Le montagne di Baian-Kara-Ula: la più grande scoperta archeologica aliena
Cina e Tibet, venne scoperta una serie di sepolture all’interno di grotte le quali si aprono in quei luoghi. Si tratta di una delle più grandi scoperte archeologiche del novecento, in grado di cambiare la percezione che generalmente si ha della preistoria.
Chi Pu Tei, un professore di archeologia all’università di Pechino, diresse l’indagine archeologica in una serie di caverne interconnesse. In un rapporto ha rilevato che queste aperture nella roccia potrebbero essere state scavate artificialmente, apparendo più simili a un complesso sistema di gallerie e magazzini sotterranei. Le pareti erano squadrate e vetrificate, come scolpite dalla montagna grazie a una fonte di calore estremo. All’interno delle grotte furono trovati luoghi di sepoltura dall’apparenza molto antica - disposti in modo ordinato - e in essi vi erano i resti scheletrici di esseri umani dallo strano aspetto.
Gli scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio dalla volta cranica ampia, come sproporzionata al resto del corpo. In un primo momento, fu suggerito che potevano trattarsi dei resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Sulle prime, la comunità dei ricercatori mise in ridicolo le conclusioni di Chi Pu Tei, pubblicate con un articolo. L’immagine di un gorilla che seppellisce i suoi piccoli dentro una caverna non poteva che suscitare il riso, ma ha comunque lasciato in sospeso delle questioni importanti sulle quali riflettere: “A che tipo di esseri umani potevano essere appartenuti quegli scheletri? Ed erano davvero esseri umani?”
Chi Pu Tei, un professore di archeologia all’università di Pechino, diresse l’indagine archeologica in una serie di caverne interconnesse. In un rapporto ha rilevato che queste aperture nella roccia potrebbero essere state scavate artificialmente, apparendo più simili a un complesso sistema di gallerie e magazzini sotterranei. Le pareti erano squadrate e vetrificate, come scolpite dalla montagna grazie a una fonte di calore estremo. All’interno delle grotte furono trovati luoghi di sepoltura dall’apparenza molto antica - disposti in modo ordinato - e in essi vi erano i resti scheletrici di esseri umani dallo strano aspetto.
Gli scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio dalla volta cranica ampia, come sproporzionata al resto del corpo. In un primo momento, fu suggerito che potevano trattarsi dei resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Sulle prime, la comunità dei ricercatori mise in ridicolo le conclusioni di Chi Pu Tei, pubblicate con un articolo. L’immagine di un gorilla che seppellisce i suoi piccoli dentro una caverna non poteva che suscitare il riso, ma ha comunque lasciato in sospeso delle questioni importanti sulle quali riflettere: “A che tipo di esseri umani potevano essere appartenuti quegli scheletri? Ed erano davvero esseri umani?”
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Desert Breath: i misteriosi coni a spirale nel deserto egiziano. Divinità egizie e spirali sacre
Cosa sono questi misteriosi coni disposti a spirale su di una superficie di 10 mila metri quadrati, posti nel deserto del Sahara orientale, al confine tra il Mar Rosso e l’Egitto?
Chi c’è dietro questa misteriosa formazione? Quando è stata costruita? E qual è, o qual è stato, lo scopo dell’enigmatica configurazione a spirale di questi 89 coni?
Benché la mente corra subito nell’individuazione di una qualche spiegazione esoterica e misteriosa, fughiamo immediatamente ogni perplessità spiegando che la configurazione nota come “Desert Breath” (Respiro del Deserto) è un’istallazione artistica! Sì, un’opera d’arte.
L’autore di questa enigmatica opera è l’artista greca Danae Stratou che insieme al suo team artistico DAST ha creato Desert Breath intorno alla metà degli anni ’90, impiegando diversi anni per portare il progetto a completamento. Nonostante l’opera sia stata terminata nel 1997, a distanza di quasi 17 anni, Desert Breath esiste ancora. Nell’idea del suo creatore, l’opera deve subire la disintegrazione lenta da parte degli agenti atmosferici, così da diventare uno strumento per ricordare il trascorrere inesorabile del tempo.
La costruzione di Desert Breath ha richiesto lo spostamento di quasi 8 mila metri cubi di sabbia, in modo da precisi volumi conici positivi e negativi. I coni formano due spirali ad incastro che si muovono verso l’esterno partendo da un centro comune, con una differenza di fase di 180° gradi nella stessa direzione di rotazione. Al centro è posto una grande vasca dal diametro di 30 metri, la quale normalmente è ripiena d’acqua fino al bordo.Continia a leggere QUI
Chi c’è dietro questa misteriosa formazione? Quando è stata costruita? E qual è, o qual è stato, lo scopo dell’enigmatica configurazione a spirale di questi 89 coni?
Benché la mente corra subito nell’individuazione di una qualche spiegazione esoterica e misteriosa, fughiamo immediatamente ogni perplessità spiegando che la configurazione nota come “Desert Breath” (Respiro del Deserto) è un’istallazione artistica! Sì, un’opera d’arte.
L’autore di questa enigmatica opera è l’artista greca Danae Stratou che insieme al suo team artistico DAST ha creato Desert Breath intorno alla metà degli anni ’90, impiegando diversi anni per portare il progetto a completamento. Nonostante l’opera sia stata terminata nel 1997, a distanza di quasi 17 anni, Desert Breath esiste ancora. Nell’idea del suo creatore, l’opera deve subire la disintegrazione lenta da parte degli agenti atmosferici, così da diventare uno strumento per ricordare il trascorrere inesorabile del tempo.
La costruzione di Desert Breath ha richiesto lo spostamento di quasi 8 mila metri cubi di sabbia, in modo da precisi volumi conici positivi e negativi. I coni formano due spirali ad incastro che si muovono verso l’esterno partendo da un centro comune, con una differenza di fase di 180° gradi nella stessa direzione di rotazione. Al centro è posto una grande vasca dal diametro di 30 metri, la quale normalmente è ripiena d’acqua fino al bordo.Continia a leggere QUI
U.F.O. e Alieni nella Storia dell’ Uomo
di Giorgio Pattera
di Giorgio Pattera
Per chi confonde ancora la fantascienza con l’ufologia, ovvero la minaccia di un’impossibile invasione marziana con lo studio scientifico degli oggetti volanti non identificati, è lecito sostenere che la cosiddetta "era dei dischi volanti" sia nata con la fine del secondo conflitto mondiale e si sia sviluppata, a partire dagli anni cinquanta, riflettendo da un lato l’eterno anèlito dell’umanità ad una pace finalmente duratura e impersonificando, dall’altro, la voglia di cercare "fuori della Terra" qualcosa di nuovo e di positivo, che aiutasse a dimenticare in fretta gli orrori della guerra.
Se tutto questo rappresenta per i sociologi un’innegabile realtà, le cui implicazioni filosofiche vengono oggi riprese, alla fine dell’era tecnologica postmoderna, dalla corrente di pensiero chiamata "New Age", al contrario per la Paleo-astronautica (branca dell’Ufologia, chiamata anche Archeologia Spaziale o Clipeologia, dal latino clypeus = scudo rotondo) le tracce inconfutabili della presenza di entità extraterrestri nel passato dell’Uomo si perdono nella notte dei tempi, dimostrando che l’evoluzione della specie umana, caratterizzata da quegli "improvvisi" ed "inattesi" balzi nel progresso della civiltà che ancor oggi stupiscono antropologi ed archeologi, è stata attentamente e costantemente seguita da non meglio definibili civilizzazioni aliene.
La loro superiore tecnologia consentì ad un essere bipede, che ancora non conosceva l’uso della ruota (la prima rappresentazione della ruota è nelle tavolette d’argilla di Ur, Mesopotamia, 3.500 a.C.), di erigere manufatti così perfetti da sfidare oltre 15.000 anni di insidie naturali, con una precisione tale da far allibire gli ingegneri ed i tecnici del nostro tempo.
E’ evidente, pertanto, come un impatto culturale di queste dimensioni dovesse inevitabilmente suscitare nell’intimo dei nostri antichissimi progenitori, agli albori di un percorso di civilizzazione che si presentava tutto in salita ed in cui la vita media dell’individuo si limitava a pochi decenni, una forma di considerazione del tutto speciale nei confronti di quegli "esseri misteriosi venuti dal cielo".
Se tutto questo rappresenta per i sociologi un’innegabile realtà, le cui implicazioni filosofiche vengono oggi riprese, alla fine dell’era tecnologica postmoderna, dalla corrente di pensiero chiamata "New Age", al contrario per la Paleo-astronautica (branca dell’Ufologia, chiamata anche Archeologia Spaziale o Clipeologia, dal latino clypeus = scudo rotondo) le tracce inconfutabili della presenza di entità extraterrestri nel passato dell’Uomo si perdono nella notte dei tempi, dimostrando che l’evoluzione della specie umana, caratterizzata da quegli "improvvisi" ed "inattesi" balzi nel progresso della civiltà che ancor oggi stupiscono antropologi ed archeologi, è stata attentamente e costantemente seguita da non meglio definibili civilizzazioni aliene.
La loro superiore tecnologia consentì ad un essere bipede, che ancora non conosceva l’uso della ruota (la prima rappresentazione della ruota è nelle tavolette d’argilla di Ur, Mesopotamia, 3.500 a.C.), di erigere manufatti così perfetti da sfidare oltre 15.000 anni di insidie naturali, con una precisione tale da far allibire gli ingegneri ed i tecnici del nostro tempo.
E’ evidente, pertanto, come un impatto culturale di queste dimensioni dovesse inevitabilmente suscitare nell’intimo dei nostri antichissimi progenitori, agli albori di un percorso di civilizzazione che si presentava tutto in salita ed in cui la vita media dell’individuo si limitava a pochi decenni, una forma di considerazione del tutto speciale nei confronti di quegli "esseri misteriosi venuti dal cielo".
Una venerazione, insomma, mista di gratitudine per le inimmaginabili conoscenze di cui li facevano partecipi, ma anche di forte timore reverenziale, derivato dall’intuizione dell’enorme superiorità tecnologica da essi mostrata. E’ logico quindi attendersi che i nostri antenati ritenessero gli extraterrestri delle divinità, come il tuono e la folgore, la luna ed il sole e tutti gli altri eventi naturali che ancora non erano riusciti a interpretare: un po’ come quello che accadde a Francisco Pizarro al suo arrivo tra gli indios peruviani; a parte le intenzioni, naturalmente...Continua a leggere QUI
La non evoluzione delle religioni
Come era facilmente ipotizzabile la pubblicazione di notizie storiche sulle antiche religioni ha dato fastidio ad alcuni miei lettori che si professano cattolici o cristiani. Lungi da me il desiderio di dividere o fare sorgere contrasti, il mio intento è quello di mostrare il risultato delle mie ricerche e suscitare nei lettori domande e riflessioni, ma come posso evitare di scrivere la pura e semplice verità storica?
Sinceramente non comprendo su che basi si invochi una particolare interpretazione del Vecchio Testamento laddove esso racconta in maniera molto esplicita delle crude vicende storiche. Cosa c'è da interpretare relativamente alla cronaca della conquista della cosiddetta Terra Promessa? Il Vecchio Testamento è anche un libro , e qui poco importa quanto la cronaca sia sempre aderente ai fatti passati, ma l'intenzione di descrivere gli eventi che rappresentano la base storica della creazione dello Stato di Israele è fin troppo evidente (a prescindere dal fatto che la storia venga più o meno correttamente descritta).
Quanto al resto se ci sono dati storici errati nei miei resoconti fatemelo sapere che correggo i miei articoli (ad esempio devo controllare alcune fonti che parlavano di Mitra, e che forse esageravano le similitudini tra cristianesimo e mitraismo, similitudine che però sono sicuramente notevoli) ma nel tempo del grande inganno, in cui tutti i poteri nascondono l'esistenza delle scie chimiche a danno dell'umanità, quale istituzione, quale fede, quale retaggio della nostra vita passata può sopravvivere ad una seria analisi critica? Se dopo avere scoperta la distruzione sistematica della biosfera restiamo attaccati a vecchi schemi mentali come potremo mai liberarci di chi ci opprime?
Sinceramente non comprendo su che basi si invochi una particolare interpretazione del Vecchio Testamento laddove esso racconta in maniera molto esplicita delle crude vicende storiche. Cosa c'è da interpretare relativamente alla cronaca della conquista della cosiddetta Terra Promessa? Il Vecchio Testamento è anche un libro , e qui poco importa quanto la cronaca sia sempre aderente ai fatti passati, ma l'intenzione di descrivere gli eventi che rappresentano la base storica della creazione dello Stato di Israele è fin troppo evidente (a prescindere dal fatto che la storia venga più o meno correttamente descritta).
Quanto al resto se ci sono dati storici errati nei miei resoconti fatemelo sapere che correggo i miei articoli (ad esempio devo controllare alcune fonti che parlavano di Mitra, e che forse esageravano le similitudini tra cristianesimo e mitraismo, similitudine che però sono sicuramente notevoli) ma nel tempo del grande inganno, in cui tutti i poteri nascondono l'esistenza delle scie chimiche a danno dell'umanità, quale istituzione, quale fede, quale retaggio della nostra vita passata può sopravvivere ad una seria analisi critica? Se dopo avere scoperta la distruzione sistematica della biosfera restiamo attaccati a vecchi schemi mentali come potremo mai liberarci di chi ci opprime?
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THE 1973 DIONISIO LIANCA ABDUCTION REVISITED
By Scott Corrales - 19 hours 34 min ago
ARGENTINA: We received the following note from contributing editor Guillermo Giménez this morning: “In the Sunday, 8 December 2013 issue of Bahia Blanca’s La Nueva Provincia newspaper appeared a brief but most interesting interview with the protagonist of the incident known as the “Dionisio Llanca Case” which occurred on 28 October 1973 in the vicinity of Bahia Blanca in the province of Buenos Aires, Argentina. A highly interesting incident with worldwide repercussions, one in which the witness claimed having been taken aboard a UFO and analyzed by various beings (two males and a female). Such was the harassment he endured at the hands of journalists and researchers from all over the world that the protagonist vanished completely. It was even said a few years ago that he had passed away. Now, a reporter from the Lanueva.com website managed to find him in a city in Southern Argentina and managed to get this interview, which should be highly significant to the Argentinean and global UFO community. These are the words of Dionisio Llanca today, over 40 years after the event."
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