"La cordicella di lino e la canna per misurare sono state raffigurate in epoca sumera come oggetti sacri donati da un architetto divino a un re scelto per erigere un tempio"
ANTICHI OLOGRAMMI, REALTÀ VIRTUALE
Il misuratore divino ordinò a Ezechiele di fare attenzione a tutto ciò che avrebbe udito e visto e, in particolare, di annotare tutte le misure, così da poterle riportare con precisione agli esiliati. Non appena gli vennero consegnate queste istruzioni, l'immagine al cospetto di Ezechiele cambiò forma.
All'improvviso l'immagine di un uomo distante svanì, sostituita da quella di un muro che circondava una grande casa, come se - per usare termini a noi famigliari - una telecamera avesse cambiato inquadratura.
Ezechiele <<vedeva l'uomo con le misure>> che iniziava a prendere le misure di questa casa. Dalla scena che si vedeva all'esterno del muro, al muro di recinzione, Ezechiele ora era in grado di scorgere l'uomo che continuava a prendere misure; e mentre lui proseguiva in questa sua attività, la scena continuava a cambiare - come se una telecamera seguisse l'uomo; e invece nelle scene esterne, Ezechiele poteva scorgere le parti interne della casa: cortili, camere, cappelle.
Dall'esame dell'architettura generale le immagini passavano ora a focalizzarsi sui dettagli della costruzione e sulle decorazioni. Ezechiele aveva capito bene che gli venivano mostrate immagini del futuro, del Tempio ricostruito, con il Sncta Santorum e con le supellettili sacre, le stanze per i sacerdoti e il luogo del cherubino.
La descrizione che occupa ben tre capitoli del Libro di Ezechiele, è talmente dettagliata e i dati architettonici sono così precisi che i progettisti odierni sono riusciti a riprodurre il progetto del Tempio
Mentre una visione seguiva l'altra, in una simulazione che batte gran lunga tutte le più avanzate "realtà virtuali" dei nostri giorni - Ezechiele più di 2.500 anni fa - fu trasportato nella visione. Venne condotto alla porta del complesso del Tempio che guardava a oriente e li vide <<la glioria di Dio di Israele>> che giungeva dalla via orientale.
<<La visione che vidi era simile a quella che avevo vista>> in precedenza, in due distinte occasioni.
Lo spirito mi prese
e mi condusse nell'atrio interno;
ecco, la gloria del Signore entrò nel Tempio
per la porta che guarda a oriente
A questo punto Ezechiele udì una voce che gli parlava. Non era la stessa "dell'uomo" che aveva visto prima con la cordicella di lino e la canna per misurare (vedi foto sopra), infatti quell'uomo era li accanto a lui. La voce all'interno del Tempio annunciò che quel luogo in cui sarebbe stato posto il Trono Divino e dove si sarebbero posati i piedi del Signore.
Alla fine Ezechiele ricevette istruzioni di informare la Casa di d'Israele di tutto ciò che aveva visto e sentito e di consegnare le misure del progetto, così da consentire la costruzione del tempio.
Il Libro di Ezechiele termina a questo punto con lunghe istruzioni relative ai servizi sacri nel futuro Tempio. Cita che Ezechiele <<era stato riportato indietro>< per vedere la gloria del Signore dalla porta occidentale. Presumibilmente è da lì che Ezechiele fu poi riportato indietro; ma il Libro resta vago su questo punto.
Quando Gudea continuava a nutrire dubbi in merito alle istruzioni architettoniche per il Tempio che doveva costruire, gli venne mostrata una <<visione che emerge>>, nella quale poteva vedere il tempio che prendeva forma dalla prima pietra fino al suo completamento, fase dopo fase. Una simulazione di questo genere era impensabile 4.000 anni fa, infatti solo oggi noi siamo in grado di farla avvalendoci della tecnologia informatica.
Ezechiele non solo fu trasportato in forma miracolosa (per ben due volte) dalla Mesopotamia fino alla terra di Israele, ma la seconda volta gli vennero mostrati, scena dopo scena - con quella che oggi definiremo "realtà virtuale" - i particolari di qualcosa che non esisteva ancora - il futuro Tempio la casa di Yhaweh che sarebbe stata edificata in base alle precise istruzioni architettoniche rivelategli ai confini della realtà. Come era possibile?
Ezechiele all'inizio chiamò la visione un Tavnit, - il termine usato in precedenza nella Bibbia in relazione alla Dimora e al Tempio. Ma se quelli erano modellini in scala, quello visto da Ezechiele era un modello in scala 1:1, infatti il misuratore divino prendeva realmente le misure con una canna lunga sei cubiti.
Infatti ci viene detto che misurava una lunghezza di sessanta cubiti qui e un'altezza di venticinque cubiti là. Ciò che vedeva Ezechiele, dunque, era una "realtà virtuale" o una tecnologia olografica? Gli venivano mostrate simulazioni digitali, oppure vedeva un tempio vero e proprio grazie a ologrammi?
I visitatori dei Musei della scienza restano sovente affascinati dalle raffigurazioni olografiche, nelle quali due proiettori proiettano immagini che se combinate, sembrano formarne una sola tridimensionale, che fluttua nell'aria.
Le tecniche alla fine del 1993 (Physical Review Letters, dicembre 1993 riescono a far comparire ologrammi a lunga distanza grazie all'aiuto di un solo fascio laser puntato su di un cristallo.
Queste tecniche, senza dubbio sofisticate, furono usate senza dubbio per permettere a Ezechiele di vedere, persino entrare nel "modello costruito" che si trovava realmente in un altro luogo, forse in Sud America?
Quando Gudea continuava a nutrire dubbi in merito alle istruzioni architettoniche per il Tempio che doveva costruire, gli venne mostrata una <<visione che emerge>>, nella quale poteva vedere il tempio che prendeva forma dalla prima pietra fino al suo completamento, fase dopo fase. Una simulazione di questo genere era impensabile 4.000 anni fa, infatti solo oggi noi siamo in grado di farla avvalendoci della tecnologia informatica.
Ezechiele non solo fu trasportato in forma miracolosa (per ben due volte) dalla Mesopotamia fino alla terra di Israele, ma la seconda volta gli vennero mostrati, scena dopo scena - con quella che oggi definiremo "realtà virtuale" - i particolari di qualcosa che non esisteva ancora - il futuro Tempio la casa di Yhaweh che sarebbe stata edificata in base alle precise istruzioni architettoniche rivelategli ai confini della realtà. Come era possibile?
Ezechiele all'inizio chiamò la visione un Tavnit, - il termine usato in precedenza nella Bibbia in relazione alla Dimora e al Tempio. Ma se quelli erano modellini in scala, quello visto da Ezechiele era un modello in scala 1:1, infatti il misuratore divino prendeva realmente le misure con una canna lunga sei cubiti.
Infatti ci viene detto che misurava una lunghezza di sessanta cubiti qui e un'altezza di venticinque cubiti là. Ciò che vedeva Ezechiele, dunque, era una "realtà virtuale" o una tecnologia olografica? Gli venivano mostrate simulazioni digitali, oppure vedeva un tempio vero e proprio grazie a ologrammi?
I visitatori dei Musei della scienza restano sovente affascinati dalle raffigurazioni olografiche, nelle quali due proiettori proiettano immagini che se combinate, sembrano formarne una sola tridimensionale, che fluttua nell'aria.
Le tecniche alla fine del 1993 (Physical Review Letters, dicembre 1993 riescono a far comparire ologrammi a lunga distanza grazie all'aiuto di un solo fascio laser puntato su di un cristallo.
Queste tecniche, senza dubbio sofisticate, furono usate senza dubbio per permettere a Ezechiele di vedere, persino entrare nel "modello costruito" che si trovava realmente in un altro luogo, forse in Sud America?
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