ACCELERA LA DITTATURA DELLE TECNOCRAZIE INETTE
di Maurizio Blondet
Per fortuna ha suscitato obiezioni persino nei mainstream
media la proposta di Pitruzzella. Costui, Giovanni Pitruzzella,
all’insaputa della maggioranza degli italiani, è una “authority”. Più
precisamente, è a capo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato,
popolarmente detta “Antitrust”. Secondo Wiki, i compiti istituzionali di
Pitruzzella in quanto authority sono: “vigilanza contro gli abusi
di posizione
dominante, vigilanza di intese e/o cartelli che possono risultare
lesivi per la concorrenza, controllo delle operazioni di concentrazione
(fusione o take-over) comunicate all’Autorità, che ne valuterà l’impatto sul
mercato, tutela del consumatore, in materia di pratiche commerciali scorrette, clausole
vessatorie e pubblicità
ingannevole, valutazione e sanzionamento dei casi di conflitto d’interesse
dei componenti del Governo.”.
Ciò, dal 2011. Per quanto la memoria si sforzi, non riesce ad evocare qualunque intervento del sullodato che abbia lasciato una traccia nella vita civile.
Adesso invece ha dato segno di vita. Si è fatto
intervistare nientemeno che dal Financial Times, per proporre la censura
su Internet dei blog alternativi. A livello europeo.
I blog sono pieni di notizie che, non essendo autorizzate, sono per definizione false, fake news. E siccome tendono a mostrare che nel Sistema c’è chi guadagna e ne approfitta a danno di chi ci perde e viene sfruttato, esse sono “discorsi d’odio”. Già una delle nostri istituzioni più alte, detta Boldrini, ha espresso la volontà di sopprimere tali notizie. Naturalmente ispirata dal modello di tutti i progressisti, il presidente Obama, che dopo la mancata elezione di Hillary Clinton s’è premurato di emanare la “Direttiva per contrastare la Disinformazione e la Propaganda“; infatti è noto che se la Clinton ha perso, è solo perché gli elettori, invece della CNN, hanno creduto ai blogger e le loro “bufale” (tipo il Pizzagate?) oltre che agli hacker di Putin. In Inghilterra, c’è stato il voto pro-Brexit, nonostante le direttive dei media. In Germania e Francia si vota fra qualche mese, e anche lì lo status quo burocratico è minacciato dai blog che mandano fake news. La Post-verità in politica è uno dei motori del populismo ed è una delle minacce per le nostre democrazie” ha detto Pitruzzella al FT.
Ovviamente l’Establishment chiama “democrazia” il proprio regime. Lo ha fatto anche Hollande nel discorso di Capodanno. La Boldrini crede di incarnare la”democrazia” e perciò si sta adoperando a costituire, con denaro pubblico, una commissione di censura, fatta di membri da lei scelti a suo giudizio, che decreti quali notizie sono false e quali vere – un vero avanzamento della ‘democrazia’. Pitruzzella ha un’idea persino migliore: “i paesi dell’UE dovrebbero istituire organismi indipendenti — coordinati da Bruxelles e modellati sul sistema delle agenzie antitrust — che potrebbero rapidamente etichettare le notizie false, rimuoverle dalla circolazione e infliggere ammende se necessario.”
Ma che tecnocrate è Pitruzzella?
Pitruzzel |
Giusto per capire meglio come sia “indipendente”
la Authority chiamata Pitruzzella, domandiamoci: chi è? Da dove viene? Come è
salito fino alla poltrona e stipendione pubblico dell’Antitrust? Un lettore ci
ha ricordato che Pitruzzella era stato candidato addirittura a giudice
costituzionale. Da chi? Da Area Popolare e Scelta Civica, il partito del
tecnocrate super-UE Mario Monti. Ma per fortuna non è stato eletto. Anche
perché nel 2015 risultava indagato per aver falsato un arbitrato, come si legge
qui:
Questo per illustrare quanto “indipendente” è il
“tecnocrate” Pitruzzella: individuo “in quota” di un partito
ideologicamente eurocratico (non votato da quasi nessuno), con le mani in
pasta in affari che un gip giudica degni di scrutinio.
E’ solo un esempio di un caso generale: nel momento in cui
l’Unione Europea – sentendosi minacciata dal “populismo” – accelera
e rafforza la dittatura tecnocratica propria, si affretta a stringer le
viti della gabbia dei popoli, è opportuno vedere come sono i tecnocrati
che ci governeranno al posto dei politici: dei collusi ed ammanicati che devono
la loro carriera a mafie “politiche”.
Si è visto come le tecnocrazie, in fraterna combutta
coi “politici” del PCI (PD), hanno trattato la Montepaschi: Draghi,
Visco, la Tarantola sono colpevoli di omessa vigilanza, diffusione di
notizie false (fake news), sospetti di commistione di interessi sporchi.
Draghi era governatore di Bankitalia quando Montepaschi, con Mussari il genio
dalemiano, acquistò Antonveneta pagandola il doppio del suo valore.
Ignazio Visco, nel 2013 dichiarò: Montepaschi non ha problemi di tenuta.
Da allora ha accumulato un buco di 17 miliardi. Raccontare le
scelte rovinose e insipienti di Annamaria Tarantola nella manovra monetaria
e nella vicenda Montepaschi porterebbe via troppo tempo: basti dire che
Mario Monti l’ha spostata alla presidenza Rai (con enorme stipendio) per
coprire cose, che dovevano portarla in galera. E Ignazio Visco? “Dal 2008
Bankitalia e Consob hanno chiuso un occhio sull’abitudine delle banche di rifilare
bond ai clienti ignari per evitare aumenti di capitale”.
Visco
assiste, e copre, le più spaventose malefatte della Banca
Popolare di Vicenza e perché? Nel 2014 Popolare di Vicenza decide di
acquistare (per 9,5 milioni) nella città palladiana Palazzo Repeta: il
venditore era Bankitalia, che tentava di piazzare l’immobile senza riuscirci da
un quinquennio”. Insomma uno scambio di piaceri aum aum.
Qualcuno avrebbe dovuto finire in galera. Magari
l’Antitrust avrebbe dovuto aprire un dossier. Invece eccoli sempre lì, i
tecnocrati, a fare i pesci in barile, e ad emettere al più
qualche comunicato stampa auto-assolutorio e qualche piattezza di
dottrina finanziaria, o qualche fake news a coprire i propri ed altrui delitti
nell’arraffo (pardon, “gestione”) dei risparmi nostri.
E la magistratura? Indaga sui conflitti d’interesse
della Muraro. I media? Sulla Raggi, la sindaca. A dire il
vero, giornali come Il Fatto Quotidiano o Libero stanno rivelando
cose orrende su Montepaschi. Il punto è le collusioni fra “tecnocrazia” e
interessi potenti e arroganti (spesso padroni dei grandi media) sono
tali, da impedire nell’opinione pubblica la chiara natura del problema.
Esempio: vi si fa credere che Montepaschi è strapiena di
crediti deteriorati ( 47 miliardi, il 35% dei crediti totali) perché ha
prestato a migliaia di piccoli imprenditori che la recessione ha
rovinato, o alle famiglie per il mutuo-casa.
Invece, scrive Libero, “il 70% delle insolvenze
è concentrato tra i clienti che hanno ottenuto finanziamenti per più di 500mila
euro. In totale si tratta di 9.300 posizioni e il tasso di insolvenza
cresce all’aumentare del finanziamento. La percentuale maggiore dei cattivi
pagatori (32,4%) si trova fra quanti hanno ottenuto più di tre milioni di euro”.
Insomma grossi, ricchi debitori.
Chi sono? La banca s’è
rifiutata di comunicarlo all’associazione dei piccoli azionisti- che è
quella che adesso dovrà pagare – per via della privacy. La famosa
privacy. Ma si sa più o meno che la famiglia Marcegaglia
ha piantato un debito (inesigibile) da 1,6 miliardi, Sorgenia (del
fratello di De Benedetti) deve 600 milioni che non restituirà, il defunto
Don Verzé 200 milioni.
Senza dimenticare “una fideiussione di 8,3 milioni
che il Cavaliere Silvio Berlusconi aveva rilasciato a favore di Antonella
Costanza, la prima moglie del fratello Paolo. La signora aveva acquistato, per
nove milioni, una villa da sogno in Costa Azzurra e poi aveva dimenticato di
pagarla”.
Messa così, si comincia a vedere la natura del
problema: per salvare Montepaschi, il governo ha stanziato 20
miliardi, nuovo debito pubblico che grava sui contribuenti: insomma ha messo i
poveri a pagare per le disonestà e le spese insensate dei ricchi senza
scrupoli, fra cui spesseggiano gli”imprenditori” senza qualità, del
tutto incapaci che s’indebitano e non restituiscono. In collusione con i
banchieri, ossia con questa figura di tecnocrati che hanno il loro
vertice in Mario Draghi (e in Italia, di Ignazio Visco).
Ora, la UE è appunto il regime delle tecnocrazie. La
tecnocrazia giustifica se stessa e la sua occupazione del potere di governo, e
sottrazione della sovranità, con questa argomentazione: il mondo oggi è
troppo complesso per lasciarlo governare da dilettanti, che sono i
politici “eletti dal popolo”. Ci vogliono scienziati: siamo noi
tecnocrati, che abbiamo studiato e, esenti dalle plebee passioni
politiche, prescriviamo ciò che è il meglio. Il meglio oggettivo,
scientifico.
Già di per sé, la tecnocrazia dei competenti è un incubo
totalitario. Ma il peggio è quando le tecnocrazie sono incompetenti,
selezionate in base a processi collusivi e non “oggettivi” (una
oggettività che del resto è un delirio tecnocratico esso stesso).
Ebbene: noi italiani siamo nelle mani di tecnocrazie
ignoranti e incapaci, che distruggono ricchezze reali (le nostre), di fatto
delinquono, e non sono più soggette a critica, sono inamovibili perché si
sono sottratte al giudizio pubblico, e si cooptano tra loro: come, l’abbiamo raccontato
nell’esempio Pitruzzella. Si cooptano tra incompetenti. Si proteggono fra
incompetenti. Si parano il didietro fra inetti, con tanta più forza in quanto i
loro sbagli diventano evidenti e mostruosi.
Ovviamente, non si pensi nemmeno per un attimo che, invece,
i tecnocrati europei siano meno incompetenti. O si muovano in base
all’oggettività.
In pochi giorni, la Vigilanza della BCE ha aggravato la
situazione di Montepaschi, esigendo prima una ricapitalizzazione di 5, poi no –
contrordine – di 8,8 miliardi. Persino 24 Ore ha scritto: “La linea
dura della BCE ha reso la crisi del Monte Paschi ingestibile”. Poi, alla
radio, un giornalista di 24 Ore di cui non ricordo il nome ha ipotizzato:
siccome la Vigilanza BCE
è un istituto nuovo, forse c’è stata inesperienza…
Secondo il foglio economico francese La Tribune, invece, la Sorveglianza BCE
avrebbe voluto “dare una lezione all’Italia”. Tanto più che nella stessa
settimana la BCE si è mostrata “particolarmente benevola con Deutsche
Bank: il supervisore ha consentito all’istituto tedesco un “ratio CET
Tier 1”
a 9,51 contro il 10,7 fin qui”.
Non chiedetemi di spiegare cos’è (se volete potete
leggerlo qui: https://www.forexinfo.it/Cet-1-ratio),
perché quel che conta è la frase seguente. “Questo abbassamento permetterà a
Deutsche Bank, che ha conosciuto un anno movimentato ed è fonte di ansia per i
mercati, di versare generosi dividendi e bonus ai suoi dirigenti”.
Ecco quanto è oggettiva la tecnocrazia della BCE e la sua Sorveglianza.
Ecco quanto è oggettiva la tecnocrazia della BCE e la sua Sorveglianza.
La insindacabile, indipendentissima, intelligentissima Vigilanza BCE |
Se c’è un regime peggiore di quello tecnocratico, è quello
delle tecnocrazie incompetenti; se c’è un regime peggiore di questo, è il
regime delle tecnocrazie incompetenti che fanno “politica” senza dirlo,
del tutto inaccessibili ad ogni messa in discussione.
Spiegel, a proposito
di Montepaschi, attacca: “aiuti di Stato!” e “miliardi per uno zombi”. E
a suo modo ha ragione: a che mettere altri 20 miliardi di fondi pubblici in un
istituto da cui i depositanti ne hanno portato via una sessantina, e 14 negli
ultimi mesi? La banca del PD è morta e non rinascerà. Ma anche la
Germania è piena di zombi in ogni Land. E “si prepara a versare 10
miliardi di denaro pubblico per salvare (di nuovo) l’istituto Hsh Nordbank
senza coinvolgere nelle perdite gli investitori privati. La banca, controllata
all’85% da due Lander (Amburgo e Schleswig-Holstein), è stata messa in
ginocchio dai prestiti al settore navale”.
La Cancelleria e il suo ministro Schauble, almeno, saranno
competenti quanto basta? Hanno portato l’eurozona – e soprattutto i
tedeschi – in una situazione tipo Comma 22. Da cui non si esce
senza catastrofe.
Ricapitoliamo. Il sistema bancario italiano ha
in pancia 360 miliardi di euro di prestiti andati a male. Il 16% dei prestiti
totali, laddove la Spagna, poniamo ne ha solo 6%. Le banche iberiche sono state
salvate con iniezioni di denaro pubblico per 60 miliardi, senza che
Berlino obiettasse. Per l’Italia, occorrerebbero 80 miliardi di denaro
pubblico; e Berlino si oppone, perché l’Italia ha già il debito pubblico del
133% del Pil; inoltre, dal gennaio 2016 proprio Berlino ha imposto la nuova
regola del bail-in e proprio contro l’Italia: non più salvataggi con soldi
pubblici, se prima non son fatti pagare azionisti, obbligazionisti e
depositanti, tosando loro per salvare le loro banche.
Insomma la Germania vuole da noi italioti almeno due cose
contraddittorie: che non salviamo le nostre banche mentre le salviamo
svenandoci, e nemmeno svalutiamo il nostro debito (come si è sempre
fatto) come non possiamo più fare; minaccia di darci legati mani e piedi
al Fondo di Stabilità, ossia di farci salire sulla croce in cui tiene da
anni la Grecia, ma nello stesso tempo dà retta alla sua opinione pubblica
tedesca, la quale si oppone, perché è convinta che mobilitando il Fondo
di Stabilità, sarebbe l’economia tedesca a “salvare le economie delle cicale
italiane fallite”.
Povera Germania se l’Italia fa default
Tutto giusto e tutto vero. A patto di tacere un piccolo
dettaglio. Da quando è entrato in vigore l’euro, l’Italia ha accumulato un
deficit verso la Germania di 359 miliardi; quasi la metà dei 754 miliardi di
crediti che la Germania ha dato ai partner dell’euro-zona. Come mai? Ma
perché gli italiani comprassero auto tedesche, merci tedesche, prodotti
tedeschi. Ha fatto credito. Negli stessi anni in cui ci ha rimproverato
del “deficit” eccessivo superiore al 3% annuo, e ci ha ordinato di ridurlo con
le austerità, ci ha alimentato il deficit eccessivo, e lo ha alimentato a
Francia, Spagna, Portogallo, Grecia.
Ora, quei 754 miliardi che sono scritti nei libri
contabili come crediti “sani” ed esigibili, lo sono molto meno
realmente. Possono diventare istantaneamente “prestiti non
performanti” e causare l’implosione di quella banca europoide che è
la Germania. Una
Montepaschi moltiplicata per 10 o 20. Con la Grecia, Berlino
è riuscito ad evitare il momento della verità con una spietata finzione: la finzione
che la Grecia resti un paese solvibile, col trucco dell’imporre a tutti gli
altri membri di prestare ad Atene cifre colossali per servire il
suo debito impagabile, onde dandole la liquidità – pagata con debito ad
interesse, che ingigantisce il debito pubblico ellenico già impagabile.
Con l’Italia può riuscire? Il nostro governo,
ultra-europeista e ancor meno legittimo dei precedenti, fa’ di tutto per
accontentare la UE. Ma
forse non ce la farà. Un
giorno o l’altro, c’è il rischio (o la speranza) che l’Italia faccia
bancarotta. Non perché lo voglia, ma perché non può fare altrimenti, dati gli
ordini severissimi e contraddittori che riceve da Berlino.
Secondo me, succederà. Da un momento all’altro, dato che i
nostri tecnocrati italofoni sono tanto collusi e incompetenti da non riuscire a
preveder né a rimediare, e credono alle loro stesse fake news. Succederà
all’imprevista, e dunque in modo incontrollato: dopotutto,
siamo il paese di Caporetto e dell’8 Settembre. Sarà il più grande
default della storia; affonderebbe il fortissimo sistema tedesco;
che dovendo tornare al marco, perderebbe la celebrata competitività accumulata
negli ultimi 15 anni, essenzialmente a spese della competitività che i
membri dell’euro hanno perduto.
Il nuovo marco si rivaluterebbe diciamo di un 30 per cento;
l’Italia tornerebbe alla lira, svalutata del 20 rispetto all’euro; alleggerita
dalla bancarotta (non dovrebbe più pagare i crediti che la Germania ci ha
prestato perché acquistassimo le sue merci), potrebbe – dopo i primi sei
mesi di devastazione e miseria, avviarsi alla ripresa economica. Forse.
Dico forse, perché molte imprese industriali e molte
competenze industriali che avevamo in Italia sono già scomparse,
cancellate o comprate da stranieri; più il governo Gentiloni (senza
legittimità) ritarderà la bancarotta, e peggio sarà. L’Italia oggi
“ha urgenza di uscire dall’euro”. Figurarsi se questi Pitruzzella,
questi Visco, Padoan e Tarantola, anche volessero, lo “sanno fare”.
I tecnocrati presentono e paventano. Per questo si
affrettano a stringere le viti della gabbia dei popoli; la censura alle
informazioni “false” fa’ parte dell’accelerazione con cui il regime
conta di solidificarsi e proteggersi, trasformandosi in vera e propria
dittatura totalitaria.
L’ulteriore stretta sarà l’abolizione del
contante. Ora capiamo il perché: senza contante, non sarà possibile la
corsa agli sportelli, l’ultima salvezza dei risparmi dalle banche in bancarotta, e sarà realizzato il passo ulteriore verso la moneta unica mondiale dl
governo mondiale. L’India ha cominciato l’esperimento, togliendo di
mezzo l’85% delle banconote circolanti (ciò che produrrà la più grande
carestia mai vista..ma ne riparleremo). L’Australia conta di abolire la
banconota massima, da 100 dollari australiani (circa 70 euro).
Il terzo ingrediente della dittatura lo conoscete già: il
Terrorismo. Islamico, naturalmente. Quello rivendicato dall’IS con
messaggi del SITE di Rita Katz. Che minacci tutti noi nelle nostre città.
A una settimana dalla strage di Berlino, il ministro britannico
degli Interni, Ben Wallace, ha vaticinato: “Daesh vuol lanciare
attacchi chimici nel Regno Unito, colpire un gran numero di individui,
uccidere quante più persone possibili”. Prove naturalmente nessuna.
Abbiate paura, non fate assembramenti mentre vi stringono le viti dei ceppi.
Fonte diretta: http://www.maurizioblondet.it/
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