mercoledì 31 gennaio 2018

Laddove è fondato il nostro passato si vede il nostro futuro

 

La Grecia in saldo al 5%, lo Stato non esiste più. E l’Italia?

La Grecia è in saldo, sul web: nel 2018 l’esproprio della ricchezza pubblica e privata diventerà molto più veloce, e aggredirà i rimasugli di patrimonio restanti. «Gli immobili vengono messi all’asta e i compratori stranieri – banche, privati e perfino istituzioni – possono prendersi un’isola, un appartamento, una spiaggia, un’opera antica: qualsiasi cosa».

Il tutto quasi gratis, «a meno del 5% del loro valore». Finiscono all’asta su Internet «perfino le prime case, se superano una determinata superficie». La Grecia di Alexis Tsipras, scrive Maurizio Pagliassotti su “Diario del Web”, è entrata nella “fase laboratorio”: «Vedere cosa succede a un paese lasciato nelle mani dei creditori». Disse Milton Friedman, padre del neoliberismo: «Lo shock serve a far diventare politicamente inevitabile quello che socialmente è inaccettabile».

Il trauma della Grecia risale all’estate del 2015: con la giacca gettata sul tavolo al grido di «prendetevi anche questa», il primo ministro Alexis Tsipras «firmò la resa senza condizioni della sua nazione sconfitta: umiliato di fronte al proprio paese e al mondo da Angela Merkel, volutamente».

Sul tavolo, quella notte, «non finì solo la Grecia, ma la stessa democrazia che l’Occidente ha vissuto in quelli che il grande storico Hobsbawm ha definito “i gloriosi trent’anni”». Il voto greco che rifiutava orgogliosamente il commissariamento della Troika «veniva tradito in cambio di un piano lacrime e sangue, ancor più punitivo perché doveva sanzionare l’ardire di un popolo intero che osava ribellarsi alla volontà suprema dell’Europa finanziaria», Europa che solo in quel caso e per pochi giorni «gettò la maschera della finta solidarietà, dei traditi valori di Ventotene, e si manifestò nella pura essenza del terrorismo finanziario».

Nel nuovo reame globalizzato, dice Pagliassotti, la Grecia è il primo esperimento compiuto di “Stato disciolto”. Ad Atene, «il governo della sinistra, solo pochi anni fa definito estremista, ha assunto il ruolo finale: l’assorbimento del conflitto sociale che si scatena a fronte di una colonizzazione». Sicché, «nella democrazia di facciata del governo Tsipras, i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sono sempre più ricchi».

Eppure la Grecia è un paese «nobile e antico, su cui si fonda l’intera cultura occidentale», ad un passo dalle nostre coste. «Per molti aspetti, laddove è fondato il nostro passato si vede il nostro futuro». Domanda: c’è qualche differenza tra lo Stato greco e gli enti locali italiani, come ad esempio il Comune di Torino? «Entrambi sono assediati dai debiti e dai contratti per mitigare l’impatto della deindustrializzazione globalizzante, entrambi sono sotto il controllo delle banche che dettano i piani di governo: a suon di privatizzazioni, svendite di patrimonio e licenziamenti collettivi».


La trappola del debito, scrive Pagliassotti, è una tagliola entro la quale viene amputata la democrazia: «I piani di rientro sono agende incontrovertibili, totali, spietate», rispetto alle quali «ogni programma elettorale è soccombente». In Grecia, infatti, i commentatori filo-governativi
(secondo cui il 2018 sarà l’anno «dell’ultimo sforzo» per arrivare alla fine del tunnel, cioè del commissariamento da parte dei creditori), plaudono alle norme che restringono la libertà di sciopero: di fatto, in Grecia l’astensione dal lavoro «diventa illegale, perché per la proclamazione degli scioperi dovrà partecipare alle assemblee il 50% degli iscritti ai vari sindacati di categoria».

E questa, riassume Pagliassotti, è solo l’ultima parte di un processo che ha già pesantemente colpito il welfare, le pensioni, i salari, i beni pubblici e il diritto del lavoro. «Imbarazzante, tra l’altro, l’asse politico tra Alexis Tsipras e Emmanuel Macron: ennesima prova dello sbandamento culturale della sinistra, incapace di inquadrare un orizzonte politico differente da quello dei banchieri». Se anche la Troika levasse le tende, la cosa non salverebbe un paese ormai allo stremo: «Il debito pubblico greco, da “vendere” sul mercato obbligatoriamente a tassi elevati, finirebbe nuovamente all’estero».

Facile previsione: espansione del Pil e ripresa dei contratti di lavoro a prezzi stracciati. La democrazia? Finita, ridotta a un simulacro vuoto. «L’esperimento greco, la palla di cristallo in cui si può vedere il futuro dell’Italia se non vi sarà una drastica inversione politica, è davanti a noi».

4 commenti:

  1. Sinistra? Quella che da rossa è diventata arancione e poi di un indefinito colore fra il fuxia omosex e dicono questi daltonici l’amaranto? Sono “Rafanielli” rossi fuori, bianchi dentro. Io me la scaricai la canzone dei 99 Posse “Rafaniello” e mi copiai anche il testo. Una volta si stampava moneta sovrana nei territori nazionali per quanto oro si possedeva. Poi SionUSA decise che il dollaro si poteva “emettere” a gò-gò senza la garanzia ed il controvalore in oro. Operazione MOLTO MOLTO ambigua, come tutte le loro azioni, anzi incomprensibile alla Logica Animal-umana. Un dollaro quindi senza valore intrinseco: virtuale. Il virtuale ha man mano invaso come una metastasi il reale. Il finto ha assassinato il vero. Il QE quantitative easing che non significa nulla, se non stampare privatamente, non statualmente, moneta, lo hanno fatto in primis gli SU, ora l’EU. In realtà in EU neanche li stampano questi soldi falsi, ma li danno alle banche che ci “comprano” i titoli di “stato” per mantenere in poltrona governari e maGnagers ad ingozzarsi di caviale, ostriche, champagne, trans ed escort. Moneta “virtuale, il cui significato è ipotetico-non reale-simulato i.e. INESISTENTE. Il debito degli “stati” sovrani, soprattutto PIGS, è VIRTUALE quindi INESISTENTE. Mi hai dato un prestito virtuale-ipotetico-non reale –simulato. Ti rendo un prestito virtuale-ipotetico-non reale-simulato L’ISLANDA li ha mandati a defecar. Lo deve fare la GRECIA e l’ITALIA prima della Grecia. Questo è il motivo per cui vogliono abolire il CONTANTE, per rendere virtuali-ipotetici-non reali-simulati i soldi dei Nostri conti correnti, frutto del Nostro Lavoro Reale e del Nostro Risparmio Reale. Sta’ porcata non s’ha da fare e NON si farà. .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bentrovata Bambilu;

      sono in pieno accrdo con la sua impeccabile glossa, purtroppo gli occhi bendati della gran parte della popolazione, accetterà supinamente tutto quello che questi banditi proporranno (Svezia docet); non solo ... si faranno anche impiantare un chip nel corpo che fa molto fico.

      Sta passando tutto! Ogni nefandezza nell'apatia e nell'ignavia di una umanità lobotomizzata.

      Elimina
    2. Passa tutto..adesso è chiaro a cosa servono le antenne e gli aerei?a rimbambire la maggior parte,non tutti eh no,dei cittadini.quelli svegli,coscienti,sono spettatori paganti col proprio sudore e lavoro del proprio massacro.diabolico!

      Elimina
  2. ...solo una piccola parte dell'umanità ha il dono della consapevolezza, il resto segue inesorabilmente il pifferaio magico.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.E' gradito il nome o il nikname