Mi sono perso quell’estate del 1966,
mi sono perso per sempre, felice di non ritrovarmi, mi sono perso quell’estate del 1966 nei tuoi occhi, laghi verdi,
laghi che mi hanno travolto come una barca nella tempesta,
dolce tempesta della vita, in balia delle onde ma con una rotta verso l’amore
che ci ha uniti ad unisono.
Mi sono perso quell’estate del 1966, perso in un sogno fuori dal tempo,
con il bagliore del verde dei tuoi occhi che illuminavano la mia strada,
la strada dell’amore che avevi tracciato lasciando picchetti,
segnali, un sottile filo per raggiungere la felicità
che ci ha accompagnato per oltre quarant’anni.
Si! Mi sono perso nel bagliore dei tuoi laghi verdi quell’estate del 1966.
Quella luce ora si è spenta, i tuoi laghi verdi non illuminano più il mio cammino, ora, hanno acceso una luce non visibile, la luce del mio cuore sofferente che come impazzito cerca ancora i due laghi verdi di quell’estate del 1966, una ricerca interminabile senza fine, con la dispersione dell’acqua dei tuoi laghi verdi in mille rivoli di lacrime che corrono verso il mare, dove un tempo molto lontano tutto ebbe inizio,
Si! Mi sono perso quell’estate del 1966 nei tuoi occhi, laghi verdi, perso per sempre…
Alla mia ragazza Lory
Dal mio vecchio blog del 26 gennaio 2008
La magia della Parola, quando assurge a Poesia, è quella di creare dal nulla, come il Logos del Quarto vangelo.
RispondiEliminaHai creato e se il dolore pare prevalere, nel caro ricordo può diventare meno acerbo.
Ciao