martedì 17 dicembre 2019

Il 5G è arrivato nella Smart City di Milano


Milano 5G, cose da pazzi. Per ARPA "superati valori di legge", ma Comune (e Ministro) ignorano precauzione e ricerca sugli effetti 

di Maurizio Martucci 

Aveva ragione il Prof. Gioberti (Nino Taranto) nel celebre film con lo smemorato Totò: “in questo manicomio succedono cose da pazzi!” Il manicomio in questione è quella di Milano, Smart City da (circa) 1.200 stazioni radio base, cioé le antenne spesso sui tetti dei palazzi, pronte a moltiplicarsi per far spazio all’Internet delle cose. Cosa da pazzi invece è la posizione della giunta Giuseppe Sala, non intenzionata a cofinanziare una ricerca indipendente per capire gli effetti socio-sanitari delle inesplorate radiofrequenze del 5G (“dovrebbe essere meno nocivo del 4G“, sentenzia l’assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici Roberta Cocco), nonostante l’ambiguità di alcune aziende sanitarie locali e l’ultima steccata dell’ARPA Lombardia, confermano timori e perplessità arrivate anche da altre agenzia regionali per la protezione ambientale e finite in una mirata interrogazione parlamentare ancora senza risposta. 

A Milano – afferma ARPA Lombardia a causa dell’elevato numero di stazioni radiobase e di sistemi trasmissivi autorizzati, è notevolmente aumentata, negli ultimi anni, l’estensione di aree con spazio elettromagnetico saturo, poiché numerosi sono ormai i siti nell’intorno dei quali i valori di campo elettromagnetico simulati sulla base della potenza autorizzata, danno luogo al superamento del valore di attenzione. Di conseguenza pareri ambientali preventivi all’implementazione di nuove tecniche trasmissive emessi da ARPA Lombardia ai sensi della normativa vigente spesso sono negativi, con conseguente criticità per lo sviluppo della rete 5G.” 

 

Lo ha messo nero su bianco Daniela Carmela de Bartolo, dirigente fisico delle attività produttive di ARPA Lombardia, intervenuta a Roma nel recente seminario di studio da titolo “Procedure autorizzative degli impianti di telefonia mobile 5G” tenuto nell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. In pratica l’ARPA sostiene come nella Milano Smart City il fondo elettromagnetico sia pressoché saturo dall’irradiazione multipla e cumulativa di radiofrequenze prodotte da antenne già installate e operative (tecnologia 2G, 3G, 4G), motivo per cui i pareri preventivi tecnici per installare nuova infrastruttura tecnologica 5G sono negativi, considerato lo sforamento dei valori di attenzione di campo elettromagnetico stabiliti per legge (36/2001) a 6 V/m.


Il valore di attenzione è un parametro fondamentale, che riguarda proprio la protezione della popolazione irradiata in ambienti abitativi, scuole e siti di lunga permanenza, valore pensato dal legislatore proprio per tutelare la salute da pericolosi effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici. Motivo per cui, di recente, Paola Pisano Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione è tornata sull’innalzamento dei valori di campo elettrico, facendo intendere che – esattamente come chiedono da tempo le aziende del 5G – potremmo presto finire sui livelli soglia di 61 V/m, cioé + 100 volte rispetto ad oggi:

ci vuole unità per le emissioni sulla soglia di emissioni elettromagnetiche delle frequenze utilizzate per le connessioni 5G.” Un tema di cui “stiamo dibattendo all’interno del governo, stiamo seguendo l’Ue su tutta la trasformazione digitale. Crediamo nell’Ue, che debba diventare un Paese unico per competere con Usa e Cina. Ci vuole unità di mercato, leggi simili e strategie simili”, ha detto la ministra per l’innovazione e la digitalizzazione sullo sviluppo del 5G. “La legislazione in Italia ci penalizza, in Ue ci sono altri limiti, dobbiamo capire se dobbiamo andare verso l’Europa o essere sempre restrittivi e non permettere la competizione“.

A chi, come a Comune di Milano e al Ministero dell’Innovazione, abbraccia con estrema disinvoltura il 5G continuando a perorare solo la causa dell’ipotizzato sviluppo economico (ma poi quale sarebbe? se con l’Intelligenza artificiale sono previsti esuberi e licenziamenti di intelligenza umana?), dovremmo far vedere la relazione ARPA e gli esiti delle ricerche indipendenti di scienza e medicina che insistono perché – più che a non innalzare i livelli d’irradiazione – si dovrebbe ad abbassarli verso soglie più sicure, per finire a minimizzare il pericolo a 0,6 V/m come per altro affermato dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa nel 2011. In tempi non sospetti, nel 2011 non un millennio fa, quando le radiofrequenze entrarono per la prima volta nella black list dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro tra gli agenti cancerogeni per l’umanità. Cose da pazzi.


2 commenti:

  1. Pensiamo al Vuoto ed al Pieno. alla Materia e alla cosiddetta Anti-Materia. ci sarà pure un ANTI 5,6,7,8 G una anti-frequenza che annulli quelle malefiche per Natura che siao tutti Noi Viventi, Animali, Vegetli, Minerali...dobbiamo trovarla soprattutto per difendere i più deboli, a cominciare dal più debole, il piccolo umano, ancora innocente quando gattona...Buone Feste Sol Invictus e soprattutto Buona Me [La Befana]..

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    1. Bentrovata bambilu;
      l'unica cosa che metterebbe fine a questa follia è solo un flaire solare che mette fuori gioco tutti i satelliti e le centrali elettriche, riportandoci al medioevo; un'altra ipotesi (e senza dubbio prima o poi arriverà) è un asteroide che cancellerà gran parte se non tutta la vita sulla Terra, la Terra in ogni caso continuerà a esistere malgrado noi.

      Ricambio i graditi auguri ...
      wlady

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