Una Maidan contro Trump? I preparativi in corso.
Questa è la correzione di una notizia falsa “fake
news” diffusa dai media americani, che rivela una verità più allarmante
della falsità. Riguarda il comandante della Guardia Nazionale,
generale Errol Schwartz, uno dei garanti della security nel giorno della
inauguration di Trump il 20 gennaio. Egli aveva raccontato al
Washington Post che era stato espulso dal posto; esattamente
alle 12.01 del 20, gli era stato ingiunto di lasciare il comando.
“Le mie truppe saranno sulla strada; io le saluterò quando escono, ma non potrò
dar loro il bentornati negli alloggi”.
Il transition team presidenziale ha smentito tutto. Il
generale Schwartz, che è un “non career status political appointee”,
ossia un nominato politico a quella carica e non di carriera, ha offerto le sue
dimissioni, come è regola per i nominati politici. La scelta di scadere alle 12
del 20 è stata scelta sua. Anzi, “l’Amministrazione Trump gli ha offerto
di mantenere il comando fino a dopo l’inaugurazione, ma lui ha
rifiutato”. Nemmeno un minuto sotto Trump. Poi è andato a lamentarsi col Washington
Post, facendo credere di essere stato licenziato in tronco.
Scoperta la falsità, Schwartz ha rifiutato le
richieste di interviste dei giornalisti (e blogger) che gli hanno chiesto di
spiegarsi. Il transition team ha comunicato che non ci sarà un vuoto nel
comando delle Guardie Nazionali durante la cerimonia, perché è stato
provvisoriamente nominato al posto di Schwartz il generale di brigata
William J. Walker.
Maurizio Blondet continua QUI con il suo articolo.
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Amministrazione Trump ai blocchi di partenza:
chi e perché gioisce
Il 20 gennaio Donald Trump si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca con la nuova squadra di governo. Molti si pongono un legittimo quesito: perché il prossimo presidente si avvale di numerosi ex-banchieri di Goldman Sachs, se rappresenta davvero un cambiamento rispetto al passato? E quale ruolo riveste l’influente genero Jared Kushner? La sfida tra Hillary Clinton e Donald Trump è stata anche un lotta tra due anime dello stesso sistema: ne è emersa vincente quella più nazionalista e conservatrice, spalleggiata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha garantito l’accesso di Trump alla stanza dei bottoni. All’orizzonte si profila un’inedita alleanza tra Washington, Tel Aviv e Mosca ai danni dell’establishemnt liberal: per i populismi europei è un’occasione unica per riappropriarsi della sovranità politica ed economica, svincolandosi dall’Unione Europea.
Una faida dentro all’establishment?
Comunque, un’imperdibile occasione
Il 20 gennaio, a distanza di più di due mesi dalle presidenziali americane che hanno sorpreso il mondo (ma non noi), si insedierà la nuova amministrazione di Donald Trump. Per l’ordine internazionale sarà una rivoluzione copernicana che impatterà qualsiasi aspetto delle relazioni tra Stati Uniti ed il resto del mondo: l’assetto internazionale post-1945, basato sul predominio angloamericano, sul binomio NATO/CEE-UE e su dosi crescenti di globalizzazione, tramonterà definitivamente, causa sfinimento del sistema stesso. Per la prima volta dagli anni ’30, siederà alla Casa Bianca un presidente “isolazionista”. Gli Stati Uniti, in sostanza, abdicheranno al loro ruolo di potenza egemone, concetto implicito “nell’America first” di Trump, condannando a morte certa le vecchie istituzioni figlie di quest’epoca. Federico Dezzani continua QUI con il suo articolo.
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L’Establishment vuol scippare la Presidenza a Trump con l’Aiuto della Sinistra-Liberale (il neo-presidente è già finito?)
DI PAUL CRAIG ROBERTS
La Reuters
riferisce che truppe americane composte da 2.700 persone e da carri armati si
stanno muovendo dalla Polonia verso il confine con la Russia. Il Col.
Christopher Norrie, comandante della 3° Armoured Brigade Combat Team, ha
dichiarato: “L’obiettivo principale della nostra missione è deterrenza e
prevenzione delle minacce”. A quanto pare, il colonnello non è sufficientemente
brillante da rendersi conto di essere ben lontano dal prevenire minacce,
ma anzi è la sua stessa forza che si presenta come una minaccia. Tanto che ( la
sua brigata) non esprime una potenza militare inferiore a quella Russia.
Qual è il vero significato di questa minuscola forza?
Non costituirebbe nessuna minaccia per la Russia nemmeno se fosse 100
volte più grande, forse nemmeno se fosse mille volte più grande. Ricordiamoci
che Hitler invase la Russia cogliendo uno Stalin impreparato con la più grande
e meglio armata forza militare che esistesse al mondo, con la più grande
operazione militare della storia umana. La forza di invasione tedesca era
composta da 3.800.000 soldati, da 600.000 veicoli a motore, da 3.350 carri
armati, da 7.200 pezzi di artiglieria, e da 2.770 aerei. L’Armata Rossa,
malgrado le purghe di Stalin che aveva già fatto fuori buona parte del suo
corpo ufficiali, si è sgranocchiata tutta questa magnificenza di forza e ha
vinto la guerra contro la Germania.
Confronto a quello che era la Russia di Stalin, oggi la
Russia di Putin è pronta. La NATO non è in grado di mettere insieme una forza
sufficientemente grande da invadere la Russia. Allora,
qual è il motivo per far muovere 2.700 soldati americani da tutta la
Polonia verso la Russia?
La risposta è mantenere viva la propaganda occidentale che
la Russia è una minaccia e rendere il più difficile possibile per Trump la
normalizzazione delle relazioni con la Russia. E’ incredibile che l’esercito americano
stia portando avanti una esercitazione tanto provocatoria e tanto in
contraddizione con la futura politica del presidente entrante. I militari
americani, la CIA, e le loro puttane dei media USA stanno anti-democraticamente
seguendo una propria agenda, indipendente della politica che vorrà fare
il presidente eletto. Secondo il quotidiano israeliano, Haaretz, agenti
dell’intelligence USA hanno chiesto al governo israeliano di non condividere
nessuna informazione di intelligence con l’amministrazione Trump, perché Putin
ha mezzi per far “pressione” su Trump e Trump dovrà svelare le loro
stesse informazioni a Russia e Iran
Possiamo vedere come tutto il complesso si muova per il
sabotare tutta la politica militare e del security di Trump. Accuse continue
hanno costretto Trump a dire che forse i russi sarebbero stati coinvolti in un
attacco che non c’è mai stato, né da parte della Russia né da parte di nessun
altro. Il candidato di Trump al ruolo di Segretario di Stato, Tillerson, ha
dovuto dichiarare che la Russia è una minaccia nel corso della sua
udienza di conferma per poter essere confermato. Il candidato di Trump al ruolo
di Segretario della Difesa, Mattis, ha dovuto dire nella sua udienza di
conferma che gli Stati Uniti devono essere pronti a confrontarsi militarmente
con la Russia ed ha dovuto aggiungere che sono poche le aree in cui gli Stati
Uniti possono collaborare con la Russia, un paese che sta cercando di far
saltare la NATO.
Autore della traduzione Bosque Primario
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