Il primo libro del Codice Ermetico, Il Pimandro, si apre con la visione di Ermete. Una visione che porta Ermete ad incontrare Dio. Un Dio che si manifesta indefinito, immenso, incommensurabile quale del resto deve essere. Dio è per definizione inconoscibile, inqualificabile ma, comunque, onnipresente e visibile. Dio-Creatore e Padre deve necessariamente rivelarsi alla Sua creatura preferita, deve far sentire la presenza del padre affinché l’uomo non si senta solo e abbandonato.
Fin dall’antichità l’immaginazione dell’uomo è stata colpita da due aspetti del divenire universale: il ciclo della nascita e della morte; l’avvicendarsi delle stagioni, con la fioritura vegetale e la sterilità della terra durante l’inverno.
Questi due aspetti della natura, umano e vegetale, col passare del tempo incominciarono a compenetrarsi in un rito misterico che acquistò valore simbolico e spirituale.
Questi due aspetti della natura, umano e vegetale, col passare del tempo incominciarono a compenetrarsi in un rito misterico che acquistò valore simbolico e spirituale.


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