Per riconoscere che la Genesi parla non solo di religione, ma anche di scienza, è necessario riconoscere il ruolo degli Anunnaki e accettare che i testi sumeri non sono "mito", bensì il racconto di fatti realmente accaduti.
Gli studiosi, pur se hanno compiuto molteplici progressi in questo senso, non sono ancora arrivati a riconoscere in toto la veridicità dei testi.
Raffigurazioni del disco alato Nibiru/Marduk
Pur se al momento scienziati e teologi sono ben consapevoli dell'origine Mesopotamica della Genesi, continuano a spogliare i testi di qualsiasi valore scientifico.
Sostengono caparbiamente che non può trattarsi di scienza perché " dovrebbe essere ovvio che nessuna di queste storie può essere il prodotto della memoria umana".
La Bibbia inizia con una affermazione oggettiva e non con una affermazione di natura religiosa, persino nella versione di re Giacomo. Si tratta di una vera e propria lezione di scienza primordiale che spiegava che, un tempo non esistevano i Cieli e la Terra e che era stato un atto del Signore dei Cieli - del suo "spirito" che si muoveva sulle "acque" - a creare con un dardo di luce i Cieli e la Terra.
I progressi compiuti negli studi Biblici e linguistici, dai tempi di re Giacomo, hanno spinto i redattori sia alla New American Bible, (cattolica), sia sia alla The New English Bible (delle chiese in Gran Bretagna) a sostituire lo "spirito di Dio" con la parola "vento", che poi è ciò che significa realmente il termine ebraico " ru'ach.
L'ultimo verso, dunque, recita "un vento possente spazzò le acque", è rimasta invariata, invece, la traduzione di "abisso" per la parola Tehom, tuttavia ora anche i teologi riconoscono il riferimento a Tiamat dei Sumeri.
Accettare queste premesse, il riferimento alla versione mesopotamica alle "acque" di Tiamat che si mescolano perde l'aspetto allegorico, e nasce invece, l'esigenza di una valutazione oggettiva.
Nasce l'esigenza di capire da dove proviene la grande quantità di acqua presente sulla Terra e di valutare l'affermazione della Bibbia (corretta come vedremo), secondo la quale, quando la terra si formò, questa era interamente ricoperta d'acqua.
Una tale abbondanza d'acqua sin dal momento stesso della sua creazione, si poteva spiegare solo se la Terra era quanto restava di Tiamat, "mostro d'acqua".
L'abbondanza di acqua di Tehom/Tiamat è citata nei vari riferimenti Biblici, il Profeta Isaia (51,10) ricordava "i giorni primordiali", quando la potenza del Signore "colpì e divise in due il Superbo", fece roteare il mostro d'acqua, prosciugò le acque di "Tehom-Raha".
Ma come aveva fatto il Signore a prosciugare il mare, le acque del grande abisso? Non era stato lo Spirito Divino, bensì il satellite di Nibiru/Marduk mentre si avvicinava a Tiamat, applicando questa conoscenza al testo Biblico, la lettura corretta dice:
In principio Dio creò il Cielo e la Terra.
La terra era informe e deserta e le tenebre
ricoprivano l'abisso e il vento di Dio aleggiava sulle acque
Dio disse: "Sia luce". E luce fu.
La Genesi non descrive la divisione di Tiamat o la distruzione della sua schiera di satelliti, riportate invece in maniera così vivida nei testi Mesopotamici; è chiaro, comunque, dai versi appena citati, (tratti da Isaia e dai Salmi nonché dalla narrazione di Giobbe - 26,7-13), che gli Ebrei avevano famigliarità con le parti eliminate dalla versione originale.
Giobbe, infatti, ricorda di come il Signore Celeste aveva colpito anche "gli abitanti del Superbo" e, con impressionante precisione astronomica, esalto il Signore che giunto dallo spazio esterno, era restato fedele a Tiamat (Tehom) e aveva modificato il sistema Solare.
I testi Mesopotamici proseguono poi descrivendo come Nibiru/Marduk aveva formato la Fascia degli Asteroidi con queste parole:
L'altra metà di leiegli innalzo come un paravento nei cieli,schiacciandola, piegò la sua coda fino a formare la Grande Fascia,simile ad un bracciale posto a guardia dei cieli.
La Genesi riprende questa narrazione primordiale e descrive la formazione della Fascia degli Asteroidi con queste parole:
Dio disse sia il Firmamento in mezzo alle acque
per separare le acque dalle acque.
Dio fece il Firmamento
e separò le acque che sono sotto il Firmamento
da quelle che sono sopra il Firmamento, e così avvenne.
Dio chiamò il Firmamento Cielo.
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