venerdì 24 febbraio 2023

TPM – ThisPivotalMoment - In Questo Momento Cruciale

Premessa: Ho trascritto il video qui sotto per una migliore fruizione; il video comunque è sottotitolato in lingua italiana. Buona lettura e visione.

"Siamo in un momento critico della storia, come per gli spartani alla battaglia delle Termopili, e per quei giovani sulle spiagge della Normandia."

Sappiamo tutti che questi momenti sono momenti difficili e preoccupanti. Siamo nel mezzo di una pandemia, e ci sono città e interi paesi in lockdown per mesi per mesi e mesi di fila.

Le persone stanno perdendo le loro vite, i loro lavori e le loro aziende. Le malattie mentali ed i suicidi sono in forte crescita e il debito si sta accumulando richiederà generazioni per essere estinto,

Censura e polarizzazione dei discorsi sembrano essere diventati normali, con il rispetto reciproco nei dibattiti che ha dato spazio a modi di pensare contrapposti e modi di fare intolleranti che hanno avuto effetto profondamente divisivo sulle nostre società aperte al dialogo.

Ma la cosa di gran lungo preoccupante di tutte queste cose, è che siamo sull’orlo di un cambio di civiltà che è così profondo e le cui conseguenze ed implicazioni sono così grandi che pochi sono in grado di capire l’imminenza del pericolo o di vedere il Rubicone che stiamo attraversando, e il mondo distopico che ci aspetta dall’altra parte.

Vi state chiedendo come sta venendo portato avanti questo cambiamento epocale? Con trucchi di mano, inganni e con l’introduzione di un passaporto vaccinale apparentemente benigno.

Una simile affermazione può sembrare straordinaria, e avreste buoni motivi per essere scettici, ma permettetemi di spiegarmi meglio. La maggior parte di noi, che vive nelle società democratiche di oggi, è nata libera.

Non abbiamo mai conosciuto null’altro. Le società democratici liberali certamente non sono perfette, ma siamo essenzialmente liberi di vivere le vite che scegliamo, andare dove vogliamo e comportarci come vogliamo, ad eccezione di quando è espressamente proibito alla legge, come ad esempio rubare, commettere atti di violenza o uccidere qualcuno.

Le libertà di cui godiamo non ce le siamo guadagnate. Ci sono state passate lungo la storia dalle generazioni precedenti che le hanno strappate dalle mani di monarchi e tiranni, da persone che hanno combattuto e sono morte, in modo che potessimo godere delle libertà che abbiamo oggi e vivere le vite che scegliamo.

Oggi siamo in procinto di perdere queste libertà senza prezzo, per le quali si è così duramente combattuto, mentre guardiamo altrove, oppure le cediamo senza resistere, senza nemmeno discutere, perché ci viene detto che non abbiamo scelta e dobbiamo accettare i passaporti vaccinali se vogliamo riavere un po’ delle nostre vite.

A prima vista, accettare i passaporti vaccinali nelle nostre vite quotidiane sembra un cambiamento da poco. Dopotutto, molti di noi si sono già abituati a scansionare il QR, come condizione necessaria per entrare in negozi o ristoranti.

Non fatevi ingannare: l’adozione globale del passaporto vaccinale non è un cambiamento da poco. Invece è praticamente un’inversione fondamentale di ciò che si intende per libertà nelle società democratiche, e faciliterà una ristrutturazione radicale della nostra civiltà.

Le nostre libertà personali non saranno più estese, e ristrette solo in lontananza, da leggi stabilite da molto tempo e di comune accordo. Invece, quello che rimarrà delle nostre libertà, sarà limitata a quelle cose per cui abbiamo ricevuto il permesso esplicito di fare, da qualche potere algoritmico mediato dallo schermo del nostro smartphone e da una sputa verde ogni volta.

Lasciate che ve lo ripeta, giacché e di importanza critica capirlo: Oggi siamo essenzialmente liberi di fare qualunque cosa vogliamo, ad eccezione di quelle azioni proibite dalla legge. Dopo l’introduzione dei passaporti vaccinali, questo concetto di libertà sarà consegnato ai libri di storia e rimpiazzato da un sistema completamente diverso in cui ci sarà solo permesso fare le cose per cui abbiamo ricevuto un permesso esplicito di fare.

E’ questo ciò che intendo dire, quando parlo di inversione fondamentale del concetto di libertà. Quasi dal giorno alla sera, le nostre libertà granitiche sono diventate dei semplici privilegi, temporaneamente concessi se ci comportiamo bene.

Posso andare in questo ristorante, a questo concerto o a questo evento sportivo? Posso salire su questo autobus, aereo o taxi? Posso entrare in questo negozio, fare un intervento operatorio o persino andare a lavorare?

La nostra partecipazione a queste attività quotidiane dipenderà da un permesso che ci viene rilasciato attraverso gli smartphone, e che potrà essere revocato da un giorno all’altro. Non pensate neanche per un attimo che siccome adesso avete fatto i due vaccini, questa cosa non si applicherà anche a voi.

L’Australia, un paese con poco meno di 26 milioni di abitanti, ha appena firmato un contratto per assicurarsi altri 195 milioni di dosi di vaccino, oltre ai milioni di dosi che ha già acquistato.

Stiamo parlando di un booster ogni 6 mesi per i prossimi 4 anni. Dunque, fra un paio d’anni, se siete in ritardo di 2 giorni con il vostro booster per l’ultima variante del Covid, potrete dimenticarvi di andare a quella cena con gli amici nel vostro ristorante preferito.

Quei privilegi vi verranno automaticamente revocati…E la cosa non finisce qui. I Passaporti vaccinali sono un cavallo di Troia. Dietro questa facciata apparentemente benigna e utile, è in programma il piano di identità digitale, costruita su una piattaforma social, che si estenderà con il tempo.

Oggi ci sarà solo una spunta verde o una croce rossa, che indicano l’autorizzazione o l’esclusione nella società, ma un domani vi saranno punteggi per ogni aspetto delle nostre vite. Verranno aggiunti dei punti per comportamenti che supportano il governo e le grandi aziende, mentre i punti verranno sottratti in caso di divergenza con le norme.

Quante volte hai inavvertitamente infranto l’obbligo di stare a 1,5 metri di distanza dagli altri oggi? Vogliamo parlare di quel post vagamente critico che hai fatto su questa politica governativa? Che mi dici di quel video che hai condiviso con un amico, che solleva delle domande legittime sulla narrativa ufficiale?

Guarda come il tuo punteggio sociale crolla e, con esso, vengono revocati tutti i servizi essenziali per la tua vita. Un privilegio alla volta.

Per quanto questa idea sembri estrema, il sistema del credito sociale è già una realtà in Cina, dove le persone non possono entrare in treno se il loro punteggio scende sotto un certo livello.

Non fatevi illusioni, tutto questo sta per arrivare nel mondo intero e arriverà di nascosto all’interno del cavallo di troia del passaporto vaccinale.

Anche se un mondo simile non ci sembra plausibile, se ci fermiamo a riflettere solo per un istante, diventa chiaro che il Covid-19 ci ha già dato un messaggio del mondo dove ciò che è permesso fare in termini di libertà, cambia di giorno in giorno.

La rimozione del dissenso è già iniziata. Sebbene questa visione del nostro futuro prossimo è già abbastanza scioccante, il vero potere distopico di questo piano, diventa apparente solo nel momento in cui inseriamo l’ID digitale e il passaporto vaccinale all’interno di un contesto ad alte tecnologie e nel mondo ultra sorvegliato in cui viviamo.

Non è un segreto per nessuno che i giganti tecnologici monitorano e registrano ogni nostra attività online. Ad ogni post cui mettiamo un like, ogni articolo che condividiamo, ogni pubblicità su cui clicchiamo o video che guardiamo, costruisce il nostro profilo dettagliato. L’enorme ammontare dei dati generati in questi profili psicografici non sono usati solo per determinare che prodotti vogliamo comprare ma anche, ed è agghiacciante, per alterare le nostre idee politiche, le nostre opinioni e credenze, e perfino le nostre motivazioni e paure più profonde.

Si può discutere sul fatto che, insieme a così tanti dati, gli algoritmi dell’AI unita una potenza di calcolo infinita, rivelano a Google, Facebook e Amazon, più di quanto noi sappiamo di noi stessi.

Per di più, dopo le rivelazioni di Edward Snowden sulla onnipresente e illegale sorveglianza dell’SNA negli Stati Uniti, che lavora a stretto contatto con i ‘5 occhi’, cioè i suoi partner nel Regno Uniti, Canada, e Nuova Zelanda, la maggior parte delle persone sa che i governi raccolgono e immagazzinano molti dati sui propri cittadini, incluso quasi tutte le telefonate, i messaggi di testo e le E-Mail, ogni aspetto delle nostre vite oggi è monitorato, scrutinato e assemblato in un profilo, come parte dell’apparato di sicurezza nazionale e per quello che serve a governare profitti per le grosse aziende.

Fino a questo momento, il brutto affare che abbiamo con Big Tech, sembra aver portato a poco più di una bottarella qui e là, che consiste in qualche suggerimento su merci da acquistare su Amazon. In genere cose che nemmeno sapevamo di volere.

Ad ogni modo, tutto questo cambierà per sempre, se permettiamo il passaporto vaccinale. Perché? Perché il passaporto vaccinale e il sistema di credito sociale in cui si evolverà rapidamente, è quel pezzo finale che ancora manca all’architettura di sorveglianza totale e controllo sociale.

George Orwell ci ha reso familiari con gli aspetti del monitoraggio e della sorveglianza e sappiamo tutti intuitivamente che l’atto di essere osservati ci fa pressione per farci conformare a certe regole e norme. Pensate alle telecamere per i limiti di velocità in strada e quelle di sicurezza nei negozi e nei centri commerciali.

C’è però un altro aspetto della sorveglianza che, a parte quella multa occasionale per eccesso di velocità, pochi di noi conoscono: l’aspetto disciplinare della sorveglianza. La punizione per essersi conformati, si riceve attraverso l’aspetto appuntito dell’architettura di sorveglianza.

Fino a questo momento, quel pezzo di puzzle era mancante ma con l’avvento del passaporto vaccinale, il meccanismo per disciplinare automaticamente quelli che non si piegano alle norme prescritte e agli obblighi, sarà portato a termine nelle tasche di tutti noi in tutti i momenti della giornata.

C’è un termine che si usa nelle discussioni accademiche sulla sorveglianza, noto come totalitarismo chiavi in mano. È l’idea che l’infrastruttura di sorveglianza per un sistema totalitario è già stata costruita intorno a noi ma non è stata ancora attivata.

La macchina è pronta ma la chiave nel quadro non è stata ancora girata. Il passaporto vaccinale è l’ultima parte di questa infrastruttura, l’ultimo ingranaggio della macchina. Sono la punta appuntita della disciplina del sistema totalitario di sorveglianza e controllo.

Una vota che permettiamo a questa parte critica dell’infrastruttura di venire immesso nel sistema, una volta che la accettiamo come una cosa normale nelle nostre vite, questa chiave sarà girata, il Rubicone sarà attraversato e non si potrà più tornare indietro. Non vi sarà spazio per il dissenso o opportunità di dibattito, né margine di deviazione dalle norme prescritte e dai comportamenti obbligati.

Con la sparizione degli spazi per il dibattito, spariranno anche le differenze e la conformità e, allo stesso modo sparirà anche la possibilità degli esseri umani di sterzare in modo collettivo le nostre società nella direzione in cui vogliamo che vadano.

Questa macchina sarà accesa, in eterno e automaticamente osserverà, costruirà profili e punteggi, guiderà i nostri comportamenti e, quando necessario, ci punirà.

Saremo per sempre alla mercé dei nostri padroni, quelli che hanno la chiave della macchina, quelli che tengono i nostri punteggi e che fanno le regole, cioè quelli che decidono chi merita la spunta verde o la croce rossa, e che decidono se dobbiamo essere inclusi nella società o spinti verso i margini precari dell’esistenza.

Se permettiamo che tutto questo succeda come Aldus Huxley ha definito in terminologia, l’ultima rivoluzione. Non si potrà più tornare indietro.

La libertà che abbiamo conosciuto per tutte le nostre vite, e per tante generazioni prima della nostra, sarà spenta per sempre, ad eccezione di pochi privilegiati, nelle parti alte della piramide.

Vol tempo, forse entro un paio di generazioni, saremo totalmente condizionati dallo sguardo costante della sorveglianza e dalle ricompense e dalle punizioni, che il sistema ci darà in automatico, che ce lo faremo star bene.

Ci controlleremo da soli, ci censureremo da soli, e saremo sottomessi. La libertà di cui godiamo oggi, persino la stessa idea della libertà che concepiamo oggi, diventerà una cosa impensabile per i nostri figli e per tutte le generazioni che seguiranno.

Si dice che il totalitarismo è innanzitutto la focalizzazione sull’estrema sorveglianza, al fine di assicurarsi degli obbiettivi politici.

Sotto copertura del Covid-19, senza dibattiti, discussioni o consenso informato, stiamo per lasciare che sia instaurato un nuovo mondo totalitario basato sulla sorveglianza, sull’obbedienza e sul controllo totale, accolto da molti, nel nome della battaglia contro il virus.

E’ inviante pensare che quelli di noi che vivono il mondo altamente tecnologico e mediatico di oggi, siano troppo informati e troppo intelligenti perché ci venga rifilato un simile trucco.

Sì, in passato i popoli sono caduti sotto l’incantesimo del fascismo e del totalitarismo in passato ma siamo semplicemente troppo sofisticati oggi per ricascare nella stessa trappola. Ma è davvero così? Siete sicuri? Guardatevi attorno…Guardate la censura. Guardate come è difficile deviare dalla narrativa approvata sul mainstream.

Guardate come viene usata la paura per recintarci e controllarci. Guardate come stiamo venendo divisi sulle idee delle maschere, dai vaccini e del lockdown. Guardate la mentalità del gruppo e di fuori dal gruppo che si sta iniziando a formare. Guardate dove siamo arrivati, in soli due anni.

Quando si tolgono le fette di prosciutto dagli occhi, la propaganda e il controllo diventano fin troppo chiari. E’ tutto ampiamente chiaro per quelli che vogliono vederlo.

Data la gravità delle cose che sto dicendo, vi chiedo di fare una piccola pausa per riflettere: Per secoli, forse millenni, la torcia della libertà  è stata passata da generazione in generazione, spesso pagandola con il sangue. La fiamma della torcia è stata tenuta in vita dalle mani per cui è passata.

Quelli di noi che vivono oggi, fortunati abbastanza da vivere in società democratiche, sono quelli che portano quella torcia oggi. Immaginate di guardare negli occhi i vostri genitori, i nonni e tutte le generazioni prima di loro, attraverso il tempo.

Guardate quelli che hanno donato le loro vite affinché potessimo essere liberi, che hanno combattuto, manifestato, agito, che hanno affrontato dei despoti, affinché vi fosse libertà per loro e i loro discendenti.

Volete davvero guardarli negli occhi e dirgli che avete lasciato che quella torcia si spegnesse per sempre a causa del virus? Che avete lasciato spegnere quella fiamma perché avevate troppa paura, eravate troppo pigri, troppo ingenui, e troppo facili da manipolare per resistere, per tenere la schiena dritta, e tenere in vita quella fiamma?

Adesso immaginate di guardare avanti nel tempo, ai vostri discendenti. Ai vostri figli e nipoti, che siano già fra noi o che ancora debbano nascere, e a tutte le generazioni che seguiranno la nostra. Guardateli negli occhi e ditegli che il dono della libertà ci era stato tramandato, ma abbiamo permesso che ci fosse tolto, quindi tolto anche a loro, perché non abbiamo visto il trucco che ci stavano giocando oppure, se lo abbiamo visto, non abbiamo mosso un dito per impedirlo.

Riuscite a percepire il peso della responsabilità che abbiamo sule nostre spalle? Potrete vivere nella vergogna, sapendo che eravate fra quelli che non fecero nulla, in lockdown, nascosti dentro casa, mentre il dono prezioso della libertà, attraverso dei trucchi, la manipolazione e l’inganno, veniva rubato a voi e a tutte le generazioni future?

Non dovrebbe importare da che parte del panorama politico proveniamo, cosa pensiamo delle maschere, dei vaccini e dei lockdown, e neppure se siamo ricchi, poveri o siamo membri dell’esercito o della polizia. Possiamo essere in disaccordo su tante cose ma sicuramente possiamo essere d’accordo sul fatto che la libertà che abbiamo oggi è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto, e che deve essere protetto, nutrito e difeso ad ogni costo per le generazioni a venire.

Dovrebbe essere chiaro a tutti adesso che il passaporto vaccinale, il Covid Pass, Green Pass, o comunque abbiamo deciso di chiamarlo, non ha assolutamente nulla a che vedere con la nostra salute e, a prescindere da come ci venga presentato, la sua implementazione globale non è strumento con cui riavremo le nostre vite di prima.

Infatti è vero il contrario: il passaporto vaccinale è lo strumento perfetto per creare un nuovo tipo di società controllata e sorvegliata, di cui non vi sono precedenti nella storia. Quindi, in nessuna circostanza, non importa quali pressioni ci vengono fatte, non dobbiamo permettere che il passaporto vaccinale venga introdotto. Non fatevi illusioni. Siamo in un momento critico della storia, come per gli spartani alla battaglia delle Termopili, e per quei giovani sulle spiagge della Normandia.

L’importanza di quello che c’è in gioco non può essere sovrastimata. Ma questo non è un messaggio di paura e di divisione, bensì un messaggio di speranza e unità.

Ho fatto questo video per suonare l’allarme, per richiamare l’attenzione sul pericolo imminente in cu ci troviamo tutti insieme. Siamo nati liberi e sovrani su questo bel pianeta. Siamo tutti fratelli e sorelle. Siamo un’unica famiglia umana, a prescindere dal colore, credo o nazionalità. Non ci servono armi, assedi e distruzione di edifici. Dobbiamo semplicemente reagire, unirci e dire: adesso basta.

Abbiamo scoperto i trucchi, conosciamo il piano e non permetteremo che ci venga strappata la libertà. La torcia della libertà non sarà spenta. Né ora né mai e, sicuramente, non se ci siamo noi. È venuto il momento di difenderla per tutte le generazioni future, di ravvivare questa fiamma e passarla intatta e invigorita a tutte le generazioni che ci seguiranno.

Dobbiamo dire ai nostri discendenti all’unisono: non vi deluderemo.

Se questo mio messaggio fa breccia in voi, vi chiedo di condividerlo con i vostri parenti e amici, perché ora è il momento di agire.

TPM – ThisPivotalMoment (Questo Momento Cruciale)

https://t.me/ningishz/8416

®wld

mercoledì 22 febbraio 2023

Accettare la totale falsità come normale - I burattini del potere

  

Il mondo è controllato da pochi potenti mentre il resto di noi è burattini volenterosi nella commedia? Se hai la sensazione che il tuo telefono, social…

  
La storia in breve
  •     Il regista di documentari e giornalista della BBC Adam Curtis ha sviluppato un seguito di culto per i suoi film eccentrici che combinano filmati d’archivio della BBC in montaggi artistici combinati con narrazioni oscure; il suo ultimo film, HyperNormalisation, è uscito nel 2016
  •     HyperNormalisation racconta la storia di come politici, finanzieri e “utopisti tecnologici” hanno costruito un mondo falso negli ultimi quattro decenni nel tentativo di mantenere il potere e il controllo
  •     Il loro mondo finto è più semplice del mondo reale per progettazione, e di conseguenza le persone lo hanno accettato perché la semplicità era rassicurante
  •     Il film porta gli spettatori su una linea temporale della storia recente che sembra come se si stessero vedendo spezzoni e pezzi di un album, ma che alla fine supportano il messaggio più ampio che il mondo è controllato da pochi potenti mentre il resto di noi sono burattini disposti nello spettacolo.
Il regista di documentari e giornalista della BBC Adam Curtis ha sviluppato un seguito di culto per i suoi film eccentrici che combinano filmati d’archivio della BBC in montaggi artistici combinati con narrazioni oscure che creano un’esperienza narrativa unica che è sia giornalistica che divertente.

Il suo ultimo film, “HyperNormalisation”, è uscito nel 2016 ed è forse ancora più appropriato ora, poiché molti hanno la sensazione di svegliarsi ogni giorno in un mondo senza precedenti e irreale – e le cosiddette notizie false sono ovunque. Il termine “ipernormalizzazione” è stato coniato da Alexei Yurchak, uno storico russo.
1

In un’intervista con The Economist, Curtis ha spiegato che è usato per descrivere la sensazione che deriva dall’accettare la falsità totale come normale. Yurchak l’aveva usato in relazione alla vita in Unione Sovietica durante gli anni ’80, ma Curtis l’ha usata in risposta alla vita negli Stati Uniti e in Europa di oggi. Egli ha detto:

Il regista di documentari e giornalista della BBC Adam Curtis ha sviluppato un seguito di culto per i suoi film eccentrici che combinano filmati d’archivio della BBC in montaggi artistici combinati con narrazioni oscure che creano un’esperienza narrativa unica che è sia giornalistica che divertente.

Il suo ultimo film, “HyperNormalisation”, è uscito nel 2016 ed è forse ancora più appropriato ora, poiché molti hanno la sensazione di svegliarsi ogni giorno in un mondo senza precedenti e irreale – e le cosiddette notizie false sono ovunque. Il termine “ipernormalizzazione” è stato coniato da Alexei Yurchak, uno storico russo.1

In un’intervista con The Economist, Curtis ha spiegato che è usato per descrivere la sensazione che deriva dall’accettare la falsità totale come normale. Yurchak l’aveva usato in relazione alla vita in Unione Sovietica durante gli anni ’80, ma Curtis l’ha usata in risposta alla vita negli Stati Uniti e in Europa di oggi. Egli ha detto:
  •     « “Tutti nel mio paese, in America e in tutta Europa sanno che il sistema in cui vivono non funziona come dovrebbe; che c’è molta corruzione al vertice…
  •     C’è la sensazione che tutto sia leggermente irreale; che combatti una guerra che sembra non costarti nulla e non ha conseguenze a casa tua; che il denaro sembra crescere sugli alberi; che le merci arrivano dalla Cina e sembrano non costarti nulla; che i telefoni ti fanno sentire liberato ma che forse ti stanno manipolando ma non ne sei del tutto sicuro. È tutto leggermente strano e leggermente corrotto.
  •     Quindi stavo cercando di fare un film sulla provenienza di quella sensazione … stavo solo cercando di mostrare la stessa sensazione di irrealtà, e anche che i responsabili sanno che sappiamo che non sanno cosa sta succedendo. Quella stessa sensazione è pervasiva nella nostra società, ed è di questo che parla il film”.2 »
Vivere in un mondo semplice e falso

“HyperNormalisation” racconta la storia di come politici, finanzieri e “utopisti tecnologici” hanno costruito un mondo falso negli ultimi quattro decenni nel tentativo di mantenere il potere e il controllo. Il loro mondo finto è più semplice del mondo reale per progettazione, e di conseguenza le persone lo hanno accettato perché la semplicità era rassicurante.

La transizione è iniziata nel 1975, quando il film descrive due momenti che hanno cambiato il mondo avvenuti in due città: New York City e Damasco, in Siria, che hanno allontanato il mondo dal controllo politico e verso uno gestito invece da servizi finanziari, tecnologia ed aziende di energia. In primo luogo, New York ha ceduto il suo potere ai banchieri. Come notato dal New Yorker:
  •     « “New York, coinvolta in una crisi del debito mentre la sua base imponibile della classe media viene evaporata dalla fuga dei bianchi, inizia a cedere autorità ai suoi finanziatori.
  •     Temendo per la sicurezza dei loro prestiti, le banche, attraverso un nuovo comitato che Curtis sostiene fosse dominato dalla loro leadership, la Municipal Assistance Corporation, si proponeva di controllare le finanze della città, dando luogo alla prima ondata di austerità imposta dai banchieri per salutare una grande città americana mentre migliaia di insegnanti, agenti di polizia e vigili del fuoco vengono licenziati”.3 »
A Damasco, nel frattempo, è cresciuto il conflitto tra Henry Kissinger e il capo di stato siriano Hafez al-Assad, con Kissinger che temeva un mondo arabo unito e Assad arrabbiato perché i suoi tentativi di trasformazione stavano svanendo. “La teoria di Kissinger era che invece di avere una pace globale per i palestinesi, che avrebbe causato problemi specifici, si sarebbe diviso il mondo mediorientale e reso tutti insoddisfatti”, ha detto Curtis.4

Inoltre, “Secondo Curtis, il leader siriano ha aperto la strada all’uso di attentati suicidi contro gli americani”, ha spiegato il New Yorker, che si è poi diffuso in tutto il Medio Oriente, accelerando il terrorismo islamico negli Stati Uniti. Mentre le radici della società moderna possono essere fatte risalire molto più avanti — millenni — Curtis scelse di avviare “HyperNormalisation” nel 1975 a causa della crisi economica del tempo.

“Il 1975 è quando si è verificato uno spostamento di potere in Medio Oriente nello stesso momento in cui è iniziato il passaggio di potere dalla politica alla finanza in Occidente”, ha detto a Hyperallergic.
5 “È arbitrario, ma ho scelto quel momento perché queste due cose sono alla radice di molte altre cose che abbiamo oggi. È un momento drammatico”.

Il film porta quindi gli spettatori su una linea temporale della storia recente che sembra come se si stessero vedendo pezzi e pezzi di un album di ritagli, ma che alla fine supportano il messaggio più ampio che il mondo è controllato da pochi potenti mentre il resto di noi sono burattini disposti nello spettacolo, e stiamo essenzialmente vivendo in un mondo irreale.
 
Essere gestiti come individui
 
Secondo Curtis, la democrazia di massa si è estinta all’inizio degli anni ’90, solo per essere sostituita da un sistema che gestisce le persone come individui. La politica richiede che le persone siano in gruppo per controllarle; i partiti vengono istituiti e gli individui si uniscono ai gruppi che sono poi rappresentati da politici con cui il gruppo si identifica.

Il progresso della tecnologia ha cambiato tutto questo, in particolare perché i sistemi informatici possono gestire masse di persone comprendendo il modo in cui agiscono come gruppi, ma le persone continuano a pensare di agire come individui. Parlando con The Economist, Curtis ha dichiarato:
  •     « “Questo è il genio di quello che è successo con le reti di computer. Usando cicli di feedback, pattern matching e pattern recognition, quei sistemi possono capirci abbastanza semplicemente. Che siamo molto più simili gli uni agli altri di quanto potremmo pensare, che il mio desiderio di un iPhone come modo per esprimere la mia identità è rispecchiato da milioni di altre persone che si sentono esattamente allo stesso modo.
  •     In realtà non siamo così individualisti. Siamo molto simili tra di noi e i computer conoscono quello sporco segreto. Ma poiché sentiamo di avere il controllo quando teniamo in mano lo schermo magico, ci permette di sentirci ancora individui. E questo è un modo meraviglioso di gestire il mondo”.6 »
Lo paragona a una moderna storia di fantasmi, in cui siamo perseguitati dai comportamenti di ieri. Prevedendo ciò che ci piacerà in base a ciò che abbiamo fatto ieri, siamo inondati di messaggi che ci chiudono in un mondo statico, immutabile, ripetitivo e che raramente immagina qualcosa di nuovo.

“E poiché non consente alla politica di massa di sfidare il potere, ha permesso alla corruzione di continuare senza che fosse realmente sfidata adeguatamente”, dice,
7 usando l’esempio di persone estremamente ricche che non pagano le tasse. Sebbene la maggior parte sia consapevole che ciò si verifica, non cambia:
  •     « “Penso che abbia qualcosa a che fare con questo mondo tecnocratico perché non ha la capacità di rispondere a quel genere di cose. Ha la capacità di gestirci molto bene. È benigno ma non ha la capacità di sfidare i ricchi e i potenti all’interno di quel sistema, che lo usano male per i propri scopi.8 »
Un documentario complesso per un tempo semplificato

Mentre il punto cruciale di “HyperNormalisation” è che le persone si sono ritirate in una percezione del mondo semplificata, il documentario stesso è complesso e al limite dell’allarmante. Le sue complessità possono essere ben esplorate, tuttavia, poiché è stato rilasciato direttamente su BBC iPlayer, quindi diffuso su Internet, in modo tale che sia facile riprodurlo – o sezioni di esso – ancora e ancora, cosa che non era sempre possibile con la diretta televisiva. Parlando con “HyperNormalisation”, Curtis ha detto:
  •     « “La cosa interessante dell’online è che puoi fare cose più complesse, coinvolgenti e meno condiscendenti per il pubblico rispetto ai documentari tradizionali, che tendono a semplificarsi così tanto perché sono presi dal panico che le persone li guarderanno solo una volta dal vivo. Tendono a dirti solo quello che sai già. Penso che tu possa fare alcune cose più complicate, ed è quello che ho provato.9 »
Guardando “HyperNormalisation”, ti troverai di fronte a frammenti apparentemente non correlati che vanno dai film catastrofici a Jane Fonda, che ti faranno venire voglia di riavvolgere e riconsiderare ciò che hai appena visto. E forse è questo il punto.

Le lacune nella storia costringono gli spettatori a fare più ricerche e porre più domande, e coloro che sono disposti a guardare tutte le sue quasi tre ore di riprese potrebbero trovarsi davvero come se stessero arrampicandosi attraverso un oscuro boschetto, guidati solo da una torcia, come ritrae l’apertura del film.

Nel frattempo, il tema di un potere preponderante che incanala le informazioni alle masse in un formato sempre più stupido è pervasivo, fino alla censura promossa dai social media. Curtis racconta nel film:
  •     « “… man mano che i sistemi di intelligence online raccoglievano sempre più dati, nuove forme di guida hanno cominciato a illuminarsi, i social media hanno creato filtri – algoritmi complessi che hanno esaminato ciò che piaceva agli individui e poi hanno restituito loro più o meno lo stesso.
  •     Nel processo, gli individui hanno iniziato a muoversi, senza accorgersene, all’interno di bolle che li hanno isolati da enormi quantità di altre informazioni. Hanno sentito e visto solo quello che gli piaceva, e i feed di notizie escludevano sempre più tutto ciò che poteva sfidare le convinzioni preesistenti delle persone. »
Grandi aziende dietro la libertà superficiale di Internet

L’“ipernormalizzazione” tocca anche l’ironia dietro la “libertà” fornita da Internet, ovvero che le grandi società lo controllano in gran parte. “… [B] dietro le libertà superficiali del web c’erano alcune gigantesche corporazioni e sistemi opachi che controllavano ciò che le persone vedevano e modellavano ciò che pensavano. Ciò che è stato ancora più misterioso è stato il modo in cui hanno preso le loro decisioni su cosa ti dovrebbe piacere e cosa dovrebbe esserti nascosto”, afferma il documentario.

E come ha notato Curtis, “Non sto cercando di realizzare un documentario tradizionale. Sto cercando di fare una cosa che capisca il motivo per cui ti senti oggi come ti senti: incerto, diffidente nei confronti di coloro che ti dicono cosa è cosa. Per farlo in un modo che lo spieghi emotivamente tanto quanto lo spieghi intellettualmente”.
10 Sul tema dei social media, Curtis ha descritto i social media come una truffa, dicendo a Idler Magazine:11
  •     « “Internet è stato catturato da quattro giganti corporazioni che non producono nulla, non contribuiscono alla ricchezza del paese e accumulano i loro miliardi di dollari per avventarsi su qualsiasi cosa sembri essere un concorrente e comprarlo immediatamente.
  •     Convincono te e me a fare il lavoro per loro – che consiste nell’inserire i dati – quindi inviano ciò che convincono le altre persone a credere che siano annunci mirati. Ma in realtà, il problema con la loro pubblicità è che è – come tutte le cose da geek – letterale. Non ha alcuna immaginazione. Vede che hai acquistato un biglietto per Budapest, quindi otterrai altri biglietti per Budapest. È una truffa.” »
La tecnologia, in gran parte sotto forma di social media, alimenta le forze in gioco che stanno diffondendo uno stato di impotenza e smarrimento in tutto il mondo, secondo Curtis.12 Ciò è alimentato dalla rabbia, che provoca reazioni più intense online, quindi più clic e più soldi vengono versati sui social media.

L’obiettivo di Curtis è quello di creare una storia emozionante del mondo, che intende creare utilizzando decenni di filmati della BBC da tutto il mondo. Il suo prossimo progetto è esplorare la Russia, poi la Cina, l’Egitto, il Vietnam e l’Africa, raccontando storie che la gente vorrebbe ascoltare ma che probabilmente non vorrebbe altrimenti, a causa dello stato alterato della realtà in cui viviamo.

Per saperne di più, dai un’occhiata ai lavori passati di Curtis, tra cui “The Power of Nightmares”, che esplora l’uso della paura per guadagno politico, e “The Century of the Self”, che esplora l’uso da parte di Edward Bernays – nipote di Sigmund Freud – delle teorie di suo zio per creare l’industria delle pubbliche relazioni e ottenere potere politico.
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lunedì 13 febbraio 2023

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