L’artista Nickolay Lamm ha creato mappe 3D dei campi
elettromagnetici emessi dai cellulari
Le radiazioni 5G fanno male, 170 scienziati per la moratoria
Le radiazioni non ionizzanti sono considerate un possibile
cancerogeno dall’OMS. Gli esperti chiedono valutazioni indipendenti prima di
commercializzare il nuovo standard 5G
Con le connessioni 5G aumenta
l’esposizione ai campi
elettromagnetici
(Rinnovabili.it) – Una moratoria sulla realizzazione della
rete di quinta generazione, l’attesissimo 5G. È la richiesta
contenuta in una lettera aperta firmata da 170 scienziati
di 37 paesi, tra cui l’Italia. Gli esperti avvertono che l’arrivo della
nuova rete causerebbe un aumento massiccio dei campi elettromagnetici a
radiofrequenza (RF-EMF), con la conseguente maggiore esposizione degli
esseri umani ad un flusso di radiazioni non ionizzanti – definito
anche elettrosmog – che non è privo di controindicazioni.
«Devono essere condotti studi di impatto sanitario e
ambientale seri e indipendenti prima di qualsiasi immissione sul mercato»,
scrivono i 170 scienziati. Il loro appello segue un altro richiamo del 2015,
nel quale si chiedeva all’ONU e all’Organizzazione mondiale della sanità
(OMS) di promuovere misure preventive per limitare l’esposizione alle onde
elettromagnetiche. Le preoccupazioni, fino a qualche anno fa liquidate con
un’alzata di spalle e portate avanti da pochi esperti, sono oggi una realtà
conclamata. Il passaggio discriminante è avvenuto nel 2011 con la
classificazione da parte della IARC (l’Agenzia internazionale per la ricerca
sul cancro) delle radiofrequenze come «possibile cancerogeno» per l’uomo.
La valutazione della IARC ha ammesso possibili effetti
biologici, non soltanto termici, delle radiazioni non ionizzanti. La lettera
degli scienziati alle istituzioni europee raccomanda che tutti i paesi
membri seguano la risoluzione 1815 del Consiglio d’Europa sui potenziali
danni dei campi elettromagnetici e informino cittadini, insegnanti e
medici sui rischi per la salute delle radiazioni RF-EMF.
Gli esperti avvertono che la progressiva diffusione
del cosiddetto internet delle cose (IoT) porterà a creare dalle
10 alle 20 miliardi di nuove connessioni, incrementando l’esposizione umana
all’elettrosmog in maniera esponenziale. Con essa crescerebbero i rischi
di cancro al cervello, morbo di Alzheimer, infertilità o sintomi di elettro-ipersensibilità (forte
mal di testa, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, stanchezza e
sintomi simili a quelli dell’influenza).
La tecnologia 5G è in fase di sperimentazione in diversi
paesi. Svezia e Finlandia tirano la volata in Europa, con Francia e Germania
che hanno già lanciato le aste per le frequenze. Il Giappone punta a offrire
servizi di connessione già per le Olimpiadi 2020 di Tokyo. In Italia il
Ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato il bando “Città in 5G” lo scorso
maggio, con l’intenzione di arrivare ad una copertura commerciale entro il 2022.
FONTE
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VERSO UN ‘ MONDO NUOVO’
IL MONDO SMART – IL BRAVE NEW WORLD
In nome dell’abbattimento della CO2 il mondo
cambierà. L’Unione Europea prevede di spendere 270 miliardi di Euro
l’anno per “tutelare il clima”. Queste sono le cifre nei prossimi 40 anni
secondo Connie Hedegaard. L’obiettivo sarebbe di ridurre le emissioni
di gas serra tra l’80 e il 90 per cento entro il 2050 favorendo la creazione
di Smart Cities.
La Smart Grid
consiste nell’installazione di una rete capillare di controllo elettronico in
grado di monitorare e coordinare la vita nella società. In nome della
‘sicurezza e della sostenibilità’ saranno applicati dei dispositivi di
controllo e misurazione negli apparecchi di uso quotidiano (lavatrice,
frigo, termosifone, caldaie, lampadine…contatori). Tutte le attività, in
luoghi pubblici e privati, saranno inseriti in una estesa rete di
sorveglianza. Ogni attività collegata ad un dispositivo elettronico (sensori)
sarà identificata e registrata. BIG DATA. Dati su abitudini e attività
quotidiani delle persone saranno raccolti, registrati e conservati in una banca
dati.
La commissione europea ha lanciato
l’iniziativa Smart Cities & Communities European Innovation
Partnership (SCC).
Smart Cities & Communities diventa
una parte fondamentale del nuovo programma dedicato alla
ricerca Horizon 2020. Uno dei principali motori che spinge verso
questa evoluzione sono gli obiettivi Europei di eco-sostenibilità “20-20-20”, che entro il 2020
prevedono la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli
del 1990, l’aumento dell’efficienza energetica del 20% e la provenienza del 20%
di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La rivoluzione arriva poi nelle case di tutti. La case di
ognuno deve diventare ‘intelligente e green’. Il convincimento è il
seguente: è fondamentale per ridurre le emissioni diCO2 nell’atmosfera
che diventi una priorità per tutte le persone. Tutti quindi ‘devono
necessariamente diventare responsabili’ nei confronti dell’ambiente, partendo
dal nostro piccolo. E cosa significa? La nostra casa deve diventare smart.
Per facilitare il passaggio ci sono belle promesse: sarà gestito al
meglio comfort, benessere, sicurezza, riduzione costi e consumi. Le
valanghe di articoli che pubblicizzano le case smart dicono questo.
C’è un piccolo inconveniente.
Saremo spiati, seguiti, controllati. Sapranno ancora di più
dove ci troviamo e con chi siamo. Conosceranno ancora meglio i nostri gusti, le
nostre abitudini, le preferenze politiche, i prodotti che ci piacciono e quelli
che odiamo. Di noi conoscono tutto ormai. Grazie al cellulare, tablet o
pc siamo costantemente filtrati, scannerizzati, analizzati.
Qualsiasi informazione possa essere raccolta dalle nostre abitudini è merce
preziosa. Oggi 10 miliardi di computer, smartphone e tablet si scambiano
continuamente in tutto il mondo flussi di dati.
L’enorme mole di dati che si raccoglie sui singoli individui
permettono alle agenzie di intelligence di compiere un’analisi predittiva
dei comportamenti dei singoli, questo anche per ‘individuare i potenziali
soggetti pericolosi’.
Un mondo smart è clean e sostenibile? Non lo è.
Saremo (ancora di più) immersi nelle microonde, giorno
e notte. Sono ormai sempre più numerose le prove e le testimonianze,
internazionali e nazionali, sui danni prodotti da “elettrosmog”, cioè da campi
elettromagnetici (EM) nocivi per la salute umana, prodotti da antenne,
cellulari, cordless, Wi-Fi e altri prodotti similari. Numerosi studi
dimostrano che la radiazione da radiofrequenza danneggia l’ambiente, sia la
flora che la fauna. E
non avremo via di scampo.Nemmeno George Orwell nel suo libro
“1984” si era spinto tanto, era più avanzato Huxley nel suo Brave New
World. Pare che abbia scritto un copione per il futuro. La “dittatura
dolce” è cominciata. E noi, in nome dellaCO2 e del Global Warming,
l’abbiamo accettata?
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