giovedì 6 luglio 2017

Almanacco di luglio 2017


 

Gas meno caro, ma in Germania non tutti contenti 
per il progetto russo Nord Stream 2  

Il governo tedesco intende cooperare con la Russia per la costruzione del gasdotto "Nord Stream 2" per ragioni economiche e per garantire la transizione verso fonti energetiche alternative, scrive Die Welt.

Tuttavia i piani del governo hanno incontrato la resistenza da parte di alcuni cittadini e di alcuni analisti, che ritengono che la Germania disponga di risorse in abbondanza e un altro gasdotto pertanto non serve", osserva il giornale.

Il progetto per il gasdotto "Nord Stream 2" dal valore di 10 miliardi di dollari è destinato a migliorare la consapevolezza della Germania sulla propria disponibilità di gas per allontanarsi dall'uso del carbone e del nucleare e passare verso le energie rinnovabili, si legge in un articolo di Die Welt.
Tuttavia questo progetto ha "nemici sia in Germania che all'estero."
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Ci è arrivato persino Bill Gates: 
“Troppi immigrati, rendete più difficili gli ingressi” 

Roma, 6 lug – Era il volto delle multinazionali “buone”, quelle che spendevano milioni in beneficenza, che flirtavano con Obama e criticavano Trump. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, non ha mai nascosto la sua collocazione nell’ambito del pensiero dominante. Ancora nel gennaio 2016, al World Economic Forum di Davos, aveva dichiarato: “La Germania e la Svezia sono da elogiare per il modo in cui accolgono i migranti. Gli Stati Uniti dovrebbero seguire il loro esempio”. Ora la musica è cambiata. 

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Donald Trump di fronte al "quarto potere"

di Thierry Meyssan
Nell’arrogarsi la qualifica di "Quarto Potere", la stampa statunitense si è posta alla pari con i tre Poteri democratici, benché sia sprovvista di legittimità popolare. Conduce una campagna massiccia, sia in patria che all’estero, per denigrare il presidente Trump e provocare la sua destituzione; una campagna che ha avuto inizio la sera della sua elezione, ossia ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. Essa ottiene un grande successo presso l’elettorato democratico e gli Stati alleati, la cui popolazione è convinta che il Presidente degli Stati Uniti sia uno svitato. Ma gli elettori di Donald Trump tengono botta mentre lui riesce a lottare efficacemente contro la povertà. Continua a leggere QUI 

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L’EUROPA VUOLE CHE L’INVASIONE DELL’ITALIA PROSEGUA, PROBABILMENTE FINO ALLA SUA DEFINITIVA DISTRUZIONE 

Notizia ANSA di oggi, o la non notizia , è che al vertice di Tallinn di oggi non cambierà nulla 

 

Il Mandato di Triton è quello di caricare i migranti in mare e scaricarli, TUTTI, SOLO in Italia. Quindi se non cambia Triton, ed a questo punto apre certo, anche per l’opposizione degli altri pasi, l’Europa AUTORIZZERA’ L’INVASIONE DELL’ITALIA in modo permanente e totale. Praticamente l’Italia viene condanna al sacrificio della proprie identità e del proprio essere sull’altare di un bene superiore non identificato. 

Chiaramente ci blandiranno con qualche milionata di euro, con qualche promessa, ma i fatti sono quelli: A RAGIONE NON VOGLIONO MIGRANTI, ED A TORTO LI VOGLIONO IMPORRE A NOI. Tutto il resto è NOIA

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Torino-Lione, ogni lavoratore Tav ci costa 1 milione di euro 
 
Il road show di Telt si è conquistato i titoli e gli articoli dei giornali con facilità come purtroppo avviene solitamente. Eppure se il sistema dell’informazione verificasse le informazioni e i numeri dati dai comunicati stampa inviati nella propria email, si scoprirebbe che più che informazioni ci troviamo quasi sempre ad avere a anche fare con propaganda! Noi lo abbiamo fatto e al di là della retorica e della propaganda i numeri (veri!) sono impietosi: ogni singolo posto di lavoro che sarebbe creato dalla costruzione del Tav Torino Lione costerebbe alla collettività oltre un milione di euro, e sarebbe un posto di lavoro a termine, durerebbe i 10 anni della costruzione dell’opera. 
 
Prendiamo in esame le ricadute occupazionali previste dai proponenti e il costo a carico delle casse pubbliche italiane. Nel progetto definitivo della sezione compresa tra Bussoleno e il confine di Stato troviamo la stima della forza lavoro: nei primi due anni di anticipazione sono previsti circa 200 lavoratori; nell’ultimo anno e mezzo una cinquantina; negli otto anni e mezzo centrali di lavoro la media è di circa 900 lavoratori.
 
Consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, i proponenti affermano che sono due per ogni posto diretto. Diciamo quindi 800 posti diretti più 1600 indiretti. I costi a carico dell’Italia dell’intera sezione transfrontaliera li troviamo nella delibera Cipe 19 del 2015: se l’Europa erogasse il massimo contributo possibile l’opera graverebbe sulle finanze italiane per 3 miliardi di euro; da questa cifra si sale fino a 5 miliardi se il contributo Europeo venisse cancellato o ridotto. 
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LA GABBIA CHIUSA. CHI E’ CHE CI PRENDE SEMPRE? 

Le mie ultime parole a Gianluigi Paragone quando quasi un anno fa mi cacciò per la terza volta da La Gabbia di La 7 furono: “Tu sei l’uomo del 3% e lì morirai”.

La Gabbia è stata chiusa perché da 4 anni a ogni fine puntata Paragone e l’autore Montanari ci dicevano: “Dai, che fra un mesetto cresciamo!”. Non sono mai cresciuti. E io glielo dicevo tutte le volte. E li hanno chiusi, punto. Erano il 3% eterno.

Prima di continuare, posso chiedere a Diego Fusaro di emigrare nelle isole Palau? Voglio dire Diego, sei un marxista di Porto Cervo che attribuisce ogni manifestazione sul Pianeta “Alla contraddizione fra il Capitale e la classe proletaria”... anche se ti si rompe il sifone del lavandino è la contraddizione fra il Capitale e la classe proletaria. Poi chiedi 1.000 euro per palesarti a iniziative pubbliche dove per 1.000 euro dirai che piove perché è la contraddizione fra il Capitale e la classe proletaria. Già questo basta per appiopparti un one way ticket to the Palau Islands. Ma che tu sia stato capace di scrivere un encomio su Paragone e la Gabbia, degno del peggior Paolo Mieli se avessero chiuso Porta a Porta, questo è troppo.

Allora l’equazione è semplice come un panino al prosciutto: 
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Una Fiat 500 "F Berlina", dello stesso modello acquistato dal MoMA di New York 
 
La "vecchia" Cinquecento entra nel nuovo cuore del MoMA
 
Il Museum of Modern Art di New York ha annunciato l'acquisto di una FIAT Cinquecento del '68 da inserire nella sua collezione
 
Un altro grande riconoscimento del disegno italiano. A un'ottantina d'anni dalla sua nascita, infatti, la FIAT Cinquecento riceve quello che è in pratica il massimo crisma del “design” mondiale: verrà incluso tra gli oggetti offerti all’attenzione del pubblico come i più significativi e più belli nello sviluppo del disegno industriale  
 
A un’ottantina d’anni dalla nascita, la “Cinquecento” della FIAT riceve quello che è in pratica il massimo crisma del “design” mondiale con l’annuncio, dato dal Museum of Modern Art di New York, che un esemplare della macchinetta è stato acquistato dal museo stesso per essere incluso tra gli oggetti offerti all’attenzione del pubblico come i più significativi e più belli nello sviluppo del disegno industriale.
 
Nel suo comunicato il “MoMA” non precisa quale sia l’avvenimento che lo ha indotto ad includere la mini-FIAT nella sua collezione – accanto ad altre macchine “iconiche” come una Cisitalia, una Ferrari, una Jaguar, una Jeep e una Volkswagen – ma non è impossibile che il fatto che la Cinquecento si veda adesso sgattaiolare ogni tanto per le strade  americane in seguito  all’avvenuta fusione tra FIAT e Chrysler abbia rammemorato qualcuno dei suoi curatori dell’esistenza della intramontabile quanto simpatica, pratica e graziosa macchinetta.  Continua a leggere QUI

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