giovedì 15 aprile 2021

Vi racconto una storia come tante

 
Cordialissimi Lettori, mai al mondo avrei voluto scrivere queste righe, ma da quello che sta succedendo in Italia e nel Mondo, non posso fare a meno di tacere, vi racconto una storia come tante di persone che hanno vissuto nel periodo in cui ho vissuto io:

Ho ’71 anni, genitore e nonno di nipoti ventenni che vivono in Germana.

Ebbene nella mia vita vissuta, speravo di non vedere più certe cose (come ho postato nei video).


“Non ho più niente, vengo per un pezzo di pane”: i nuovi poveri in coda per il cibo a Milano

Avevo appena ‘8 anni, in quel 1958, la mia famiglia si è trovata per varie vicissitudini in ristrettezze economiche, cose che possono succedere nel corso della vita, abbiamo perso la casa e ogni bene materiale; io e mia mamma ci siamo ritrovati a girovagare per Milano con una piccola valigetta a dormire in piazza Duomo alla porta sinistra della Cattedrale, mia mamma (classe 1910) a quel tempo aveva ’48 anni, il papà introvabile, mio fratello più piccolo dato agli zii in Piemonte, il fratello più grande stava facendo la leva militare.

Mi mamma mi lavava le mutandine nella fontana dei giardini pubblici di Porta Venezia, andava ad aiutare una sua amica in un trattoria/latteria per preparare i cibi per la clientela e in cambio del suo aiuto chiedeva solo un piatto di minestra per me.

Con il tempo (dopo vari consigli di brave persone) siamo stati indirizzati in un dormitorio pubblico (quello di Viale Ortles Milano (credo ancora attivo), successivamente siamo stati in una struttura di Corso XII Marzo, la casa di ricovero era una donazione dei Conti Senavra, ora diventata una Chiesa, ebbene in quella struttura ci è stato dato uno spazio di cartongesso con due letti e una stufetta a legna (parigina), subito poco tempo dopo una stanza tutta per noi dove poi abbiamo fatto rientrare dagli zii del Piemonte il fratellino e il ritorno del fratello dal servizio di leva, anche papà si è unito alla famiglia.

In quel periodo sono andato a scuola, io e mio fratello più piccolo, nel pomeriggio si andava a raccogliere le palline da tennis (Tennis Club Lombardo) e a tirare il fratasso nei campi per rifarli, si prendeva 100£ all’ora e venivano dati tutti alla mamma, i quel periodo, in Largo Marinai d’Italia c’era ancora il verziere di Milano, dove io e mio fratellino si andava a scaricare le cassette di frutta e verdura per poter portare a casa alla mamma una piccola cassetta di verdura e frutta che si tirava con uno spago legato alla vita per tutto il corso.

Soldi non ce n’erano e dovevamo vestirci e calzarci, stavamo crescendo, e la mamma con il suo ingegno riuscì a trovare il Viale Piave (Milano) una congregazione di Frati  (Frate Cicilio) che ci hanno vestiti e calzati, perfino gli occhiali da vista mi sono stati dati; ma non c’erano solo quei benedetti Frati, vi era anche la Tazzinetta Benefica a Milano e il Corriere Lombardo che dispensava cibo, sia cotto che da cuocere.

Dopo un lungo periodo, passato in quel ricovero, eravamo in lista per usufruire delle Case Popolari del Comune di Milano, era il 1959, e mio fratello ha potuto trovarsi un lavoro alla Pirelli, mio papà cominciava a fare piccoli lavoretti edlizi, io e mio fratello più piccolo in questa nuova casa, abbiamo ripreso le scuole elementari…l’incubo era finito … anche se per il Natale andavamo ancora a prendere da mangiare, ci si andava con il tram e l’odore della pastasciutta invadeva tutto il tram stesso, facendoci vergognare.


Francia: studenti si mettono in fila per ricevere pacchi di cibo

A ’14 anni mi sono trovato un lavoro come garzone di drogheria e mio fratello come garzone di macelleria, abbiamo continuato gli studi di sera dove poi mi sono diplomato, il fratello maggiore nel ‘1962 si era sposato,

Il resto è vita vissuta intensamente senza mai demordere; ora vivo in quella casa del Comune che ci è stata assegnata perché me la sono comperata.

Guardando quei video mi si stringe il cuore perché so’ come possa sentirsi quella povera gente, resa indigente da gente incapace e inimica; sono passati ’63 anni e tutto sembra ripetersi, solo che oggi non c’è misericordia, la gente è incattivita e … manca quella rinascita meravigliosa degli anni ’60.
 
wlady, alias ®wld

7 commenti:

  1. E' la sua wlady questa testimonianza? E' davvero toccante.
    Lei ha avuto una mamma straordinaria. Ha fatto bene a raccontarcela, dovremmo capire che questa e' la tragedia che ci attende, non altro, non un virus, la malattia, il contagio, i sintomi... no, sara' la fame, a causa dell'inganno che ci hanno teso. Ma a differenza di come l'ha vissuta la sua famiglia, stavolta non esiste piu' la solidarieta' che c'era 70 anni fa. Persino le famiglie sono ridotte e divise al loro interno, non parliamo del resto della comunita'. E noi ci dividiamo tra si mask e no mask, si vax e no vax... finiremo tutti al patibolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bentrovato Anonimo;
      sì, questa è la mia testimonianza; ho voluto scriverla per far capire i video sopra esposti, ho fatto un tuffo nel passato e ho scritto di getto queste poche righe, come un dejavu, un film indelebile, ricordi mai sopiti che fanno parte del mio vissuto.

      Ha detto bene Lei, "Persino le famiglie sono ridotte e divise al loro interno".

      Grazie della gradita visita ...
      wlady

      Elimina
  2. Bell'articolo Wlady. Sono onorato di averti come iscritto su luogocomune.

    Massimo Mazzucco

    RispondiElimina
  3. Ben trovato Massimo, grazie del gradito apprezzamento; grazie a Te del Tuo instancabile lavoro.
    Con stima;
    wladimiro

    RispondiElimina
  4. Wladimiro,
    grazie per il toccante racconto.
    Io sono vissuto nella bambagia, famiglia senza problemi economici, mio padre lavorava tanto, si dedicava tanto alla famiglia, era stimato nel paese dove siamo vissuti, mia madre anche, era stimata. Ho studiato fino ai 19 anni, poi 12 mesi di naja, poi sempre lavorato con stipendio medio, anche da bambino aiutavo in casa e mio papà nel suo lavoro, ho 64 anni e qui in Trentino fino a 15 anni fa non c'erano problemi a trovar lavoro. Adesso sono in pensione, ed ho tanta pena a vedere la situazione di molti giovani e non solo giovani che faticano a trovar lavoro, tanti immigrati che sono lontani dalla loro famiglia, c'è tanta tecnologia che distrugge posti di lavoro, e i cuori di tanta gente di potere sono diventati duri, sottovalutano le difficoltà di chi vorrebbe lavorare ma un lavoro non riesce a trovarlo.
    Tanti cari saluti.
    Gianni Tiziano

    RispondiElimina
  5. Bentrovato Gianni Tiziano;
    grazie a Lei per la sua testimonianza.
    Ricambio i graditissimi saluti;
    wladimiro

    RispondiElimina
  6. Ciao carissimo wlady. Ti potranno portare via tutto ma mai i tuoi ricordi, sono indelebili nella memoria, e ti faccio i complimenti per averci fatto capire che esternare i propri sentimenti potrebbe essere salutare per tutti coloro che hanno dei ricordi inerenti al passato. Mentre taluni si rinchiudono come ricci forse è colpa della tecnologia che non gli permette di avere ricordi.a me succedeva che mentre andavamo al mocambo. Bar. Mentre i miei amici giocavano a briscola io ero seduto fuori con i nonni che mi raccontavano le loro avventure sia della guerra che quelle personali. Cosa che oggi i nostri carissimi nonni non potranno più fare visto che ci sono stati tolti con un inganno. Forse per non pagare più le pensioni.
    Un abbraccio. Palmer

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.E' gradito il nome o il nikname