giovedì 29 settembre 2016

"il confine con l’informazione critica è talmente lieve da venir meno"


Analfabetismo funzionale e fine della democrazia 
settembre 29, 2016 posted by Ilaria Bifarini

Per comprendere la portata di quanto accaduto con l’approvazione della cosiddetta “legge sul cyberbullismo”, meglio indicata come “Legge Ammazza Web” e la cui valenza è ben riassunta dal popolare blogger Cory Doctorow con “la più stupida legge censoria d’Europa”, dobbiamo rispolverare il grande filosofo e piscoanalista Erich Fromm.

Secondo lo scienziato tedesco, la democrazia può resistere alla minaccia autoritaria sola se riesce a trasformarsi da “democrazia di spettatori passivi” a “democrazia di partecipanti attivi”, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private.

Il particolarismo e l’individualismo della società moderna, sempre più frenetica e affannata nel lavoro e nel consumo, è un fatto già assodato. Quello che invece crea sconcerto, su cui dobbiamo soffermarci, è l’incapacità ormai consolidata di comprendere gli accadimenti della vita collettiva.
 
Secondo una recente ricerca dell’Ocse, un italiano su due non possiede le abilità di lettura, scrittura e calcolo richieste per lo svolgimento efficiente delle attività della vita quotidiana. Le sue competenze e conoscenze non sono quindi funzionali alla vita nella società moderna: è stato perciò coniato il termine “analfabetismo funzionale”, o di ritorno. Oltre la metà della popolazione (54%) non ha letto alcun libro nell’ultimo anno, e un italiano su 10 dichiara addirittura di non possedere neanche un libro. 

Ma, sempre citando Fromm, il saper leggere e scrivere non è affatto una benedizione qualora la gente se ne serva soltanto per leggere scritti che ne impoveriscono la capacità di sperimentare e immaginare.

Il livello di partecipazione alla vita pubblica e l’utilizzo degli strumenti democratici per la metà degli italiani, affetti da analfabetismo funzionale, è pari a quello di un bambino della scuola elementare.

E proprio questa incapacità di comprendere gli avvenimenti e metterli in relazione deve essere alla base dell’approvazione alla Camera della legge sul cyberbullismo e del quasi unanime consenso – o silenzio assenso – del mainstream mediatico.

La proposta di legge era stata avviata già da tempo e a fine luglio, mentre tutti pensavamo alle vacanze o eravamo scossi da qualche tremendo attentato, ha riportato delle modifiche al testo originario davvero draconiane. Quella più clamorosa e sostanziale è che nella casistica di cyberbullismo non deve più rientrare necessariamente un minore. Chiunque può esserne vittima. E questo dovrebbe bastare per comprendere lo snaturamento e la sopravvenuta inappropriatezza della normativa.

Inoltre, la definizione di cyberbullismo è stata ampliata e rientrerà nella fattispecie “l’aggressione o la molestia reiterate, a danno di una o più vittime, anche al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione ,ecc.”, sia essa attuata attraverso “atti o comportamenti vessatori, pressioni e violenze fisiche o psicologiche (…) offese o derisioni, anche aventi per oggetto la razza, la lingua, la religione, l’orientamento sessuale, l’opinione politica, l’aspetto fisico o le condizioni personali e sociali della vittima.” Insomma, il confine con l’informazione critica è talmente lieve da venir meno.

La pena, per chi si macchierà di questo crimine, sarà durissima: oltre al sequestro del computer e degli altri dispositivi mobili, il testo prevede la reclusione da uno a sei anni, anche per chi usa “la sostituzione della propria all’altrui persona”.

Chissà se la maggioranza che ha votato compatta in aula (contrari solo i Cinque Stelle e il gruppo di Civati) soffriva di analfabetismo di ritorno, come i cittadini che si mostrano tacitamente disinteressati, o di opportunismo, altro grande male della democrazia?
 
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2 commenti:

  1. L'astinenza intellettuale degli Italiani è evidente nelle edicole, ove la vendita della Gazzetta dello Sport supera quella di tutti gli altri quotidiani.
    Non si sente più dire "ho pensato"-"ho letto" ma solo "ho sentito"-"ho visto in TV".
    Cogito ergo sum è stato sostituito dal Garrio ergo sum
    Regrediremo sino al punto in cui potremo ancora comprendere ed eseguire gli ordini della classe dominante, poi gli altri saranno eliminati. Massimo Giuliano

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    1. Bentrovato Massimo Giuliano;
      è duro ammettere quello che hai scritto, ma tant'è. E' una continua e inarrestabile discesa.

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