lunedì 8 agosto 2011

Oltre ogni limite di vergogna

 

Ecco come lo stato italiano rappresentato nel governo attuale (ma anche quelli passati non sono stati da meno), vuole venire fuori dalla crisi economica, sempre ai soliti noti si vuole penalizzare, non bastano gli innalzamenti fatti in passato per l'età pensionabile, e quella delle donne, paventando un innalzamento della prospettiva di vita (non veritiera), la precarietà che ha portato la legge 30, senza prendere in considerazione un welfare adeguato alla precarizzazione e disoccupazione giovanile, portando le future pensioni da retribuzione a contribuzione, dimezzando così oltre il 50% dell'assegno previdenziale.

Adesso per sistemare i conti dello stato ci si attacca all'I.N.P.S. dopo aver espropriato le aziende del T.F.R. per fare cassa, si vogliono ridurre gli assegni di invalidità, l'indennità di accompagnamento e la reversibilità che è già penalizzata del 70%; invece di perseguire i truffatori che beneficiano di un trattamento non veritiero.

Tutto questo condito con una aliquota IRPEF che in alcuni casi supera di gran lunga il 33% sulle solo pensioni e, addizionale regionale a seguito; non tarderà molto che i comuni e province metteranno anche la loro addizionali, per finanziare i servizi che lo stato non è più in grado di erogare, come sanità, scuola, trasporti ecc. ecc.
Previdenza, chiave di volta dei tagli 

Mercoledì, nell’incontro con le parti sociali, il governo Berlusconi dovrà mettere le carte in tavola. L’attesa è grande. L’anticipo del pareggio del bilancio al 2013, annunciato sotto la pressione dei mercati e dell’Europa, ha già fatto emergere quanto sia superficiale la manovra: in particolare, la delega fiscale e assistenziale da 20 miliardi di euro. Una cifra priva di contenuti.

La parte fiscale, dicono, non cambia i conti pubblici. Il riordino delle oltre 400 detrazioni fiscali dovrebbe servire a finanziare la riduzione del numero delle aliquote. È dunque dal taglio della spesa assistenziale, 90 miliardi l’anno, che il governo Berlusconi intende estrarre il risparmio decisivo. Ma chi può sforbiciare l’assistenza del 20-22%senza fare macelleria sociale? I capitoli di spesa sui quali incidere sono quattro: le pensioni d’invalidità, le indennità di accompagnamento, la reversibilità e i doppioni tra detrazioni fiscali e misure assistenziali.

L’Inps ha già bloccato l’impennata delle pensioni di invalidità, avocando a sé funzioni di A.s.l. e Regioni che delegavano ai Comuni. Ma c’è da recuperare. Le indennità di accompagnamento senza guardare al reddito non hanno molto senso. Si possono riaffidare le due funzioni ai Comuni, che conoscono le persone e possono evitare sprechi, purché si pongano chiari tetti di spesa per evitare ai Comuni medesimi la già nota tentazione del clientelismo. Al proposito, il modello del Trentino pare ottimo.

Gli assegni di reversibilità sono 5 milioni per una spesa di 38 miliardi. L’Italia ha le condizioni più generose del mondo. Le si può rimodulare in base al tempo di convivenza, alla posizione lavorativa, all’età. Come per gli invalidi non mancano casi discutibili, ma di quanto stiamo parlando? Alla fine, tra tutto, si risparmieranno 4-5 miliardi. E così, come ha riferito ieri Mario Sensini, l’esecutivo si orienta a toccare le pensioni.

Governo e INPS hanno più volte assicurato che i conti della previdenza pubblica sono stati messi in sicurezza. Anche con una crescita bassa. Bastano il passaggio dal sistema retributivo al più avaro sistema contributivo e l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita. Oggi si pone sul tavolo un’altra questione: il contributo del sistema previdenziale al pareggio dei conti dello Stato. Il che vuol dire il superamento delle pensioni di anzianità e la perequazione dell’età della pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni, che vuol dire 5 anni in meno di pensione per le seconde.
  
I numeri, questa volta, sarebbero cospicui. Secondo l’Inps, nel 2010 hanno ottenuto la pensione di anzianità 84 mila uomini e 26 mila donne, i primi con un’età media di 58 anni e 5 mesi, le altre con un’età media di un anno inferiore. Hanno avuto accesso alla pensione di vecchiaia, invece, 32 mila uomini e 69 mila donne, i primi a 65 anni e 4 mesi in media e le altre a 60 anni e 8 mesi. Azzerando i trattamenti di anzianità, si erogherebbero meno pensioni e si incasserebbero più contributi per 2,5-3 miliardi l’anno, destinati a cumularsi nel tempo.

Aumentando di 5 anni l’età pensionabile delle donne, si avrebbe un risparmio modesto all’inizio e poi, via via, crescente. Uno studio che circola all’Inps stima un effetto di 3,5 miliardi nel 2015 che sale a 4,7 miliardi nel 2018. Questi sono i freddi numeri di base. Poiché toccano la vita delle persone, vanno approfonditi e maneggiati con cura. Si possono dunque considerare anche opzioni intermedie e transitorie: l’eventuale passaggio dal calcolo retributivo al contributivo per chi volesse ritirarsi anzitempo; incentivi e disincentivi per chi anticipa e chi posticipa la quiescenza.

Nessuno ha il verbo. Ma se si vuol davvero percorrere quest’ultimo miglio della riforma delle pensioni, due passaggi politici non possono essere elusi. Il primo riguarda la credibilità della classe dirigente che propone la riduzione del welfare: la Confindustria, l’Abi e le altre organizzazioni imprenditoriali devono dire che cosa i propri associati sono pronti a dare di proprio per contribuire alla salvezza del Paese; i due rami del Parlamento devono formalizzare per iscritto e consegnare all’Inps la riforma del vitalizio, giusto per evitare che certe manine correggano poi, e gli altri enti di rango costituzionale, dalla Consulta al Quirinale, dovrebbero riallineare i trattamenti del proprio personale a quelli di uso generale, cancellando le clausole d’oro che pareggiano la pensione all’ultimo stipendio e la rivalutano come se stipendio anch’essa fosse.

Il secondo passaggio riguarda le nuove generazioni. Mantenere al loro posto 7-800 mila persone può rendere ancora più impervio l’accesso al lavoro dei giovani. Alcuni economisti negano tale pericolo. Altri lo paventano. Non abbiamo il tempo per le verifiche. Meglio sarebbe reinvestire come misura pro crescita una parte dei risparmi appena descritti nella fiscalizzazione pluriennale degli oneri sociali per i giovani neoassunti. 

E a tutti i giovani, troppo spesso destinati a redditi incerti e pensioni irrisorie, andrà data l’opportunità di destinare, se credono e per i periodi nei quali possono, una quota aggiuntiva del loro reddito, per esempio il Tfr, a una maggior contribuzione previdenziale da scegliersi in totale libertà e a parità di trattamento fiscale tra i fondi integrativi privati e l’Inps, ben sapendo che, in quest’ultimo caso, la maggior contribuzione andrebbe anche a beneficio dei conti pubblici. 
   


8 commenti:

  1. Tutte le misure draconiane che i ministri dell’economia prenderanno saranno fumo negli occhi, controproducenti ed inefficaci. Inoltre, pur essendo ormai stato con impudenza comunicato Urbi et orbi che la vera causa del debito “sovrano” NON è lo stato sociale, ma l’emissione di titoli del debito pubblico, a loro volta collegati alla frode del signoraggio, i politici annunciano che per conseguire il pareggio del bilancio (fine utopico), si dovranno ulteriormente tagliare gli stipendi, i salari, le pensioni, i servizi e che sarà necessario inasprire il carico fiscale anche con l’aggravio delle inique imposte indirette.

    E’ come se un genitore, adirato per una grave mancanza di un figlio, desse un sonoro ceffone al fratello del tutto incolpevole. Eppure le cosiddette parti sociali, la sedicente opposizione, le associazioni dei consumatori, dopo aver espresso qualche timida protesta, affermeranno che per evitare il tracollo è inevitabile compiere dei sacrifici. Persino il già vessato, martoriato, dissanguato umile cittadino accetterà di compiere dei sacrifici, senza accorgersi dell’ennesimo raggiro: gli spilleranno ancora quattrini, accusandolo di essere la causa di tutti i mali, perché non è produttivo, è andato in pensione troppo presto, perché si avvale del servizio sanitario, anche quando non è indispensabile e via discorrendo. Intanto i media di regime continueranno a mostrare al suddito stupido le vere ragioni di un debito inestinguibile, in quanto concepito per essere tale e per asservire gli stati ai banchieri internazionali, a loro volta sottoposti alla volontà degli Oscurati.

    Siamo fritti.

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  2. Ciao Zret, so perfettamente chi sono questi tomi, ormai da molto tempo tutta la classe politica (e forse anche dagli albori) non ha mai fatto l'interesse del cittadino, ma sono solo autoreferenziali tra di loro.

    Certamente quello che vanno cianciando son solo delle balle colossali; come sempre prendono ordini dai loro padroni banchieri che vogliono ridurre il popolo in schiavitù senza più diritti, e quel poco che si è guadagnato in lotte di classe ce lo hanno portato via in decenni di ingiustizie sociali creando sempre più poveri, senza diritto di cittadinanza.

    Sono dei bravi servitori di un ordine ormai mondiale legato alle banche e alla massoneria più bieca.

    Ciao e grazie.

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  3. E' come scrivi, Wlady. E' una classe asservita a demoni.

    Ciao e grazie a te.

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  4. Grazie a te Zret, per la tua Amicizia e pazienza, e di tutte le pubblicazioni che mi fai su "OK".

    Sai Zret, quello che mi fa veramente arrabbiare, e che sono persone del popolo che magari hanno anche a cuore e ci credono a quello che fanno ma quando vanno al potere è come una maledizione, si dimenticano tutto (ececredo con 20.000 €.) anche di quello che sono stati, così dicasi per politici e sindacati destra e sinistra ormai non si distinguono più; ad esempio un Casini della situazione (borghese ammanicato) dice che bisogna prendere provvedimenti impopolari, lui!!! Che non ha mai lavorato un giorno in vita sua; e così per tanti altri figuri vomitevoli ai vertici.

    Ciao, scusa lo sfogo...

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  5. Ciao Wlady, ciao Zret
    seguo i vostri commenti ed i vostri sfoghi e li condivido totalmente.
    La pensione è diventato un ricordo, ormai, ed andarci a 70 anni non ha più senso.
    La macelleria sociale è, credo, solo agli inizi.
    Ne paga le conseguenze un popolo shiavizzato ed inerme che non sa come organizzare la propria protesta e come portarla in piazza.
    Ciao.

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  6. Ciao Gianni,

    Il popolo ha sempre pagato, anche con la vita, e questi loschi figuri e sporcaccioni di politici, sono ancora lì a pensare di non toccare le patrimoniali, ma, a penalizzare gente che ha lavorato tutta una vita oltre i 40 anni,madri di famiglia che si sono private di tutto per crescere i figli anche andando a lavorare.

    Ho cominciato a lavorare a 14 anni, e oltre al lavoro ho frequentato le scuole serali per prendere uno straccio di diploma per poter accedere ad un livello qualitativo del lavoro; non ho mai perso un giorno di lavoro, mia moglie ha fatto altrettanto, ma, poverina se ne è andata a 55 anni, dopo aver maturato oltre 35 anni di lavoro, gestendo anche la famiglia.

    Questi criminali vogliono che schiattiamo tutti prima di poter prendere il nostro dovuto che ci appartiene di diritto, anelando che la vita media è aumentata, ma non è vero, molti miei coscritti degli anni 50 se ne sono andati molto prima (mia moglie è un caso emblematico), e non sono pochi, chi ha vissuto una lunga vita sono i superstiti dell'ultima guerra, o nati prima hanno avuto una vita parca e sana con una alimentazione morigerata e non a base di cadaverina contenuta nella carne e negli alimenti privi di additivi, quelli nati dopo non hanno la stessa fortuna di vivere una lunga vita, i motivi li sappiamo tutti, l'avvelenamento del corpo da alimentazione, gli agenti inquinanti che ci buttano giù dal cielo, vaccini, e stress psicologico, hanno fatto della vita degli individui un inferno in terra, portando la fine della vita prematuramente.

    Continuano a fare delle proiezioni per il futuro sulle pensioni, lobotomizzando la gente che ci crede, sul discorso di una vita più lunga, ma, non è vero e lo sanno, ma quando si ripete lo stesso ritornello più volte negli anni la popolazione da per scontato che sia la verità.

    L'I.N.P.S. è in attivo e ha oltre il 5% della banca d'Italia, che è dei privati, ed al governo non sembra vero di poter far cassa per risanare i conti con i denari accumulati, hanno già estromesso il T.F.R alle aziende che era un motivo di scambio per le aziende per essere finanziate dalle banche, ora per l'ennesima volta vogliono mettere le mani nell'unica cassa ancora attiva. VERGOGNA!

    Ciao

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  7. Un debito pubblico che nessuno potrà mai pagare sta a significare che siamo posseduti dalle banche. Con voragini inestinguibili come queste, tutto il Pianeta finirà in breve tempo in mano ai banchieri. Anzi, vi è già.

    L'unica cura consisterebbe nel prendere in disparte il banchiere criminale ed assassino e urlargli in faccia:'Tu da me non avanzi niente ed io, Stato sovrano, cancello d'ufficio quello che tu dici di avanzare da me. Per cui trovati un lavoro diverso da quello che hai sempre fatto e pussa via!'.

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  8. Ciao Paolo,
    quello che vogliono è una grande depressione come quella degli anni 30, per spartirsi il mondo.

    Il Gruppo Bilderberg e Trilaterale, hanno in mano il mondo, con dietro tutte le banche dei Rothschild e Rockfeller, massonerie incluse.

    Il loro obiettivo è dominare con una unica moneta il pianeta, sempre che riescano a sconfiggere la Cina che sono un quarto della popolazione mondiale e se ci mettiamo tutta l'area orientale, arriviamo il 50% del mondo.

    Certamente saranno tempi duri per noi, ma, lo sarà anche per loro, certamente è una amara consolazione, siamo destinati allo scontro cruento, i segnali ci sono tutti.

    Ciao

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