Serve una rivoluzione: non pagare le tasse, non votare più
Renzi è spacciato, perché ormai è solo. E’ completamente isolato, perché nessuno si fida più di lui: «Persino tra gangster, lo sgarro è un’infrazione grave. E Renzi non ha mai mantenuto la parola data. Lo stesso Napolitano, suo garante internazionale, non se l’è sentita di fargli da garante massonico: in massoneria, Renzi non lo fanno entrare. E il suo isolamento è ormai percepito da tutti». Questo, politicamente, fa di lui un “morto che cammina”, comunque vada il referendum: «Anche se dovesse vincere, cosa improbabile, resterà solo. E se sei isolato, dove vai?».
Così l’avvocato Gianfranco Carpeoro, autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, in diretta streaming con Fabio Frabetti di “Border Nights” a una settimana dal voto che rischia di rivelarsi un referendum su Renzi, anziché sul futuro dell’Italia, in ogni caso vincolata ai diktat di Bruxelles. Per Carpeoro, non cambierà niente: «L’unico modo per non accettare cosa dice l’Europa è prendere una posizione eversiva e rivoluzionaria». Ovvero: «Non pagare più le tasse per un anno, non andare più a votare in massa, mettendo questi politici nudi di fronte alle loro responsabilità».
Carpeoro esprime un giudizio nettissimo: il referendum è solo «lo strumento per fare fuori Renzi, anche se questo non è nemmeno onestamente dichiarato». Ma un sostituto già pronto «ancora non c’è, nemmeno il grillino Di Maio». E che c’entra, tutto questo, con l’avvenire del paese? «Nulla. Gli italiani si riempiono la bocca della Costituzione, della democrazia.
Ma, se vai a vedere la sostanza, in Italia già da anni non c’è democrazia». Si dice che se vincesse il Sì saremmo costretti a subire la “dittatura” dell’Ue? «Ma perché, negli ultimi dieci anni cosa è successo, col vecchio sistema?». L’Italia bicamerale ha sottoscritto al 100% tutte le volontà dell’Unione Europea. Per questo, Carpeoro scommette che il voto del 4 dicembre non cambierà assolutamente niente: al limite, accelererà la fine politica di Renzi – irrilevante, per la comunità nazionale, vista l’assenza di vere alternative politiche.
L’unico piano-B davvero democratico? Una scelta «eversiva e rivoluzionaria», di ribellione sistemica. «E le posizioni eversive e rivoluzionarie non c’entrano nulla con le leggi. Quando uno deve fare eversione e rivoluzione, non si può preoccupare di che legge elettorale ha, o di com’è fatta la Costituzione – tanto, comunque, uno Stato che fa una rivoluzione, la Costituzione poi se la cambia».
Certo, «le rivoluzioni possono essere violente o meno, delicate o dalle tinte forti – e io sono contro la violenza», sottolinea Carpeoro. Ma, aggiunge, «penso che gli italiani possano dare uno scossone forte a questo sistema solo con atti realmente rivoluzionari», come appunto il boicottaggio fiscale dimostrativo e l’astensionismo di massa dichiarato. «Io sono su questa posizione, una posizione che metta gravemente in discussione l’equilibrio, il futuro e le capacità dell’Italia. Evitiamo i pannicelli caldi, il dire “resta la vecchia Costituzione, o arriva quella nuova”: cosa vuoi che cambi?».
Non è stata certo la Costituzione vigente a mettere l’Italia al riparo dal massacro sociale dell’austerity indotta dall’Ue e dall’Eurozona. Dunque, perché insistere su temi come «il bicameralismo perfetto o imperfetto, la nomina dei senatori?». Una presa di posizione estremamente esplicita: «Basta, non voglio essere coinvolto in questa pantomima che serve solo per capire chi si siede sulla sedia più bella», conclude Carpeoro. «L’Italia politica di questo tipo è finita. Poi magari la gente ne prenderà atto tra dieci anni, ma è già finita adesso».
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