VIDEOCONFERENZA
Dopocena domenica 20 Ottobre alle ore 21.00.
Dal titolo: ” Pianeta Terra Ultima Arma di Guerra”
Relazione di: Maria Heibel
Ndr: riporto qui solo una parte (interessante) del corposo articolo pubblicato da https://www.nogeoingegneria.com/
Cosa si poteva fare per sciogliere i ghiacci? Che tipo di progetti c’erano? E’ una fantasia assurda o ha qualche fondamento?
Dopo
la Seconda Guerra Mondiale furono avanzate proposte di fusione delle
calotte polari da figure ben note, come il primo direttore generale
dell’UNESCO Julian Huxley nel 1946 (bomba nucleare) oppure un alto funzionario presso il US Weather Bureau, l’ingegnere petrolifero russo Petr Mikhailovich Borisov. La sua proposta per scioglierli fu quella di spargere sulla superficie polvere di carbone.
I ghiacciai neri della Groenlandia e dell’ Himalaia non possono che
suscitare un certa perplessità. Borisov non era considerato uno
scienziato pazzo. Il suo lavoro era di grande interesse per il governo
sovietico, che stava già finanziando una vasta gamma di ricerche con
l’intento di riscaldare l’Artico e tutto questo per il semplice motivo
che la Russia ha larghe aree molto fredde. Circa il 63 per cento della
Russia è coperta da permafrost, considerato un ostacolo significativo
per lo sviluppo della Siberia.
Altro nome di spicco in questo contesto era Harry Wexler,
considerato il padre del mondo satellitare, nominato
dall’amministrazione Kennedy capo negoziatore statunitense per
discutere l’utilizzo congiunto di satelliti meteorologici con l’unica
altra potenza spaziale del tempo, l’Unione Sovietica. Il ‘genio Wexler’
della NASA fece delle proposte ben precise su come influenzare clima e
meteo. Nel bel mezzo della Guerra Fredda, lui e il meteorologo russo Viktor A. Bugaev posero le basi per un sistema di monitoraggio meteorologico globale.
Le Proposte di Wexler erano le seguenti:
– AUMENTARE LA TEMPERATURA DELLA TERRA DI 1,7°C iniettando una nube di cristalli di ghiaccio nell’atmosfera polare e facendo esplodere 10 BOMBE NUCLEARI NELL’OCEANO ARTICO;– DIMINUIRE LA TEMPERATURA DELLA TERRA DI 1,2° C, “lanciando un anello di particelle di polvere intorno all’orbita equatoriale”;– DISTRUGGERE LO STRATO DI OZONO e di conseguenza aumentare nettamente la temperatura superficiale del pianeta, irrorando diverse centinaia di migliaia di tonnellate di cloro e bromo con aerei stratosferici.
Harry Wexler era
più che qualificato per poter parlare autorevolmente di clima, di
cambiamento climatico e di climatizzazione e lui non era tanto
preoccupato della travagliata storia delle modificazioni delle nubi (cloud seeding) che influenzavano piogge, grandine, nevi e nebbie, tempeste etc a livello locale, ma della manipolazione planetaria (pacifica o ostile è secondario) e degli effetti.
Nei suoi discorsi pubblici sul controllo del clima, sottolineò il ruolo crescente dell’inquinamento e dell’uso di razzi sonda ( per la diffusione di sostanze) con effetti deleteri. Wexler aveva iniziato a mettere in guardia, ma morì all’ improvviso.
Stratega geopolitico e geofisico importante in quei anni era Gordon MacDonald. MacDonald, membro dell’Organo di Consulenza Presidenziale tracciò possibili scenari futuri nel suo saggio ‘Come devastare l’ambiente” ( dal libro ‘ Unless Peace Comes’ del 1968), scaricabile in rete e tradotto da noi.
In
quegli anni la bomba nucleare veniva considerata efficace per molti
usi, tra questi la modifica del clima e della geofisica della terra.
Uno degli usi immaginati era la detonazione sotto le calotte dell’
artico, per fare staccare montagne di ghiaccio.
MacDonald includeva,
nel suo abbozzo di futuri strumenti di manipolazione, l’uso
distruttivo delle onde dell’oceano (tsunami), la fusione o
destabilizzazione delle calotte polari
(manipolazioni, spostamenti, fusione di enormi
superfici di ghiaccio), uragani controllati, la riduzione intenzionale
dell’ozono, il raffreddamento e il riscaldamento del pianeta
(raffreddare introducendo materiali nell’alta atmosfera
capaci di assorbire i raggi in entrata o riscaldare trattenendo il
calore in uscita) ... Aveva scritto nel suo saggio:
“un meccanismo esiste per modificare catastroficamente il clima della Terra. Il rilascio di energia termica, forse attraverso esplosioni nucleari lungo la base di uno strato di ghiaccio, potrebbe avviare uno scorrimento verso l’esterno della coltre di ghiaccio che sarebbe poi sostenuta dall’energia gravitazionale…”
Nella
regione artica ebbero luogo numerose esplosioni nucleari. Uno dei più
grandi impianti militari per test nucleari era sull’isola di Novaja
Zemlja, dove dal 1955 al 1990 l’Unione Sovietica fece esplodere 88 bombe
in atmosfera, 29 sottoterra, e 3 sott’acqua. Nell’Artico russo , dove
le bombe nucleari vennero utilizzate alla fine del 1980 per studi
sismici, minerali, e nel tentativo di spegnere incendi di qualche
giacimento di petrolio, vi furono decine di esplosioni nucleari. (Fonte).
Scrivevano Rapetto-di Nunzio:
“Oleg Kalugin, alto funzionario del Kgb, nel 1994 racconta a un quotidiano londinese che l’ex Unione Sovietica stava approfondendo la possibilità di realizzare ordigni geofisici in grado di provocare terremoti e onde anomale oceaniche allo scopo di devastare il territorio statunitense. Mitologia di una Guerra fredda che non vuole esser dimenticata? Leggende metropolitane da abbinarsi a quelle dei mangiatori di bambini? E allora che dire delle attività sismiche anomale – rilevate addirittura in Iran – al verificarsi delle esplosioni sperimentali nei test nucleari sotterranei sovietici nel poligono di Semipalatinsk in Kazakhistan?”
La fantasia agli scienziati non mancava, specie a Edward Teller, padre della bomba termonucleare
Teller
mostrò nel corso degli anni una sorprendente capacità di far rinascere
un progetto a lui evidentemente molto caro. Molti ricordano il
cosiddetto scudo stellare SDI (1983) passato alla storia come sistema di
“guerre stellari” , poi bocciato. L’ SDI si trasformò in seguito in uno
scudo per la difesa ambientale (1992) per poi presentarsi in versione
attualizzata come scudo solare (SRM) in cerca di consensi. La proposta di controllo climatico nel memorandum della CIA nel 1960 venne ripresa in forma dettagliata da Teller e Wood nello scudo di ultima versione, e presentato al seminario annuale sulle emergenze planetarie al centro Majorana di Erice 1997. Il titolo era esplicito: “Effetto serra e glaciazioni. Prospettive per un meccanismo di regolazione dei cambiamenti globali su basi fisiche”.
Nel rapporto del seminario si leggeva, tra l’altro, quanto segue:
“suggeriamo l’impiego di scatterers che rimandino indietro nello spazio circa l’uno per cento della radiazione solare che oggi arriva sulla Terra: tanto quanto basterebbe per scongiurare il surriscaldamento globale. D’altra parte quando, come ci si aspetta, arriverà una delle cicliche ere glaciali, un analogo tipo di scatterers potrebbe essere impiegato per impedire l’uscita di quel tre per cento della radiazione termica terrestre necessario per mantenere le nostre temperature medie ottimali e evitare che il nostro pianeta precipiti nel gelo delle glaciazioni….” Troppo freddo o troppo caldo, il rimedio è offerto.
E come funzionava?
La
proposta era di 1) Rilasciare con razzi, palloni, aerei uno spray di
ossidi di zolfo (SO2 o SO3) da disperdere in stratosfera emulando
un’emissione simile a quella prodotta dal vulcano filippino Pinatubo; 2)
particelle di alluminio allo stato cristallino (Al2O3) da immettere in
stratosfera.
Cose
grandiose di questo genere furono già fatte in passato. Irrorare il
pianeta non era una proprosta nuova. Nel 1963, con il progetto WEST FORD,
fu creato una ‘ciambella’ di particelle intorno al pianeta, un campo
di trasmissione di radioonde artificiali generate da minuscoli dipoli
irrorati nello spazio. L’Air Force lanciò un razzo mettendo in
circolazione 480 milioni di minuscoli aghi di rame. Visto che le
comunicazioni internazionali erano inviate attraverso cavi sottomarini,
l’esercito degli Stati Uniti si mostrava preoccupato del fatto che i
sovietici (o altri ) potessero tagliare i cavi, pertanto diventava
necessario comunicare oltremare solo via ionosfera. Quindi nel mese di
maggio 1963 la US Air Force lanciò questi aghi di rame di minuscola
dimensione creando per breve tempo un anello che circondava l’intero
globo.
'60 anni dopo, la ciambella-anello intorno al globo è diventata un ombrellone e dovrebbe avvolgere il pianeta intero.
Un anno prima delle pubblicazione di Teller e Wood fu presentato nell’agosto del 1996 il documento “Owning the weather in 2025”, ovvero essere padroni del clima entro il 2025 (documento tradotto sul sito).
Il
documento parla di applicazioni militari riguardanti modifiche del
tempo atmosferico le quali possono creare “fenomeni atmosferici di
piccola e media scala” utili a migliorare la posizione tattica delle
proprie truppe degradando quella dell’avversario, utili ad innescare
violenti temporali attraverso l’inseminazione delle nubi per via aerea,
utili a consentire la generazione/dissipazione di nebbia con tecniche di
energia diretta, e tanto altro ancora …Questo documento (tradotto) illuminante è ampiamente trattato anche da Umberto Rapetto e il generale Mini.
E per concludere:
Ho trovato recentemente uno studio del 1998 di Jay Michaelson con il titolo: “Geoengineering: A Climate Change Manhattan Project. Geoingegneria: un progetto Manhattan per il cambiamento climatico” pubblicato nello Stanford Environmental Law Journal, vol. 17, No. 73, 1998. Michaelson sosteneva in questo scritto corposo di 53 pagine la necessità urgente di avviare immediatamente progetti di geoingegneria e proponeva un progetto tanto vasto e segreto quanto lo era il progetto Manhattan.
Coincidenza:
dal 1998 sono stati denunciati – prima in USA/ Canada in seguito in
altri paesi del mondo, ormai su tutto il globo – cieli modificati.
Questo studio presentava la prima analisi giuridica, politica e scientifica della geoingegneria.
RIASSUMENDO – COSA FARE
Rosalie Bertell indica nel caos climatico e meteorologico, oggi definito con la sigla ‘cambiamento climatico’, la più grande minaccia del nostro secolo. Questo caos è determinato dalla manipolazione dei strati atmosferici a mezzo di agenti chimici e impulsi elettromagnetici.
Per
oltre 50 anni gli esperimenti sulle modificazioni atmosferiche sono
stati fatti o tramite l’aggiunta di reagenti chimici che causano
reazioni che possono essere o non essere viste dalla Terra, come le
aurore boreali , o campi d’onda che usano il calore o forze
elettromagnetiche , o anche esplosioni nucleari nell’atmosfera.
Quest’ultime interrompono o alterano il normale moto ondoso delle
atmosfere più alte, spesso inducendo modificazioni climatiche nella
troposfera.
Gli
elementi chimici rilasciati nell’atmosfera comprendono bario clorato,
bario nitrato, bario perclorato e bario perossido. Sono tutti
infiammabili e distruttivi dello strato di ozono. …Sebbene questi
esperimenti facciano chiaramente parte dell’ambizione militare di
controllare il clima come arma, non si ha traccia di rapporti pubblici
sulle conseguenze sul clima. Viene invece data la colpa dello
svuotamento dell’ozono ai deodoranti per il corpo, all’acqua di colonia,
agli spruzzatori e distributori di farmaceutici!
Bertell riassume molteplici aspetti della manipolazione.
“Appare oggi chiaro che si può ‘pilotare’ la corrente a getto, definendo la linea di demarcazione fra aria calda e aria fredda nelle regioni geografiche; o manipolare le grandi correnti di vapore che spostano la pioggia dai tropici alle zone temperate, causando siccità o inondazioni. Gli episodi naturali di instabilità come monsoni, uragani, tornado, ecc. nell’atmosfera possono essere accentuati aggiungendo energia. L’iniezione di petrolio nelle placche tettoniche, o la creazione di vibrazioni artificiali con impulsi elettromagnetici possono causare terremoti.“
Per
Bertell non è la CO2 il problema principale nell’ estremizzazione del
tempo atmosferico o del caos climatico, ma la guerra contro il pianeta
e le guerre in generale. I più grandi devastatori del pianeta sono le
forze militari, sono le guerre, la preparazione alle guerre e non per
ultimo le guerre invisibili e nascoste.
Quindi
cosa c’è da fare? La risposta è semplice. La via principale di uscita
dalla devastazione del pianeta e la sua salvezza è di uscire dal Sistema Guerra. Stiamo
di fronte a rischi inimmaginabili e a guerre ormai “finali” grazie agli
strumenti a disposizione. Le guerre devono essere abolite! Devono
essere dichiarate quello che sono: Crimini! Greta di queste cose non ne
parla.
E’ una utopia?
Rosalie Bertell aiuta ad immaginare uno scenario nuovo, senza guerre, senza distruzione.
Ha
coniato un nuovo compito per il mondo militare e nuovo concetto di
sicurezza, che definisce con il termine di “sicurezza ecologica” un
nuovo paradigma che pone in primo piano la cura del pianeta e dei suoi abitanti. Propone che il ruolo dell’esercito sia di protezione e la difesa dovrà essere vera difesa,
assistenza in caso di crisi ecologiche (e non mancano), l’ impegno deve
essere in vere missioni di pace attraverso la diplomazia e il
dialogo. Occorrono forti investimenti di risorse finanziarie e umane in
tale direzione. Per poter invertire la rotta è necessario
sensibilizzare tutti, a tutti i livelli, a questa nuova visione. Penso
che molti militari sarebbero ben contenti di operare in questa logica.
Questo significa una inversione totale di rotta, che mette al centro la Terra e la vita. Questo vuol dire diventare custodi e non più devastatori del pianeta che ci ospita. Vuol dire capovolgere una logica di morte. La nostra epoca richiede agli abitanti della Terra di
evolversi moralmente e eticamente, unica via per affrontare le enormi
conseguenze e minacce creati da menti immorali. E’ necessario un
cambiamento epocale che richiede una nuova scienza con coscienza: a
livello individuale e collettivo.
Deve
nascere la consapevolezza di essere custodi e non padroni di una
complessa, delicata e meravigliosa rete di relazioni che pervade ogni
aspetto della Terra e oltre.
E’ richiesto un salto quantico e cambiamento di paradigma.
Maria Heibel
Fonte articolo intero: https://www.nogeoingegneria.com/
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Aeroporto di Bruxelles, Belgio. Credito fotografico: OceAnne
Sansoucis
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