Vaccinazioni:
Lettera al Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano
Dottor Dario Miedico - 25 gennaio 2017
Egregio dr. Roberto Carlo Rossi, Presidente dell'Ordine dei
Medici di Milano e, per suo tramite, egregi Colleghi aderenti ho riscontrato con stupore la lettera di convocazione presso
la sede dell'Ordine per il giorno 27 gennaio p.v. e devo dire che, occupandomi
specificatamente in qualità di medico legale di vaccinazioni da quasi
quarant'anni, di centinaia di casi di reazioni avverse a vaccinazione, anche
gravi e persino mortali, di innumerevoli domande di risarcimento in base alla
Legge 210 del 1992 anche in decine e decine di procedimenti legali, dopo aver
tenuto centinaia di conferenze in giro per l'Italia e non solo (ho tenuto un
discorso su questo tema anche al Parlamento Europeo nel 2003) aver rilasciato
interviste scritte, radiofoniche e televisive, aver sostenuto dibattiti
televisivi e partecipato ad approfondimenti davanti alle Istituzioni sia a
livello regionale che in Commissione al Senato della Repubblica, in fase
iniziale avevo maturato la convinzione che prima o poi sarebbe arrivata, ma
dopo un certo punto avevo mutato opinione arrivando a pensare che, in un paese
che ha nella sua legislazione il principio del Consenso Informato, della
Libertà Terapeutica e del rispetto della Libertà Individuale, le mie tesi a
favore della Libertà di Vaccinazione, di Informazione e di democratico
confronto tra posizioni scientifiche diverse avessero avuto ragione del mio
precedente scetticismo.
Evidentemente mi sbagliavo, ma mi sorge il sospetto che
dietro alle accuse scorrette ed infondate che mi vengono mosse, dopo tutto
questo tempo nel quale ho potuto professare liberamente le mie convinzioni, non
vi sia un particolare accanimento nei miei confronti, ma in realtà vi sia il
motivo che l'Italia, divenuta nel 2015 Capofila delle vaccinazioni su incarico
dell'OMS, abbia la necessità di dimostrare che non lascia nulla di intentato
per scoraggiare le voci, più o meno autorevoli, che muovendo critiche alle
modalità, alle tempistiche ed alle imposizioni più o meno ricattatorie con le
quali si affrontano le campagne vaccinali attualmente, hanno fatto si che i
livelli di copertura in diverse regioni siano scesi al di sotto delle medie
precedenti.
Mi spiace, perché ritenevo che il tempo dei processi alle
streghe fosse stato in qualche modo superato, ma nello stesso tempo mi sento
onorato e contento di questa inaspettata opportunità, che mi consente di fare
pubblicamente strame di tutta una serie di affermazioni, accuse e menzogne che
mi sono state attribuite ed insieme a me vengono scaricate su chiunque,
attualmente, abbia il coraggio di esprimere senza peli sulla lingua il proprio
pensiero, anche in tema di vaccinazioni.
Non posso fare a meno di ricordare, in questa occasione, che
anche il prof. Giulio Maccacaro, con il quale ho avuto l'onore di fondare nel
1976 Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute, organizzazione
della quale tutt'ora faccio parte, venne convocato presso la direzione dell'Ordine
e scrisse una famosa lettera al Presidente, reperibile nella raccolta dei suoi
scritti, con la quale rifiutò di mantenere nell'ambito di un procedimento
disciplinare interno un dibattito che meritava invece la massima diffusione,
partecipazione e pubblicità.
Per questo vi espongo, in modo estremamente sintetico, i capisaldi del mio ragionamento, che in modo più completo ed esaustivo potrete, se vi interessa, leggere sulla rivista Medicina Democratica o ascoltare sulle registrazioni che qualche attento partecipante ha raccolto e postato su You tube, a volte anche a mia insaputa.
Per questo vi espongo, in modo estremamente sintetico, i capisaldi del mio ragionamento, che in modo più completo ed esaustivo potrete, se vi interessa, leggere sulla rivista Medicina Democratica o ascoltare sulle registrazioni che qualche attento partecipante ha raccolto e postato su You tube, a volte anche a mia insaputa.
Non è vero che sono contrario alle vaccinazioni.
È una affermazione stupida prima ancora che falsa.
Nessun medico potrebbe fare una simile affermazione senza sentirsi ridere in faccia.
Sarebbe come affermare che si è contrari per principio agli interventi
chirurgici, agli antibiotici o ai parti cesarei.
Ritengo invece, ed ho sempre affermato pubblicamente, che
sono critico rispetto alle modalità attuali con le quali vengono praticate le
vaccinazioni, a cominciare dall'obbligatorietà di legge, non in linea con i
principi del diritto a livello mondiale ed europeo ma soprattutto non più al
passo con i tempi, metodo cui non possono fare a meno di ricorrere solo i paesi
incapaci di convincere la popolazione governata con argomenti validi e
persuasivi.
Sono altresì fortemente critico rispetto alla mancata
informazione, soprattutto relativamente alle possibili reazioni avverse, che
frettolosamente viene fornita in moltissimi consultori dove in pochi minuti e
con rassicurazioni non congrue si pratica una vaccinazione a ritmi da catena di
montaggio, così come lamentato da migliaia di mamme e papà nelle numerosissime
conferenze dibattito alle quali ho partecipato.
Sono infine fortemente critico sulla scarsa attenzione con
la quale spesso i piccoli vengono monitorati prima e dopo la vaccinazione,
ignorando in questo modo anamnesi individuale, familiare e possibili
controindicazioni che potrebbero in molti casi, quantomeno, suggerire di
sospendere o rinviare alcune vaccinazioni se non di non eseguirle affatto.
Eppure non ho mai sentito che un medico che abbia
scoraggiato un paziente anziano dal sottoporsi ad un inutile intervento
chirurgico, una mamma dal non esagerare nella richiesta di antibiotici per il
proprio bimbo al minimo accenno di febbre, o che abbia motivato la propria
contrarietà ad un parto cesareo non ritenuto necessario sia mai stato per
questo sottoposto ad un qualsiasi procedimento disciplinare, o anche solo
considerato antiqualcosa, così come invece attualmente sta succedendo ai
laureati in medicina che mostrino pubblicamente un pensiero critico in tema di
vaccinazioni.
Non solo, ma ho avuto anche l'ardire di sostenere
pubblicamente che le attuali decisioni di alcune Regioni o alcuni Comuni di
negare l'accesso ai piccoli al nido se non sottoposti al ciclo vaccinale siano
contrarie non solo al diritto ma anche al buon senso, definendole oltretutto
discriminanti sotto il profilo di classe.
Questo perché non vaccinato non significa automaticamente
malato, perché anche il bimbo vaccinato può essere inconsapevolmente un
portatore sano, perché si generano automaticamente false convinzioni, perché
non vi sono reali rischi o epidemie in corso che possano giustificare
comportamenti limitativi delle libertà individuali ed impedire quindi la
libertà di esercitare un proprio diritto costituzionale senza conseguenze sul
piano sociale e giuridico, ed infine perché in questo modo solo i figli di
cittadini abbienti potranno decidere di continuare a non vaccinare i propri
figli se lo riterranno giusto, mentre coloro che non potranno fare a meno del
servizio sociale dovranno sottoporsi ad un ingiusto ricatto, attuato inoltre
contrapponendo un diritto, quello alla salute, ad un altro diritto, quello alla
socializzazione già in tenera età.
Prenderò quindi parte all'incontro propostomi dal Presidente
dell'ordine di Milano al quale appartengo, per rispetto Suo e di tutti i
Colleghi che ne fanno parte, ma mi rifiuterò di prestare il fianco ad un
processo antistorico ed illiberale che fa ripiombare l'Italia nei più bui
periodi dell'Oscurantismo medioevale o quantomeno in quelli degli anni 60
quando, a fronte del rifiuto vaccinale, qualche fanatico residuo del ventennio
azzardava al Tribunale dei Minori la richiesta della sospensione della patria
potestà ai genitori e la vaccinazione coatta.
Più che la mia libertà personale di esprimere liberamente e
democraticamente il mio pensiero in tema di vaccinazioni, così come su
qualsiasi altra questione, rivendico quindi per ogni medico la piena libertà di
applicazione dell'art. 4 del nuovo codice di deontologia medica recentemente
approvato: "art. 4 - libertà e indipendenza della professione. Autonomia e
responsabilità del medico. L'esercizio professionale del medico è fondato sui
principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico ispira
la propria attività professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o
condizionamenti di qualsiasi natura.", comprendendo quindi tra le
imposizioni ed i condizionamenti anche le minacce ritorsive purtroppo da più
parti invocate.
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