Perché l'evoluzione umana è fuori dall'armonia del
cosmo? Antichi miti, come il Peccato Originale o il racconto di
Prometeo, ci parlano di un intervento "alieno" sulla naturale
evoluzione umana? Veramente l'uomo è un virus per la Terra?
Zecharia Sitchin in
molti dei suoi libri afferma la sua teoria secondo la quale, in un
passato molto remoto, un gruppo di viaggiatori extraterrestri
provenienti dal pianeta Nibiru, chiamati Anunnaki,
sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del
nostro pianeta. Secondo Sitchin, avendo bisogno di manodopera per
l'estrazione di minerali, gli Anunnaki pensarono di manipolare
geneticamente la specie terrestre più simile a loro, innestandovi il
proprio DNA: fu scelto un ominide, l’Homo Erectus.
E' possibile che questo intervento possa aver alterato il corso della
naturale evoluzione umana? La nostra rapida evoluzione, incapace di
armonizzarsi con i tempi e le regole della natura, potrebbe dipendere da
questo? Potrebbe essere questa la colpa antica di cui parlano i testi
dell'Antico Testamento e il mito greco di Prometeo? Un affascinante viaggio nel passato, per una lettura "aliena" del Peccato Originale.
Perché l'uomo non è in armonia con il cosmo?
Il male è senza dubbio un fenomeno reale sperimentabile nel corso
della storia umana. Ma allo stesso tempo è anche un mistero
impenetrabile. Qual'è la sua origine? Se la creazione e la natura umana
vengono concepite come radicalmente malvagie, allora come si spiega la
nostalgia del bene che abita il cuore umano, il rifiuto del male e
dell'ingiustizia? Ma se la creazione e l'uomo sono buoni, come si è
giunti dunque a questa perversione?
Spesso si giustifica il male come un'assenza di bene, ma a guardare
bene le azioni dell'uomo nella storia, non possiamo limitarci a
descrivere il male come una carenza di bene, ma come una vera e propria
perversione, una perversione del senso dell'essere e dell'esistere. Il
male degrada e violenta l'uomo. Esso lo pone in contraddizione con se
stesso. Non è altro, dunque, che nonsenso e perversione.
La gente se lo chiede: esiste un problema nella relazione tra l'uomo e
l'uomo e tra l'uomo e il creato? Esiste una ferita nell'armonia cosmica
che contraddistingue il creato e che l'uomo non è in grado di
realizzare nel suo rapporto con la natura e con se stesso? Da più parti
giungono segnali di un disagio profondo nel cuore umano, come se questo
mondo non fosse il nostro.
Non si comprende bene se siamo noi umani “stranieri” ad esso, “vermi”
ingordi precipitati qui per caso, oppure se noi stessi, non abbiamo
ridotto questo pianeta, un giorno nostra culla accogliente, ad un mondo
ostile e minaccioso, tale da fargli assumere i nostri connotati di
avidità distruttiva e di cinismo indifferente.
Forse bisogna andare all'inconoscibile giorno in cui l'uomo non avvertì più se stesso come “natura”, come “figlio della terra”. Da “uomo della natura” si scopri “uomo nella natura”,
con niente simile a sé. Fu allora che si sentì “padrone” della Terra e
non più custode, dominatore di tutto, per dimenticare l'orrore della sua
fragilità e del suo destino di morte. Egli ridusse tutte le cose ad
“oggetti” da tenere a bada e da sfruttare a suo piacimento.
L'uomo, da custode a predatore del creato
E' così che nasce la cultura umana, la cultura “tecnologica”,
del dominio e dello sfruttamento razionale, freddo, della natura. Per
un pò le cose vanno bene. La tecnica dà una mano allo spadroneggiare
dell'uomo sulla terra, fino a quando il criterio che dirige ogni scelta
sul pianeta non diventa l'economia. L'uomo-padrone
arraffa quanto è economicamente utile e nel modo in cui è economicamente
vantaggioso. Se serve, si devasta un territorio, lo si avvelena anche.
Se serve, si cura un nemico o un operaio ferito. Se non serve, lo si
lascia morire.
La “new economy”,
come oggi la si definisce, oltre a devastare la natura, schiaccia
l'uomo, gli impedisce di vivere, a meno che non appartenga ad un
ristretto numero di privilegiati. Perché il creato è stato “scippato” a
tutti ed è diventato proprietà di alcuni, con la complicità di chi ha
definito “diritto divino” la proprietà privata. Così l'economia diventa
incertezza quotidiana, guerra, annullamento dei diritti umani, menzogna,
sovvertimento insensato della natura. Dobbiamo all'economia se oggi a
presiedere uno Stato, molto spesso, non è un Presidente ma la “Banca”. [L'ignobile truffa del Debito Pubblico: ma chi stampa la moneta?].
La tecnica è il braccio armato dell'economia, una
economia che annulla la dignità umana e che lo asserve all'avidità di
pochi gruppi che influenzano la vita dell'intero pianeta. L'atomo gli fa
vincere una guerra, ma inquina generazioni e generazioni. La biologia
ci assiste nella fecondità umana, ma non è un suo problema se un giorno
programmeremo, secondo le nostre esigenze, una generazione di atleti
senza sentimenti, oppure soldati ottusi ed ubbidienti, oppure “carne”
per il consumo sessuale.
Gli organismi geneticamente modificati possono aumentare la produzione, ma la Monsanto
si sente innocente se poi magari scopriremo che ci siamo avvelenati coi
nostri soldi. Paradossale ma vero: l'economia non sa che farsene
dell'uomo, non vuole la natura umana che in sé è collegata col tutto;
vuole solo la propria autoconservazione. Cioè, in fondo, l'idolatria del
dollaro e delle merci. [Ecco le 10 multinazionali più pericolose al mondo].
Questa civiltà che ogni giorno, rispetto ad uomini e cose, si connota
con il cinico “usa e getta”, non è ancora riuscita a farci dimenticare
che se non “siamo padroni della natura”, tuttavia siamo ad essa
inscindibilmente collegati, tanto che deturpare il creato è gesto
autodistruttivo, e disprezzare l'uomo predispone ad assalire il creato.
C'è un collegamento tra natura e sentimenti umani. Una umanità senza
sentimenti, puramente tecnica, non si accorge nemmeno della scomparsa di
migliaia di specie animali e vegetali. Non prova nessuna nostalgia per
una bellezza sprofondata nel nulla dopo millenni di cammino sulla terra.
Il cemento che ci ingoia non predispone al sentimento e alla
meraviglia, non ci educa al mistero. Tutto oggi è calcolo e tutto domani
può diventare orrore, ad opera di una umanità senza sentimenti.
C'è anche un collegamento tra l'aver privato di “diritti” animali e
piante e l'averne privato una parte consistente di umanità. Questo
discorso, nella logica occidentale viene presa per idiozia! Può una
pianta, un animale avere dei “diritti”? Il punto è che sentendoci
“padroni” di tutto, riconosciamo il diritto alla vita a chi vogliamo
noi, secondo le convenienze. Si comincia a ridurre la pianta e l'animale
ad “oggetto”, aprendo così la strada a vergognarci di quanto di animale
c'è in noi! Fino a dire che anche certi umani sono “sotto-uomini”, privi
di ogni dignità. E stabiliamo noi che deve vivere e chi deve morire.
L'uomo è nato per distruggere?
L'uomo
è biologicamente destinato alla distruttività? Quali dinamiche
ostacolano o agevolano la possibilità di una società multiculturale? Con
la fine della Guerra fredda,
molti hanno sperato che si aprisse un’era di pace, in cui tanta parte
delle risorse indirizzate a mantenere l’equilibrio del terrore potesse
indirizzarsi finalmente al miglioramento delle condizioni di vita
dell’umanità.
Non è andata così. E’ solo cambiata la tipologia dei conflitti, con
una diminuzione di quelli fra Stati, un aumento dei conflitti interni
internazionalizzati, ossia di quelli che pur mantenendo l'epicentro
all’interno di uno Stato finiscono per coinvolgere altre nazioni, e una
prosecuzione inalterata degli altri conflitti interni, ma con potenziale
coinvolgimento di un numero sempre superiore di persone, anche in
relazione alla diffusione del terrorismo.
E’ possibile guardare da una prospettiva scientifica a questo
fenomeno? Può la scienza aiutare a chiarire i principali fattori che
influenzano il rischio di conflitti e di violenze di massa? La domanda
potrà apparire fuori luogo, o quanto meno fuori epoca, a chi ritiene che
con l’Olocausto e la bomba atomica la scienza abbia “perso l’innocenza”
e posto fine all’ultima delle “grandi narrazioni” che avevano permesso
la coesione sociale e ispirato le utopie che si sono succedute nella
storia dell’umanità, per aprire le porte a quella società post-moderna
descritta da tanti sociologi, da Jean-François Lyotard a Zygmund Bauman, che, divenuta “liquida” e priva di un senso di comunità,
cerca di ritrovarlo attraverso la creazione di ghetti identitari più
indifferenti che tolleranti verso gli altri e sempre pronti a entrarvi
in conflitto.
L'Umanità è un Virus per la Terra?
"Desidero condividere con te, Morpheus, una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce.
E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura". (Agente Smith - Matrix).
Tutti noi potremmo essere meno umani di quanto pensiamo. Quantomeno è
ciò che suggerisce una nuova ricerca, rivelando che il genoma umano è
in parte un virus, per la precisione il Bornavirus,
portatore di morte per cavalli e pecore. Sembra che 2 milioni di anni
fa, questo virus abbia inserito parte del suo materiale genetico nel
nostro DNA.
La scoperta, pubblicata su Nature
del 7 gennaio, dimostra come questi virus di tipo RNA possono
comportarsi come i retrovirus (ad esempio HIV) ed integrarsi stabilmente
come ospiti dei nostri geni. Questo lavoro di ricerca potrebbe
consentire di capirne molto di più sulla nostra evoluzione, rivelando
come il mondo attuale sia anche il frutto del lavoro di un virus
contenuto in ognuno di noi.
“La conoscenza di noi stessi come specie è stata leggermente mal interpretata” afferma Robert Gifford, paleo virologo presso Aaron Diamond AIDS Research Center.
Insomma non abbiamo tento conto che il DNA umano si evoluto anche
grazie al contributo di batteri ed altri microrganismi e che le nostre
difese immunitarie hanno fatto ricorso a quel materiale genetico per
difendersi dalle infezioni. Sembra che fino all’8% del nostro genoma potrebbe ospitare materiale genetico dei virus.
Nello studio, ricercatori Giapponesi hanno trovato copie di un gene del Bornavirus
inserite in almeno quattro zone diverse del nostro genoma. Ricerche
condotte su altri mammiferi hanno rivelato la sua presenza in una vasta
quantità di specie per milioni di anni.
“Hanno fornito le prove di un
reperto fossile con tracce del Bornavirus”, afferma John Coffin, virologo alla Tufts University School of Medicine di Boston e coautore dello studio “Questo ci dice anche che l’evoluzione dei virus non è andata come pensavamo”.
Nei risultati dello studio, i ricercatori guidati da Keizo Tomonaga della Osaka University, hanno scoperto che due geni umani sono molto simile al gene del Bornavirus. Gli scienziati sostengono che il questa “infezione preistorica” potrebbe essere una fonte di mutazione umana, specialmente nei nostri neuroni. A
questo punto non si può che dare ragione all’Agente Smith di Matrix
nella sua convinzione che soltanto un altro organismo sul pianeta si
comporta come l’uomo: il virus.
Quel misterioso salto evolutivo dell'Homo Erectus
Nuovi ritrovamenti complicano il dibattito fra quanti ritengono che l'Homo erectus
abbia avuto origine in Africa orientale e quanti sostengono un'origine
asiatica. Homo erectus sarebbe stato in grado di fabbricare sofisticati
utensili già 1,8 milioni anni fa, vale a dire almeno 300.000 anni prima
di quanto si pensasse. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Nature, da un gruppo di paleoantropologi della Rutgers University e del Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory.
Homo erectus apparve circa 2 milioni di anni fa, andando a occupare
vaste aree dell'Asia e dell'Africa. E proprio in Africa orientale si è
ritenuto a lungo che si fosse evoluto, ma la scoperta nel 1990 di
fossili altrettanto antichi in Georgia ha aperto la possibilità che esso
abbia avuto origine in Asia.
I nuovi reperti complicano ulteriormente la situazione in quanto gli
strumenti trovati accanto ai fossili georgiani del sito di Dmanisi sono
piccoli strumenti da taglio e raschiatori che mostrano caratteristiche
piuttosto semplici simili a quelle della cultura di Olduvai, mentre fra quelli rinvenuti nella regione occidentale del Turkana,
in Kenya, vi sono asce, picconi e altri strumenti innovativi che gli
antropologi chiamano di tipo "acheuleano", che permettevano di macellare
e smembrare un animale per mangiarlo. Le abilità coinvolte nella
produzione di uno strumento di questo tipo suggerisce fra l'altro che
Homo erectus fosse in grado di un pensiero "anticipatorio".
"Gli strumenti acheuleani rappresentano un grande salto tecnologico", ha osservato Dennis Kent,
uno degli autori dello studio. "Perché Homo erectus non avrebbe dovuto
portare con sé questi strumenti con sé in Asia?" Gli strumenti
analizzati provengono dal sito di Kokiselei, dove erano stati raccolti insieme a parte dei sedimenti immediatamente circostanti per poterne datare l'età.
Parlando di salto tecnologico, vale la pena ricordare i misteriosi
miti che narrano la nascita della civiltà e della tecnologia. Quasi
tutte le culture umane raccontano di una divinità che nella notte dei
tempi insegnò agli umani la fabbricazione di oggetti, l'agricoltura, le
arti e le leggi civili. Basti pensare al mito greco di Prometeo che ruba
il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini, oppure al dio dei Maya Quetzalcoatl,
che agli albori della storia umana consegnò la sapienza agli uomini, ed
infine, al racconto biblico del peccato originale nel quale l'uomo,
sedotto da un serpente, esce dall'ordine cosmico per divenire "simile a
Dio".
Gli antichi e misteriosi miti della "Colpa di Origine"
Quasi tutte le culture umane hanno miti che raccontano di una "colpa
di origine", di un evento antico che avrebbe "deviato" l'uomo dal suo
percorso evolutivo naturale. Il più conosciuto è sicuramente quello
raccontato dalla Bibbia e secondo l'interpretazione di un autore
cristiano del III secolo, Ireneo di Lione, quello di Adamo è stato un peccato d'impazienza, un voler bruciare le tappe.
Benché già creato ad "immagine e somiglianza" di Dio, l'uomo cede
alle lusinghe del serpente che gli promette di farlo diventare uguale a
Dio. Ma chi è questo serpente? è possibile che antichi esseri
extraterrestri abbiano modificato il genoma umano, intervenendo indebitamente sull'evoluzione naturale dell'umanità?
Il "serpente antico" presente in tutte le culture umane
Quasi tutte le culture umane comparse sul nostro pianeta hanno nella
loro mitologia il simbolo ancestrale del rettile, non sempre descritto
in maniera positiva. In quasi tutte le leggende, il simbolo del serpente
fa riferimento ad antiche "divinità" metà uomo e metà rettile:
1) I Sumeri
Quella Sumera è la prima civiltà sedentarizzata comparsa sul nostro pianeta che possiamo definire civilizzata, infatti il significato della parola sumer dovrebbe essere "luogo dei signori civilizzati". La mitologia sumera registra la presenza di un personaggio particolare: il dio Enki. Enki, in alcune rappresentazioni, appare come un essere metà uomo e metà serpente.
Il significato del suo nome dovrebbe essere "signore della terra". Egli era il custode dei poteri divini chiamati Me, i doni della civilizzazione dei quali avrebbe beneficiato l'umanità. La sua immagine è un serpente con una doppia ellisse, o Caduceus, molto simile al Bastone di Asclepio utilizzato come simbolo della medicina. Interessante notare la presenza del serpente in tutti questi simboli:
2) I racconti della Bibbia (Antico Testamento)
La Bibbia riprende alcuni temi della mitologia sumera e babilonese. È interessante il fatto che nel racconto biblico del peccato originale, il seduttore dell'umanità abbia le sembianze di un serpente.
Secondo il racconto della Genesi, il serpente propone ad Adamo ed Eva una via alternativa a quella prevista dall'ordine cosmico per "diventare come Dio".
Che significa? Secondo alcuni esegeti, Adamo ed Eva intravedono nella
proposta del serpente la via dell'immortalità che li renderebbe simili a
Dio.
Altri, invece, vedono nella proposta la
possibilità per l'umanità di stabilire da sola cosa sia bene e cosa sia
male, senza nessuna autorità esterna. Il serpente propone all'uomo di
diventare dio di se stesso, infatti, all'obiezione di Eva il serpente
risponde serafico: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno
in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come
Dio, conoscendo il bene e il male". Non è più il creatore a stabilire cosa è buono o male, ma la creatura.
Altri ancora, hanno interpretato il
racconto del peccato originale come una scorciatoia evolutiva offerta
all'umanità per agirare un processo che probabilmente sarebbe durato
migliaia (se non milioni) di anni. Il serpente si sarebbe fatto
portatore di capacità tecnologiche e culturali che gli uomini avrebbero
sviluppato naturalmente e in perfetta armonia con le leggi cosmiche
dell'universo. In questa interpretazione si incrociano i racconti della
mitologia sumera su Enki (portatore della civiltà) e anche il mito di Prometeo, il quale ruba il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini.
Il breve arco di tempo nel quale
l'umanità si è evoluta lascia sconcertati alcuni antropologi. Rispetto
ai tempi della natura, l'uomo sembra una saetta comparsa sul pianeta. Ed
è una evoluzione che effettivamente non è completamente in armonia con
il cosmo: il costo di questa veloce evoluzione è stata la separazione
dell'uomo dalla natura e la conseguente distruzione del pianeta (l'eden), la separazione tra gli uomini (torre di babele)
e la conseguente perdita di unità d'intenti e l'alienazione degli
individui. In questa prospettiva, il serpente ha incarnato il simbolo
del diavolo (diabolos = ciò che separa).
3) Medio Oriente
Nel Medio Oriente sono conosciuti i Jinn,
uomini serpente o dragoni di cui si parla fin dai tempi più antichi e
viene descritta come una razza di uomini serpente. L'antico dio egiziano
Sobek viene riprodotto come un uomo con la testa di coccodrillo.
Nel Mali c'è una popolazione, i Dogon, che raccontano un mito di creazione il cui protagonista è un uomo rettile. I Dogon affermano di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B).
4) Grecia antica
Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca, avevano servitori serpenti i Titani e i Giganti,
i quali sono talvolta rappresentata in forma "anguiforme", ossia con le
gambe formate da terminazioni serpentiformi, come il gigante Klyteros. [I giganti hanno camminato sul nostro pianeta: ecco le prove].
Anche la Bibbia fa riferimento a dei giganti che hanno popolato la terra in età pre-diluviana:
"C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi" (Gn 6,4);
"Vi abbiamo visto i giganti, discendenti di Anak (Anunnaki), della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste, e così dovevamo sembrare a loro" (Nm 13,33).
"Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra" (Bar 3,26)
5) Americhe precolombiane
La mitologia Maya conosce una figura molto importante per il discorso che stiamo sviluppando: il dio Quetzalcoatl. Secondo
le narrazioni, questa divinità avrebbe insegnato al popolo Maya i
segreti dell'agricoltura, della metallurgia e dell'astronomia: il ruolo
di questo personaggio si sovrappone a quello di Enki nella cultura Sumera, al serpente biblico, al mito di Prometeo. L'umanità deve il suo rapido sviluppo evolutivo ad una figura esterna rettiliforme.
Le rappresentazioni di Quetzalcoatl sono
alquanto inquietanti, in quanto vedono il dio maya intento a divorare
un uomo. Che poi questo dono fatto all'umanità non sia del tutto
gratuito? Cosa chiede il serpente in cambio? Quale parte dell'umanità
sta divorando?
6) Asia Orientale
Nella cultura cinese, vietnamita, coreana e giapponese, si tramandano le leggende dei Long o dragoni,
forme a metà tra il piano fisico e il piano astrale, ma raramente
descritte in forma umanoide, e che possono assumere una forma tra
l'umano e il rettiliano. Questa caratteristica viene spesso attribuita
agli Imperatori Asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente la propia forma umana in una di drago e vicecersa.
7) Cristianesimo
La teologia cristiana, che fonda il proprio pensiero anche sull'Antico Testamento ebraico, ha assunto il racconto del peccato originale come momento fondamentale della cosiddetta caduta dell'uomo. La redenzione, ovvero la sconfitta del principe di questo mondo (Satana) è avvenuta con l'incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo,
nel quale l'ordine primordiale è ricostituito e verrà a compiersi con
il ritorno di Gesù alla fine dei tempi e la venuta della Gerusalemme Celeste, la nuova creazione in armonia con l'ordine cosmico.
Un simbolo interessante della redenzione
e della sconfitta del serpente è l'iconografia mariana: la Vergine
Maria è rappresentata nell'atto di calpestare la testa del serpente,
simbolo di vittoria sul male.
9) Epoca contemporanea
Il simbolo del rettile è ancora un
simbolo presente nella cultura umana e spesso è associato agli stemmi di
grandi famiglie nobiliari (dal sangue "rettile" blu!), a marchi di
grandi aziende e ad opere d'arte che rappresentano spudoratamente il
dominio del rettile sulla razza umana, come un nefasto parassita:
Serpente che divore un neonato - Il famoso Biscione, simbolo della famiglia Visconti di Milano
Simbolo dell'Alfa Romeo - Un serpente (coronato, quindi Re) divora un uomo
Obbrobbriose statue esposte nel Vigeland Park di Oslo, dove molto chiaramente viene descritto il dominio rettile sull'umanità.
Insomma, questo Cerchio nel Grano ci ha
dato l'opportunità per una lunga escursione nel simbolismo rettile nella
storia dell'umanità. Tante cose ci sarebbero ancora da dire, ma lo
faremo in un prossimo posto dedicato al tema. Il cerchio vuole tenerci
in guardia e a tenere alta la coscienza contro le forze occulte che
vogliono condurre l'umanità al baratro. Volendo tirare alcune
conclusioni sul simbolo del serpente possiamo affermare che:
1) Il serpente è un simbolo presente in quasi tutte le culture umane;
2) Il serpente (o drago) fa dono all'umanità della tecnologia e della cultura accellerando il processo evolutivo naturale;
3) Il serpente (o drago) è sempre al comando: è Re, Imperatore (presidente?)
4) Il dono del serpente non è gratuito: egli divora l'uomo... cosa vuole in cambio?
5) Il potere del serpente è ancora in atto... basta saper avere occhi per vedere!
6) Improbabile non vuol dire impossibile!
Tratto dall'ottimo blog: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/
®wld
Complimenti per l'articolo che fà veramente riflettere sull'ignoranza delle origini e come siamo manipolati.
RispondiEliminaSono d'ccordo con l'agente smith ma siamo programmati per essere così?
direi di si visto la "guerra" fatta a chi deteneva il segreto dell'unione con madre terra.
Da qualche tempo sento la mancanza di tale legame.
Buona serata Wlady
Ciao Zak,
RispondiEliminami scuso per la lungaggine nella pubblicazione del tuo commento, ma ho avuto grossi problemi di famiglia.
Ciao buona giornata.
Avrò sicuramente la necessità di rileggermi questo interessante Post con la tranquillità dovuta e che merita.
RispondiEliminaProbabilmente l'uomo ha origini "stellari", magari punito ed imprigionato su un pianeta che ora chiamiamo terra, prigione ideale per impedire ad una specie di fare danni o magari anche per invidia...chi lo può dire?
Quando riusciremmo a conquistare le stelle, forse allora potremo sapere qualcosa di più su ciò che siamo!!!
Un giorno forse, riusciremo a rompere le catene della materia e della realtà virtuale.
RispondiEliminaSiamo in un pianeta non nostro e anche poco ospitale per la vita così come la conosciamo, caldo, freddo e sofferenza rendono l'uomo schiavo di questa realtà; una lotta immane dall'atto del concepimento che ci accompagna fino alla dipartita.
Siamo il prodotto di una mente crudele con una data di scadenza come nel film "Blade Runner" ambientato nel 2019.
"Il film è ambientato in una Los Angeles distopica dell'anno 2019. La tecnologia ha permesso la creazione di esseri analoghi agli umani, detti 'replicanti', destinati all'utilizzo come schiavi, dotati di capacità intellettuali e forza fisica estremamente superiori agli uomini, ma con una longevità limitata a pochi anni."
Cosa siamo noi, se non replicanti inconsapevoli della creazione voluta da altri esseri?