Dottor Restani ci scrive in privato: “La gente non sa cosa sta paccadere
Il dottor Stefano Restani è un medico con trent’anni di
esperienza che ha scritto in privato a Oltre Tv. Data l’importanza delle
sue osservazioni, abbiamo deciso di pubblicare l’email.
Da sempre la mia professione mi impone eticamente di seguire varie
regole. Le due che ritengo imprescindibili sono: primum non nocere (per
prima cosa non nuocere) e desiderare che le persone godano di buona
salute.
Ecco perché ciò che stiamo vivendo con la “pandemia” mi amareggia
oltremodo. Vedo calpestare entrambe le regole da parte di persone sotto
l’egida della “Scienza”.
Si sta puntando al vaccino, ce ne siamo accorti tutti. Premetto che
non sono no-vax a prescindere ma ho molti dubbi che devono essere
chiariti su questo vaccino.
Non credo che la gente abbia perfettamente compreso cosa sta per
accadere. Per la prima volta a livello globale sarà consentito l’impiego
di un vaccino totalmente diverso da quelli che conoscevamo fino ad ora.
Il vaccino tradizionale, quello che abbiamo sempre utilizzato, nasce
da questo meccanismo: individuo l’agente patogeno, di questo individuo
la parte che maggiormente è capace di sollecitare una buona ed efficace
risposta immunitaria, faccio studi sulla sicurezza ed efficacia e alla
fine lo inietto nella popolazione.
L’organismo comincerà a produrre anticorpi che, nel momento in cui
dovesse incontrare davvero il virus o il batterio specifico, avrà già
armi (gli anticorpi) per reagire efficacemente all’attacco.
Quindi non ho alterato le cellule del corpo, ho solo accentuato la
normale funzione delle cellule del sistema immunitario a produrre
anticorpi specifici. Questi vaccini hanno dato risultati anche
strepitosi, in passato, basti pensare all’eradicazione del vaiolo.
Il dottor Restani descrive i vari vaccini contro la Covid
Gli approcci vaccinali convenzionali non sono stati altrettanto
efficaci contro agenti patogeni in rapida evoluzione e mutazione come
l’influenza o come le malattie da virus Ebola o Zika e potrebbero non
esserlo verso il Sars CoV-2.
Il vaccino che avremo sul mercato per il Sars CoV-2 sarà molto
probabilmente un vaccino a vettore virale. La ditta AstraZeneca è già
stata incaricata di fornire agli stati membri della UE centinaia di milioni di dosi.
Esistono anche altre ditte in corsa per il podio per il vaccino
migliore (o il più venduto), come il vaccino Pfizer/BioNTech BNT162b1 e
Moderna mRNA-1273, vaccini definiti a “mRNA” e che probabilmente saranno
venduti oltre Oceano.
I vaccini a RNA funzionano introducendo una sequenza di mRNA, la
molecola che dice alle cellule cosa costruire che è codificata per un
antigene specifico della malattia. La produzione dell’antigene avviene
quindi all’interno del corpo, non è iniettato dall’esterno come nei
tradizionali vaccini.
Torniamo ai vaccini a vettore virale. In pratica si prende un virus
utile allo scopo (per esempio quello utilizzato nella sperimentazione
dell’Università di Oxford è un virus della famiglia degli Adenovirus,
come il virus del comune raffreddore), reso meno aggressivo e incapace
di replicarsi (per non rischiare di causare un’infezione nell’individuo
vaccinato), che funge da cavallo di Troia a cui vengono inserite
“informazioni genetiche”. Dopo la vaccinazione aumenta la risposta
immunitaria nel soggetto inoculato con produzione di anticorpi
specifici.
Ma qui sta il punto cruciale che i non addetti ai lavori potrebbero
non cogliere. Le “informazioni genetiche” non creano da sole l’aumento
della risposta immunitaria. Per farlo queste informazioni (software)
devono interagire con le nostre cellule (hardware), devono modificare la
cosiddetta espressione genica della cellula. Sono impartite
informazioni che modificano la normale vita e metabolismo delle cellule.
I dubbi sulla manipolazione delle informazioni genetiche
La domanda sorge spontanea: ci potrebbe essere qualche danno in
questa sorta di manipolazione da parte di informazioni genetiche?
Una parziale risposta ce la dà l’articolo “mRNA vaccines – a new era in vaccinology”
pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature. I numeri tra parentesi
sono alcuni dei riferimenti bibliografici citati nell’articolo.
«I potenziali problemi di sicurezza che potrebbero essere
valutati in futuri studi preclinici e clinici includono l’infiammazione
locale e sistemica, la biodistribuzione e la persistenza dell’immunogeno
espresso (cioè della sostanza capace di stimolare le reazioni
immunitarie), la stimolazione di anticorpi auto-reattivi (auto-immunità)
e potenziali effetti tossici di eventuali nucleotidi non nativi (ciò
che non è facente parte dell’organismo e che è stato iniettato
dall’esterno) e dei componenti del sistema di rilascio (gli eccipienti
della fiala del vaccino).
Una possibile preoccupazione potrebbe essere che alcune
piattaforme vaccinali basate su mRNA (54,166) inducano potenti risposte
all’interferone di tipo I, che sono state associate non solo
all’infiammazione ma anche potenzialmente all’autoimmunità (167,168).
Pertanto, l’identificazione di individui a maggior rischio di reazioni
autoimmuni prima della vaccinazione con mRNA può consentire l’adozione
di precauzioni ragionevoli.
Un altro potenziale problema di sicurezza potrebbe derivare dalla
presenza di RNA extracellulare durante la vaccinazione con mRNA. È
stato dimostrato che l’RNA extracellulare “nudo” (RNA che non arriva a
“un bersaglio” e che rimane fuori dalla cellula) aumenta la permeabilità
delle cellule endoteliali e può quindi contribuire all’edema (169).
Un altro studio ha mostrato che l’RNA extracellulare promuove la
coagulazione del sangue e la formazione di trombi patologici (170)».
Qui si potrebbe obiettare che in Italia sarà usato il vaccino a
vettore virale. Ma il succo è sempre che con entrambi i metodi (a
vettore virale o a mRNA) si agisce fornendo dall’esterno informazioni
genetiche.
Dottor Restani sul vaccino mRNA Moderna
45 soggetti volontari sani testati sono stati suddivisi in tre
gruppi. Hanno sottoposto ogni gruppo a una determinata dose di vaccino:
bassa (25 μg gruppo 1), media (100 μg gruppo 2), alta (250 μg gruppo3).
Due dosi di vaccino distanziate di 28 giorni l’una dall’altra.
«Gli eventi avversi che si sono verificati in più della metà dei
partecipanti includevano affaticamento, brividi, mal di testa, mialgia e
dolore al sito di iniezione (nota mia: sono in definitiva effetti trascurabili).
Gli eventi avversi sistemici erano più comuni dopo la seconda
vaccinazione, in particolare con la dose più alta, e tre partecipanti
(21%) nel gruppo con dose da 250 μg hanno riportato uno o più eventi
avversi gravi.
Il vaccino mRNA-1273 ha indotto risposte immunitarie
anti-SARS-CoV-2 in tutti i partecipanti e non sono stati identificati
problemi di sicurezza limitanti lo studio. Questi risultati supportano
l’ulteriore sviluppo di questo vaccino».
Qualche dubbio sulla veridicità delle righe appena lette io ce l’ho. E
c’è un altro punto su cui vorrei attirare l’attenzione. I soggetti volontari sani sono stati selezionati secondo criteri di esclusione (se il soggetto era idoneo per poter essere arruolato nello studio).
È corretto porre criteri di esclusione negli studi. Ma un domani che
il vaccino sarà sul mercato, ogni persona sarà sottoposta ad attenta
anamnesi?
Risvolti economici e le parole di Bill Gates
E se una donna fosse in stato di gravidanza precoce, senza ancora
saperlo? Un criterio di esclusione è la gravidanza e le donne in età
fertile devono avere un test di gravidanza su siero o urine negativo
entro 24 ore prima di ogni vaccinazione. Si escluderanno gli obesi?
Prima di sottoporre una persona a vaccinazione si controlleranno ogni
volta gli esami del sangue recenti, datati con meno di 90 giorni prima
dell’inoculazione? Valutazioni di laboratorio di screening clinico:
globuli bianchi (WBC), emoglobina (Hgb), piastrine (PLT), alanina
transaminasi (ALT), aspartato transaminasi (AST), creatinina (Cr),
fosfatasi alcalina (ALP), bilirubina totale, lipasi, tempo di
protrombina (PT) e tempo di tromboplastina parziale (PTT).
Tutto ciò comporta importanti aumenti di tempo e costi sanitari e non
vorrei che per “risparmiare” si saltassero alcuni passaggi.
C’è anche un risvolto economico in tutto ciò. In un’intervista rilasciata a CNBC, Bill Gates ha affermato:
«I
governi dovranno essere coinvolti perché ci sarà qualche rischio (danni
post vaccinazione) e saranno necessari dei risarcimenti prima che si
possa prendere una decisione».
Già ora con la legge 210/1992 e successive modifiche è lo Stato a
dover risarcire per i danni documentati e creati dai vaccini. I
produttori non hanno alcuna responsabilità per lesioni, salvo in caso di
dimostrazione certa di lotto difettoso di fiale di vaccino. In pratica:
paga lo Stato e non la ditta che produce vaccini.
Voglio anche riportare una frase detta da Bill Gates, visto che le cose dette dal filantropo si sono puntualmente avverate e lascio a voi le considerazioni:
«La mia speranza è che il vaccino che avremo tra 18 mesi sia il
più vicino possibile al perfetto. Anche se non lo sarà, continueremo a
lavorare per migliorarlo. Ottenuto ciò, suppongo che il vaccino COVID-19
diventerà parte del programma di vaccinazione neonatale di routine».
Considerazioni conclusive del dottor Restani
In Italia la legislazione ostacola l’utilizzo sul territorio
nazionale di alimenti che abbiano subito tecnica OGM sostenendo che
possano essere pericolosi (e non vi è certezza unanime riconosciuta su
questo) ma un vaccino che va in qualche modo direttamente a interagire
sulla cellula impartendole di produrre qualcosa va bene?
Io, come medico, considero molto meno rischioso incontrare il virus
per strada che farmi iniettare qualcosa che ancora non conosciamo a
sufficienza come potenziale pericolo nel lungo periodo. Non mi
preoccupano il dolore nel punto di iniezione, un po’ di mal di testa,
questi si supererebbero o, mal che vada, si gestirebbero con un farmaco
sintomatico. Ma una potenziale auto-immunità, o forse altro, no grazie,
passo.
Non è che “aspetto e spero”. Lavoro costantemente per cercare di mantenere in buono stato il sistema immunitario
e la letteratura è ricca di articoli che dimostrano che è possibile
fare ciò, ricordando, come disse Claude Bernard, coevo di Pasteur, che «il terreno (il nostro organismo) è tutto, il microbo (l’agente eziologico, microbo, virus o altro) è nulla».
Se mi dovessi ammalare, sceglierò le terapie che riterrò più
performanti e mi affiderò a colleghi preparati, per fortuna ancora tanti
nel nostro Paese.
Chimica
appassionata di rimedi naturali e tutto quello che riguarda la salute
in generale. Interessata ai metodi educativi dolci che lasciano libertà
al bambino. Amante della cucina.
Fare buona informazione è il suo scopo primario.
E-mail: baldidenise1982@gmail.com
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