lunedì 13 febbraio 2017

PEN - Le emergenti nanotecnologie


 

Armi chimiche: in futuro saranno ‘nano’ 
Armi nanotecnologiche  
Non sono vera finzione le rappresentazioni cinematografiche.

Le nanoparticelle sono state presentate dall’industria come il meraviglioso ingrediente di nuovi prodotti per l’igiene personale, il confezionamento degli alimenti, le procedure mediche, gli articoli farmaceutici, gli pneumatici e i pezzi di automobile. Droni nanotecnologici.

Secondo il Progetto USA sulle Nanotecnologie Emergenti (PEN) l’offerta della produzione nanotecnologica raggiunge il 60% dei prodotti conosciuti.

Finora i nanomateriali sono stati così poco compresi che gli scienziati non sono in grado di predire come si comporteranno e di testare la loro sicurezza. Più di 1.000 articoli di consumo manifatturati con nanoparticelle, che possono essere fino a 100 volte più piccole di un virus, sono già sul mercato.

Ma cosa si intende per nanotecnologia.
Il termine “nanotecnologia” indica genericamente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare e, in particolare, si riferisce a lunghezze dell’ordine di pochi passi reticolari.

Per tale motivo le nanotecnologie coinvolgono molteplici indirizzi di ricerca, tra cui: biologia molecolare, chimica, scienza dei materiali, fisica (sia applicata che di base), ingegneria meccanica, ingegneria chimica ed elettronica, bioingegneria (ndr geoingegneria).

Siccome la nanotecnologia è un settore emergente e la maggior parte delle sue applicazioni sono ancora di carattere speculativo, si discute molto sugli effetti positivi e negativi che essa potrebbe avere.

Si potrebbero creare nuovi prodotti intelligenti o materiali estremamente resilienti che consentirebbe a molti differenti gruppi o anche a singoli individui la fabbricazione di una vasta gamma di cose. Questo potrebbe portare alla facile costruzione di grandi arsenali di armi convenzionali o di più nuove, rese nuove dalla precisa fabbricazione automatizzata.

Le nanotecnologie presentano quindi dei grossi rischi: potrebbero permettere di costruire armi convenzionali più distruttive ad un costo ridotto e armi di distruzione di massa che si auto-replicano (come fanno i virus e le cellule cancerose quando attaccano il corpo umano).

Un’altra possibile applicazione delle nanotecnologie è la utility fog, nella quale una nuvola di microscopici robot connessi (più semplici degli assemblatori) cambierebbe la propria forma e le sue proprietà per formare oggetti o strumenti macroscopici diversi, rispondendo a comandi inviati da un software. Invece di modificare le attuali pratiche di consumare beni materiali in forme differenti, la utility fog sostituirebbe semplicemente la maggior parte degli oggetti fisici.

L’uso improprio di nanotecnologia nel campo medico è un altro sconfinato scenario di forte rischio.
Fattori di rischio

– La tempistica dello sviluppo delle nanotecnologie.
– Quali aspetti della ricerca nanotech farà progressi e in quale ordine.
– Anche piccoli gruppi industriali possono produrre e assemblare rapidamente armi nanotecnologiche.
– Gli strumenti nanotecnologici o le armi nanotecnologiche potrebbero essere costruiti per essere tenuti fuori il controllo umano.

Fonte https://silvanodonofrio.wordpress.com/2015/04/17/le-cause-che-tengono-lumanita-appesa-ad-un-filo-3-parte-terza-collasso-del-sistema-economico-armi-nanotecnologiche-intelligenza-artificiale/

 

Armi chimiche: in futuro potrebbero essere ‘nano’

ANSA – Le armi chimiche del futuro potrebbero arrivare dalle nanotecnologie: questo settore all’avanguardia della ricerca e ricco di promesse, nelle mani sbagliate potrebbe trasformarsi in una fucina di nuove armi non convenzionali. E’ uno degli scenari emersi nella conferenza internazionale sulle minacce emergenti chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari organizzato a Milano, dall’Istituto di scienze e tecnologie molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istm-Cnr) e dal Corpo militare dell’Ordine di Malta.

Sostanze innocue, come quelle che oggi sono contenute nei dentifrici o nell’intonaco, se ridotte in particelle delle dimensioni di miliardesimi di metro (nanometri) potrebbero non essere più altrettanto innocue. “E’ il caso, per esempio, di un materiale come il biossido di titanio, presente nell’intonaco, utilizzato come eccipiente nei farmaci e presente nei dentifrici”, ha detto Matteo Guidotti, dell’Istm-Cnr.

“Tuttavia – ha aggiunto – al livello nano, ossia ridotto in particelle delle dimensioni comprese fra 30 e 50 nanometri, il biossido di titanio può interagire con il materiale biologico e diventare cancerogeno”. Anche strutture come i nanotubi di carbonio, che giocano un ruolo di primo piano in molti materiali di nuova generazione “non sono esenti da potenziali rischi. Ad esempio – ha detto ancora Guidotti – interagiscono facilmente con il Dna o con l’Rna dei virus: chi mi dice che qualcuno non possa utilizzarli come nuovi veleni?”

La prima contromisura, secondo gli esperti, è individuare quanto prima delle regole per la produzione di nanomateriali. Una questione che, a livello europeo, si sta affrontando con il progetto NanoReg. Deve comunque essere chiaro, hanno rilevato gli esperti, che non esistono sostanze di per sè “cattive’: tutto dipende dal modo in cui vengono usate. Basti pensare che l’iprite, la prima e la più diffusa delle armi chimiche, oggi è diventato un principio attivo dei farmaci anticancro utilizzati nella chemioterapia.

FONTE http://www.analisidifesa.it/2015/11/armi-chimiche-quelle-del-futuro-potrebbero-essere-nano/

Si tratta di un’ articolo molto cauto. Una previsione più dettagliata offre questo articolo
MILITARY USES OF NANOTECHNOLOGY
http://www.thenanoage.com/military.htm

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