La CIA vuole usare la geo-ingegneria a fini militari
Alan Robock, collaboratore dell’IPCC, lancia l’allarme: i servizi
segreti siano trasparenti nelle loro intenzioni riguardo alla
geo-ingegneria.
(Rinnovabili.it) – «Ho paura che la CIA o altre agenzie possano usare la geo-ingegneria per scopi militari». Non è un mitomane a lanciare questo appello, bensì un climatologo di fama mondiale che ha contribuito ai report dell’IPCC. Si chiama Alan Robock, lavora alla Rutgers University nel New Jersey, e si occupa di geo-ingegneria da anni. Adesso ha deciso di venire allo scoperto: teme che i servizi di intelligence stiano finanziando la ricerca sul cambiamento climatico per sapere se le nuove tecnologie possano essere usate come armi. Lo scienziato ha chiesto alle agenzie governative di essere trasparenti circa i loro reali interessi di modificare il clima del pianeta.
(Rinnovabili.it) – «Ho paura che la CIA o altre agenzie possano usare la geo-ingegneria per scopi militari». Non è un mitomane a lanciare questo appello, bensì un climatologo di fama mondiale che ha contribuito ai report dell’IPCC. Si chiama Alan Robock, lavora alla Rutgers University nel New Jersey, e si occupa di geo-ingegneria da anni. Adesso ha deciso di venire allo scoperto: teme che i servizi di intelligence stiano finanziando la ricerca sul cambiamento climatico per sapere se le nuove tecnologie possano essere usate come armi. Lo scienziato ha chiesto alle agenzie governative di essere trasparenti circa i loro reali interessi di modificare il clima del pianeta.
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Geo-ingegneria "irresponsabile e irrazionale" per la NAS
Le tecniche di manipolazione del clima sono palliativi pericolosissimi.
Così Gli scienziati americani condannano la geoingegneria che fa gola ai
governi.
(Rinnovabili.it) – Irresponsabile e irrazionale. Il giudizio della National Academy of Sciences sulla geoingegneria
è categorico. A supporto della tesi sono stati pubblicati ieri due
rapporti sulle tecniche di contrasto al riscaldamento globale che
prevedono la manipolazione del clima: uno prende in esame il sequestro del carbonio (CCS) e l’altro la riflessione delle radiazioni solari per raffreddare il pianeta. La relazione in due volumi ha richiesto 18 mesi di lavoro e un team di 16 scienziati.
Essi non hanno escluso l’idea di condurre ulteriori ricerche per un argomento considerato tabù fino a qualche anno fa, ma hanno ampiamente sconsigliato di cercare soluzioni alternative alla riduzione delle emissioni attraverso una conversione del modello energetico.
«Il fatto che gli scienziati stiano
valutando interventi tecnologici sul clima dovrebbe rappresentare un
campanello d’allarme – ha detto Marcia McNutt ex direttrice della US
Geological Survey – Dobbiamo sforzarci di più per ridurre le emissioni,
che è il metodo più efficace e meno rischioso di combattere il
cambiamento climatico. Ma più a lungo aspettiamo, più è probabile che
avremo bisogno di implementare alcune forme di rimozione della CO2 per
evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici».
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Hrvard punta sulla geo-ingegneria confessandone i rischi
Un team di scienziati sostiene che rilasciare acido solforico nella
stratosfera aiuterebbe a gestire il global warming. Ma non nega i rischi
della geo-ingegneria.
(Rinnovabili.it) – Il riscaldamento globale
è una realtà ormai inoppugnabile accettata da quasi tutto il mondo
scientifico, così come la sua origine antropica. Ma sui temi della
mitigazione vi è molto meno consenso, soprattutto quando si parla di geo-ingegneria, ossia di quell’insieme di tecniche di manipolazione del clima con l’intento di rallentare l’aumento delle temperature.
Una delle proposte più controverse per rallentare l’aumento delle temperature sulla Terra è di modificare l’atmosfera con tecniche SRM
(Solar Radiation Managment). In particolare, alcuni scienziati
ritengono che dovrebbe essere possibile compensare l’effetto di
riscaldamento dei gas serra riflettendo un maggior quantitativo di radiazione solare nello spazio.
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Il conflitto fra chi aspira al benessere e chi difende il proprio è il paradigma di questo secolo. La manipolazione dell'ambiente ne è il fronte centrale. Da Cartagine all'Iraq, via Vietnam, si distrugge la natura per annientare il nemico. E se stessi.
Le Cassandre che per decenni hanno annunciato tutti i disastri ambientali inimmaginabili, la fine delle risorse energetiche, il depauperamento delle superfici coltivabili, l'avanzata della desertificazioni e la fine dell'aria respirabile stavano per essere consegnate alla storia dei cattivi profeti perché nessuna delle loro previsioni sembrava in tempi storicamente misurabili. Ma oggi le cassandre non devono fare alcuno sforzo d'immaginazione o di persuasione: bastano due giorni di caldo in più per convincere tutti che l'estate prossima si andrà a fare i bagni al Polo Nord e due giorni di pioggia in più per anticipare un ritorno alle palafitte.
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Geo-ingegneria un rischio per miliardi di persone.
L’Università di Oxford ha definito irrealistico investire oggi nella
geoingegneria. Costi troppo alt
Le
Cassandre che per decenni hanno annunciato tutti i disastri ambientali
inimmaginabili, la fine delle risorse energetiche, il depauperamento
delle superfici coltivabili, l'avanzata della desertificazioni e la fine
dell'aria respirabile stavano per essere consegnate alla storia dei
cattivi profeti perché nessuna delle loro previsioni sembrava in tempi
storicamente misurabili. Ma oggi le cassandre non devono fare alcuno
sforzo d'immaginazione o di persuasione: bastano due giorni di caldo in
più per convincere tutti che l'estate prossima si andrà a fare i bagni
al Polo Nord e due giorni di pioggia in più per anticipare un ritorno
alle palafitte.
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i e rischi non calcolati nel dettaglio.
(Rinnovabili.it) – La geoingegneria non è la panacea per il global warming,
e spargere sale marino o solfato in atmosfera per riflettere la luce
non è una strategia cui aggrapparsi per combattere il cambiamento
climatico. Non lo affermano i tanto derisi detrattori delle scie chimiche,
ma l’Università di Oxford. In un suo studio, dopo aver valutato gli
ostacoli a livello di governance e regolamenti, l’ateneo conclude che i
costi sono letteralmente irrealistici.
«Prendete con le pinze tutto ciò che
sentite pro e contro la geoingegneria – dichiara Steve Rayner,
professore di Scienza e Civiltà ad Oxford e principale indagatore del Climate Geoengineering Governance project – È quasi certo che questa scienza non sarà né una toccasana né un vaso di Pandora».
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