L’inferno: microchip obbligatorio e vaccini imposti col Tso
Il vaccino è soltanto un passaggio intermedio. L’obiettivo finale non
è il vaccino: perché, per quanti soldi si possano fare vaccinando 60
milioni di italiani, non è questo l’obiettivo finale. Certo i vaccini
sono una cosa bellissima, per Big Pharma, perché non c’è niente di
meglio che curare i sani, nella storia
della medicina. Curare a pagamento dei sani è il meglio di qualsiasi
business legato alla medicina post-ippocratica.
Ma il vero problema è
che il vaccino è soltanto una tappa intermedia, verso il pieno controllo
bio-tecnologico e bio-politico dell’umanità, con tecnologie che mettano
insieme la biologia e la biochimica con l’elettronica. Questo è
l’orizzonte di senso a cui personaggi come Bill Gates e le sue aziende
lavorano, ormai da molti anni. L’arricchimento della grande élite è
secondario, è quasi un effetto collaterale.
Il problema fondamentale è
il controllo del sistema. Noi dobbiamo fare attenzione, per non cadere
nella trappola e non apparire dei dietrologi, dei paranoici deliranti;
dobbiamo vedere le cose, ognuna, “iuxta propria principia”. Quando gli
Achei salpano per distruggere e conquistare Troia, sono mossi – come ci
spiega bene Omero – da una gamma di desideri diversi.
Agamennone vuole affermare la sua supremazia su tutti i regni della
Grecia. Menelao vuole vendicare il tradimento della moglie, Elena, e
recuperarla.
Aiace vuole far vedere che è il più forte. Ulisse si piega,
pure alla partenza, dovendo realizzare un suo
progetto, che non si si risolverà neanche nell’Odissea. E Achille deve
riaffermare la sua natura divina-umana. Cioè: sono tutti mossi da
finalità diverse, come in fondo ci spiega questa grande epopea
psicologica che è l’Iliade; ma tutti convergono su un obiettivo, che è
la conquista e la distruzione di Troia.
Anche nel nostro caso,
evidentemente, ci sono molti interessi, diversi ma convergenti.
L’interesse su cui convergono è il fatto di mettere l’umanità sotto
controllo. Le ragioni per cui diversi soggetti debbano mettere l’umanità
sotto controllo sono svariate, ovviamente.
Qualcuno dovrà vendere i
microchip per metterli sotto la pelle di tutti, qualcuno dovrà vaccinare
tutti, qualcuno dovrà avere un sistema monetario che non risenta di
capricci come quelli dei titoli-spazzatura e del problema della
monetazione delle monete sovrane. Qualcuno dovrà distruggere ogni
principio di sovranità nazionale, alla luce di un diabolico governo
globale.
Questi interessi convergono: così come nel caso dell’Iliade la
distruzione di Troia, in questo caso l’interesse convergente è la
distruzione di tutte quelle libertà (costituzionali, civili, giuridiche,
individuali e collettive) su cui è nata la grande epopea sorta con la
Pace di Westfalia, attraversando poi la Rivoluzione Inglese (quella
delle Teste Rotonde), la Rivoluzione Americana di Washington, Franklin e
Madison, la Rivoluzione Francese con i suoi esiti, arrivando fino ai
Risorgimenti nazionali dell’800, per creare invece un ecumene
tecnologico iper-controllato, governato da un’élite platenaria in cui si
entra per cooptazione.
E’ un disegno luciferino, che sembra marciare
con un’agenda implacabile. Anche perché, su questo, convergono molti
interessi inconfessabili.
Quando oggi si dice, per esempio, che l’unico
principio ispiratore, l’unico attrattore strano del caso, l’unico
principio organizzatore generale di una società con 9 miliardi di uomini
non può che essere la scienza, si perde di vista il fatto che non solo
non esiste, una scienza con la S maisucola, neutrale, e non solo gli
scienziati non sono gli efori, i sacerdoti della verità
metafisica; ma ci sono mille interessi che convergono: quelli delle Big
Pharma, di chi vuole mettere sotto controllo il mercato della salute,
in tutte le sue implicazioni (il mercato della vita e della morte).
E quindi è chiaro che, in questa situazione, non è del tutto scontato
che non si possa prendere atto che il dottor Fauci, denunciato anche da
sue collaboratrici, non sia guidato soprattutto dal tema dei brevetti
dei vaccini o dalle case farmaceutiche, piuttosto che dagli interessi
comuni della popolazione degli Stati Uniti d’America.
Però, questo
blocco storico (uso un termine gramsciano) è saldato in modo talmente
forte, che queste idee – che possono sembrare un po’ dietrologiche e
paranoiche – in realtà si saldano con un processo storico che è molto
forte e molto chiaro. Nel piano della globalizzazione, del mondo senza
frontiere, della finanza
globalizzata dei Rothschild, dei Rockefeller, dei Soros e dei Bill
Gates, è stata già stabilita una divisione internazionale del lavoro.
All’estremo Oriente, alla Cina deve andare tutta la manifattura, che con
la sua plusvalenza accumulata deve comprarsi il debito americano e la
potenza anche militare degli Stati Uniti.
L’Europa dev’essere ridotta a qualcosa che è una via di mezzo tra quel po’ di industria che rimane in Germania e un gerontocomio (o una pizzeria) come l’Italia; e comunque, essendo un continente invecchiato, l’Europa deve essere destinata all’afro-islamizzazione demografica, come già aveva preconizzato Oriana Fallaci una trentina d’anni fa.
E in questo quadro, chiunque rappresenti un ostacolo dev’essere
spazzato via come una formica, e spiaccicato. Non esiste più nessuna
libera informazione: c’è un mainstream implacabile. Siamo arrivati al
ricorso al Tso, per chi contesta il lockdown? Del trattamento sanitario
coatto è sempre stato fatto un uso dovizioso in tutti i regimi, a
partire da quello staliniano: se si rifiuta una società “perfetta”, o si
è criminali o si è matti, perché si rifiuta il proprio bene.
Quella del
Tso “per il bene comune” è l’idea che sta alla base di questa filosofia
del diritto. In Italia ci sono due modi per costringere qualcuno a
subire il trattamento sanitario coatto: uno è psichiatrico e l’altro –
guardacaso – è epidemiologico, infettivologico. L’isolamento e la
quarantena obbligatoria per chi rischia di propagare una malattia è un
intervento coatto, esattamente come il Tso psichiatrico, che viene applicato
in modo arbitrario.
Il Tso psichiatrico viene prescritto da un medico
psichiatra, dipendente pubblico, e confermato da un secondo collega che
ne recepisce la diagnosi. Poi deve essere ratificato entro 24 ore dal
sindaco, quindi dal giudice tutelare.
E’ chiaro che tutto questo implica qualsiasi arbitrio possibile: le
ragioni per cui un soggetto possa essere considerato pericoloso a sé e
agli altri sono infinite. Potrebbe essere qualcuno che brandisce
un’ascia e vorrebbe fare a pezzi la nonna, ma potrebbe essere qualcuno
che vuole suicidarsi gettandosi dalla finestra. O qualcuno che non vuole
sottoporsi a una terapia, che a quel punto gli viene imposta con la
forza.
A Testimoni di Geova sono state imposte trasfusioni, col pretesto
di salvare una vita. Se lo psichiatra arriva perché il paziente non
vuole ricevere quello che è “buono, santo e giusto” per lui, siamo
entrati in questa fattispecie.
Ed è quella che, credo, verrà usata in
modo sistematico: nel nome del pietismo, della filantropia, del
benessere individuale e collettivo, e del bene supremo della salvezza
della vita – che diventa qualcosa di assoluto, ipostatizzato e
mitizzato, anche al di fuori di qualsiasi valutazione razionale.
Cioè:
se noi abbiamo un vaccino con cui ti puoi salvare da una malattia
incombente e tu non te lo vuoi fare, tu non stai facendo il tuo bene; e
quindi noi saremo costretti a ricoverarti in ospedale, foss’anche per 48
ore, praticarti il vaccino e poi dimetterti.
Ho fatto il primario di psichiatra per tanti anni, e ho visto imporre
trattamenti coatti a schizofrenici cronici: rifiutavano la terapia
farmacologica, non gliela si poteva praticare in casa, e allora lo
psichiatra del territorio (con la copertura dello psichiatra direttore
del dipartimento ospedaliero di salute mentale) confermava il Tso anche
con un ricovero tipo day hospital, lì veniva praticata l’iniezione – che
ha una durata d’efficacia di tre settimane – e dopodiché il paziente
veniva dimesso. Ecco: questo è il futuro che si prepara, per noi.
Quindi, anche dentro la psichiatria, occorrerà una battaglia serrata. Ma
purtroppo ho un’opinione veramente bassa dei miei colleghi, ormai per
lo più ridotti a propagandisti di case farmaceutiche, pronti a vendersi
anche la nonna per farsi una settimana di vacanza alle Maldive; pur di
non perdere il primariato e i premi che ricevono da Big Pharma, saranno
pronti a dire: «Ma come, non vuole fare il vaccino? Lei forse non sta
bene, è depresso, ha un disturbo
ossessivo-compulsivo; noi la ricoveriamo (anche soltanto per 48 ore),
le facciamo il vaccino e poi la dimettiamo». Vedrete che finirà così.
Conoscendo i miei mediocri colleghi, il Tso sarà uno strumento
fortissimo. Su questo, bisognerà organizzare una linea di difesa anche
giuridica, da subito, cominciando a castigare i primi che si prestano a
fare i “bravi”, i poliziotti di questo sistema.
Io mi candido a fare il
perito d’accusa della parte civile. Sono a disposizione, gratuitamente,
per colpire il primario di quel reparto, cercare di farlo destituire e
mettere in galera, se possibile. Sul caso di Agrigento, facciamo subito
un esposto in Procura e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
O
sinceriamoci che lo stiano già facendo: bisogna attaccare
preventivamente, perché questi personaggi, che si mettono a disposizione
del propagandista delle case farmaceutiche, non è che siano dei cuor di
leone. Io li conosco bene, è gente che tiene famiglia: se capisce che
il potere
è da una parte, si schiera; ma se capisce che dall’altra parte c’è un
contropotere, si defila. Perché sono “minuta gente” manzoniana: è un
“popol disperso” che non ha pace, non ha dignità. Basta fargli un “bau”,
a volte, per spaventarli.
Il problema però non è nemmeno il vaccino, in questo caso. Ci verrà
inoculata una qualche sostanza nel momento in cui il Covid non farà più
paura neanche a un gatto, perché avrà esaurito la sua funzione e la sua
dimensione patogenetica.
A un certo punto, per non andare in galera, non
finire in manicomio o per non perdere il nostro lavoro, potremmo anche
accettare di metterci nel corpo un po’ di acqua sporca, sperando che non
ci faccia troppo male. Ma non è questo, l’obiettivo finale, credetemi:
fosse tutto qui, sarebbe ancora poca cosa.
L’obiettivo finale è la
moneta unica platenaria, veicolata da un microchip, collegata alle
nostre condizioni di salute. Microchip che tutti dovranno mettersi, come
il segno dell’Apocalisse: l’elettrodo sulla fronte, o sotto la pelle
della mano, senza il quale nessuno potrà né comprare né vendere (il
Segno della Bestia, il 666). Non voglio
apparire un mistico pazzo, ma credetemi: quello che si sta delineando è
proprio questo. Moneta unica, sistema giuridico unico, salute unica.
Tutto questo, per una società filantropica governata da quello che
Soloviev definisce l’Anticristo: pacifico filantropo macrobiotico,
vegetariano, ecologista, con Greta Thunberg come consulente.
E’ un potere
pervasivo, perfetto: che non ha bisogno dei nostri soldi, perché li
stampa. Il problema è che, perché un sistema di controllo funzioni, di
fronte a un capitalismo tradizionale, servono nuove soluzioni: intanto
deve ridurre la popolazione mondiale, e poi ha bisogno di una società
divisa in caste, come nel “Nuovo mondo” di Huxley, dove c’è un’élite di
Alfa che non si vedono neppure. Serve una castizzazione della società
che metta gli uomini in condizioni giuridiche, psicologiche e
antropologiche diverse.
Sotto gli Alfa invisibili ci sono i Beta che si
vedono (i Soros, gli Zuckerberg, i Bill Gates), poi ci sono i Gamma, che
sono gli esecutori politici (tipo il povero professor Conte, avvocato
dello studio Alpa), e poi sotto ci sono i carabinieri, i lavoratori, gli
impiegati dell’Agenzia delle Entrate, gli operai. E ancora più sotto ci
sono gli Epsilon, che devono vivere con 600 euro al mese prendendosi
solo il Soma, che è la droga dell’inebetimento.
Questo, credetemi, è il disegno complessivo. Ed è un disegno ben
pensato, perché tiene conto dell’ingovernabilità della complessità.
L’unica forza che abbiamo non è l’opposizione consapevole, perché in
questo siamo sicuramente perdenti. Dobbiamo sperare nelle leggi
universali del caos.
Il grande imperatore Carlo V, sul cui impero non
tramontava mai il sole, dal Messico ai Balcani, dopo aver lasciato le
colonie d’America e la Spagna al figlio Filippo II e l’impero asburgico a
Ferdinando, si ritirò in un convento benedettino in Germania, dove la sua passione era far funzionare una trentina di orologi meccanici. E passò
gli ultimi giorni della sua vita dicendo: «Quanto sono stato pazzo, a
pensare di controllare tutti i popoli del mondo, quando non sono
riuscito a far marciare insieme nemmeno 30 orologi».
E’ su questo, che i
luciferini del controllo potrebbero cascare. Una cellula impazzita è
Trump, un’altra è Putin, altre ancora siamo noi che facciamo questi
discorsi, facendoci passare per pazzi, contro i nostri interessi
materiali, accademici, categoriali. Siamo noi stessi delle schegge
impazzite: siamo sfide nella complessità. Mattoidi, quasi pronti per il
Tso.
(Alessandro Meluzzi, dichiarazioni rilasciate il 16 marzo 2020 nel
dibattito “Alla ricerca della verità”, in diretta web-streaming sulla pagina Facebook di Leonardo Leone, con la partecipazione di Ugo Mattei e Massimo Mazzucco; il video è ora disponibile anche su YouTube. Notissimo
psichiatra, nonché criminologo, saggista e accademico, Meluzzi – di
formazione comunista – è stato poi deputato e quindi senatore eletto con
Forza Italia nel 1994 e nel 1996. Massone, ha fatto parte del Grande
Oriente d’Italia. Approdato al cristianesimo, è stato diacono cattolico
di rito greco-melchita e poi presbitero della Chiesa ortodossa italiana
autocefala, divenendone primate).
Fonte: https://www.libreidee.org/
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