Tutela salute e sicurezza: la minaccia viene dal cielo
Nei prossimi giorni, precisamente lunedì 8 e martedì 9 aprile , si terrà a Bruxelles, nel Parlamento Europeo, un incontro che avrà per titolo: “Oltre le teorie circa le modificazioni del clima – La società civile contro la geo-ingegneria”.
L’incontro è stato promosso da me, in quanto presidente del laboratorio politico Alternativa, in collaborazione con Josefina Fraile Martin, presidente di Terra SOS-tenible e promotrice della coalizione Skyguards
(a sua volta associazione internazionale che raggruppa ricercatori e
attivisti di Grecia, Francia, Spagna, Belgio, Gran Bretagna e altri
paesi europei).
Importante sottolineare che l’incontro è patrocinato ufficialmente da due gruppi parlamentari, quello dei Verdi e quello della European Free Alliance.
L’incontro
si propone di sollevare l’attenzione dell’intero Parlamento Europeo
sulla necessità di “proteggere realmente”, e senza ulteriori ritardi, i
cittadini europei – istituendo una speciale commissione d’inchiesta
(cosa che è nelle sue prerogative e nei suoi doveri) – per investigare
su gravissimi fatti che, secondo una vasta quantità di indizi e di
prove, minacciano la salute e l’incolumità di milioni di persone.
Secondo
quanto già accertato dalle organizzazioni proponenti e da numerosi
parlamentari europei, in questa e nelle precedenti legislature, per
oltre un decennio l’Europa è stata sottoposta ad un massiccio e clandestino irroramento di aerosol,
le cui caratteristiche e scopi sono ancora da scoprire, ma che si
ritiene fondatamente siano in relazione a esperimenti connessi con il
riscaldamento climatico in corso, e/o a esperimenti di carattere
militare connessi con le ricerche statunitensi del progetto HAARP (High Frequencies Active Auroral Research Program).
Si tratta di attività che si svolgono al di fuori di ogni legale autorizzazione,
sia essa nazionale o internazionale, senza che le popolazioni
interessate ne siano state informate, e in violazione dei più elementari
principi di precauzione stabiliti dalle norme internazionali.
I
governi nazionali, che hanno il dovere primario di autorizzare l’uso
dello spazio aereo e di difendere salute e sicurezza dei propri
cittadini, negano addirittura l’esistenza di tali esperimenti. Ciò contro ogni evidenza. Da qui l’appello al Parlamento Europeo, alla sua Presidenza e a tutti i gruppi parlamentari.
Le
organizzazioni promotrici porteranno un’ampia documentazione di fatti e
di ricerche in corso, che si collegano a un’iniziativa che già il
Parlamento Europeo intraprese nell’ormai lontano 1999, quando la sua
Commissione Esteri, Sicurezza e Difesa adottò (il 14 gennaio) una risoluzione della relatrice Maj Britt Theorin
dove, insieme alla sottolineatura della necessità di riorientare le
spese per la difesa in direzione alla tutela dell’ambiente, si
denunciava l’avvio di ricerche militari – con specifico riferimento al
progetto HAARP - che sperimentavano nuovi sistemi di armamenti connessi
con mutamenti artificiali del clima, realizzati con fasci di microonde
ad altissima frequenza indirizzati verso gli strati superiori della
ionosfera.
Tuttavia a quella risoluzione non venne dato alcun
seguito. Approvata e messa in un cassetto. E, nel frattempo i programmi
di irrorazione dall’alto, e lo sviluppo di armi di nuovo tipo, di
controllo dei sistemi di comunicazione (del nemico, ma anche di
potenziale controllo delle popolazioni “sottostanti”) è divenuto la
regola. Il tutto senza alcuna trasparenza e senza che nemmeno le
istituzioni siano messe al corrente di ciò che si progetta.
In questo contesto verrà esposta l’incredibile anomalia rappresentata dal MUOS (Mobile User Observation System) di Niscemi : una base militare americana (non NATO) impiantata al
centro della Sicilia, senza che di questo fosse mai stato investito il
Parlamento italiano, con autorizzazioni raffazzonate e in realtà
illegali da parte della Regione Sicilia, in pieno disprezzo delle norme
di sicurezza per le popolazioni. E si potrebbe continuare con l’elenco
delle violazioni di ogni norma democratica e di sicurezza.
Il
nuovo governo siciliano, dopo il sorgere di una grande movimento di
protesta, ha bloccato i lavori di in corso nella base (un’area
gigantesca, equivalente a quella di un vasto aeroporto) che sono
connessi con l’istituzione di un sistema mondiale di rilevazioni,
controllo, guida di “oggetti mobili”, che connette altre quattro basi
analoghe, in diversi continenti, collegate con un sistema di satelliti
geostazionari che coprono l’intero pianeta.
Ma studi effettuati da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino
collegano la costruzione di quattro nuove parabole mobili – insieme
alle oltre 40 antenne di varie dimensioni e funzioni – con l’ipotesi che
il sistema MUOS sia di gran lunga più importante di una stazione di
rilevazione, controllo e guida (per esempio dei droni, aerei senza
pilota a bordo, guidati a distanza), ma implichi l’uso di armi di
aggressione di nuovo tipo, incluse armi spaziali volte ad “accecare” i
sistemi di rilevazione avversari.
Nessuno naturalmente s’illude
che il Parlamento Europeo avvii un’indagine che comporti il disvelamento
di segreti militari di questa portata. Ma le questioni della sicurezza delle popolazioni
(quelle derivanti dal controllo delle irrorazioni, impropriamente
definite “scie chimiche”; quelle derivanti dal bombardamento elettronico
cui sono sottoposte le persone in un raggio di trenta chilometri dalla
base; come quelle derivanti dalla possibilità di diventare bersagli
primari in caso di conflitti militari) debbono essere rese di pubblico
dominio.
Il paragrafo T e U della citata risoluzione sul rapporto di Maj
Britt Theorin indicavano l’obbligo di ritornare al “principio di precauzione”. E le leggi europee obbligano al rispetto della salute delle persone.
Per questa ragione tra gli oratori a Bruxelles vi sarà Antonio Mazzeo,
il principale animatore della protesta contro il MUOS, insieme a una
decina di esperti internazionali. La sera di lunedì 8 aprile, alle ore
18:30, verrà proiettato, sempre all’interno del Parlamento, il film “Why in the world they are spraying?”, di Michael Murphy.
Un documentario realizzato per mostrare fino a che punto si sono
spinti i tentativi (segreti) di alterare i sistemi climatici naturali,
di modificare la chimica del suolo, di influire sugli assetti
geologici, di controllare l’approvvigionamento idrico di vaste aree del
pianeta.
In ogni caso diverrà più difficile, dopo questa iniziativa, negare l’evidenza.
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