L'esperimento collettivo sul pianeta Terra
di Jon Rappoport
Quando tutta la coscienza di gruppo ossessiva sulla Terra è
finita, esausta, quando ammette la sconfitta, emergerà un'era diversa. Ma per
ora, siamo nel bel mezzo dell'esperimento collettivo.
Sentimento stucchevole, profonda dipendenza dagli altri,
repressione nascosta: questi sono gli ordini del giorno.
Quanto tempo ci vorrà prima che l'età collettiva sia finita?
Cento anni? Millennio? La risposta è, a patto che ogni umano capisca che
l'esperimento è fallito e perché.
Il perché è chiaro: l'individuo è stato trascurato. È stato
umiliato. È stato afferrato e redatto in gruppi. Il suo potere creativo è stato
compromesso per adattarsi.
La maggior parte del mondo crede ancora in questo approccio,
come se da buoni gruppi scaturissero le soluzioni finali e le finali che tutti
abbiamo cercato.
Questo è un puro controllo mentale, perché i buoni gruppi si
trasformano nel male, e viceversa, nel gioco teatrale in corso chiamato realtà.
Gli ideali sono contorti, gli infiltrati sovvertono i piani,
le lezioni vengono ignorate e l'intera scusa si ripete ancora.
Ciò che ha costituito un trionfo del bene sul male in un
momento è guidato in un altro collettivo, i cui obiettivi sono "un
migliore tipo di controllo".
I più illusi tra noi credono che siamo sempre al culmine di
una svolta finale.
Ma non c'è un "noi" per fare la svolta.
Viene a ogni persona da solo. E non arriva come spinta di
una forza esterna, ma dalla propria lotta, accompagnata da intuizioni per le
quali non esiste un organismo esterno che dia conferma.
Se davvero ci vorranno mille anni per portare a conclusione
questa illusione collettiva, questo non è motivo di reazione scoraggiata.
Al contrario, è semplicemente una comprensione che tutti gli
esperimenti finiscono, così come il metodo di pensiero su cui si basano.
Uno o dieci o cento crolli di civiltà e la conseguente
ricostruzione non sono sufficienti.
Il modello resiste.
Può dissolversi solo quando un numero schiacciante di
individui, ognuno a suo modo, l'autoinganno assente, vede la sua bancarotta.
Il "noi" e il "noi" sono solo posticipi
e storie di copertura schizzate sulle prime pagine della mente.
Combattere per ciò che è giusto, qui e ora, è vitale. Ma non
preclude la consapevolezza che, finché le persone sono fissate sui gruppi come
Risposta, il problema sottostante persisterà.
Pertanto, come parte della mia ricerca negli ultimi decenni,
ho esplorato ciò che è comunemente chiamato Matrix, dal punto di vista di
liberare l'individuo da esso.
Il primo passo è capire Matrix come una "opera
d'arte" perversa in atto e osservarne i dettagli.
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