sabato 16 agosto 2014

Dal 753 al 510 a.C. all'anno Zero

 
 Dopo di "Loro": la Repubblica (509 a.C.).
L'Italia Antica prima della nascita della potenza romana, comprendeva: al nord la Gallia Cisalpina; al centro l'Etruria, il Lazio, la Campania e il Sannio; a sud la Magna Grecia.
Roma ebbe dei re dal 753 al 510 a.C. Poi da quest'ultima data fu governata come Repubblica dal 510 al 30 a.C. E dal 30 a. C. al 476 d.C.(caduta dell'Impero Romano) fu retta da imperatori.

RIASSUMIAMO BREVEMENTE LA PRIMA PARTE.
FONDAZIONE E I SETTE RE DI ROMA - (753-509 a.C.). - Roma, colonia d'Albalonga, antica città del Lazio, ebbe per primo re Romolo, suo fondatore (753). A lui successero Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il superbo. E' da quest'ultimo che nacque il fatto che andò a sconvolgere 250 anni di governo monarchico assolutistico. Un figlio di Tarquinio (lui detto il "superbo" e tale era anche il figlio) avendo fatto offesa gravissima alla patrizia Lucrezia, i Romani si sollevarono contro, lo cacciarono con tutta la famiglia e fondarono la Repubblica (509 a.C.).

PATRIZI E PLEBEI - Il Senato (istituzione creata ai tempi di Romolo) mise alla testa della repubblica due consoli eletti per un anno; ma nei momenti di pericolo al loro posto veniva eletto un dittatore. Mentre doveva difendersi contro gli etruschi indotti a far guerra da Tarquinio il Superbo) e contro altri popoli vicini, Roma era dilaniata da discordie tra patrizi (i ricchi) e plebei (i poveri). Questi ultimi, oppressi dai patrizi, si ritirarono sul Monte Sacro. Rientrarono a Roma soltanto in seguito alle sollecitazioni di Menezio Agrippa che si fece promotore della causa e fu istituita una nuova magistratura per proteggerli: il tribunato della plebe (493). Ma i plebei reclamavano delle leggi scritte. Dieci cittadini (decumviri)  compilarono le leggi delle "Dodici Tavole". A poco a poco i plebei migliorarono le loro condizioni ed ebbero accesso a tutte le cariche pubbliche.  (vedi nei dettagli tutti i nomi che si succedettero dal 753 all'1 d.C.
( in STORIA DI ROMA - CRONOLOGIA).
LE GUERRE CON I POPOLI VICINI - Col V secolo Roma cominciò a lottare contro i popoli vicini per allargare il suo dominio nel Lazio: alleata dei Latini combattè contro i Volsci (Coriolano), contro gli Equi, vinti da Cincinnato, e gli Etruschi, vinti dal dittatore Camillo con la conquista e la distruzione della città di Veio (395).

I GALLI A ROMA - I Galli popolo barbaro che occupava il nord d'Italia, dopo aver sottomesso i Liguri e gli Etruschi, vinsero i Romani al fiume Allia e presero e incendiarono Roma (386). Soltanto il Campidoglio resisteva; alla fine i Romani dovettero capitolare, ed avrebbero dovuto accettare a prezzo d'oro la liberazione della città se non fosse intervenuto Camillo ("Guai ai vinti").

LE GUERRE SANNITICHE - (343-290 a.C.). Roma estese il suo dominio sui Campani, assoggettò i Latini che si erano rivoltati e combattè una dura e lunga guerra contro i Sanniti, forte popolo montanaro del Sannio (Abruzzi). Ma questa guerra fece insorgere contro Roma altre popolazioni italiche e cioè gli Etruschi, Umbri, Sabini, Galli, Lucani. Roma. Tuttavia, dopo lo scacco delle Forche Caudine, Roma riuscì a vincere definitivamente.

LA GUERRA CONTRO PIRRO (251-275 a.C.). CONQUISTA DELL'ITALIA DEL SUD.
- I Romani tentarono di assoggettare le colonie greche dell'Italia meridionale. Taranto minacciata si rivolse per aiuto a Pirro, re dell'Epiro (Grecia) Questi venne in Italia con fanti, cavalli ed elefanti e vinse i Romani ad Eraclea (280), ma con gravi perdite (onde il detto "vittoria di Pirro). I Romani, però, animati dai senatori Appio Claudio Cieco e Fabrizio, sconfissero Pirro a Benevento (275) costringendo a tornare in Grecia. Taranto alla fine aprì le sue porte: tutta l'Italia meridionale fu così sotto il potere dei Romani.

ROMA E CARTAGINE (264 a.C.) - Cartagine, città fondata dai Fenici sulle coste della Tunisia, si era formata un vasto impero marittimo nel Mediterraneo occidentale, fondando numerose colonie in Africa, in Spagna, in Sardegna e cercava di consolidarlo con l'acquisto della Sicilia. Romani e Cartaginesi (detti anche Puni) avevano avuto buone relazioni, ma poi diventarono nemici per il dominio del Mediterraneo. La lotta che ne seguì si svolse in tre guerre, dal 264 al 146 a.C. e finì con la vittoria di Roma.
LA PRIMA GUERRA PUNICA  (264-241 a.C.). - L'occasione della prima guerra punica fu data dall'aiuto chiesto da Messina ai Romani contro i Cartaginesi. Roma intervenne con Caio Duilio che riportò a Milazzo una prima vittoria navale. Dopo lo sbarco infelice di Attilio Regolo in Africa, i Romani ottennero un'altra vittoria navale presso le isole Egadi e costrinsero i Cartaginesi alla pace (241); così la Sicilia passò sotto il dominio di Roma. Poco dopo Roma toglieva ai Cartaginesi anche la Corsica e la Sardegna, occupava la Gallia Cisalpina, fondando le colonie di Piacenza e Cremona, infine  assoggettava l'Istria e l'Illiria nel Mare Adriatico.

LA SECONDA GUERRA PUNICA - (218-201 a.C.) - Annibale condottiero cartaginese attaccò la città di Sagunto in Spagna, alleata di Roma. Annibale attraversò i Pirenei e le Alpi, sconfisse i Romani al Ticino, alla Trebbia e al Trasimeno, aiutato dai Galli.
Roma elesse un dittatore, Fabio Massimo detto il Temporeggiatore perchè non risolse la grave crisi. Dopo di lui, i Romani guidati da Paolo Emilio e Varrone furono sconfitti a Canne (216 a.C.).

Annibale non osò attaccare Roma, che resisteva piuttosto bene con la sua difesa. Suo fratello Asdrubale, venuto dalla Spagna con i rinforzi, fu battuto sul Metauro (207). Annibale riparò in Africa, dove il generale romano Scipione l'Africano minacciava Cartagine, e fu sconfitto a Zama (202). Cartagine, costretta alla pace, fu privata della Spagna, di una parte del territorio in Africa, della sua flotta e fu anche costretta a non far guerra senza il permesso di Roma.

GUERRE IN ORIENTE (146 a.C.)- Domata Cartagine, i Romani pensarono di estendere il loro dominio anche nei paesi d'Oriente dove comandavano due re già ostili tra di loro: Antioco, re di Siria e Filippo re di Macedonia. Il primo fu vinto a Magnesia dal console Lucio Cornelio Scipione e il secondo a Cinocefale (Tessaglia) da Tito Quinzio Flaminio. I due re furono privati dei territori a vantaggio di Roma. Infine i Romani si rivolsero contro i Greci e i Macedoni che resistevano ancora: i Greci furono vinti e definitivamente annientati con la distruzione di Corinto (146 a.C.) e i Macedoni furono disfatti a Pidna e assoggettati anche loro a Roma.

LA TERZA GUERRA PUNICA - (149 a.C.) - Per essersi difesi contro Massinissa, re di Numidia, ai Cartaginesi fu ordinato di abbandonare la città e di ritirarsi nell'interno del paese. Al loro rifiuto la città fu assediata, presa e rasa al suolo dopo tre anni di aspra lotta da Scipione Emiliano.

IL MARE NOSTRUM - Con tali conquiste Roma divenne padrona dell'Italia, della Spagna, di una parte delle terre dell'Africa e dell'Asia. Il Mare Mediterraneo fu d'allora in poi, e per molti secoli, un lago romano, tanto da chiamarlo "mare nostrum".
Ma è questo il periodo di nuovi cambiamenti dentro la società romana. Sono trasformazioni che vanno a modificare ancora una volta tutta la politica romana; e trae origine dai fermenti sociali.

I GRACCHI
- (133-121 a.C.)- Con le conquiste, le terre confiscate dai Romani ai popoli vinti (che andranno a formare l'agro) furono usurpate a danno degli altri cittadini dalle classi ricche dei senatori, dei cavalieri, dei nobili. Questi formarono dei vasti possessi (latifondi - l'etimo significa appunto largo, ampio) lavorati dagli schiavi (dopo tante guerre vittoriose trascinati a Roma erano diventati numerosissimi ).
Conseguenza di tutto ciò fu la diminuzione dei piccoli proprietari di campagna, la disoccupazione di molti cittadini, un diffuso malcontento, le agitazioni dei poveri ed infine le prime lotte civili.
I fratelli Tiberio e Caio Gracco, figli di Cornelia, creati tribuni della plebe, tentarono di eliminare queste cause di malcontento e proposero delle leggi favorevoli ai poveri per dare loro terre e lavoro: ma i ricchi insorsero, li ostacolarono e, abilissimi sobillarono il popolo contro i due fratelli che alla fine furono assassinati.

MARIO E SILLA - (109-78 a.C.) - Dopo l'eliminazione dei due "perturbatori" della nuova casta di arricchiti, le lotte tra i ricchi e i poveri continuarono: la città si divise ben presto in due partiti: il DEMOCRATICO, cioè del popolo, e l'ARISTOCRATICO, cioè dei nobili e dei ricchi. Il primo ebbe per capo CAIO MARIO, un uomo venuto dal popolo, di grande valore militare. Egli combattè contro Giucurta, re di Numidia. Inviato contro i Cimbri e i Teutoni, barbari del Nord che minacciavano le frontiere, li sconfisse in due grandi battaglia (Aix en Provence e Vercelli).
Mario chiese poi che gli fosse affidato il comando della guerra contro Mitridate, re del Ponto. Il Senato (composto da nobili) gli preferì invece Silla, un aristocratico, e così scoppiò la guerra civile. I seguaci di Mario, approfittando della lontananza di Silla, si impadronirono di Roma e perseguitarono gli aristocratici. Silla rientrato vincitore di Mitridate, fece perire con numerose uccisioni i partigiani di Mario. Nominato dittatore ristabilì nuovamente l'autorità dei nobili e del Senato.

POMPEO E CESARE
-(78-44 a.C.) - Dopo la morte di Silla, Cneo Pompeo, un grande generale aristocratico, e Cruso, il più ricco dei Romani, si disputarono l'influenza nello Stato. Pompeo combatteè vittoriosamente contro Mitridate che si era ribellato, riassoggettò la Spagna, domò la rivolta dei gladiatori guidati da Spartaco, sterminò i pirati del Mediterraneo, assoggettò infine a Roma tutta l'Asia Minore e la Siria. Nel frattempo Roma veniva sollevata dalla congiura di Catilina per opera del grande oratore Marco Tullio Cicerone (62 a.C.). Al suo ritorno Pompeo si associò a Crasso e a Caio Giulio Cesare, il maggiore dei tre per genio politico e militare, appartenente al partito democratico (i poveri) e formarono il primo triunvirato (60 a.C.). I Tre si divisero il governo della Repubblica: Pompeo ebbe il governo della Spagna, Crasso della Siria e Cesare della Gallia.
E proprio Cesare da abile militare qual'era, estese il dominio di Roma a tutta la Gallia Transalpina (l'attuale Francia). Preoccupando Roma.

LA GUERRA CIVILE
- Mario Crasso in guerra contro i Parti, Pompeo, geloso delle glorie militari di Cesare (partito dei poveri), si alleò con il Senato (partito dei ricchi)  contro di lui e gli intimò di licenziare l'esercito. In risposta Cesare scese in Italia, varco il fatidico Rubicone (che segnava il confine) e marciò su Roma. Pompeo si ritirò in Grecia con i suoi seguaci  ma fu poi sconfitto a Farsalo (48 a. C.). Rifugiatosi in Egitto Pompeo vi morì assassinato. Per Cesare fu facile assoggettare anche l'Egitto, che diede a Cleopatra: vinse Farnace figlio di Mitridate ("venni. vidi, vinsi"), e sterminò infine i due eserciti pompeiani in Africa e Spagna.

CESARE DITTATORE A VITA - Dopo queste grandi le vittorie e le conquiste, Cesare proclamato dittatore a vita governò con moderazione. Introdusse utili riforme (il calendario giuliano è una di queste) ed abbellì Roma con stupendi monumenti. Ma i senatori, invidiosi della sua potenza, congiurarono contro di lui.  Bruto e Cassio e gli altri congiurati colpirono Cesare con 23 pugnalate la mattina del 15 marzo 44.a.C. alle ore 10,  nella Curia di Pompeo (ossia dove oggi si trova l'attuale Largo Argentina).
IL SECONDO TRIUNVIRATO - (43-31 a.C.) - Ottaviano, erede e figlio adottivo di Cesare, e Marco Antonio, amico di Cesare, prima si disputarono la sua successione politica poi si accordarono e formarono con Emilio Lepido il secondo triunvirato (43). Si liberarono con massacri dei loro avversari (Antonio fece uccidere anche Cicerone) e a Filippi (Macedonia) sconfissero l'esercito di Bruto e Cassio. Poi allontanato Lepido, Ottaviano e Antonio si divisero l'impero: Ottaviano ebbe l'occidente, Antonio l'oriente. 
Ma ben presto tra i due sorse il contrasto: Antonio e la regina d'Egitto, Cleopatra, che egli aveva sposato, furono vinti nel mare di Azio (31), e si suicidarono. L'Egitto fu annesso così a Roma. Col trionfo di Ottaviano finisce la Repubblica Romana e incomincia l'IMPERO.

CESARE AUGUSTO E I SUOI SUCCESSORI - (30  a.C. 68  d.C.)- Ottaviano tenne nelle sue mani tutti i poteri (console, tribuno, pontefice massimo) e il Senato lo chiamò Augusto cioè divino, fu presidente del Senato e capo supremo dell'esercito (IMPERATORE). Il regno di Augusto fu il periodo d'oro delle lettere latine (Virgilio, Orazio, Ovidio, Tito Livio ecc). Roma si arricchì di bei monumenti: ed estese il suo dominio fino al Danubio e oltre il Reno.
E' in questo periodo che tradizionalmente viene indicata la nascita di GESU' CRISTO.

Periodo che d'ora in avanti seguiremo anno per anno.....
a partire dall'anno 1 Continua QUI

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