E una volta che le capacità cognitive dell’uomo sono sostituite da una macchina, diventiamo obsoleti?
Nota virgolettata mia:
"prima di dare una risposta a questo interrogativo,guarda e ascolta il video a fine articolo."
FILM: THE MACHINE
In un cupo scenario dove la guerra incombe e le difese devono essere potenziate il governo britannico ha stipulato un progetto segreto col dottor Vincent (Toby Stephens): genio della cibernetica il cui fine è in realtà più imponente della costruzione di super soldati. Quando la sua assistente apre la strada a un’intuizione illuminante lo step successivo per realizzare una macchina cosciente prende forma.
The Machine è il tipo di fantascienza che non include smisurato stupore, eppure offre effetti speciali e tensioni drammatiche degne di nota. A nutrire l’immagine sono luci artificiali e penombre che mascherano inquietudini, l’acustica cinge il pathos e la storia si evolve graduale e sotterranea, fino al punto in cui anima e metallo si fondono.
La Macchina (Caity Lotz) mostra l’alba di un’altra “vita” che ci sorpassa, che indica la nostra parte nel “vecchio mondo” mentre il nuovo sboccia danzando sulla sinfonia di Benjamin Britten. Non ci si aspetti guizzi concettuali solenni, ma parecchi interrogativi sociologici esaltati da una Lei/Her che conquista un corpo proprio. James percorre prima di tutto la strada delle smanie, delle ossessioni, della fragilità e dell’insensibilità umana, sollevando questioni biologiche e morali in bilico tra il progresso e la sua minaccia. L’eco di Ridley Scott* non è indifferente, ma nel suo piccolo (budget e distribuzione) il regista ci affascina.
C’è del buono da salvare in questi film apparentemente sporcati di altre pellicole, ci sono moniti agghiaccianti sull’abbattimento dei limiti etici, c’è uno spettacolo di luci accattivante e poi un ottimo equilibrio tra i due ruoli (uomo e macchina). Girato quasi tutto in interni ben sfruttati e con attori efficaci si sorvola sui caratteri di superficie e sull’epilogo action che fa traballare un lavoro altrimenti minuzioso.
James merita di entrare a testa alta nella fantascienza di classe, dove Frankenstein e filosofia si incontrano, dove guardiamo come spettri uno scenario di post-umanità e dove non mancano energia ed eleganza.
C’è del buono da salvare in questi film apparentemente sporcati di altre pellicole, ci sono moniti agghiaccianti sull’abbattimento dei limiti etici, c’è uno spettacolo di luci accattivante e poi un ottimo equilibrio tra i due ruoli (uomo e macchina). Girato quasi tutto in interni ben sfruttati e con attori efficaci si sorvola sui caratteri di superficie e sull’epilogo action che fa traballare un lavoro altrimenti minuzioso.
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Guardando questo video vi renderete conto di come e quanto velocemente sta cambiando il mondo del lavoro. Software ed hardware stanno sostituendo professioni che fino ad oggi neanche potevamo immaginare e la conseguenza è che anche il vostro posto di lavoro sarà a rischio in brevissimo tempo.
L’Umano non serve
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Ciao Wlady
RispondiEliminaSe signor gates auspica un' umanità di 500,000 persone un motivo ci sarà, l'elite fà programmi a lunghissimo termine e le macchine non vanno a manifestare in piazza per l'articolo 18.
Molto esaustivo il video peccato per il commentato, piatto e audio poco chiaro, non cattura l'attenzione.
Un caro saluto sono un pò latitante dal web, troppe cose da fere.
Ciao Zak,
RispondiEliminase l'umanità fosse andata in una direzione diversa, le macchine oggi sarebbero le nostre alleate e la Terra sarebbe sì il paradiso terrestre, ma il demiurgico arconte alieno ha seminato per eoni il suo verbo malefico.
Decisamente sia il commentato che l'audio è privo di enfasi che possa catturare l'attenzione, ma quello che narra è la triste verità, non domani ma adesso è già qui.
Avrei voluto trascrivere il commentato e forse lo farò, ma ora non ho tempo.
Ricambio il gradito e caro saluto; fai bene a fare le cose che devi fare, d'altra parte che cosa è il web, se non un software "macchina" pronto a sostituirci anche nei nostri pensieri più reconditi? Lo sta già facendo, lo vedo dalla miriadi di commenti che elimino tutti i giorni nell'altro blog (copia di questo) Altervista; commenti tutti uguali e imbonitori, non da persone ma da software con tanto di pagine pubblicitarie.