giovedì 6 dicembre 2012

il Club elitario

BILDERBERG ITALIA/ Tutto ruota intorno all'Aspen Institute: 
ecco nomi, intrecci e obiettivi

 Nella centralissima Piazza Navona, al civico 114, sorge Palazzo Lancellotti, un edificio risalente al XVI° secolo, dove ha sede l’Aspen Institute Italia, una sorta di filiale “locale” – ma con ramificazioni internazionali – del Club Bilderberg. Stiamo parlando del cuore del Potere italiano, tutto concentrato nell’Aspen. Basta infatti leggere i nomi di chi ne fa parte e studiare gli intrecci tra politica, imprenditoria, finanza e media portati avanti in assoluta segretezza, a discapito del popolo sovrano, per capire che ci troviamo di fronte al Sistema, quello con la S maiuscola.
In pochi si chiedono come il Bilderberg stia davvero influenzando il Potere delle nazioni. Anche perché il Club elitario incontratosi il 13 novembre a Roma non agisce direttamente sui vari governi ma piuttosto cerca di influenzare politica, economia, finanza e media tramite filiali locali ramificate ovunque, all’interno delle quali siedono gli influencers di turno.
 
Nel Belpaese questo compito spetta all’Aspen Institute Italia, fondato nel 1950 dagli stessi componenti del Bilderberg che avevano bisogno di un ulteriore network internazionale con cui analizzare, controllare e manovrare la geopolitica globale attraverso interconnessioni tra i vari Paesi. L’Aspen - presente anche negli States, in Francia, Germania, Giappone, India, Romania e Spagna – serve esattamente per questo scopo. 

In Italia ha avviato la sua attività nel 1984 e ha due sedi, una nella centralissima Piazza Navona a Roma, al civico 114 del Palazzo Lancellotti, e l’altra a Milano, in via Vincenzo Monti 12, tra Corso Magenta e il Castello Sforzesco.


  
Curiosità: allo stesso civico milanese dell’Aspen risulta una sezione del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. 

ANALOGIE COL BILDERBERG: VIGE L’OMERTÀ

I dibattiti nelle sedi nazionali infatti si tengono rigorosamente a porte chiuse e lontani da persone non appartenenti “al Sistema”. Nessuno sa infatti quando si riuniscono e non trapela mai quanto si dicono se non negli argomenti di politica economica che appaiono nella rivista specializzata “Aspenia rivista” dove è stato spiegato anche il funzionamento del Bilderberg. L’unico diktat che viene fuori è il “distruggere per creare”, che ricorda tanto da vicino quello che sta succedendosoprattutto in Europa – dove per creare un Nuovo Ordine è necessario smantellare il precedente.   

Ed ecco che il lavoro sporco, cui i politici italiani non hanno saputo adempiere, viene realizzato in prima persona dai membri dell’Aspen. Tra cui, ça va sans dire, l’esimio Mario Monti. Come far digerire tutto questo all’opinione pubblica? Ci pensa la stampa, bellezza, o quantomeno quella asservita (la maggior parte) al Sistema. Basti pensare che Presidente del The Aspen Institute è Walter Isaacson, ex direttore del Time ed ex amministratore delegato della Cnn. Oggi lavora con Obama.

L’ORGANO DIRETTIVO DI ASPEN ITALIA

Al contrario del Bilderberg, però, sul sito  Aspen Italia mette a disposizione dei pochi curiosi i nomi di chi ne fa parte. Solo a guardare i quattro presidenti onorari vengono i brividi, perché risulta facile comprendere come il nuovo che avanza è sempre figlio del vecchio che non muore mai: e infatti troviamo Giuliano Amato, il “tecnico” cui dobbiamo la svendita della lira; l’economista Carlo Scognamiglio, ex Ministro della Difesa sotto il Governo D’Alema (’98-’99), dopo essere stato Presidente del Senato con i voti di Forza Italia; spunta persino il nome dell’ex socialista Gianni De Michelis, travolto dallo scandalo Tangentopoli, condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi patteggiati per corruzione nell'ambito delle tangenti autostradali del Veneto e 6 mesi patteggiati nell'ambito dello scandalo Enimont, ma evidentemente degno di pasteggiare con la crème del Potere italiano

Il quarto ed ultimo presidente onorario è Cesare Romiti, ex dirigente della Fiat, cui nel 2000 la Cassazione ha confermato  la condanna a undici mesi e dieci giorni di reclusione per falso in bilancio, finanziamento illecito dei partiti e frode fiscale relativa al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat, consigliere in RcsMediaGroup e Impregilo.

Come potete notare c’è un trasversalismo politico-imprenditoriale da brividi.
Chi è il Presidente dell’Aspen Italia? Giulio Tremonti, il potentissimo ministro dell’economia del berlusconismo. E tra i 4 vicepresidenti spuntano amici e (presunti) nemici, persone con cui Tremonti dovrebbe accapigliarsi e con le quali, evidentemente, va d’amore e d’accordo: Enrico Letta, dirigente del battagliero e antiberlusconiano Pd; John Elkann, Presidente Fiat, e Lucio Stanca, ex senatore di Forza Italia famoso per aver fondato il partito insieme a Berlusconi nel 1994. Contribuì alla nascita di Forza Italia anche il segretario generale Angelo Maria Petroni. 

Capito ora perché l’opposizione, da chiunque venga rappresentata, non contrasta mai con veemenza le decisioni del Governo? Tutto viene anticipatamente deciso nelle riunioni dell’Aspen. O vogliamo credere alla favoletta che in quei meeting Tremonti, Elkann e Letta parlano di dove andare a sciare d’inverno o a prendere il sole d’estate?




IL CUORE DELL’ASPEN: IL COMITATO ESECUTIVO. POLITICI, ECONOMISTI, IMPRENDITORI E GIORNALISTI.

È proprio nell’organismo di governo dell’Aspen che si incontrano le menti finissime, elitarie e potenti che fanno capo al Bilderberg e hanno il dovere di influenzare, poi, i poteri politico, economico, imprenditoriale e mediatico. 

Tra i componenti del comitato, oltre al vicepresidente John Elkann – habitué nelle riunioni Club Biderberg - troviamo anche l’attuale presidente del Consiglio Mario Monti, altro esponente di spicco del “circolo dei potenti”. Bilderberghiano - ha partecipato anche all’incontro in Virginia – è anche il dirigente Enel Fulvio Conti, così come vicino a questo mondo è l’incompreso (ma col senno di poi tante cose si capiscono) attuale Ministro ai Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. 

Non poteva di certo mancare Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset e “yes man” di Silvio Berlusconi. Nell'aprile 2008 viene rinviato a giudizio dal gup di Milano con l'accusa di frode fiscale: la procura contesta  presunti reati commessi in un periodo compreso tra il 2001 al 2003. Il 20 febbraio dell’anno successivo è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sulla bancarotta di Hdc, la società di sondaggi diretta da Luigi Crespi.

L’altro che ha avuto a che fare con la giustizia, e con Berlusconi, è l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, zio del vicepresidente Enrico in quota Pd. Questa sarebbe una storia da libro cuore: lo zio berlusconiano e il nipote anti-berlusconiano s’incontrano nelle segrete stanze dell’Aspen e – chissà – sotto la regia (occulta?) di Monti, Confalonieri e Tremonti, trovano la quadra di un rapporto a dir poco ambiguo. Sarebbe da libro cuore, se non fosse che questa gente gioca a risiko sulla pelle dei cittadini.

Anche Gianni Letta risulta indagato, dal novembre 2008, per i reati di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata in riferimento a presunti favori per l'affidamento ad una holding di cooperative, legata al movimento Comunione e Liberazione. Ma dopo un conflitto di competenza tra le Procure di Potenza e Roma, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha affidato il prosieguo dell'indagine alla Procura della Repubblica di Lagonegro. Nel marzo 2011 i pm chiedono a Lagonegro di archiviare l'inchiesta "perché non sussistono reati". Pochi dubbi a riguardo.

Presente nel cuore pulsante dell’Aspen Italia anche l’ex vicepresidente di Confindustria Luigi Abete, che in comune con gli altri ha anche un rinvio a giudizio nel 2006 per usura. Assolto nel 2008.

GLI ALTRI SIAMO NOI.
Chi sono gli altri? Ecco i loro nomi.

Maurizio Costa, consigliere d’amministrazione Fininvest; Gabriele Galateridi Genola, ex dirigente Fiat, ora  Presidente di Assicurazioni Generali e Telecom Italia, nonché consigliere e membro del comitato non esecutivo di Banca CRS, Banca Carige, Italmobiliare, Azimut-Benetti, Fiera di Genova, Edenred e dell'Istituto Europeo di Oncologia; Emma Marcegaglia, presidente Confindustria; Riccardo Perissich, dirigente Telecom e Pirelli; Giuseppe Recchi, presidente Eni; Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techricht; Beatrice Trussardi e Alberto Quadrio Curzio, economista nonché membro o Presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Edison, della Fondazione Balzan, della Fondazione Centesimus Annus, del Gruppo Etica e Finanza. Quante cariche tutte concentrate in una sol persona…

Tra i politici ecco che spuntano i nomi di: Franco Frattini, ex ministro degli esteri nell’ultimo governo Berlusconi;  l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, anche lui membro di spicco del Bilderberg; Giuliano Urbani, fondatore di Forza Italia, e Giacomo Vaciago, ex sindaco di Piacenza con una coalizione di centrosinistra, ma con un passato da tecnico: dal 1987 al 1989 è consigliere economico del Ministro del Tesoro, dal 1992 al 1993 consigliere del Presidente del Consiglio, dal gennaio 2003 al marzo 2005 è consigliere scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Quando si dice che centrosinistra e centrodestra siedono allo stesso tavolo di trattative, molto probabilmente ci si riferisce a quanto accade all’interno dell’Aspen, dove risultano presenti alcuni tra i più influenti rappresentanti di entrambe le coalizioni.

Non potevano mancare i banchieri nel comitato direttivo: si tratta di William Mayer, presidente emerito di The Aspen Institute, membro del Bilderberg, del CFR e di una serie di equità funds da far impallidire chiunque altro al suo cospetto. A rappresentare la categoria c’è anche Francesco Micheli, presidente ed Amministratore Delegato di Genextra S.p.A. e consigliere di Congenia S.p.A., Interbanca S.p.A., Sopaf S.p.A., e della Fondazione Teatro alla Scala.

Tra i giornalisti spunta il nome di Lucia Annunziata, Direttore di Huffington Italia (lo stesso gruppo Cir di Repubblica, guidato dal massone Carlo De Benedetti); Paolo Mieli, presidente Rcs libri; Angelo Maria Petroni, giornalista economico che contribuì alla nascita di Forza Italia; Mario Pirani giornalista e fondatore di Repubblica insieme a Scalfari.

Tutti insieme appassionatamente, verrebbe da dire. Come possano coesistere poteri e figure così diversi tra loro come quello politico e mediatico, come quello del berlusconiano Confalonieri e dell’anti-berlusconiana Annunziata, resta davvero un mistero. Che forse tanto mistero non è.

A volte basta unire i puntini per osservare quell’essenziale invisibile agli occhi di cui contava Antoine De Saint Exupery. Basta socchiudere gli occhi perché figure, strategie, trame e obiettivi prendano forma in maniera inaspettata ma repentina.

Immaginiamo un tavolo dell’Aspen Italia a cui siedono: il “politico” Mario Monti, Presidente del Consiglio; l’imprenditore dei media Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset; la giornalista (?) Lucia Annunziata, Direttore dell’ Huff Post italiano; il “politico” Enrico Letta, dirigente del Pd; l’imprenditore John Elkann.
Di cosa parlerebbero, secondo voi?


I SOCI SOSTENITORI

Potevano mai mancare in questo bel (?) quadretto para-massonico? Certamente no. Ed ecco spuntare le multinazionali, banche, grandi imprese, assicurazioni, gruppi mediatici, società di consulting e aziende farmaceutiche. L’elenco completo è scaricabile da qui.

Il cuore del Sistema. Quello che pompa sangue in proprio favore e drena le risorse dei cittadini con un unico obiettivo: togliere sovranità all’Italia, appropriarsi degli ultimi beni restanti, perseguire l’arricchimento e definire un Nuovo Ordine - politico, economico, imprenditoriale, finanziario e mediatico.
Un Nuovo Ordine dove centrosinistra e centrodestra sublimano la loro vocazione all’inciucio – l’unico partito non rappresentato all’interno dell’Aspen è Italia dei Valori – e decidono, chiusi all’interno di una stanza, il futuro degli italiani.

Follow the money” diceva Giovanni Falcone a chi gli chiedeva come decifrare la mappatura della criminalità internazionale. Unire i puntini, aggiungiamo noi, per capire chi, come, dove, quando e perché sta progettando quello che una volta si chiamava “Colpo di Stato”. L’unica differenza è che non si spara più. Non servono le pallottole. Basta un “tavolo decisionale” dove far sedere gli influencers, assegnare ad ognuno un compito bene preciso e il gioco è (perlopiù) fatto.

A meno che qualcuno non si metta di traverso e porti a conoscenza dell’opinione pubblica nomi, intrecci e obiettivi del Bilderberg italiano.



 

  


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