo potere
che si dimentichi il passato.
È TEMPO
Ostile, Imeneo i suoi favori non concesse:
Euridice Ade ti prese il giorno delle nozze.
Allora, l’impervio sentiero discendesti
e t’inoltrasti là donde uomo non torna.
Con melodie ammaliasti Persefone sovrana,
d’un balzo fosti dagli Inferi al chiarore.
Incredulo, poi, venisti meno al patto,
e ti voltasti: la sposa tua per sempre
ritornò tra le vaghe anime mortali.
Ora è tempo, Orfeo, che tu la cetra appenda,
il canto tuo Euridice più non desta.
Ora è tempo che tu il lamento smetta
e alle Menadi t’accetti fiero pasto.
FURIA D’AMORE
Fedra ha furia d’amore. Colpevole
in passione, di Teseo sposa
lui non ama: brama ed agogna
Ippolito suo figlio, e ad ogni sospiro
accresce furia ed amore. Spietato
il suo destino, crudele il fato!
Sola nel pianto, ossessa, in disperata
ricerca vana di felicità, dapprima
solitudine, poi, ritrova morte.
ta
di G. lucini
In
questi testi, che si rifanno alla mitologia antica e ne rammemorano il
linguaggio, la poeta intende molto di più che offrire un semplice
racconto a mo' di invocazione, o un rifarsi a modelli del passato
(vengono in mente gli Inni omerici ad esempio). Gli
archetipi che ella ripropone sono di straordinaria attualità e di
notevole effetto è il rovesciamento del mito di Ulisse, che in Omero è
colui che appaga la sua curiosità ma vince con l'astuzia le tremende
Sirene, ma che qui è visto come colui che rimpiangerà in eterno la
profferta d'un amore.
Ed
anche altri miti, come quello di Fedra e Ippolito (da Euripide), quello
di Orfeo, sono rivisitati in chiave moderna e vanno a toccare alcuni
nodi cruciali della psicologia dell'uomo contemporaneo. Una poesia
che va dunque letta facendo molta attenzione a queste allusioni e al
loro significato.
Dipinto di Mono Max
La poesia non conosce tempo, la poesia non conosce confini, la poesia è poesia e basta.... la sua bellezza.
RispondiEliminaParole di mia moglie dopo averle lette, grazie Wlady.
Ciao Zak,
Eliminala poesia parla con le parole del cuore; ho scritto diverse poesie per mia moglie, tutte qui all'interno del blog, mi sono servite per lenire il grande dolore ...