L'individuo e il suo futuro
"E' istruttivo leggere quello che hanno scritto gli autori cento o duecento anni fa sui valori fondamentali, perché allora si può apprezzare quanto è successo alla cultura di una nazione. Si può cogliere l'enorme influenza della propaganda pianificata, che cambia le menti, costruisce un nuovo consenso, esiliando certi dirompenti pensatori ai margini della società. Con grande intento, si può vedere ciò che gli è stato dipinto sopra, al fine di promuovere la tirannia che annuncia un bene maggiore per tutti." (La metropolitana, Jon Rappoport)
Qui presento diverse dichiarazioni circa l'individuo, sono state scritte nel 19° secolo in America. Gli autori: Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau, e James Fenimore Cooper erano figure di spicco. Emerson, a suo tempo, era il più famoso.
"Tutta la grandezza del carattere dipende dall'individualità. L'uomo che non ha altra esistenza se non quella di partecipare comunemente in tutto quello che è intorno a lui, non avrà altro che un'esistenza di mediocrità."- James Fenimore Cooper
"Meno governo abbiamo, meglio è, - con un minor numero di leggi si potrà confidare su di un minore potere. L'antidoto a questo abuso è di [da] un Governo formale", influenzato da un carattere privato, per far crescere l'individuo -. Ralph Waldo Emerson
"Le generazioni precedenti hanno agito sotto la convinzione di una splendente prosperità sociale che sarebbe stata la beatitudine dell'uomo, cittadini che si sono sacrificati in modo uniforme allo Stato. La mente moderna ha creduto che la nazione sarebbe esistita per l'individuo, per la tutela e l'educazione di ogni uomo. Questa idea, più o meno è stata scritta nelle rivoluzioni e/o movimenti nazionali, ma nella mente del filosofo era molto più precisa; l'individuo è il mondo."- Ralph Waldo Emerson
“If a man does not keep pace with his companions, perhaps it is because he hears a different drummer. Let him step to the music which he hears, however measured or far away.” — Henry David Thoreau
"Loro [i conformisti] pensano che la società sia più saggia della loro anima, e non sanno che è una sola anima, e che la loro anima, è la più saggia di tutto il mondo ... La società è ovunque nella cospirazione contro la virilità di ciascuno dei suoi membri ... L'obiettivo è l'uomo, che deve essere un anticonformista ... Infine, nulla è sacro, tranne l'integrità della vostra mente."- Ralph Waldo Emerson
Potete immaginare, oggi, una di queste dichiarazioni farsi largo nelle tradizioni e nelle menti del pubblico, tanto meno nei media mainstream?
Immediatamente, bisognerebbe respingere in forma virulenta l'individualismo illimitato, sulla base del fatto che è comparabile alla brutale avidità, è l'equivalente e (odiato) capitalismo, la disumana indifferenza è uguale alla difficile situazione dei meno fortunati, pari al cinico disprezzo per le esigenze del gruppo.
Gli uomini del 19° secolo che hanno scritto queste affermazioni verrebbero guardati con ostile sospetto, come potenziali criminali, con dei valori potenzialmente anomali "anti-governativi", che dovrebbero essere messi in una lista, per il fatto che potrebbero avere tendenze terroristiche.
L'analisi contemporanea dell'individuo va ben oltre questo.
Il caso in questione è quello di: Peter Collero, del dipartimento di sociologia, Western Oregono University, ha scritto un libro dal titolo: Il mito dell'individualismo: come le Forze Sociali Formano la nostra vita:
"La maggior parte delle persone oggi crede che un individuo è una persona con un documento d'identità indipendente e distinto. Tuttavia, questo, è un mito."
Callero sta sostenendo l'assenza di qualsiasi unicità da persona a persona. Sta affermando che non c'è distinzione significativa tra due persone. Tanto per cominciare, non ci sono due persone. Sono un gruppo.
Questo declassamento dell'individuo e del suo spirito umano è notevole, ma questa non è una eccezione. Ci sono molte, molte persone che oggi sarebbero d'accordo (senza capire di che cosa stanno parlando) che l'individuo non esiste. Il perché sul fatto che essi sarebbero d'accordo, è quello che il prendere una posizione opposta, li avrebbe impostati verso un percorso individuale e indipendente, ammettendo la loro autonomia e quindi avrebbero violato un sacro divieto, quello della correttezza politica.
Questi sono gli estremisti del conformismo a cui Emerson si riferiva un secolo e mezzo fa.
Incapaci di partecipare a qualcosa di simile e a un chiaro pensiero, queste persone salutano la bandiera del Collettivo, i quali ammettono allegramente che "ciò che è meglio per tutti." Tali domande, di "chi si definisce 'migliore'" e di "chi siano gli ingegneri di questo risultato" sono al di là delle loro capacità di distinguo. Riposano nella vaghezza del loro orgoglio.
Senza rendersene conto, si tratta di strumenti di un programma. Sono fanti in una campagna senza sosta per promuovere il collettivismo (dittatura dall'alto) con il pretesto di uguaglianza.
Ribadendo una delle dichiarazioni di Emerson: "L'antidoto a questo abuso di [da] un governo formale, è, un'influenza di carattere privato, sulla crescita della persona." Il corollario è: se non c'è una diffusa crescita degli individui e della loro autonomia per pensieri, azioni e una coscienza morale, se non si allargano i propri orizzonti e le sfere d'influenza, a lungo andare sarà il governo ad avere il controllo?
Infatti, l'umiliazione dell'individuo è una intenzionale manovra progettata per mantenere il potere del governo intatto e ampliare la propria gamma.
Considerate questa domanda: se tutta l'opposizione al prepotente e invadente governo illegittimo, sono contenute in gruppi organizzati, e se non emergessero persone indipendenti, "Emerson", quale sarebbe il risultato?
A lungo termine, questi gruppi potrebbero ristagnare e non riuscire nelle loro missioni. Sarebbero cooptati dal governo. Alla fine, tutti questi gruppi potrebbero essere considerati come "bisogni speciali" casi, che richiedono un "intervento" per "aiutarli".
Questo è un futuro senza promesse, senza ragione, senza fantasia, senza forza vitale.
È per questo che l'individuo rimane vitale; al di sopra e al di là, attraversando qualsiasi tempesta di propaganda.
Jon Rappoport
traduzione e adattamento: ningishzidda
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