lunedì 19 dicembre 2011

Alla faccia dell’equità



Per l’equità ci vuole coraggio
Rodolfo Roselli, intervento su Radio Gamma 5 del 14.12.2011

Tutti gli italiani sono consapevoli che i sacrifici richiesti dovrebbero portare a dei benefici, almeno così ci è stato detto, per ora una promessa, domani…si vedrà.
Ma contemporaneamente si era assicurata equità, equità che significa che i sacrifici li devono fare tutti, a misura dei benefici fino ad ora goduti.
Equità non è solo un’esigenza di conti numerici, è un’esigenza di conti con la coscienza, è un’ esigenza che si possa riaffermare ancora una volta che … mal comune mezzo gaudio.

Ma attenzione è anche un’ esigenza che possa smorzare sul nascere ogni occasione di rivolta, ogni occasione per boicottare poi tutto se, nel tutto, si dimostra che non esiste equità.
Non abbiamo dubbi che il prof. Mario Monti lo ha detto e lo vorrebbe fare, ma tra il dire e il fare occorre scavalcare l’abisso della nostra politica, sempre pronta a chiedere e mai disposta a dare.

Il problema della capacità realizzativa del prof. Mario Monti non è dunque nel non sapere quel che si dovrebbe fare, ma nella libertà limitata che gli è stata concessa dalle forze politiche.
Un governo di persone capaci, tenuto al guinzaglio dagli attuali partiti.
E la dimostrazione di quanto sopra lo si capisce chiaramente dalla scarsa incidenza e dalla diluita tempificazione dei provvedimenti orientati a ridurre drasticamente i costi della politica.

Perché la politica di oggi non è ancora sufficientemente sazia di ricevere i rimborsi elettorali attuali, gonfiati di proposito, prendendo come misura non i voti espressi, ma gli elettori iscritti nelle liste elettorali. Insomma chi non vota, perché disgustato dai partiti, contribuisce forzosamente al loro finanziamento. Rimborsi elettorali che fanno dell’Italia il paese europeo che spende di più per mantenere i partiti. 

Ma non si era detto che l’Italia doveva uniformarsi alle regole europee?
Con questo trucco, che ha disgustato anche la Corte dei Conti, nelle elezioni europee del 2004,ad esempio, i partiti spesero in tutto circa 88 milioni di euro, ma quando passarono alla cassa ne ricevettero circa 250, con un utile netto di circa 162 milioni. E tutto questo grazie ad una legge del 1993, che avrebbe dovuta essere abrogata grazie al referendum del 18 aprile 1993, ove il 90,3% dei votanti aveva richiesto l’abolizione  del finanziamento pubblico,ma sbeffeggiata, semplicemente cambiando la parola da finanziamento dei partiti a rimborso elettorale.

Dunque abusi della prima Repubblica tranquillamente confermati dalla seconda.
Dunque equità inesistente confermata anche dal prof. Mario Monti.
Ma tutto questo è ancora poco, perché i partiti hanno il privilegio di ostacolare anche le donazioni spontanee alle associazioni benefiche, perché le hanno rese fiscalmente meno convenienti rispetto alle donazioni ai partiti.
Dunque equità inesistente ben nota al prof. Mario Monti.

E i soldi donati ai partiti potrebbero anche provenire da riciclaggio di denari sporchi, da proventi della droga, dalla malavita organizzata, perché oggi non esiste alcuna trasparenza  a questi finanziamenti che possono oggi legalmente restare occulti fino a 50 mila euro.  E tuttavia secondo il principio di equità, si vuole trasparenza e tracciabilità anche per i comuni mortali, con tutte le spese e le conseguenze, per i versamenti al di sopra dei 1000 euro.
Ma questa equità e tracciabilità non esiste per i partiti e per il prof. Mario Monti. 




Oltre tutto la tracciabilità è stata introdotta per la lotta all’evasione fiscale, ma questa lotta ovviamente non riguarda i partiti.
Ma intoccabili sono anche le dotazioni di Camera e Senato, che potevano essere ridotte senza intaccare la loro autonomia, si tratta di un miliardo e mezzo l’anno,e inoltre tutte le misure prese contro il valore delle pensioni e delle remunerazioni non varranno per tutto il loro personale, parlamentari compresi, sia della Presidenza della Repubblica, sia della Camera, Senato e Corte Costituzionale, un buon segnale di equità al quale si è rinunciato.
Ma altri splendidi esempi di equità li troviamo anche nella nuova tassa sugli immobili, prima detta ICI, oggi chiamata IMU, perché si vergognano di chiamarla come prima.




Perché non solo l’IMU non sarà pagata dai locali commerciali di proprietà del Vaticano per via del Concordato,m anche da una miriade di organizzazioni bancarie, assistenziali e di tutte le organizzazioni sindacali,che con il Concordato non c’entrano nulla, e inoltre su tutte queste proprietà, i valori catastali di questi immobili non saranno rivalutati, ma neanche l’IMU sarà pagata  dalle cinque regioni a statuto speciale (Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli–Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia) cioè dal 15% degli italiani, perché l’autonomia finanziaria di queste regioni non lo consente, se non lo vogliono. Un beneficio della equità del  federalismo fiscale. 

Volete un altro esempio di equità?
Bene, era previsto un aumento dell’IRPEF del 3% solo sull’aliquota che oggi è del 43% e che riguarda gli scaglioni di reddito superiori ai 75.000 euro, cioè per i soli ricchi.
Invece per equità,questo è stato cancellato, ed  è stato introdotto un aumento dell’addizionale IRPEF regionale (se il professore mi consente, addizionale è una cosa che si aggiunge e quindi aumenta l’IRPEF ) .Questa passa dallo 0,9 % all’1,23 % cioè lo 0,33 % in più.

Ora mentre il primo aumento avrebbe interessato solo il 4% degli italiani, l’addizionale riguarderà 41 milioni di italiani, cioè 10 volte di più e quindi in realtà il carico economico complessivo non è del 0,33 % ma del 3,3%, cioè di più di quanto sarebbe stato l’incremento sui redditi dei ricchi, con la differenza però che, mentre il primo era calcolato su quanto superava i 75.000 euro d’imponibile, l’addizionale non fa questa distinzione e la pagano tutti, poveri e ricchi. In altre parole del totale di questo incremento il 90% lo pagheranno i poveri e il 10% i ricchi e quindi la situazione è totalmente rovesciata, perché il temuto 3% in più per i ricchi è diventato lo 0,3 per questi.

Alla faccia dell’equità, e resta il dubbio se tutto questo varrà anche per le regioni a statuto speciale, perché altrimenti per gli altri italiani la situazione sarebbe ancora peggiore.
Ma l’equità dovrebbe essere anche l’obbiettivo per coloro che hanno trasferito i capitali all’estero e che, per combattere l’evasione, erano stati premiati dal governo Berlusconi con un rimborso tributario del 5%.

Infatti con questo condono tributario, secondo Banca d’Italia, sono sfuggiti alla tassazione italiana 85 miliardi di euro degli evasori totali, frutto anche di traffici illeciti, ricchezze di origine criminale, sui quali è stata posta una tassa del 5% (o al massimo 7%). Inoltre gli evasori sono rimasti rigorosamente anonimi e lo scopo era quello di far ritornare in Italia questi capitali. Ebbene la Banca d’Italia  ha comunicato che solo 35 miliardi degli 85 sono rientrati.
Con l’equità Monti, in totale oggi pagheranno al massimo l‘8,5% (7+1,5) mentre su un normale stipendio di un italiano la tassazione, su soldi leciti e puliti, è oggi circa del 45%. 

Quindi, senza voler applicare né multe, né sanzioni, per equità verso tutti gli altri italiani fessi, il governo Monti avrebbe dovuto richiedere a questi evasori almeno il 38% di tributi pari a circa 32 miliardi, cioè pari quasi a tutto l’importo dell’intera manovra, e non sarebbe stato necessario né introdurre l’IMU, né bloccare le pensioni, né dilazionarle all’infinito e tutte le altre tasse, accise sulla benzina e aggravi di ogni genere. 

Tuttavia la tassa sui beni dello scudo fiscale è stata furbescamente strutturata dall’ex ministro Tremonti in modo che restino anonimi i possessori di questi beni, ricevendo solo i versamenti dalle banche sulle quali esistevano i conti. Tutto questo non rappresenta equità per due ragioni, prima di tutto perché in questo modo cambiando banca di appoggio del conto questi patrimoni praticamente scompaiono(molte banche svizzere hanno già creato banche fittizie per questo fine) e quindi non sono ulteriormente tassabili, neanche del +1,5% stabilito dalla manovra, secondo perché mente ai cittadini non evasori italiani cade il segreto bancario, per gli evasori il segreto bancario resta.
A enorme nostra consolazione, però è aumentata la tassa sulle auto di lusso, su panfili ed elicotteri.

Ma  il prof. Monti ci fa o ci è.
Non è possibile che non sappia che il gettito di questa nuova imposizione, se tutto va bene, frutterà non più di poche decine di milioni, e non è possibile che non sappia che, inoltre, in Sardegna la tassa sulle barche e gli aerei privati  ha avuto un gettito che non è arrivato nemmeno alla metà della spesa per l’esazione del tributo. Insomma con questa tassa la regione ci ha perduto.
Se poi esaminiamo l’incremento dell’occupazione la delusione è cocente, anche perché tutte le misure che si diceva si volessero prendere in questo campo, dovevano avere carattere di concretezza ed urgenza, e nel campo del lavoro invece è mancata sia l’una che l’altra.

Molte buone intenzioni, ma le intenzioni non creano né occupazione e nemmeno crescita. E infatti tutti i provvedimenti in questione avranno effetti, se e quando ci saranno, in futuro, e si dovranno attendere forse altre delibere, come la riforma dei contratti di lavoro, che era decisiva per lo sviluppo. Ma queste misure non facevano cassa per lo stato, ma per i disoccupati, e quindi non erano importanti.

Ma neanche le infrastrutture già finanziate da tempo sono ora vigorosamente attuabili perché, come in passato, nulla è cambiato per superare i ritardi e i colli di bottiglia burocratici.
Però in questa situazione di stallo si è data molta enfasi alla concessione di agevolazioni fiscali a quelle imprese che investono il capitale su se stesse attraverso utili non distribuiti, ma di quali capitali e utili si parla, se siamo in una situazione di scarsi profitti, di mancanza di liquidità e di crisi dei consumi ?

E i consumi non solo non aumenteranno, ma diminuiranno a causa della tassazione sugli immobili e la riduzione delle pensioni, che tolgono risorse proprio alla fascia di utenti che, avendo qualche soldo in più, ed essendo la maggioranza, li avrebbero potuti rilanciare proprio nei consumi, quindi sia di sviluppo, sia di lavoro in più, è meglio non parlare.

E’ poi ridicolo l’aver dilazionato le tasse da pagare a fine anno all’anno prossimo per far credere di avere soldi in più in tasca per le spese di fine anno, perché gli italiani che non sono imbecilli, hanno ben capito che spostare il debito non fa aumentare i soldi in tasca.

Oggi gli italiani potrebbero stilare una pagella per il professore Mario Monti con i seguenti voti :

LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE                                 0 SVILUPPO DEL LAVORO                                          3 EQUITÀ’ FISCALE                                                   0 COSTI DELLA POLITICA                                          0 LIBERALIZZAZIONI                                                3 PENSIONI                                                             0 BENI DI LUSSO                                                      0 SVILUPPO DEI CONSUMI                                         2 RILANCIO DELLO SVILUPPO                                     2
                                    
Mi spiace ma gli italiani con  questa pagella potrebbero dire al professore che deve studiare di più e quindi che è pregato di ripresentarsi alla prossima sessione.

Il prof. Mario Monti ha sottolineato più volte, anche dal pulpito di Porta a Porta, che la situazione era talmente grave da mettere in dubbio la possibilità di pagare stipendi e pensioni, ma tutto questo non solo era ben noto, perché i partiti italiani quando decidono di affossare l’Italia, sono degli esperti, ma non toglie e non aggiunge nulla alla decisioni conseguenti.
Dato per scontata la situazione da rimediare ,nessuno mette in dubbio né la buona fede del professore e tanto meno le sue qualità professionali, ma il risultato ottenuto  appare privo di quel coraggio necessario a scardinare gli antichi veti politici a protezione delle combriccole che fino ad oggi hanno danneggiato l’Italia.

E il coraggio è mancato, perché evidentemente durante le numerose conversazioni fatte a tutti i livelli, prima e dopo l’incarico, si sono dati al professore messaggi mafiosi ai quali non poteva dire di no. In sostanza il professore è stato lasciato libero di fare, tutto quello che gli altri volevano con un semplice, prendere o lasciare.

E chiaro che questa verità ci sarà svelata tra molto tempo, ma poiché gli italiani imbecilli non sono, molti l’ hanno già capita.
Tutti avevano sperato nel suo intervento, dopo il circo equestre del governo precedente, ricco di animali e di buffoni incompetenti, e sicuramente ,se avesse avuto le mani libere, ben diverse sarebbero state le decisioni, ma la politica italiana sa ben neutralizzare i volenterosi.

E allora non avendo avuto il coraggio per realizzare equità, la più grande equità l’avrebbe potuta dimostrare avendo il coraggio di rifiutarsi di presiedere un governo, che oggi è diventato solo un prestanome della vecchia politica.
Era lui che doveva dire …o prendere o lasciare … e non farselo dire dalla corte dei miracoli di oggi.
 
 

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