La tassa di scopo:
È giusta una tassa di scopo sul tabacco?
È giusto tassare il tabacco per sviluppare farmaci contro le
malattie ad esso legate? Sì. La risposta parrebbe scontata. Siamo proprio
sicuri? Siccome il fumo può essere causa di malattie e perciò incide sul
sistema sanitario, si dice, sarebbe moralmente auspicabile che l’industria del
tabacco contribuisse a sovvenzionare un fondo per l’acquisto di medicinali. Un
ragionamento del genere imposta la questione in termini di morale, più precisamente
la morale rispetto a comportamenti individuali. Si affida così allo Stato il
compito di stabilire la morale e quindi quelle azioni da perseguire, con la
tassa nel nostro caso.
Siamo ancora d’accordo? No. È sufficiente preferire per un
momento il metodo scientifico all’emotività per produrre una risposta diversa,
e quindi negativa, alla nostra domanda iniziale. Chi fa le leggi antepone
spesso l’emotività delle scelte istintive al metodo sperimentale fondato sulla
libertà individuale (che tutela). Seppure l’Italia è ben lontana dall’essere
una solida Democrazia Liberale, è prassi che le nostre leggi non siano fondate
sulla morale quanto sulla necessità di governare la convivenza tra cittadini al
fine di favorire l’estensione delle loro libertà. Questo approccio al diritto
che si fonda sulle libertà soggettive ed oggettive, e non sull’etica o la
morale, riguarda naturalmente anche la fiscalità.
Una tassa morale non avrebbe senso di esistere nel nostro ordinamento perché contrasterebbe con la libertà di ciascuno. Essa equivarrebbe alla tassazione del comportamento legittimo di un cittadino in questo caso, visto che il consumo di tabacco è consentito dalla legge. Il tabacco può essere tassato come qualsiasi altro bene e così succede, dato che già oggi lo Stato incassa 14 miliardi di tasse da questo settore. Ma non è dato sapere quanto di questo denaro abbia una “destinazione morale”, per esempio in ricerca e prevenzione.
Il tabacco non può invece essere (ulteriormente) tassato ad
hoc per una questione morale. Se valesse la questione morale, allora dovremmo
tassare anche molti altri comportamenti che possono avere conseguenze negative
sulla salute o sull’ambiente. Perché non imponiamo una (ulteriore) imposta ad
hoc sulla benzina, sulle automobili, sulle caldaie a gasolio, sulla carne, sui
grassi, sugli alcolici, sugli zuccheri, sui giochi e su tutto ciò che può
generare malattie o costi per il sistema sanitario? Perché non li tassiamo per
creare un fondo per l’acquisto di farmaci o (meglio ancora) la ricerca?
La morale del legislatore è spesso doppia, cioè la si impone
aggirandola, e rischia di sconfinare nella demagogia. Così ci si è inventati la
tassa di scopo, una sorta di paravento per celare una mentalità statalista e
paternalista. Si vuole una fiscalità non volta a fornire i servizi pubblici con
le risorse a disposizione, bensì finalizzata ad escogitare mezzi sempre nuovi
per spremere ulteriormente i contribuenti ed imporre comportamenti ritenuti
moralmente “giusti”, salvaguardando naturalmente i privilegi (nessuno si è
chiesto chi potrebbe beneficiare di un fondo per l’acquisto di medicinali? Non
sarebbe “più etico e morale” finanziare la ricerca pubblica?) e gli sprechi
annidati nei meccanismi dei servizi pubblici esistenti.
Anche la tassa di scopo è facilmente smontabile. Le imposte
sul tabacco sono già state ritoccate con la riforma del 2015 e aumentate nel
mezzo del 2017, portando molti meno milioni (-224 milioni entrate
gennaio-settembre; meno 1 miliardo di gettito rispetto alle previsioni per il
2017) nelle tasche di uno Stato disperatamente alla ricerca di risorse ma che
spesso dimentica di valutare a monte l’impatto di nuove tasse.
Una nuova imposta come quella che il Parlamento vorrebbe far
passare rischierebbe di non garantire l’effettivo aumento di gettito e non
farebbe altro che peggiorare la situazione: (i) la tassazione già regressiva
(cioè, i prodotti di fascia medio–bassa pagano in proporzione più tasse di
quelli di fascia alta) distorcerebbe ulteriormente l’assetto concorrenziale
neutro del mercato; (ii) i volumi già in calo si ridurrebbero ulteriormente
portando meno gettito, e la mancanza di una relazione tecnica circa l’impatto
sul mercato di questa ulteriore tassa non aiuterebbe; (iii) il contrabbando che
oggi è moderato potrebbe tornare ad esplodere nuovamente, con buona pace delle
entrate sperate e della salute dei cittadini; e infine (iv) si complicherebbe
la burocrazia, visto che il legislatore come sempre ha partorito la tassa ma
non il suo funzionamento, lasciandolo ai burocrati, appunto.
Prima di agire di istinto, i nostri parlamentari dovrebbero
provare ad affidarsi al metodo sperimentale delle Democrazie Liberali.
Capirebbero allora che questa tassa oltre ad essere immorale per la libertà
individuale, farebbe solo danni. Per finanziare la ricerca (quella pubblica,
s’intende) ci sono altri modi, meno populisti.
Foto da Shutterstock
Fonte:
LUIGI
DI MAIO, CON LUI AL POTERE SIAMO FREGATI
NE AZZECCASSE UNA
Tenete lontano quell’ignorantello di Luigi di Maio dal Mein
Kampf. Vista la bestialità da lui sostenuta dagli USA, quella secondo la quale
“bisogna operare nel sistema di tassazione come Trump”, c’è da temere che
leggendo la “battaglia di Hitler” se ne innamori.
Ci sarà qualche grillino che non abbia studiato su internet?
O tempora, o mores!
R
PS. Già che ci sono una noterella sul bullo ignorante di Rignano sull'Arno.
Qualcuno gli dica che i radicali non sono di sinistra ma liberisti di destra.
Gli aggiunga che lo "Ius Soli", le "Unioni Civili", il "Fine vita" sono provvedimenti importantissimi ma fanno parte di una cultura liberale, non di sinistra.
Quel personaggio se vuole parlare di sinistra deve parlare di lavoro, sanità, pensioni, scuola, diritti. E non per attaccare e distruggere (come ha fatto) ma per difendere e incrementare queste sciocchezzuole "di sinistra".
Gli aggiunga che lo "Ius Soli", le "Unioni Civili", il "Fine vita" sono provvedimenti importantissimi ma fanno parte di una cultura liberale, non di sinistra.
Quel personaggio se vuole parlare di sinistra deve parlare di lavoro, sanità, pensioni, scuola, diritti. E non per attaccare e distruggere (come ha fatto) ma per difendere e incrementare queste sciocchezzuole "di sinistra".
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