domenica 1 settembre 2019

La domanda su cosa è e non è il divertimento

 

Vuoi diventare più intelligente? Rinuncia al divertimento.

4 Agosto 2019 
dal Sito Web PijamaSurf 
traduzione di Nicoletta Marino  

Devi solo fare 
questo "sacrificio"... 

Forse anche più che essere più ricchi, le persone desiderano essere più intelligenti - anche se questo forse si sta ponendo in dubbio nella nostra epoca...

L'intelligenza sembrerebbe essere la virtù più elevata nella nostra società - di nuovo, forse perché il denaro non è esaltato apertamente - e si suppone che sia la chiave per essere di successo e felici. 

Aldilà di quanto si possa discutere su questo, è indubbio che alla grande maggioranza delle persone piacerebbe essere più intelligenti. 

Esiste una nozione più o meno diffusa che l'intelligenza è qualcosa che si da per scontato e che, se per caso si perde un po' coll'usura fisica dei neuroni. 

Questa nozione di intelligenza però, è molto limitata e vicina all'idea che l'IQ è la peculiarità fondamentale dell'intelletto, qualcosa su cui si può facilmente mettre in discussione. 

L'intelligenza nella sua definizione più ampia e più autentica è: 
la capacità di risolvere problemi, di adattarsi alle condizioni, di apprendere (e ricordare) nuove cose e di comunicare ciò che si sa e soprattutto di intendere la realtà
Quindi, l'intelligenza non è qualcosa di fisso, ma qualcosa in costruzione perenne. 

Detto questo, più che prendere nootropi, e incluso fare esercizio - il che fa certamente bene al cervello - ciò che puoi fare per contribuire alla tua intelligenza è semplicemente 

Rinunciare al divertimento o almeno regolarizzarlo in un modo strettamente sociale e forse terapeutico con serie limitazioni... 

E' certo che la nostra intelligenza è genetica, però la parte che rimane, che è quella che possiamo aumentare, dipende dalle cose a cui dedichiamo la nostra attenzione e come la coltiviamo. 

Il mondo moderno è "un'enorme macchina per il divertimento", ciò che Debord ha definito "la società dello spettacolo" si è trasformata in un circo di massa del divertimento digitale, dove la fonte principale dell'economia oggi è l'attenzione umana, che è catturata da prodotti infiniti che cercano solo di intrattenerci brevemente...

Da Facebook a Netflix, l'occupazione del tempo è dominata come non mai dal divertimento. E quest'industria del divertimento vive rendendoci dipendenti dal confort e la dopamina che genera in noi. 

Sorge naturalmente la domanda su cosa è e non è il divertimento. 
Vedere un video di YouTube su un tema interessante, come può essere l'accoppiamento dei fagiani dorati, potrebbe definire divertimento ma anche un sorta di coltivazione propria di una mente curiosa e onnivora. 

Ugualmente, come tracciare la linea nel caso di alcuni film o racconti, visto che alcune ovviamente risultano essere esperienze che arricchiscono lo spirito essendo opere d'arte e altro, mentre altre chiaramente hanno solo la funzione di distrarci. 
E' evidente che la linea non è del tutto chiara e per alcuni è soggettiva. 

Però possiamo dire che l'individuo dovrebbe saper distinguere quando sta vedendo qualcosa che è solo divertimento, per ammazzare il tempo, l'ennui existencial (noia esistenziale), o quando intende apprendere e coltivare la propria mente. 

Allo stesso tempo esistono modi facili per identificare quando la persona è strascinata dalla marea degli algoritmi continui quasi narcotizzanti (binges) di divertimento in posti come, 
  • Instagram 
  • YouTube 
  • Netflix... 
E in generale, tutto ciò che si fa in questi media - accettando a denti stretti fatto salvo qualcosa - è puro divertimento. 

Ciò che non è intrattenimento/divertimento è, 
tutto ciò che ci presenta un ritorno intellettuale, ciò che ci fa pensare, ciò che ci fa domandarci sulla realtà, ciò che permette di sentire l'autentica bellezza e il mistero del mondo… 
Nuovamente, questa non è una definizione scientifica, però l'individuo deve sapere con facilità cosa è quella cosa per lui... che lo sfida e che lo fa crescere intellettualmente e deve cercarlo…   

2 commenti:

  1. ALKA ha scritto:

    ALKAdomenica 1 settembre 2019 07:57:00 CEST

    1)La ricchezza aiuta, ma se non sei intelligente perdi anche quel poco che hai ottenuto “per fottuto caso” o anche “per poco ma fortunoso impegno”. In questa società in forte evoluzione, io stessa lo vivo sulla mia pelle, la felicità spesso non si lega a successo e denaro. Tutto questo ha radicalmente cambiato la mia vita.
    Q quando mi parlano di QI mi metto a ridere. E' legato all'ambiente, a quello che hai a disposizione, è legato a fattori esterni. Un QI che dice chi sei??? Ma per favore. Nessuna usura dei neuroni, se non li solleciti si avviliscono, se li usi poco si assopiscono, se li usi poco si offendono.
    Nessuna peculiarità fondamentale dell'intelletto, dove vivi sviluppi, è il “mondo” che ti circonda che ti porta a elaborare, creare, sperimentare e trovare una soluzione.
    Dove vivi sviluppi la tua personale e fondamentale capacità di risolvere problemi, è impossibile smettere questo tipo di sviluppo di facoltà mentale.
    Vivo alla grande nel mio ambiente, ma quando viaggio molto lontano mi accorgo di cosa devo analizzare, studiare, implementare e nello adattarmi studio l'ambiente complesso dove mi muovo. Se poi la lingua è veramente ostile devi passare alla fase successiva, mettere in campo tutte le armi che si hanno a disposizione. Ogni anno lo faccio e ogni anno mi lancio una sfida, se non lo faccio mi spengo. Questo articolo è da capitalizzare, va preso e va migliorato.

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  2. ALKA ha scritto:

    ALKAdomenica 1 settembre 2019 07:59:00 CEST

    2)C'è chi affronta moltitudini diverse di problemi. Alcuni possono essere estremi. Pigliamo il caso degli immigrati: alcuni impazziscono e altri si integrano con successo.
    In questo caso non è QI, ma scende in campo altri componenti delle ns facoltà mentali. Infatti l'articolo parla di intelligenza in costruzione perenne. Un impegno massiccio di energia. Genetica a parte, qualsiasi individuo può coltivare nuovi campi, può sperimentare a aumentare le proprie capacità.
    Il divertimento non è sollazzarsi sulle solite minchiate, il divertimento non è mai confortevole, il divertimento vuole/richiede adrenalina e quindi non può recepire pacchetti preconfezionati.
    Una linea dove divertimento e distrazione non trovano la vera linea di demarcazione. E' un fattore soggettivo, un abisso di diversità oceaniche dove raccogli qualche MCD.
    Ad esempio io non parlo con te per puro divertimento, lo faccio solo perché lo trovo stimolante. Nessun divertimento, è chiara l'analisi di questo pezzo. E il bello è che non ho mai scoperto perché lo faccio. Negli anni scopri pure di possedere capacità che ritenevi impossibili

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