IL CETA E' UN FRUTTO AVVELENATO DELLA GLOBALIZZAZIONE
di
Cinzia Palmacci
di
Cinzia Palmacci
Il
Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), sul cui varo è
impegnato il Consiglio europeo, è l’Accordo economico e commerciale
globale tra la Ue e il Canada. Obiettivo del trattato è eliminare al 99%
i dazi doganali e altri ostacoli alle reciproche esportazioni e
all’accesso agli appalti pubblici, aprire il mercato dei servizi,
offrire agli investitori condizioni prevedibili e prevenire le copie illecite di innovazioni e prodotti tradizionali dell’Ue.
Il Ceta una volta applicato, sostiene la Commissione europea,
offrirà alle imprese europee nuove e migliori opportunità commerciali
in Canada e sosterrà la creazione di posti di lavoro in Europa. Questa l'ambiguità del motivo per cui il 15 febbraio il Parlamento europeo ha ratificato l’accordo di libero scambio tra Canada e UE. Dopo
il voto della Commissione e del Consiglio UE che avevano già approvato
il CETA, adesso è arrivato anche il via libera da parte del Parlamento
Europeo.
Gli eurodeputati hanno votato in gran segreto, approvando con 408 voti in favore, 254 voti contrari e 33 astensioni. La loro decisione avrà ripercussioni serie non solo sull'ambiente ma anche sulla nostra salute.
Un accordo votato in segretezza, e ciò lascia pensare. Ma perché
nascondere le votazioni? Perché i rischi per la salute e i vantaggi
illusori di questo trattato scellerato non sono di poco momento.
Consideriamone i principali:
·Il rischio di ingresso di OGM e pesticidi attualmente vietati
·Importazione di prodotti derivati da animali trattati con ormoni della crescita
·Equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie di Europa e Canada
·Glifosato, uno dei timori più fondati
·Nelle mani del controllore senza controllo
·Crescita economica irrisoria per l'Europa e perdita di posti di lavoro
·L'Investment Court System (ICS), il sistema di tutela degli investimenti delle multinazionali
“Questo
accordo commerciale rischia di minare la democrazia e lo stato di
diritto in Europa, a vantaggio di una manciata di multinazionali”, ha detto Federica Ferrario di Greenpeace Italia. Mentre Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia dichiara “Oggi
è stata scritta una pagina oscura per la democrazia in Europa, ma non
tutto è compromesso.
La battaglia della società civile si sposta adesso a
livello nazionale. Monitoreremo gli impatti dell’accordo, dimostrando
che avevamo ragione a criticarne l’impianto, e spingeremo il Parlamento
italiano a bloccare questo trattato dannoso per i nostri cittadini e
lavoratori. I parlamentari europei, in particolare socialdemocratici e
popolari, hanno abdicato al loro ruolo di garanti dei diritti e
dell’ambiente”.
L'accordo CETA dovrà essere anche ratificato dai Parlamenti nazionali e regionali. Il
trattato potrebbe applicarsi provvisoriamente dal primo giorno del mese
successivo alla data cui entrambe le parti si sono reciprocamente
notificate il completamento di tutte le procedure necessarie. Per i
deputati tale data dovrebbe essere non prima del 1° aprile 2017.
Intanto, sono in molti a pensare che il Ceta possa costituire un
escamotage per superare i veti sul Ttip, l’accordo commerciale
Usa-Europa tanto caldeggiato da Obama.
CETA prodotto insano della globalizzazione
Tutti i temi più importanti che riguardano la nostra vita, vengono decisi da pochi e a nostra insaputa. I governi cosiddetti democratici
non si prendono la briga di chiedere il nostro parere e nemmeno di
informarci. Ci mettono di fronte al fatto compiuto. Dai media la
versione ufficiale è sempre tranquillizzante. Nulla di strano e
tantomeno pericoloso, il CETA confermerebbe semplicemente l’abolizione
delle dogane, l’accesso di imprese europee al mercato canadese con bandi
e appalti in loco, e la salvaguardia della proprietà intellettuale
nonché delle denominazioni di provenienza dei prodotti agricoli.
Questa
la risposta ufficiale. In realtà si tratta di un’altra trappola che ha
un solo scopo: mettere in atto il programma del TTIP. Se quest’ultimo,
infatti, è stato soggetto a pesanti critiche e proteste in diverse
nazioni che ne hanno bloccato l’entrata in vigore, invece il CETA è
riuscito a sfuggire a qualsiasi controllo. Pochi ne hanno sentito
parlare: sparute proteste, trattative in corso. Sarà quindi
l’accettazione del CETA a farci accettare automaticamente anche il TTIP.
Il CETA è un’ulteriore arma segreta che ha il compito di preparare il
terreno al TTIP. Ciò significa che le nostre leggi e regolamentazioni
contro le tecnologie OGM di Monsanto, l’inquinamento dell’ambiente, la
tecnica del fracking, la privatizzazione dell’acqua e delle istituzioni
educative, culturali e sanitarie, l’eventuale diminuzione degli
stipendi, e molte altre spiacevoli cose ancora, continuano ad essere in
pericolo.
Infatti, qualora i regolamenti europei che riguardano
l’ambiente, la sanità e gli ambiti sociali dovessero in qualche modo
ostacolare gli affari delle grandi multinazionali, queste possono, per
mezzo del CETA, citare in giudizio i governi europei tramite le loro filiali canadesi e il gioco è fatto. Il pacchetto CETA contiene anch’esso un meccanismo del tipo “Investor State Dispute Settlement” (ISDS),
in base al quale un tribunale segreto internazionale può infliggere ai
governi delle nazioni che non rispettino l’accordo delle punizioni
draconiche in pagamenti di miliardi.
È ovvio che, alla fine, dovremo
pagare noi, i contribuenti, tramite le tasse. Il sistema dell’ISDS sarà
lo strumento più diabolico delle multinazionali, quello che ignora le
leggi e calpesta le istituzioni delle nazioni democratiche. Di
conseguenza è fuorilegge per sua natura e come tale non
dovrebbe mai essere ammesso. Il che significa: se il CETA, o un altro di
questi accordi segreti, dovesse entrare in vigore, le nazioni europee
interessate sarebbero vittima di un colpo di Stato.
Questa non è che la
punta dell’iceberg, di un vero complotto di banche e multinazionali
sotto l’egida degli USA, caratterizzato da attacchi paralleli sferrati
alle nazioni che vanno inquadrate nel loro piano di potere. Attacchi che
si basano su: spionaggio ad alto livello con relative azioni di
intercettazione; liberalizzazione e privatizzazione dell’economia;
organizzazione di disordini intestini tramite i servizi segreti;
destituzione di governi non amici con relativa sostituzione di
governanti corrotti; interventi armati con conseguente violazione dei
diritti sovrani delle nazioni interessate.
L’obiettivo è: divenire
l’unica potenza incontrastata del pianeta. Il miliardario Warren Buffet
diceva nel corso di un’intervista del 2006: “È in atto una guerra
delle classi sociali, è vero. Ma è la mia classe, quella dei ricchi, che
fa la guerra. E la stiamo vincendo noi.” L’autore Jürgen Roth scrive: "A
Bruxelles non c’è soltanto l’European Round Table of Industrialists
(ERT), ma anche il non meno potente Business Europe, dietro a cui si
nascondono le lobbies delle associazioni dei datori di lavoro europei
(…) L’ufficio si trova in una delle migliori zone della città, a Rond
Point Schumann, dov’è la sede della Commissione Europea. (…) Quasi
nessuno parla poi dell’ufficio dell’EFR European Financial Services
Round Table. Questo è di certo il gruppo più influente di Bruxelles,
soprattutto a causa del suo potere finanziario. I membri dell’EFR sono i
dirigenti delle banche e delle compagnie assicurative più influenti".
C'è
altro da aggiungere per capire chi pilota veramente l'Unione Europea?
E' questa l'Europa "unita" che vogliamo? Quella che fa l'interesse delle
lobbies e delle multinazionali a discapito della democrazie e delle
sovranità nazionali? Di questo passo la democrazia sarà solo una delle
tante cose ad essere compromessa, oltre alla nostra salute, sicurezza e
benessere.
Ci conviene ancora rimanere in questo tritacarne che chiamano
Unione Europea? Già, perché l'unica unione rimasta è solo quella degli
interessi delle lobbies e dell'oligarchia al potere. Guardare
positivamente all'elezione di Trump come ad un'inversione di marcia è
giusto, ma prima prenderemo delle contromisure per salvaguardare i
nostri Paesi europei, e prima potremo riappropriarci della nostra
sacrosanta sovranità nazionale. Questa globalizzazione che fa solo gli
interessi di pochi ha fatto il suo tempo, e l'esperimento è fallito.
di Cinzia Palmacci
Fonte:
VOTI A FAVORE - VOTI CONTRO - ASTENUTI - NON HANNO VOTATO
RispondiElimina