giovedì 9 giugno 2011

Il calendario nella storia


Gli studiosi hanno prestato scarsa attenzione agli elementi di matematica presenti nella Bibbia, tralasciando di investigare ciò che avrebbe dovuto essere un enigma: perché la Bibbia ebraica adottò il sistema decimale, sebbene Abramo fosse un Ibri - un Sumero di Nippur - e tutti i racconti della Genesi (come richiamati nei Salmi e altrove) fossero basati su testi sumerici?

Perché il sistema sessagesimale ("a base 60") sumero non è più alla base della numerologia biblica - una nuova numerologia che culmina nel concetto del millennio? Viene da chiedersi se Marduk fosse consapevole della questione. Egli segnò la propria assunzione del potere con la proclamazione di una Nuova Era (dell'Ariete), con la revisione del calendario, e con la costruzione di un nuovo Cancello degli Dèi.

In quei passi si potrebbe anche vedere la prova di una nuova matematica - un tacito spostamento del sistema sessagesimale a quello decimale. Il punto focale di quei cambiamenti fu il tempio ziggurat in suo onore, che Enki suggerì fosse costruito dagli stessi Anunnaki.

Le scoperte archeologiche nelle sue rovine (dopo varie ricostruzioni) , così come le informazioni fornite dalle tavolette recanti precisi dati architettonici, rivelarono che la ziggurat fu eretta in sette piani, l'ultimo dei quali era destinato all'abitazione di Marduk. Progettata (come lo stesso Marduk aveva disposto) "secondo le scritture del Cielo Supremo, aveva una struttura quadrata la cui base o primo piano misurava 15 gar (circa 100 mt) per lato e si elevava per 5,5 gar (circa 30 mt), in cima c'era un secondo piano, più piccolo e più corto; e via di seguito, fino a raggiungere un'altezza dell'intero tempio di 100 metri, uguale ai lati della base.


Il risultato era un cubo la cui circonferenza equivaleva a 60 gar per ognuna delle sue tre dimensioni, conferendo così alla struttura il numero Celeste 3600 se al quadrato 60X60 e 216000 se al cubo (60X60X60). Ma in quel numero era anche nascosto uno spostamento al sistema decimale, poiché esso rappresentava il numero zodiacale 2160 moltiplicato per 100.

I quattro angoli della ziggurat guardavano esattamente ai quattro punti cardinali della bussola, come hanno dimostrato gli studi archeoastronomici, l'altezza successiva di ognuno dei primi sei piani fu calcolata precisamente per permettere le osservazioni celesti da quella particolare posizione geografica, La ziggurat non aveva quindi come scopo solo quello di superare l'Ekur di un tempo di Enlil, ma anche quello di sostituire anche le funzioni astronomico-calendariali di Nippur.


Questo venne messo in pratica dall'istituzione di una revisione del calendario - una questione di prestigio teologico e di necessità, perché lo spostamento zodiacale (dal Toro all'Ariete) rendeva  necessario anche modificare un mese nel calendario, se Nissan ("Il Portabandiera") doveva rimanere il primo mese e il mese dell'equinozio di primavera. Per ottenere tutto ciò, Marduk stabilì che l'ultimo mese dell'anno, Addaru, quell'anno venisse raddoppiato.

(L'espediente di raddoppiare Addar sette volte in un ciclo di diciannove anni è stato adottato nel calendario ebraico come sistema per riallineare periodicamente l'anno lunare a quello solare.)

Come in Mesopotamia, anche in Egitto il calendario venne revisionato. Originariamente concepito da Thot, il cui "numero segreto" era 52, divideva l'anno in 52 settimane di sette giorni ciascuna, dando come risultato un anno solare di soli 364 giorni (una questione prominente nel Libro di Enoch). Marduk (come Ra) istituì un anno basato su una divisione per 10: divise l'anno in 36 decadi di dieci giorni ciascuna; i 360 giorni risultanti erano poi seguiti da cinque giorni speciali, per arrivare a 365.

La Nuova Era introdotta da Marduk non aveva a che vedere con il monoteismo. Marduk non si dichiarò dio unico; in realtà aveva bisogno della presenza di altri dèi che lo proclamassero supremo. A quel proposito, nel sacro recinto dei templi di Babilonia, fece edificare piccoli templi e residenze per tutti gli altri dèi principali, e li invitò a farne le loro case.

Non ci sono indicazioni in nessun testo che qualcuno abbia accettato l'invito. Infatti, nel periodo dei tempo in cui la dinastia che Marduk aveva progettato si insediò finalmente a Babilonia, circa nel 1890 a.C., gli dèi dispersi cominciarono a stabilire i loro nuovi domini in tutta la Mesopotamia.


Fra questi, importante fu Elam a est, con Susa (che più tardi fu la biblica Shushan) per capitale e Ninurta come "dio nazionale". A ovest, sulle rive occidentali del fiume Eufrate, fiorì indipendentemente un regno la cui capitale fu chiamata Mari (da Amurru, colui che è a Occidente). I suoi magnifici palazzi erano decorati con pitture murali che mostravano Ishtar che investiva il re a prova del notevole prestigio di cui godeva la dea in quel luogo.


Nella montuosa terra di Hatti, dove gli Ittiti già avevano adorato il figlio più giovane di Enlil, Adad, con il nome Ittita di Teshub (il dio del Vento/Tempesta), cominciò a svilupparsi un regno di aspirazione e forza imperiali. E fra la terra degli Ittiti e Babilonia fiorì un regno assolutamente nuovo, quello di Assiria, con un pantheon in tutto identico a quello di Sumer e Accad, eccetto che il dio nazionale veniva chiamato Ashur "Colui che Vede". Egli riuniva i poteri e l'identità di Enlil e di Anu, e il suo ritratto, raffigurante un dio entro un oggetto circolare alato dominava i monumenti assiri.

Nella lontana Africa c'era l'Egitto, il Regno del Nilo. Ma un periodo caotico, chiamato dagli studiosi Secondo Periodo Intermedio, escluse il paese dalla scena internazionale fino al 1650 a.C. circa, all'evento cioè del cosi detto Nuovo Regno.

Gli studiosi hanno ancora un po' di problemi a spiegare perché l'antico Medio Oriente entrò in agitazione proprio in quel periodo. La nuova dinastia (XVIII) che prese il controllo dell'Egitto fu preda di un fervore imperialista, espandendosi nella Nubia a sud, nella Libia a ovest e nei paesi lungo la costa del Mediterraneo a est. Nella terra degli Hittiti, un nuovo re inviò il suo esercito oltre la barriera delle  montagne del Toro, e lungo la costa mediterranea; il suo successore schiacciò Mari. E a Babilonia, un popolo chiamato Cassiti, sorto dal nulla (in realtà, originario della regione montagnosa che delimita il Mar Caspio a nord-est), attaccò Babilonia e pose rapidamente fine alla dinastia che era cominciata con Hammurabi.

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