Ma quando arriva l’era glaciale?
14 luglio 2017 - 7:00 am Pubblicato da Attività Solare
Questa è la domanda che ci viene fatta più spesso in
assoluto.
Guardando le temperature registrate nella nostra nazione,
non si direbbe che sia in corso un raffreddamento.
La gente stenta a credere che le cose stiano andando nella direzione
diametralmente opposta a quanto propagandato in TV e sui media allineati al
pensiero unico dell’AGW (Riscaldamento Globale Antropico). Ma i dati dimostrano
inequivocabilmente, che alle alte latitudini si sta concretizzando quello che
tra qualche anno verrà descritto come un “Raffreddamento Gloabale”.
Parallelamente, i sedicenti “esperti del clima”, quelli che
parlano facilmente e spudoratamente di AGW (spesso) senza neanche sapere (o
forse sapendolo e ignorandolo deliberatamente) cosa ci sia realmente dietro
questo acronimo, godono come matti nel vedere temperature dichiarate “anomale”
e “torride” in Italia. Anomalie che comunque si sono già verificate tante volte
in passato ma che, evidentemente, in molti hanno già dimenticato.
Ma a parte ciò che sta accadendo nella nostra piccola
nazione, quello che sta accadendo nel resto del mondo viene passato raramente
nei TG, magari con servizi lampo… giusto qualche parola per dovere di cronaca…
ma niente più… e, tra l’altro, senza soffermarcisi troppo!
Prima di tutto una precisazione doverosa….
Quando si parla di “bassa attività solare”,
ci si riferisce ad un contesto nel quale l’attività magnetica della nostra
stella è inferiore alla media degli ultimi secoli e questo indipendentemente
dall’intensità del Ciclo Undecennale in corso.
Facendo un paragone con le onde sinusoidali, possiamo
immaginare quanto segue:
Quelle rappresentate sono onde sinusoidali. Nello specifico
abbiamo una sinusoide con una frequenza fondamentale, di colore rosso, e la sua
“3a armonica” (per chi volesse studiare e capirci di più c’è Google) disegnata
con il colore blu. Nel secondo grafico c’è la risultante delle 2 onde.
Cosa significa questo?
L’attività magnetica del Sole (ma in realtà anche il clima terrestre), segue un
ciclo complesso formato dalla sovrapposizione di diversi cicli e sotto-cicli.
Ora immaginiamo di disegnare tali cicli sotto-forma di Onde Sinusoidali. Il
risultato, ben più complesso di questo banale esempio, è ciò che vediamo noi…
Guardando bene il grafico delle macchie solari qui sopra, il
principale “specchio” dell’attività magnetica della nostra stella, si riesce ad
intravedere una forma d’onda simile a quella del secondo grafico della
precedente immagine, anche se limitato al solo “quadrante” positivo.
Ogni ciclo di “forte attivitàsolare” dura circa 100 anni ed è intervallato da un periodo di bassa attivitàsolare della durata di 20 anni circa.
Le “anomalie” in tale ciclicità sono il Minimo di Maunder e quello di Dalton,
rispettivamente verificatisi tra il 1645 e il 1715 il Maunder e tra il 1790 e
il 1830 il secondo. Da questo grafico si nota perfettamente che il Minimo di
Maunder è stato molto più profondo del Dalto… ma si notano anche i 3 forti
periodi di attività magnetica… che vanno dalla fine del Maunder all’inizio del
Dalton, dalla fine di questo al 1870 e dal 1930 circa ai giorni nostri.
Solo a titolo di esempio riporto qui di seguito un grafico
della temperatura media globale (fonte NASA):
Ho scelto questo grafico per la semplicità di lettura e per
il fatto che copre gli ultimi 130 anni circa.
L’invito che vi fatto è paragonare l’andamento della
temperatura media con quella delle macchie solari. Nel precedente grafico delle
macchie solari si vedono tutti i cicli fino al 24 compreso (prima parte del
ciclo). Ma per questo confronto “elementare” ovviamente fate riferimento fino
al ciclo 23.
Si può osservare come i cicli solari tra l’inizio del 1900 fino al 1940 abbiamo
provveduto ad incrementare la temperatura media. Poi, nonostante ci sia stato
un ciclo 19 molto forte, la temperatura media tra gli anni 40 e gli anni ’70 è
prima diminuita, per poi mantenersi più o meno costante.
Il motivo va ricercato nella dinamicità del clima terrestre.
Un riscaldamento molto intenso degli oceani, comporta una
massiccia fusione del ghiaccio Artico. L’acqua di fusione, fredda e dolce,
rallenta l’avanzamento delle correnti calde provenienti dalla regione equatoriale
innescando un feedback negativo che porta ad un progressivo raffreddamento.
Tale raffreddamento inizia quasi sempre dal Nord America e dalla Siberia, per
poi propagarsi a tutto l’Emisfero boreale iniziando sempre dalle latitudini più
alte.
Ma perché c’è un ritardo tra l’attività magnetica e la
variazione della temperatura?
La risposta è semplice: dipende dal Calore Specifico
dell’acqua.
Ovvero di quanta energia è necessario fornire ad una massa
d’acqua per ottenere un ben preciso incremento della temperatura.
Nel mondo gli oceani sono 4: Oceano Pacifico, Oceano
Atlantico, Oceano Indiano e Oceano Artico.
L’oceano Artico in questo caso non fa testo… sta lì,
parzialmente ghiacciato…
L’oceano indiano si estende all’incirca tra l’Equatore (in
realtà poco più a nord) e il Circolo Polare Antartico, mentre gli altri 2
oceani toccano entrambi i poli.
La differenza tra l’Oceano Pacifico, il più esteso del pianeta, e l’Atlantico sta, oltre che nelle dimensioni, proprio nel fatto che l’Atlantico ha un collegamento molto più grande con l’Oceano Artico. Questo fa sì che lo scambio di calore tra la fascia Equatoriale e la regione polare (nord), avvenga quasi esclusivamente proprio nell’Oceano Atlantico.
La differenza tra l’Oceano Pacifico, il più esteso del pianeta, e l’Atlantico sta, oltre che nelle dimensioni, proprio nel fatto che l’Atlantico ha un collegamento molto più grande con l’Oceano Artico. Questo fa sì che lo scambio di calore tra la fascia Equatoriale e la regione polare (nord), avvenga quasi esclusivamente proprio nell’Oceano Atlantico.
L’accumulo di calore dell’Oceano Pacifico è quindi maggiore
per diversi fattori rispetto a quanto avviene nell’Atlantico.
In entrambi, con l’aumentare dell’attività magnetica solare,
si ha un progressivo accumulo di calore, ma prima che la temperatura inizia realmente
a crescere, le acque iniziano a spostarsi e il calore viene distribuito su
tutta la superficie dell’oceano. A contribuire, positivamente o negativamente,
alla redistribuzione del calore oceanico, contribuiscono anche i venti, con
meccanismi complessi che non sto qui a spiegare.
Analizzando i dati della temperatura oceanica e dell’attivitàsolare, si è giunti alla conclusione che il ritardo con il quale l’Oceano
Pacifico si scalda, è di circa 3 anni. Per l’Oceano Atlantico si sale a circa
6.8 anni. Per l’Oceano Indiano arriviamo a circa 10 anni. L’andamento della
temperatura (e non solo) degli Oceani Pacifco e Indiano, la si può osservare e
misurare con gli indici PDO e AMO…. importantissimi per capire l’andamento,
anche in futuro, delle temperature dell’emisfero boreale e quindi dell’Europa.
Tali indici, di cui abbiamo parlato tantissime volte, hanno una ciclicità di
60-70 anni, ovvero per 30 anni l’indice è “positivo”… il che significa un
aumento della temperatura nella zona nord dell’Atlantico, e per i restanti 30
anni circa, si ha un raffreddamento nella stessa zona.
Tutto questo si conosce e si studia da secoli.
Negli ultimi 2 decenni, l’aumento dell’indice AMO, dovuto ad
una serie di cicli solari molto forti e quindi ad un accumulo consistente di
energia negli oceani, tali indici sono stati entrambi positivi e infatti le
temperature sono aumentate. Ora entrambi gli indici stanno passando in negativo.
Ancora non mi spiego, però, il perché la scienza abbia
deciso di attribuire alle attività umane l’aumento della temperatura media
mondiale.
In tutto questo discorso non ho fatto alcun cenno alla CO2.
Per me è un non problema…. Ovvero… la Scienza ci spiega che la SOLUBILITÀ DI UN GAS IN ACQUA, DIMINUISCE ALL’AUMENTARE DELLA TEMPERATURA DELL’ACQUA STESSA.
Per me è un non problema…. Ovvero… la Scienza ci spiega che la SOLUBILITÀ DI UN GAS IN ACQUA, DIMINUISCE ALL’AUMENTARE DELLA TEMPERATURA DELL’ACQUA STESSA.
Questo significa che quando la temperatura degli oceani
aumenta, l’anidride carbonica viene rilasciata. Quando la temperatura
diminuisce, l’anidride carbonica viene assorbita. Ci sono tanti fattori che ne
determinano l’assorbimento. Il ciclo del carbonio è molto complesso, ma una
cosa è semplice, sacrosanta e inalterabile: nel corso degli ultimi MILIONI di
anni, la variazione della quantità di CO2 presente in atmosfera, ha sempre
SEGUITO la variazione della temperatura. Proprio perché la CO2 (ma non solo)
viene assorbita (immagazzinata a dire il vero) negli Oceani preferibilmente
quando questi sono più FREDDI. Oggi vogliono farci credere il contrario. Ma vabbè…
^_^
Fine prima parte.
Bernardo Mattiucci
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