Mentre Lega e 5 Stelle flirtano, la Bce ci mangia le banche
di
Complottisti si diventa, ma citando Totò io direi che “lo nacqui, modestamente” ed anche se la neolingua ha coniato questa stupida definizione dalle forti tinte negative – il complottismo – chi crede che i complotti non esistano o non ha mai studiato la storia oppure l’ha studiata senza mai capirla. Anche oggi, mentre tutti gli attivisti politici – tutti – riempiono le pagine dei quotidiani e i social pontificando sulla nascita del nuovo governo, solo qualche barbaro debunker seriale si è occupato del colpo gobbo perpetrato dall’Unione Europea contro le banche italiane.
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Complottisti si diventa, ma citando Totò io direi che “lo nacqui, modestamente” ed anche se la neolingua ha coniato questa stupida definizione dalle forti tinte negative – il complottismo – chi crede che i complotti non esistano o non ha mai studiato la storia oppure l’ha studiata senza mai capirla. Anche oggi, mentre tutti gli attivisti politici – tutti – riempiono le pagine dei quotidiani e i social pontificando sulla nascita del nuovo governo, solo qualche barbaro debunker seriale si è occupato del colpo gobbo perpetrato dall’Unione Europea contro le banche italiane.
Ma come, verrebbe da dire, il Partito Democratico è caduto sotto l’accusa di aver “aiutato le banche”, e ora grillini pentastellati e leghisti manco si accorgono di quello che sta succedendo alla banche di credito cooperativo? La faccenda è tanto lunga, quanto grave e tristemente nuova.
Val la pena proporre qui una breve sintesi. Per chi non lo sapesse, le Bcc sono banche di diritto diverso da quelle trdizionali e sono sotto il controllo locale; prestano denaro, cioè finanziano le piccole e medie imprese italiane e, pur essendo esse stesse singolarmente piccole, il loro intervento è stato in questi lustri vitale per l’economia nazionale, visto che le piccole e medie imprese, cioè l’artigiano, il commerciante, ecc, caratterizzano il 90 per cento del tessuto produttivo italiano. Continua a leggere QUI
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Un finlandese, un lettone e un greco ci hanno ingiunto di obbedire all’Europa. Katainen ci ha detto che l’Europa non cambia il Patto di Stabilità. Dombrovskis, che il nuovo governo continui a ridurre il debito ed anche il deficit (che riduciamo da 20 anni). Avramopoulos vuole che non cambiamo la politica sui migranti.
Insomma continuano a pretendere che obbediamo alle misure, basate su una teoria sbagliata del debito pubblico, che ci hanno portato alla rovina.
A loro bisognava mostrare questa tabella: la curva di povertà a cui ci ha ridotto la UE, con la complicità dei nostri politici.
Siccome sono profondamente stranieri, ed ignoranti della storia europea, a maggior ragione della italiana, non sanno quello che provocano obbligandoci a tener fede, costi quel che costi, agli arbitrari diktat europei. Non sanno che abbiamo una orribile arma segreta, autodistruttiva ma distruttiva degli “alleati”, quando ci si obbliga a faccia al muro. L’Otto Settembre. O se volete, Caporetto. La rottura del fronte, della linea, la resa in milioni, il tutti a casa o in prigionia.
Il meccanismo è semplice e ricorrente: i nostri politici e governi (imprevidenti, pressapochisti e incapaci) impegnano il popolo italiano in obblighi ardui e impegnativi, ferree alleanze, irrealistiche gabbie internazionali, senza darci i mezzi per tener duro, e ignorando ogni volta che la nostra fibra morale, la nostra cultura, la nostra stessa posticcia e fragile unità nazionale non sono in grado di reggere. Il popolo, passivo, regge e regge, finché non ce la fa, e allora si spezza; divincola, fugge, abbraccia il nemico che lo prende prigioniero (lo raccontò Rommel, quando da capitano ruppe a Caporetto). E’ vergognoso, ma è l’istinto animale e vitale, di una plebe senza intelligenza, ma con il buon senso di non farsi ammazzare fino all’ultimo uomo. Per Badoglio, poi…. Continua a leggere QUI
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E’ la trattativa a porte chiuse che costituisce il cuore del
processo legislativo. Una sentenza del Tribunale dell’Unione Europea dispone
che i documenti possono essere divulgati. Il Parlamento Europeo ha rinunciato
oggi alla possibilità di fare ricorso, ma non è noto l’orientamento di
Commissione Europea e Consiglio UE
Non devono essere segreti i documenti del trilogo, il cuore
vero del processo legislativo UE che coinvolge Parlamento Europeo, Commissione
Europea e Consiglio UE.
Lo stabilisce una sentenza del Tribunale dell’Unione Europea.
Anche il mediatore europeo si era occupato della questione, ma senza ottenere grandi risultati: i documenti del trilogo
sono sempre stati riservati agli addetti ai lavori, con possibilità per gli
altri di prenderne visione solo a giochi fatti. Oggi, martedì 15 maggio, il
Parlamento Europeo ha rinunciato a far ricorso contro la sentenza. Il ricorso
potrebbe tuttavia essere presentato da Commissione Europea e Consiglio UE: non
si hanno notizie sugli orientamenti di queste due istituzioni.
Il “trilogo” è la trattativa politica a porte chiuse durante
la quale prendono forma le leggi dell’Unione Europea. Continiua a leggere QUI
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DA GAZA AL QUIRINALE Popoli fai da noi, cacicchi fai da me.
E i Rothschild
“Ogni volta che siamo testimoni di un’ingiustizia e non
reagiamo, addestriamo il nostro carattere ad essere passivi di fronte
all’ingiustizia , così, a perdere ogni capacità di difendere noi stessi e
coloro che amiamo”. (Julian Assange)
“Si parva licet componere magnis”, premettevano i latini a
un azzardato paragone che conducevano tra cose piccole grandi. Procedimento che
adotto per passare dalle nostre squallide, ma non del tutto irrilevanti,
piccinerie, alle immensità, per una parte orrendamente efferate e, per l’altra,
eroiche, di quanto va succedendo in queste settimane e ore tra i palestinesi di
Gaza e gli emuli israeliani dei macellai del ghetto di Varsavia.
Cosa ci accomuna, cosa li accomuna
Altra premessa al discorso di oggi è la constatazione di
cosa abbiano in comune coloro che hanno portato alla novità di due fenomeni di
massa che, fino all’altro ieri, parevano patrimonio di altri, migliori, tempi.
E, per converso, a cosa ci porta l’esame
epistemologico circa la natura logica dei comportamenti di contrasto a questi
fenomeni. Parlo della rivolta di masse popolari a Gaza impegnate in un
movimento, la Grande
Marcia del Ritorno, che, dopo anni di delega a rappresentanti
inetti, inefficaci, rinnegati, divisi e divisivi, si appropria del tema che fu
loro fin dal rifiuto della colonizzazione degli anni ’40 e poi nelle due
Intifade degli anni ’80 e ’90. E parlo della cacciata, in Italia, dal proprio
orizzonte politico di coloro, la coalizione di destra variamente denominata
Ulivo, governo tecnico, larghe intese, renzusconismo. Usurpatori che dalla fine del secolo scorso, eletti
rappresentanti dei bisogni collettivi, queste masse le hanno conculcate,
deprivate, escluse.Continua a leggere QUI
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Continuano gli incontri per la nascita di un governo
M5S-Lega. Oggi a Montecitorio è ripreso il lavoro del tavolo tecnico per
mettere a punto il contratto di programma, al quale partecipano gli esponenti
delle due forze politiche. L’obiettivo è quello di chiudere le trattative in
poche ore. In serata previsto anche un nuovo incontro tra i leader, il capo
politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e il segretario del
Carroccio Matteo Salvini, ai quali spetta il compito di trovare una sintesi sui
punti più delicati. Stando a quanto dichiarato dal capogruppo leghista al
Senato Gian Marco Centinaio i nodi irrisolti sul contratto di governo
sono immigrazione, sicurezza, rapporti con l’Europa e grandi opere.
Ma resta il nodo del premier. Non si sa ancora chi sarà
presidente del Consiglio del nuovo eventuale esecutivo. «Per il premier stiamo
parlando di un nome politico, come abbiamo sempre detto, non di
una staffetta», ha assicurato Di Maio allontanando l’ipotesi di un tecnico
a Palazzo Chigi. Fonti M5S hanno parlato dell’esistenza di una rosa di eletti e
non. L’ultimo finito nel totonomi è il giornalista e neodeputato 5
Stelle Emilio Carelli. Qui la diretta live.
Governo M5S-Lega, nuova riunione sul contratto:
la diretta ore 17.43. Governo M5S-Lega, Di Maio: «Ora non si torna
indietro». Luigi Di Maio è intervenuto nel pomeriggio anche sul Blog delle
Stelle, sito di riferimento del Movimento. «Ora indietro non ci si può tirare.
Ora questo governo s’ha da fare. Ora l’Italia deve cambiare davvero», ha scritto il capo politico in un post dal titolo ‘Non
un passo indietro: questo week end tutti ai banchetti per cambiare l’Italia’.
«Il contratto di governo che stiamo scrivendo in questi giorni – ha
continuato – è la più grande novità politica degli ultimi 20 anni perché
porterà al governo dell’Italia quello che hanno chiesto i cittadini: il
cambiamento». «È il momento del coraggio. Non un passo indietro!», ha esortato
Di Maio. Continua a leggere QUI
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