LA MALATTIA PERFETTA
di Pietro Ratto
La malattia perfetta. Quella che non si sa come sia
nata, come si affronti, come si curi. La malattia che si associa a mille
altre malattie. Che può esser causa di tutti i possibili sintomi. Che
non finisce mai, che produce conseguenze a ripetizione, che lascia uno
strascico infinito.
La malattia molto contagiosa,
assolutamente insidiosa, che puoi avere anche senza saperlo. Che solo il
sistema ha modo di diagnosticare. Che solo con un approccio preventivo,
ufficiale, indefinitamente reiterato e standardizzato, nei confronti
del quale è pretesa un'adesione acritica e una fede cieca, può essere
affrontata. Che solo un cocktail di norme rigide, confuse, mutevoli e
contraddittorie può regolamentare.
Una malattia
burocratica la cui gestione è sottratta ai medici ed affidata agli
archivi elettronici. Che non riceve assistenza dagli ambulatori ma dai
call center. Che va trattata con questionari e con quesiti a cui
rispondere a distanza, e non con auscultazioni e visite specialistiche.
Una malattia che paralizza e disattiva il sistema sanitario pubblico a
vantaggio delle grandi catene di cliniche private.
Una
malattia che crea isolamento e divisione, diffidenza e disprezzo. Una
malattia che serve a imporre restrizioni e sottomissioni. Che produce
discriminazione e sottrazione sistematica di ogni diritto e di ogni
libertà personale. Che impone il potere di polizia, la criminalizzazione
del dissenso, la delazione e il tradimento. Che richiede lo stato di
emergenza, l'uomo forte al comando, la sospensione delle norme
costituzionali. Che comporta l'allontanamento sociale dei dissidenti, il
disprezzo pubblico verso i dubbiosi, la perdita del lavoro per chi non
si allinea.
La malattia che distrugge le piccole
realtà imprenditoriali consegnando il loro giro d'affari, frutto del
lavoro di decenni o addirittura di secoli, a gigantesche multinazionali
nate ieri e già in cima all'economia mondiale. Che produce quantità
industriali di disoccupati assicurando risparmi stellari al sistema
pensionistico statale e accelerando vertiginosamente quel processo di
automazione produttiva che porterà, quanto prima, alla piena
sostituzione della macchina all'uomo. Macchine che obbediscono senza
chiedere. Che non necessitano di illuminazione, riscaldamento,
assicurazioni sugli infortuni, tutele sindacali, contratti, stipendi.
Macchine che eseguono senza dissentire. Senza scioperare mai.
Una
malattia che sbatte fuori dalle scuole gli insegnanti più critici, che
forma i giovani alla sudditanza e alla paura. Quella paura sulla base
della quale ogni popolo può esser dominato e asservito al potere. Quella
paura della morte che soltanto una malattia perfetta come questa può
risvegliare e mantener costante in ogni singolo attimo della giornata.
La malattia perfetta. Quella che non inizia e non finisce.
La
malattia che scava una profonda e fredda tomba, una volta per tutte,
nell'esistenza vuota di chi ha ucciso per sempre, dietro ai suoi occhi
ciechi, ogni attitudine al Pensiero.
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