Per fermare il TTIP
Per tutelare i diritti e i beni comuni
Per costruire un altro modello sociale ed economico
per difendere la democrazia.
Tutte e tutti insieme è possibile
Per costruire un altro modello sociale ed economico
per difendere la democrazia.
Tutte e tutti insieme è possibile
Chiediamo a tutte le donne e gli uomini da sempre attivi in difesa dei diritti e dei beni comuni, ai sindaci, ai comitati, alle reti di movimento, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni contadine e consumeristiche, agli ambientalisti e al mondo degli agricoltori e delle piccole imprese e a tutti quanti hanno a cuore la democrazia, di costruire assieme a noi una grande manifestazione nazionale a Roma il 7 maggio 2016.
Roma sabato 7 maggio 2016 – ore 14
ritrovo in Piazza della Repubblica
ritrovo in Piazza della Repubblica
L’APPELLO:
Stop TTIP Italia:
“diritti come merce di scambio: dobbiamo fermarli e subito,
sabato 7 maggio a Roma dobbiamo essere tanti e uniti”
“diritti come merce di scambio: dobbiamo fermarli e subito,
sabato 7 maggio a Roma dobbiamo essere tanti e uniti”
Oltre i due terzi del testo negoziale del TTIP, ben 248 pagine, sono state desecretate e rese pubbliche da Greenpeace.
Sono la sostanza della trattativa tra Stati Uniti e Unione Europea al
punto in cui si è arrivati durante l’ultimo round negoziale, svoltosi a
New York a fine aprile.
Il tutto a pochi giorni dalla grande manifestazione organizzata dalla Campagna Stop TTIP Italia per il prossimo 7 maggio a Roma, e a poche settimane dal prossimo Consiglio Europeo del 13 maggio che tratterà del TTIP e anche del CETA, l’accordo di liberalizzazione con il Canada in via di ratifica al Parlamento europeo.
“L’Unione Europea ha detto di avere ottenuto protezioni per settori sensibili della nostra vita quotidiana” dichiara Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, “come l’agricoltura, il cibo, i prodotti di qualità, ma sono ancora tutti aperti e in molti casi è evidente che li sta solo usando come merce di scambio per quello che vuole davvero: appalti, lavoro senza garanzie e a basso costo, finanza e privatizzazioni senza controllo sulle due sponde dell’Atlantico. Dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio dobbiamo essere tanti e uniti per ottenerlo”.
Nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c’è alcun riferimento a quel Principio di precauzione che l’Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare.
“Nella Cooperazione regolatoria” dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia “emerge come la cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative venga fatta al di fuori degli occhi indiscreti degli organismi democraticamente eletti. A dirigere i giochi la Commissione Europea e le Agenzie federali statunitensi. E senza il minimo accenno, peraltro, al Principio di Precauzione”.
“La documentazione resa pubblica oggi” sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, “dimostra quello che da tempo la campagna Stop TTIP denuncia: il TTIP è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia. Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il TTIP sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio”.
Per questo, per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico la campagna Stop TTIP Italia, sostenuta da oltre 300 organizzazioni e sindacati e da oltre 50 comitati locali che lottano contro la segretezza e la portata del TTIP, invita tutti a un grande appuntamento nazionale: sabato 7 maggio 2016 a Roma.
Segue QUI
___________________________________
Ttip, la «Nato economica»
Cittadini, enti locali, parlamenti, governi, interi Stati esautorati
dalle scelte economiche, messe nelle mani di organismi controllati da
multinazionali e gruppi finanziari, violando i diritti dei lavoratori,
la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare, demolendo servizi
pubblici e beni comuni: per tali ragioni, espresse dalla Campagna Stop
Ttip promotrice della manifestazione del 7 maggio a Roma, va respinto il
«Partenariato transatlantico su commercio e investimenti» (Ttip),
negoziato segretamente tra Usa e Ue. Segue QUI
___________________________________
TTIP, Chevron ha fatto pressioni sull’UE per le clausole ISDS.
Le rivelazioni del Guardian:
Il Guardian
riporta documenti che dimostrano come la multinazionale Chevron abbia
fatto pressioni all’UE per garantire agli investitori stranieri “il
diritto legale di impugnare” le decisioni dei governi nell’accordo
commerciale USA-UE (TTIP) in quanto “deterrente” contro le leggi
ambientali.
Attivisti, ambientalisti e sempre più
esponenti politici da tempo si sono schierati contro il famigerato
meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e stato, la
clausola Transatlantic Trade and Investment Partnership (ISDS) presente
nel TTIP, perché darebbe alle multinazionali un potere enorme.
L’atteggiamento di Chevron a Bruxelles conferma tutte queste ipotesi.
Nella settimana in cui i negoziati per
il TTIP hanno visto una nuova fase ad Hannover, il quotidiano inglese
pubblica un verbale dell’aprile 2014 di una riunione tra anonimi
dirigenti Chevron e funzionari della Commissione europea. «L’ISDS è
stato utilizzato solo una volta da Chevron, nel suo contenzioso contro
l’Ecuador – dicono le carte – Eppure, Chevron sostiene che la mera
esistenza di un meccanismo ISDS sia importante, in quanto agisce come
deterrente»
Chevron grazie alla famigerata clausola
ISDS ha potuto portare il governo di Quito davanti un arbitrato dell’Aia
chiedendo 9,5 miliardi di dollari di compensazione. Le popolazioni
indigene hanno poi portato la multinazionale di fronte al tribunale
chiedendo la stessa cifra per i disastri ambientali che ha causato nel
paese. “Il caso di Chevron è spesso usato come un esempio per non fare
l’ISDS”, riportano ancora i verbali con un commento dei funzionari
dell’UE. “Questa è una percezione sbagliata in quanto il caso dimostra
chiaramente l’esatto contrario. L’azienda a Bruxelles ha consegnato
un’analisi dettagliata del caso”.
Una delle compagnie petrolifere
responsabili dei maggiori disastri ambientali ha fatto pressioni
sull’Unione europea per impedire che i governi possano in futuro
minacciare i suoi profitti a protezione dell’ambiente. Con il meccanismo
ISDS, 47 mila aziende Usa potranno sfidare la legislazione europea in
tribunali fatti da arbitri per i loro profitti, come sottolinea un
accurato dossier
della campagna Stop TTIP Italia. L’Ecuador seppe reagire contro la
Chevron riacquistando la sua sovranità con il presidente Correa e da
colonia divenne stato. I paesi europei sono destinati a fare il percorso
contrario?
_________________________________
Abolizione del Contante (come previsto)
Draghi preme per abolire la banconota da 500€La Banca Centrale Europea dovrebbe decidere oggi di abolire la banconota da 500 euro, ritenuta troppo utile a criminalità e organizzazioni che finanziano il terrorismo, oltre che essere molto apprezzata in chi deve far circolare denaro sporco o pagare tangenti. Nelle prossime 24 ore dovrebbero conoscersi le modalità con cui l’abolizione verrà messa a punto. Mario Draghi dovrà però vedersela ancora una volta con i tedeschi della Bundesbank, apertamente scettici su tale ipotesi. (www.teleromagna24.it)
La presunta diatriba tra tedeschi e Draghi è una messinscena. Il piano dei ben noti mondialisti assassini procede senza tregua. L’abolizione del denaro contante, già realtà in molti paesi del nord Europa, è da anni uno dei loro obiettivi primari, propinato oggi con la sempre valida scusa della ‘sicurezza‘. La smaterializzazione finale (dopo l’astuta abolizione del controvalore in oro) della forma di pagamento consentirà loro di gestire ancora meglio l’economia in modo occulto e privatistico, permettendogli di imporre un controllo capillare ed esaustivo di tutte le transazioni finanziarie. Il passo successivo consisterà nell’obbligatorietà dell’uso del bancomat wireless oppure del microchip sottopelle. Gli oscuri maneggioni avranno così la possibilità di escludere dalla vita civile chi vorranno (disattivando il chip) impedendogli di muoversi, mangiare, bere.
Ci saranno solo una maggioranza di connessi conformati ed una esigua minoranza in estinzione di disconnessi ribelli, come nei peggiori film di fantascienza. Ovviamente la malavita organizzata non ne verrà per nulla inficiata e potrà continuare a fare affari più e meglio di prima, con il beneplacito delle istituzioni. (http://offskies.blogspot.it/)
Tutte cose che avevo predetto oltre 10 ani fa, la cui filosofia ho sintetizzato nell’articolo su NEXUS 120. Facile spiegare anche perché tutti i movimenti “equo-solidali”, “antipolitici” e “progressisti” invochino il wi-fi libero. E la “lotta al terrorismo globale”, “combattere l’evasione fiscale”. È tutto in mano a banchieri e petrolieri.
Ci possiamo fare ben poco ma il poco è questo: LA PENNA PIÙ VELOCE DEL WEST – INIZIARE LO SCOLLOCAMENTO.
https://pianetax.wordpress.com/2016/05/05/abolizione-del-contante-come-previsto/
___________________________________
CI PAGHERANNO TUTTI IN BIT. CI PIACCIA O NO.
Un lunedì dello scorso aprile un centinaio di altissimi capi di banche d’affari e “delle più grandi istituzioni finanziarie del mondo” si sono riuniti in un ufficio del Nasdaq a Times Square. In gran segreto. Lo scopo: una esercitazione, una simulazione riguardante trasferimenti finanziari con un nuovo metodo. Che ha avuto successo. Come ha notificato giuliva Bloomberg:
“Alla fine della giornata, tutti loro avevano visto qualcosa di straordinario: dollari americani trasformati in veri attivi digitali, utilizzabili istantaneamente fin dall’apertura di una transazione commerciale. Il sistema attuale (di trasferimenti e bonifici, ndr.) complesso, pesante, soggetto ad errori, ci mette dei giorni per trasferire denaro nella città o nel mondo, è sostituito istantaneamente da un nuovo sistema quasi sicuro e che risponde in tempo reale”. Un software “che trasformerà la finanza”, era quello che i massimi capintesta del totalitarismo finanziario. http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-05-02/inside-the-secret-meeting-where-wall-street-tested-digital-cash
E’ un incontro che ricorda molto da vicino quello di Jekyll Island, in cui nel 1910 i banchieri d’affari cospirarono per creare la Federal Reserve come loro banca privata di emissione (1).
Il sistema è fondato “sulla tecnologia blockhain”: la stessa su cui si fonda il bitcoin, la cosiddetta criptovaluta digitale, che ci è stata gabellata come la “moneta libertaria” e anarchica, perché esistente “sulla Rete” (cosa di più democratico? Chiedete ai 5 Stelle) sottratta alla dittatura delle banche centrali, le quali non posson svalutarla, eccetera.
Il punto è che il sistema è piaciuto ai signori riuniti a Times Square. I quali dice Bloomberg, “non erano lì solo per parlare della tecnologia”, ma di adottarla e di applicarla nel proprio interesse. Fra di loro c’erano i massimi responsabili di “Nasdaq, Citigroup, Visa, Fidelity, Fiserv e Pfizer”. E’ un’accelerazione decisiva verso l’abolizione completa del contante fisico e la materializzazione del denaro, come denuncia l’economista Michael Snyder (direttore di The Economic Collapse). Continua a leggere QUI
___________________________________
Democratizzare l’Ue? Idea morta col tradimento di Tsipras
In
Austria il “Partito della libertà” (Fpo) ha ottenuto uno strepitoso
risultato elettorale. Il suo candidato per la carica di Presidente
Norbert Hofer ha raccolto il 35,1% dei suffragi, staccando di gran
lunga gli sciapi candidati proposti dai partiti etero-diretti dal
politburo di Bruxelles, popolari e socialisti in testa. Al ballottaggio
il candidato del partito che fu di Jorg Haider dovrà vedersela con il
verde Alexander Van der Bellen, fermo al 21,3% dei consensi. E’ molto
probabile che il prossimo presidente austriaco sia quindi un acceso
nemico dei nazisti tecnocratici che ora devastano il Vecchio Continente
secondo le linee dettate dal duo Obama-Merkel. L’Austria è l’ennesima
nazione nella quale i cittadini esprimono democraticamente e nelle urne
sdegno e indignazione per le pietose condizioni nelle quali versa l’Europa,
tenuta in ostaggio da una masnada di impuniti e terrificanti personaggi
sprovvisti di qualsivoglia legittimazione dal basso. Ogni volta i
pifferai al servizio del sistema ricorrono alle stesse logore immagini
per demonizzare l’avanzata dei partiti non funzionali al rafforzamento
della dittatura in atto, sempre diffamati e attaccati in automatico
poiché presuntivamente “xenofobi e populisti”.
Da
Farage in Inghilterra a Marine Le Pen in Francia, da Iglesias in Spagna
a Kaczinski in Polonia, da Tsipras in Grecia alla coppia Salvini/Grillo
in Italia, dovunque si voti la musica non cambia: o vincono i servi di
Mario Draghi (orwellianamente “moderati” e “responsabili”), o i giornali
di regime cominciano a lanciare in tutte le lingue del mondo strali
contro “l’avanzare del populismo”. Si tratta di un disco che,
oggettivamente, ha stancato alquanto. Come avevamo previsto con un certo
anticipo, la piroetta con la quale Tsipras si è infine piegato agli
ordini piovuti dall’alto ha ucciso nella culla la possibilità di salvare
l’Europa
“da sinistra”. Alla prova dei fatti le “sinistre alternative”, incapaci
di mettere in discussione la moneta unica, finiscono con il legittimare
la prosecuzione della status quo. Cosa è cambiato con “Syriza” al potere?
Nulla. Rigore, austerità e privatizzazioni continuano a farla da
padroni, mentre le condizioni di vita della povera gente diventano di
giorno in giorno più drammatiche.
Di
fronte ad una evidenza tanto tragica, tutti quelli che non intendono
rassegnarsi a vivere per sempre sotto il tallone di un manipolo di
burocrati autoreferenziali al servizio del binomio Alta Loggia/Alta Finanza,
non possono far altro che guardare a quelle forze che offrono il
grimaldello della “difesa dell’identità” per smontare il mostro
luciferino e mondialista ora dominante. L’avanzare di partiti di
“estrema destra”, così bollati da un mainstream servile e senza
fantasia, sono diretta conseguenza di due certezze oramai metabolizzate
da una fetta rilevante di opinione pubblica continentale: 1) la Ue
attuale è una dittatura feroce di stampo tecnonazista; 2) le forze di
sinistra “alternativa” non sono in grado di liberare i popoli dalla
schiavitù dell’euro. Cosa faranno “gli occulti manovratori” per
contenere questa nuova marea montante? Proveranno a metterci il cappello
sopra. Fino a quando sarà possibile gestire i diversi parlamenti
nazionali architettando da nord a sud governi di “grande coalizione”, le
forze cosiddette “antisistema” continueranno ad essere mediaticamente
demonizzate e bastonate; quando i “padroni del vapore” si accorgeranno
però di avere finito le cartucce di carta, ovvero quando capiranno che
la propaganda, per quanto incessante, produce infine risultati perfino
controproducenti, avrà allora inizio il piano B.
E
cosa prevede il piano B? Prevede la “normalizzazione” di quelle stesse
realtà prima violentemente colpite, da dipingere ora come “finalmente
incanalate sulla via della maturità politica e della responsabilità,
qualità indispensabili per aspirare al governo del Paese”. Che tradotto
significa: obbedite pure voi come obbedivano i burattini di prima,
divenuti inservibili e perciò scaricati, e così vedrete che tutti ne
trarremo gli opportuni vantaggi. Questo tipo di tattica, in Italia, è
già partita. Avete notato come i media
controllati dai “soliti noti” comincino a veicolare una immagine
rassicurante di Luigi Di Maio, già incoronato a reti unificate come
sicuro candidato premier del Movimento 5 Stelle? E avete notato come il
“Corriere della Sera” di oggi, a pagina 4, definisca “pacato” Norbert
Hofer, probabile presidente dell’Austria che verrà? “Pacato” somiglia
molto a “moderato”, termiche che nella neolingua usata dai “maghi neri”
nascosti nella cabina di comando rappresenta il non plus ultra
dell’affidabilità. “Se non puoi batterli, fatteli amici”, recita un
vecchio adagio. Questo schema, se applicato con successo, contempla un
solo sconfitto: il popolo, da ingannare sempre e comunque senza
soluzione di continuità.
Se
la memoria avesse un valore, i nuovi politici rampanti scanserebbero
come veleno le lusinghe di quelli che prima li calunniavano; così come
gli stagionati politicanti, mollati poi come vecchie calzette per fare
spazio a più verdi maggiordomi, coltiverebbero un sano senso di rivalsa
da indirizzare contro gli inamovibili burattinai anziché puntare il dito
nei confronti dei nuovi burattini. Semmai dovesse accadere una cosa del
genere – semmai cioè si saldassero le ragioni di vecchie e nuove classi
dirigenti allo scopo di respingere gli assalti dei soliti perfidi
manipolatori – la politica tornerebbe ad esercitare quel primato che le
spetta, lasciando per una volta con le pive nel sacco i plutocrati che,
gestendo “gli opposti” con metodo e costanza, restano sempre a galla.
(Francesco Maria Toscano, “L’idea di democratizzare l’Europa
è morta con il tradimento di Tsipras, passa per la riscoperta delle
singole identità nazionali la sconfitta dei tecno-nazisti di
Bruxelles?”, dal blog “Il Moralista” del 26 aprile 2016).In Austria il “Partito della libertà” (Fpo) ha ottenuto uno
strepitoso risultato elettorale. Il suo candidato per la carica di
presidente Norbert Hofer ha raccolto il 35,1% dei suffragi, staccando
di gran lunga gli sciapi candidati proposti dai partiti etero-diretti
dal politburo di Bruxelles, popolari e socialisti in testa. Al
ballottaggio il candidato del partito che fu di Jorg Haider dovrà
vedersela con il verde Alexander Van der Bellen, fermo al 21,3% dei
consensi. E’ molto probabile che il prossimo presidente austriaco sia
quindi un acceso nemico dei nazisti tecnocratici che ora devastano il
Vecchio Continente secondo le linee dettate dal duo Obama-Merkel.
L’Austria è l’ennesima nazione nella quale i cittadini esprimono
democraticamente e nelle urne sdegno e indignazione per le pietose
condizioni nelle quali versa l’Europa,
tenuta in ostaggio da una masnada di impuniti e terrificanti personaggi
sprovvisti di qualsivoglia legittimazione dal basso. Ogni volta i
pifferai al servizio del sistema ricorrono alle stesse logore immagini
per demonizzare l’avanzata dei partiti non funzionali al rafforzamento
della dittatura in atto, sempre diffamati e attaccati in automatico
poiché presuntivamente “xenofobi e populisti”.
Da Farage in Inghilterra a Marine Le Pen in Francia, da Iglesias in
Spagna a
Kaczinski in Polonia, da Tsipras in Grecia alla coppia
Salvini/Grillo in Italia, dovunque si voti la musica non cambia: o
vincono i servi di Mario Draghi (orwellianamente “moderati”
e “responsabili”), o i giornali di regime cominciano a lanciare in
tutte le lingue del mondo strali contro “l’avanzare del populismo”. Si
tratta di un disco che, oggettivamente, ha stancato alquanto. Come
avevamo previsto con un certo anticipo, la piroetta con la quale Tsipras
si è infine piegato agli ordini piovuti dall’alto ha ucciso nella culla
la possibilità di salvare l’Europa
“da sinistra”. Alla prova dei fatti le “sinistre alternative”, incapaci di mettere in discussione la moneta unica, finiscono con il legittimare la prosecuzione della status quo. Cosa è cambiato con “Syriza” al potere? Nulla. Rigore, austerità e privatizzazioni continuano a farla da padroni, mentre le condizioni di vita della povera gente diventano di giorno in giorno più drammatiche.
Di fronte ad una evidenza tanto tragica, tutti quelli che non intendono rassegnarsi a vivere per sempre sotto il tallone di un manipolo di burocrati autoreferenziali al servizio del binomio Alta Loggia/Alta Finanza, non possono far altro che guardare a quelle forze che offrono il grimaldello della “difesa dell’identità” per smontare il mostro luciferino e mondialista ora dominante.
L’avanzare di partiti di “estrema destra”, così bollati da un mainstream servile e senza fantasia, sono diretta conseguenza di due certezze oramai metabolizzate da una fetta rilevante di opinione pubblica continentale: 1) la Ue attuale è una dittatura feroce di stampo tecnonazista; 2) le forze di sinistra “alternativa” non sono in grado di liberare i popoli dalla schiavitù dell’euro. Cosa faranno “gli occulti manovratori” per contenere questa nuova marea montante? Proveranno a metterci il cappello sopra.
Fino a quando sarà possibile gestire i diversi parlamenti nazionali architettando da nord a sud governi di “grande coalizione”, le forze cosiddette “antisistema” continueranno ad essere mediaticamente demonizzate e bastonate; quando i “padroni del vapore” si accorgeranno però di avere finito le cartucce di carta, ovvero quando capiranno che la propaganda, per quanto incessante, produce infine risultati perfino controproducenti, avrà allora inizio il piano B.
E cosa prevede il piano B? Prevede la “normalizzazione” di quelle stesse realtà prima violentemente colpite, da dipingere ora come “finalmente incanalate sulla via della maturità politica e della responsabilità, qualità indispensabili per aspirare al governo del Paese”. Che tradotto significa: obbedite pure voi come obbedivano i burattini di prima, divenuti inservibili e perciò scaricati, e così vedrete che tutti ne trarremo gli opportuni vantaggi. Questo tipo di tattica, in Italia, è già partita. Avete notato come i media controllati dai “soliti noti” comincino a veicolare una immagine rassicurante di Luigi Di Maio, già incoronato a reti unificate come sicuro candidato premier del Movimento 5 Stelle? E avete notato come il “Corriere della Sera” di oggi, a pagina 4, definisca “pacato” Norbert Hofer, probabile presidente dell’Austria che verrà? “Pacato” somiglia molto a “moderato”, termiche che nella neolingua usata dai “maghi neri” nascosti nella cabina di comando rappresenta il non plus ultra dell’affidabilità. “Se non puoi batterli, fatteli amici”, recita un vecchio adagio. Questo schema, se applicato con successo, contempla un solo sconfitto: il popolo, da ingannare sempre e comunque senza soluzione di continuità.
Se la memoria avesse un valore, i nuovi politici rampanti scanserebbero come veleno le lusinghe di quelli che prima li calunniavano; così come gli stagionati politicanti, mollati poi come vecchie calzette per fare spazio a più verdi maggiordomi, coltiverebbero un sano senso di rivalsa da indirizzare contro gli inamovibili burattinai anziché puntare il dito nei confronti dei nuovi burattini. Semmai dovesse accadere una cosa del genere – semmai cioè si saldassero le ragioni di vecchie e nuove classi dirigenti allo scopo di respingere gli assalti dei soliti perfidi manipolatori – la politica tornerebbe ad esercitare quel primato che le spetta, lasciando per una volta con le pive nel sacco i plutocrati che, gestendo “gli opposti” con metodo e costanza, restano sempre a galla.
(Francesco Maria Toscano, “L’idea di democratizzare l’Europa è morta con il tradimento di Tsipras, passa per la riscoperta delle singole identità nazionali la sconfitta dei tecno-nazisti di Bruxelles?”, dal blog “Il Moralista” del 26 aprile 2016).
http://www.libreidee.org/2016/05/democratizzare-lue-idea-morta-col-tradimento-di-tsipras/
Segnalo questo a suo modo mirabile editoriale di Pietro Ichino del 7 maggio sulla manifestazione anti-TTIP di sabato scorso. Il breve pezzo è un capolavoro europeista e yes-global di ambiguità, falsità plateali e disinformazione più o meno volontaria.
RispondiEliminaLeggi QUI l'articolo