Armi chimiche: in futuro saranno
‘nano’
Armi nanotecnologiche
Non sono vera finzione le
rappresentazioni cinematografiche.
Le nanoparticelle sono state
presentate dall’industria come il meraviglioso ingrediente di nuovi prodotti
per l’igiene personale, il confezionamento degli alimenti, le procedure
mediche, gli articoli farmaceutici, gli pneumatici e i pezzi di automobile. Droni
nanotecnologici.
Secondo il Progetto USA sulle
Nanotecnologie Emergenti (PEN) l’offerta della produzione nanotecnologica
raggiunge il 60% dei prodotti conosciuti.
Finora i nanomateriali sono stati così poco compresi che gli scienziati non
sono in grado di predire come si comporteranno e di testare la loro sicurezza.
Più di 1.000 articoli di consumo manifatturati con nanoparticelle, che possono
essere fino a 100 volte più piccole di un virus, sono già sul mercato.
Ma cosa si intende per
nanotecnologia.
Il termine “nanotecnologia” indica genericamente la manipolazione della materia
a livello atomico e molecolare e, in particolare, si riferisce a lunghezze
dell’ordine di pochi passi reticolari.
Per tale motivo le nanotecnologie coinvolgono molteplici indirizzi di ricerca,
tra cui: biologia molecolare, chimica, scienza dei materiali, fisica (sia
applicata che di base), ingegneria meccanica, ingegneria chimica ed
elettronica, bioingegneria (ndr geoingegneria).
Siccome la nanotecnologia è un
settore emergente e la maggior parte delle sue applicazioni sono ancora di
carattere speculativo, si discute molto sugli effetti positivi e negativi che
essa potrebbe avere.
Si potrebbero creare nuovi prodotti intelligenti o materiali estremamente
resilienti che consentirebbe a molti differenti gruppi o anche a singoli
individui la fabbricazione di una vasta gamma di cose. Questo potrebbe portare
alla facile costruzione di grandi arsenali di armi convenzionali o di più
nuove, rese nuove dalla precisa fabbricazione automatizzata.
Le nanotecnologie presentano
quindi dei grossi rischi: potrebbero permettere di costruire armi convenzionali
più distruttive ad un costo ridotto e armi di distruzione di massa che si
auto-replicano (come fanno i virus e le cellule cancerose quando attaccano il
corpo umano).
Un’altra possibile applicazione
delle nanotecnologie è la utility fog, nella quale una nuvola di microscopici
robot connessi (più semplici degli assemblatori) cambierebbe la propria forma e
le sue proprietà per formare oggetti o strumenti macroscopici diversi,
rispondendo a comandi inviati da un software. Invece di modificare le attuali
pratiche di consumare beni materiali in forme differenti, la utility fog
sostituirebbe semplicemente la maggior parte degli oggetti fisici.
L’uso improprio di nanotecnologia
nel campo medico è un altro sconfinato scenario di forte rischio.
Fattori di rischio
– La tempistica dello sviluppo delle nanotecnologie.
– Quali aspetti della ricerca nanotech farà progressi e in quale ordine.
– Anche piccoli gruppi industriali possono produrre e assemblare rapidamente armi nanotecnologiche.
– Gli strumenti nanotecnologici o le armi nanotecnologiche potrebbero essere costruiti per essere tenuti fuori il controllo umano.
– Quali aspetti della ricerca nanotech farà progressi e in quale ordine.
– Anche piccoli gruppi industriali possono produrre e assemblare rapidamente armi nanotecnologiche.
– Gli strumenti nanotecnologici o le armi nanotecnologiche potrebbero essere costruiti per essere tenuti fuori il controllo umano.
Fonte
https://silvanodonofrio.wordpress.com/2015/04/17/le-cause-che-tengono-lumanita-appesa-ad-un-filo-3-parte-terza-collasso-del-sistema-economico-armi-nanotecnologiche-intelligenza-artificiale/
Armi chimiche: in futuro
potrebbero essere ‘nano’
ANSA – Le armi chimiche del
futuro potrebbero arrivare dalle nanotecnologie: questo settore all’avanguardia
della ricerca e ricco di promesse, nelle mani sbagliate potrebbe trasformarsi
in una fucina di nuove armi non convenzionali. E’ uno degli scenari emersi
nella conferenza internazionale sulle minacce emergenti chimiche, biologiche,
radiologiche e nucleari organizzato a Milano, dall’Istituto di scienze e
tecnologie molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istm-Cnr) e dal
Corpo militare dell’Ordine di Malta.
Sostanze innocue, come quelle che
oggi sono contenute nei dentifrici o nell’intonaco, se ridotte in particelle
delle dimensioni di miliardesimi di metro (nanometri) potrebbero non essere più
altrettanto innocue. “E’ il caso, per esempio, di un materiale come il biossido
di titanio, presente nell’intonaco, utilizzato come eccipiente nei farmaci e
presente nei dentifrici”, ha detto Matteo Guidotti, dell’Istm-Cnr.
“Tuttavia – ha aggiunto – al
livello nano, ossia ridotto in particelle delle dimensioni comprese fra 30 e 50
nanometri, il biossido di titanio può interagire con il materiale biologico e
diventare cancerogeno”. Anche strutture come i nanotubi di carbonio, che
giocano un ruolo di primo piano in molti materiali di nuova generazione “non
sono esenti da potenziali rischi. Ad esempio – ha detto ancora Guidotti –
interagiscono facilmente con il Dna o con l’Rna dei virus: chi mi dice che
qualcuno non possa utilizzarli come nuovi veleni?”
La prima contromisura, secondo
gli esperti, è individuare quanto prima delle regole per la produzione di
nanomateriali. Una questione che, a livello europeo, si sta affrontando con il
progetto NanoReg. Deve comunque essere chiaro, hanno rilevato gli esperti, che
non esistono sostanze di per sè “cattive’: tutto dipende dal modo in cui
vengono usate. Basti pensare che l’iprite, la prima e la più diffusa delle armi
chimiche, oggi è diventato un principio attivo dei farmaci anticancro
utilizzati nella chemioterapia.
FONTE http://www.analisidifesa.it/2015/11/armi-chimiche-quelle-del-futuro-potrebbero-essere-nano/
Si tratta di un’ articolo molto
cauto. Una previsione più dettagliata offre questo articolo
MILITARY USES OF NANOTECHNOLOGY
http://www.thenanoage.com/military.htm
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